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giovedì 18 ottobre 2012

Il virus è un nostro eco.




Ieri ho dovuto lottare con un virus nel computer. Segno evidente che le mie difese immunitarie sono basse in questo periodo

Il virus in questione è il 'Win64/Patched.A'. 

L’Avg free, che ho installato di default, continuava a segnalare il worm e anche un’altra serie di parassiti vari. Mi sono accorto che in questi casi ci si mette sempre nelle mani di chi, si suppone, ne sappia di più

È logico, si potrebbe pensare. Certo. Però ci si espone ad operazioni che mai avremmo fatto in assenza di quel virus. Ossia, se quel virus ha un senso, qualcuno se ne potrebbe approfittare. Ad esempio, colto da nervosismo e spazientito dalle continue segnalazioni a vuoto dell’antivirus, mi sono costretto ad accettare i consigli che trovavo in Internet. 

A quel punto era possibile aggiungere virus a virus, in quanto i siti frequentati erano praticamente sconosciuti per me. Mi dovevo fidare di quello che trovavo. A quel punto ho dovuto seguire le istruzioni di persone che teoricamente potevano essere le stesse che avevano sviluppato il virus.

Perché? 

Beh… perché esiste il virus. Esso ha certamente un nesso col fatto che in seguito mi sono ritrovato a cercare una soluzione. Come se fosse il virus stesso a spingermi indirettamente su certe piste.

Comunque, ho iniziato a scaricare soluzioni 'un tanto al pacchetto'. Spazientito ed innervosito ho sentito di dover scaricare un altro antivirus ufficiale e mi è venuto in mente un nome da film sufficientemente agganciato al potenziale del genio, ossia: Kaspersky.

Quel nome, non so perché, mi conferiva sicurezza in termini di genialità.

L'aggancio è, in qualche modo, all’abilità di Kasparov, il famoso campione di scacchi. Ebbene, seguendo questo tenue filo di speranza ho eseguito il download di ‘Pure 2.0’, in versione trial per 30 giorni, e puntualmente dopo avere eseguito la scansione del computer, è riuscito ad eliminare il virus.

Questo virus ha la particolarità di sostituire il file di sistema ‘Service.exe’, nella cartella 'C:\Windows\System32', per cui non è semplice riportarlo alla sua versione originale. Da quel 'punto', opera, distribuendo malfunzionamenti ed appesantimenti generali del sistema operativo. Insomma, una vera e propria spina nel fianco.

Esisterà senz’altro di peggio, ma a me diciamo che è bastato questo.

Se, ora, mi ritrovo a fare pubblicità a questo prodotto è perché ne ho tratto un beneficio. La cosa interessante, forse una leggenda del Web, è che sono state proprio le case che vendono antivirus a concepire i virus nei computer.

Ossia, crea un problema e fornisci la soluzione.

Crea l’aspettativa, la necessità, nella Massa ed approfittane.

Adesso, probabilmente, sto osannando proprio uno degli attori che mi ha impestato il pc. Allo stesso Tempo quel virus l’ho preso per motivi legati alla mia operatività/navigazione, per cui ho avuto quello che meritavo in termini di riflesso delle proprie azioni.

Semina vento e raccoglierai tempesta.

Credevo il mio computer sufficientemente protetto e invece ho amaramente constatato che non lo era. Che cosa dovrei desumere di me, visto che tutto ci riflette?
 
Di fare maggiore attenzione alla mia sovranità personale e di non fare il passo più lungo della gamba, cedendo alle lusinghe di software di cui se ne può fare anche a meno. Ieri, è come se fossi stato attratto da aspetti tendenti a distogliermi da quello che stavo facendo. È una questione di attenzione, concentrazione, totalità, consapevolezza, chiarezza mentale, etc.

Ok. Ho compreso, grazie a questa ultima frase:

ero tentato di evadere dal tracciato che stavo percorrendo. Se quel tracciato, adesso continua ad avere Cuore per me, significa che l’attacco virale di ieri non ha altro che sottolineato ed evidenziato la bontà della via intrapresa. È una marcatura indiretta. Va osservata e capita attraverso l’intero essere.

