Il potere di “veto” di un solo membro (dotato di tale superpotere “democratico”), interrompe qualsiasi “dialogo, proposta, risoluzione, etc.”. Ecco che nel luogo comune “sulla carta”, dove vince chi ha la maggioranza, alle Nazioni Unite/Onu vince chi gode di tale “potere”. Risultato?
La Palestina non viene ammessa poiché, al solito, gli “Usa” non sono d’accordo (motivando di volta in volta attraverso la “fantascienza”, com’è loro costume, uso consumo abuso).
Si dice democrazia, si legge democrazia, si tratta di “democrazia” = nazismo. Ma, “poveretti”; gli “Usa” li disegnano (così, qua), non visto che sono il golem dell’entità sionista, ovvero, chi dà del “terrorista” al malcapitato di turno, colpendo sempre per primo (strategia vincente a quanto pare).
In “giro”, si legge che costoro ammettono che “se sei contro la III Guerra Mondiale, allora sei un antisemita”. La fantasia bieca al potere. Osservando il comportamento dei “mercati finanziari”, va da sé che le “cose” non cambiano nella sostanza, cioè… sono nelle mani del medesimo “destino” o pilota automatico, come ogni presunta organizzazione internazionale basata sulla “vittoria dell’ultimo conflitto mondiale”.
Tutto ciò è cor-rotto, marcio, letale.
Nulla è come dovrebbe essere, essendo “utopia” = come dovrebbe essere, ma non è (qua, così). Quindi, la discriminante è l’accezione, il “segno”, lo spin:
come sei messo, è come è messo lo mondo = dove è, tutto quanto?
Bè, è in una “idea, sogno, progetto” altrui, pensato, disegnato e reso manifesto proprio per “te”, come gabbia a cielo aperto, in-sospettabile. Tanto è vero che non sei nemmeno conscio di essere “te”, eppure… non ci vuole Sherlock. Basta vederti, guardarti, percepirti, misurarti, triangolarti, etc. anche “solo” mentre sopravvivi con-vinto che sia l’unico modo per… cosa?
Perché sopravvivi in luogo di esserci e, dunque, decidere o “contare” perlomeno per Te:
la singolarità dotata del potenziale contemporaneo.
Non ti rendi proprio conto del… potere che hai, se ritorni Te. Eppure, te lo dice anche la “tua” religione, oppure ogni contesto che sembra “fantasia”, etc. Se sei “figlio di Dio”, cosa significa e cosa comporta? Anche ragionando come il Poirot, interpretato da Branagh, la logica dice questo. Salvo poi riparametrare tutto quanto alla “luce della rivelazione”, alias, nelle nebbie eterne dello status quo Moloch (qua, così):
il monolito nero che influenza, influisce, sulle “scimmie”, o il “lato oscuro della forza”.
Ovvero, se la logica “sei il figlio di Dio” afferma un dato assolutamente preciso, perché sopravvivi come l’ultimo degli animali terreni? Sì, per via del “peccato originale”, della “tentazione”, della “cacciata dall’Eden”, etc. etc. etc. Uhm.
Bè, davvero un peccato. Vero? Potevi “stare da Dio” ed invece “niente”:
sei (qua, così) a dover lavorare per tutta la “tua” vita.