Inganno, raggiro… ovvero “manovra illusoria e poco chiara”. Circumnavigare abilmente…
Da magheggiare o “esercitare le arti della magia”, rimandando alla condizione di mago. Denotando negatività alla figura del “mago”:
“persona dotata di eccezionale qualità tecnica e capacità professionale…”.
Dunque, magheggio mette in evidenza il ricorso alle proprie “abilità” per raggiungere un fine con mezzi più o meno illeciti…
Questo è quanto deriva dalla non solo “crusca” accademica.
Maneggio… manovra, intrigo.
Armeggio… macchinare.
Vagheggio… immaginare (che se collegato alla “vista”, allora è l’occhio che si prende la parte del leone = il vedere. Diversamente, immaginare è esprimere un “ordine” verso or dunque, qualcosa ch’è sempre in fedele ascolto).
In assenza della consapevolezza o del ricordo esatto sostanziale, quel “qualcosa” diventa… qualcuno, ovvero il motivo portante della schiavitù ora “diritto-dovere del lavoro”.
Il “mago” diventa il “padrone” o imprenditore o Stato: la gerarchia. L’abilità diventa il r-aggiro altrui, il cui “destino” rientra costantemente all’interno del relativo “piano industriale”:
qualcosa by qualcuno in proiezione
come desiderio su schema radionico.
In che modo, loro, riescono a vedersi realizzati tutti i “desideri”?