Occorre non fermarsi all’evidenza più appariscente ed immediata.

Non è un approfondire ma un sentire.

Il Tempo fa solo da corollario.

1 secondo o una Vita: non fa differenza. La differenza esiste solo dal punto prospettico delle 3d, se si è convinti che questa Vita sia tutto quello che abbiamo a disposizione…

Ora, passo velocemente, e non a caso, ad evidenziare questa notizia:

Il premio milionario che nessuno riesce a vincere.
L'Ibrahim Prize for Achievement in African Leadership è un riconoscimento per il miglior risultato di leadership africana ideato dal milionario sudanese Mohammed ‘Mo’ Ibrahim, magnate dei telefoni cellulari trapiantato a Londra

Un'iniziativa che lo ha reso celebre presso i governi africani e che mette in palio ogni anno 5 milioni di dollari rateizzati in dieci anni - più 200 mila dollari l'anno di vitalizio dopo i dieci anni - per il leader politico del continente che si distingue grazie ad un operato politico ineccepibile.

L'eccellenza in tema di governi, infatti, è secondo l'imprenditore l'unica via d'uscita per un paese considerato ancora ‘terzo mondo’: ‘L'Africa è un continente ricchissimo, non abbiamo scuse per la nostra povertà. Il problema dell'Africa non è che mancano i fondi. Mancano i governi. Senza una buona governance non andremo da nessuna parte’...

Quest'anno non è stato possibile trovare un candidato in grado di soddisfare tutti i requisiti di qualità richiesti e l'Ibrahim Prize si conferma così come un premio molto ambito e di assoluto pregio. Si pensi che solo per la nomination è stato creato un indice composto da 86 criteri per ciascuna delle 54 nazioni africane, che misura l'efficienza dei governi nel mantenere la sicurezza, il rispetto delle leggi, i diritti civili, la libertà economica e la promozione sociale.

L'Angola di fronte alla 'maledizione dell'oro nero'.  
È un ossimoro sociale, una cruda contraddizione in termini comuni a molti paesi del Terzo mondo. L'Angola è il secondo più importante produttore di petrolio dell'Africa e la terza economia del continente. Eppure oltre metà della sua popolazione è costretta a vivere alle soglie della fame

A Luanda, la capitale, per esempio il 91% della popolazione non ha l'acqua corrente: 'Qua non abbiamo l'acqua nelle case e dobbiamo venire fin qui per fare provvista'. Eppure l'Angola esporta due milioni di barili di greggio al giorno e secondo le stime sta per superare la Nigeria come maggior produttore africano. Ma le statistiche ingannano

'Malgrado il Pil si aggiri tra i 4 e 5.000 dollari a testa, questi dati non descrivono la situazione del paese. Si è scavato un gigantesco gap tra ricchi e poveri. Il coefficiente di Gini, la misura della diseguaglianza della distribuzione, è tra i più alti del mondo'. 

Per alcuni si tratta di un effetto collaterale dell'industria petrolifera che impiega meno dell'1% della forza lavoro totale mentre i profitti entrano nelle tasche di una minoranza di superricchi che vivono in un'enclave che somiglia a una versione africana di Saint-Tropez. Dove possono godersi i ristoranti del lungomare di una delle città più care del mondo... 

La cosiddetta 'maledizione dell'oro nero' deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.
Link
  • le statistiche ingannano
  • la cosiddetta ‘maledizione dell'oro nero’ deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.


È sempre lo stesso ritornello. In Africa lo si vede ancora meglio. Non è una questione di ‘tanto l’Africa è lontana’, bensì di un fuoco acceso e talmente evidente da vedersi in tutto il Mondo. 

