“Icke descrive ciò che ha definito ‘Moon Matrix’, ovvero la falsa realtà trasmessa dalla Luna che viene decodificata dalla nostra mente, in maniera simile a quanto avveniva nella trilogia cinematografica Matrix”.
Bene. Nello stesso istante è riaffiorato alla mente un’analogia che feci, tempo fa, e che poi dimenticai, questa:
Se rappresentiamo il flusso dell’esistenza universale come acqua che scorre nel letto di un fiume, e prendiamo quel ramo che è inerente alla nostra discendenza familiare, è come se le Vite dei nostri genitori, nonni, antenati, avessero increspato il moto placido e perfetto delle acque ed, in un certo qual modo, alcuni aspetti irrisolti si fossero arenati e messi come di traverso.
Tutto ciò descrive un gioco di specchi e di riflessi, un ritmo evidenziato dal vorticare della luce tra Sole e Terra, di cui il frattale più evidente è una eclisse…
Ciò dimostra che ‘tutto’ lascia un’ombra e che questa ‘ombra’ è un effetto, una conseguenza, di una presenza, di un modo di fare e di essere. L’ombra descrive il frattale della responsabilità nei confronti del ritenuto ‘fuori’, della percezione dell’esterno di sé, che in realtà non esiste.
La Piramide focalizza e distribuisce. Il suo vertice indica qualcosa. La sua base è salda in Terra. Tuttavia, penso che la figura della Piramide sia una 'mezza figura', proprio come la punta dell’iceberg. Al di sotto della superficie direttamente osservabile, essa continua, e probabilmente potrebbe esserci anche la sua controparte rovesciata per dare vita ad un ottaedro, uno dei cinque Solidi Platonici relativi alla Geometria Sacra. Una figura molto simile a quella di un cristallo…
Questa figura è direttamente agganciata al suono, alla risonanza, all’Etere. L’Etere è un qualcosa che è dappertutto e descrive proprio delle caratteristiche molto simili a quelle dell’acqua. Per cui il ragionamento sopra esposto trova ancora maggiore vigore se pensiamo all’Etere. Rimanere imprigionati nell’ombra, nell’increspatura, di qualcun altro è come vivere con minore energia, visto che faremo esperienza di una mancanza di luce. Meno luce uguale a meno energia. Meno energia uguale a meno Amore.
Dobbiamo completare ciò che i nostri genitori, nonni, avi, etc. hanno lasciato irrisolto della propria dimensione, perché in realtà la loro dimensione è la nostra dimensione, essendo noi stessi facenti parte della loro estensione e della loro ombra.
In questa maniera focalizziamo i tre tempi in uno, proprio come il vertice di una Piramide.
La figura dell’ottaedro è transitoria ed in evoluzione. Il suo completamento condurrà l’essere vivente chiamato Terra ad 'accendere' la propria MerKaBa e ad ascendere. La sua accensione dipende anche da ogni organismo vivente presente in essa e su di essa.
“Nell'antico Egitto l'Uno, quindi Dio, era identificato con il termine di Neter o Atum (o Netjer, letteralmente 'spirito divino', 'Dio'), mentre gli dèi venivano indicati al plurale, con il termine Neteru (o Netjeru). La concezione del divino è di tipo immanente: Dio, e quindi tutti gli dèi da esso emanati, permeano il cosmo, forgiano l'universo, sono l'energia divina che costituisce la parte più sottile di tutto ciò che esiste. Gli dèi sono dunque presenti in ogni cosa, in ogni luogo e nell'interiorità spirituale dell'uomo stesso, sono nei fenomeni naturali: nella pioggia, nella crescita di un germoglio, nel soffiare del vento. Il divino va cercato dentro se stessi e nel mondo in cui l'umanità vive”.
Wikipedia
“Le qualità della luce divina descritta nei testi sacri nella mitologia Egizia sono rappresentate dai Neter. Gli dei del Pantheon Egizio. Questi 22 Neter sono il simbolo delle qualità divine, così come in Astrologia i diversi pianeti rappresentano i diversi aspetti della personalità. Questi 22 Neter sono gli aspetti vibratori di una unica divinità”.
Youtube
Non è molto difficile associare il termine ‘Neter’ con il termine ‘Etere’, no?
“Dio, e quindi tutti gli dèi da esso emanati, permeano il cosmo, forgiano l'universo”.
Stiamo parlano della stessa cosa immanente:
- Etere
- Creatore
L'Etere è la sua ombra, anzi la sua luce che diventa fioca a causa dell’inabissarsi delle condizioni esistenziali della densità, dove il gioco della luce conduce all’illusione della paura e del distacco. Il suo respiro è in realtà sempre con noi, ma per ‘ricordarlo’ occorre sviluppare 'sensi' diversi.
A volte mi succede che, come per vedere un autostereogramma, riesca a vedere la ‘pelle’ della Terra. Come una seconda vista che permette di ordinare ogni sassolino, rametto, foglia, impronta, etc. disposti a ‘caso’ al suolo, evidenziando come una sorta di trama che ricorda molto la lavorazione a scaglie della pelle.
È quella una prova sufficiente per comprendere che la Terra è un enorme essere vivente?
osserviamo una foto di binari del treno, o un molo come nell'esempio, presi in primo piano. Cosa descrivono, allontanandosi dal punto di osservazione della base della fotografia? Una Piramide. È un gioco prospettico ovviamente…
Prospettiva.
L’effetto prospettico trasforma la visione, unifica il parallelo, sorvola la dualità, converge.
La Piramide rappresenta l’unione o la divisione a seconda di come la si osserva.
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
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