La sua luce alimenta di bagliori similari tutto ciò che la riflette. La luce di quel rogo si diffonde dappertutto, come quella di un faro per ogni natante in navigazione nella notte o nella mancanza di visibilità. Il mantenersi a certe distanze dalla costa permette di scorgere la luce del faro, allontanarsi troppo mette a repentaglio la propria sicurezza. L’Africa sta 'bruciando' e le sue fiamme si vedono dappertutto. Non è più una questione di sicurezza del cammino, ma di denuncia di uno smarrimento collettivo.

Guardate! Stiamo bruciando e lo sapete il perché? Perché non facciamo niente per smettere di bruciare. Bruciamo di conseguenza…

Il messaggio è per tutto il Mondo perché l’Africa ha la forma di un Cuore ed è centrale rispetto alla dislocazione delle terre emerse.


Ma non si può pensare di ‘salvare l’Africa’ se prima non giungiamo a conoscere noi stessi e se gli africani non fanno nulla per salvare se stessi. Il ‘problema’ va affrontato con la giusta prospettiva e nella direzione più autentica. Altrimenti diventa solo un spostare l’attenzione dal proprio cammino, per motivi molto simili a quello che è accaduto a me nella giornata di ieri.

Focus e chiarezza mentale. 

Ultimamente mi sono trovato in grande difficoltà ad esprimere, a parole, ‘quello che voglio fare’. Mi sono accorto di un altro vuoto dentro di me e, ormai sappiamo molto bene che, quello che lasciamo viene preso e che ciò che non si esprime s’imprime.

Ossia, otteniamo due ‘disgrazie’ senza colpo ferire:
  1. lasciamo opportunità ghiotte per evolvere
  2. somatizziamo la rinuncia sulla nostra pelle e dentro di noi.
Problem solving.
Il problem solving (locuzione inglese che può essere tradotta in italiano come risoluzione di un problema) è un'attività del pensiero che un organismo o un dispositivo di intelligenza artificiale mettono in atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una condizione data

Il problem solving indica più propriamente l'insieme dei processi atti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche.

Va precisato che il problem solving è solo una parte di quello che è l'intero processo di risoluzione di un problema vero e proprio: quest'ultimo comprende anche i processi cosiddetti di problem finding e problem shaping.

L'approccio scientifico alla risoluzione dei problemi, inizialmente era sviluppato secondo uno schema puramente intuitivo:
  • percezione dell'esistenza di un problema
  • definizione del problema
  • analisi del problema e divisione in sottoproblemi
  • formulazione di ipotesi per la risoluzione del problema
  • verifica della validità delle ipotesi
  • valutazione delle soluzioni
  • applicazione della soluzione migliore
Nel definire il problema si operava un'analisi empirica dei dati e si ricercava la riproducibilità del problema così che fosse possibile analizzarlo in maniera quasi scientifica. Le operazioni successive erano diretta conseguenza dell'analisi iniziale, caratterizzate da metodologie personali, disomogeneità delle soluzioni e capacità di riuscita inversamente proporzionali alla complessità del problema in esame.

Per questi motivi nel tempo si sono sviluppate diverse tecniche ragionate e standardizzate per risolvere i problemi, di seguito le principali metodologie.

Metodologie.
Varie sono le tecniche e le modalità di problem solving che possono essere impiegate, ad esempio: FARE.
 
Focalizzare.
  • creare un elenco di problemi
  • selezionare il problema
  • verificare e definire il problema
  • descrizione scritta del problema.
Analizzare.
  • decidere cosa è necessario sapere
  • raccogliere i dati di riferimento
  • determinare i fattori rilevanti
  • valori di riferimento
  • elenco dei fattori critici.
Risolvere.
  • generare soluzioni alternative
  • selezionare una soluzione
  • sviluppare un piano di attuazione
  • scelta della soluzione del problema
  • piano di attuazione.
Eseguire.
  • impegnarsi al risultato aspettato
  • eseguire il piano
  • monitorare l'impatto durante l'implementazione
  • impegno organizzativo
  • completare il Piano.
  • valutazione finale.
Risolvi ed analizza.
Questa metodologia viene utilizzata in ambito informatico per circoscrivere i problemi e costruire delle metodologie specifiche per gli utenti che si basano sull'esperienza comune e sulla condivisione delle conoscenze.

I principi fondamentali sono 3:
  1. cercare la responsabilità di una situazione problematica rallenta la soluzione dello stesso senza portare benefici evidenti
  2. se si trova una soluzione bisogna rendere disponibile una descrizione dettagliata del problema e del metodo per risolverlo
  3. se non si trova una soluzione è comunque importante dettagliare bene il problema e descrivere accuratamente i passi da seguire affinché il problema si ripresenti.
Le operazioni da seguire sono le seguenti:
  • relazionare gli effetti del problema
  • relazionare la situazione hardware e software
  • identificare tutte le modifiche effettuate prima dell'esistenza del problema
  • ricercare le cause
  • analizzare le cause
  • porre rimedio se possibile
  • verificare che il rimedio abbia risolto effettivamente il problema
  • relazionare la soluzione oppure dichiarare l'impossibilità di trovare una soluzione adeguata.

Ho riportato quasi per intero l’articolo trovato in Wikipedia, perchè ci offre la possibilità di riflettere ‘a gratis’, ossia a domicilio, lasciando però ad ognuno di noi le tempistiche e la possibilità di conoscersi meglio. Utilizzerò queste righe nei prossimi articoli di SPS.

Per oggi ho scritto anche troppo…

Ognuno per sé e tutti insieme.

Dipende da noi.
 17102012 V 0 + 291 Sant'Ignazio di Antiochia (Il teorico della Chiesa di cui si conosce solo il martirio) ++

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

venerdì 17 settembre 2010

L'Africa del Cuore.





Che succede nel mondo? Nell’ambito di ciò che vale la pena di segnalare, nella pagina della finanza di Yahoo di questa mattina, troviamo queste news:
  • i fumatori giapponesi danno l’assalto ai tabaccai perché fra poco scatterà un aumento delle sigarette del 38%
  • i treni Frecciarossa hanno portato in attivo il bilancio delle Ferrovie.
  • i cinesi e l’expo di Shanghai sulle tematiche “verdi”
  • una tecnologia basata sul cellulare per trovare posti di parcheggio in maniera “intelligente”
  • mercato delle auto senza incentivi che “cade”
  • l’Europa “minacciata” dalla crescita smodata dei cinghiali
  • i Cubani che presto conosceranno la scure dei tagli statali
  • il Pil della Turchia che avanza a velocità maggiore di quello della Cina
  • il “risveglio” economico dell’Africa

Una variegata e breve tematica dei temi giornalieri più “meritevoli”, di cui quello relativo all’Africa è certamente molto significativo. Tempo fa lessi una canalizzazione di Kryon, nella quale si metteva in evidenza come il continente Africano sarebbe divenuto entro 60-100 anni il polo di maggiore espansione planetario. Si narrava dello spostamento dei grandi capitali dei grandi investitori che, dopo il boom della Cina, del Brasile, della Russia, avrebbero preso di “mira” le coordinate geografiche dell’Africa. Anche in questo ambito non esiste il caso. Senza l’humus lasciato dalla piena di denaro non è possibile risvegliare i potenziali assopiti di una regione. E ciò sembra che sia già in corso da qualche anno.

L’Africa, dalla forma di cuore, è stata volontariamente “lasciata indietro” come se fosse una sorta di bacino di riserva, di contenimento delle crisi, di laboratorio per fare esperimenti di ogni tipo. Il suo sacrificio nel tempo ha dettato ritmi e processi di industrializzazione nel resto del mondo. La sua “impronta” è stata infatti sempre presente sin dagli albori del tempo, tramite l’estrazione delle materie prime come oro e diamanti. Gli Anunnaki discesero in Terra per estrarre oro e lo trovarono in gran quantità soprattutto in due regioni del globo:
  • Africa
  • Centro e Sud America
Le miniere Africane sono state le prime; profondi “buchi” che si spingono nel ventre della Terra. Gli annali relativi alla memoria storica di ciò, sono contenuti ad esempio, nell’opera di Sitchin “Il libro perduto del Dio Enki”. Questo “trattato” è ricco di dettagli e osservazioni, mettendo in evidenza le mire dei visitatori cosmici proprio nei confronti delle regioni Africane identificate con il nome “Abzu”. A questo link  è possibile trovare uno splendido articolo a supporto di questa linea di pensiero. L’articolo è molto approfondito e permette di vedere le rovine di una antica enorme città del Sud Africa, dal punto di vista dei cieli attraverso l’occhio di Google Heart

Ciò che emerge è un “qualcosa” che viene datato a circa 200000 anni fa!

Ma oggi non intendo approfondire argomenti “esotici”. Lascio alla vostra curiosità l’opera di lettura suggerita.
Ciò che intendo evidenziare è come il continente Africano sia destinato ad emergere nel tempo, a causa di un crocevia indescrivibile di varianti che giocano a suo favore (finalmente), non da ultima la legge dell’equilibrio che, prima o poi, porterà il livello delle energie scaricate in quei luoghi dal pensiero occidentale di sfruttamento, a parificare il potenziale inespresso. È curioso che nel film “2012”, alla fine le uniche terre emerse siano quelle di una parte dell’Africa che si è sollevata di 2000 metri dall’altezza del mare. Sarà un caso che i produttori hanno pensato a questa ipotesi?

L’Africa è una terra ricca di Vita; Vita schiacciata in ogni maniera. Ai bimbi e a quelle popolazioni, in generale, occorrerebbe portare un modello di pensiero “nuovo”, diverso dal solito finto grado di compassione che si esaurisce nell’inviare qualche scatola di cibo prossimo alla scadenza. Inoltre, tra di loro, come dappertutto, esiste una grande corruzione a livello politico e amministrativo. Essi stessi si rubano il cibo dal piatto comune in cui mangiano. E le responsabilità di ciò non possono essere imputate a nessuno se non a se stessi, anche se il loro comportamento è frutto, in parte, di un paradigma ereditato da tutti coloro che sono giunti in loco esclusivamente per sfruttare.  

Il Karma Africano è “importante”

Hanno come "pagato" qualcosa che li ha riguardati molto da vicino in un lontanissimo passato, magari tra le ere glaciali. La schiavitù è stata un frattale molto chiaro di un’azione che probabilmente, le antiche popolazioni di quelle terre avevano a loto volta imposto ad altre genti.

Nulla è per caso.

Esiste un livello di “Giustizia Celeste” che nel tempo tende a manifestarsi, il cui frattale più cruento e paradossale è proprio l’antica legge del taglione o ciò che ricorda Dante nella sua “Commedia” con il nome di legge del Contrappasso:

“La legge del contrappasso (dal latino contra e patior, "soffrire il contrario") è un principio che regola la pena che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per analogia ad essa. È presente in numerosi contesti storici e letterari d'influenza religiosa, come ad esempio l'Inferno islamico o la Divina Commedia”.
Fonte: Wikipedia

In ambito spirituale le “cose” funzionano in maniera apparentemente strana per il nostro modo di “comprendere”; a volte ad esempio, un sano egoismo è da preferire all’altruismo, quando questa forma di interessamento verso gli altri parte da una “sede” non in equilibrio con se stessa. Colui che è “egoista” in realtà ama se stesso, si vuole bene. Ma anche questo aspetto è da percorrere con una buona dose di equilibrio personale che è il “sale” stesso dell’arte del destreggiamento nelle proprie energie. 

Scrivevo ieri di Vadim Zeland e del concetto di “campo morfologico” che influisce sui processi mentali dell’uomo, ebbene ho trovato nel libro di Gerard Athias “Le radici familiari della malattia” un passo inerente a questo concetto, ma spiegato fugacemente attraverso una splendida “riflessione” di Jung. Si parla di una pecora che si è smarrita allontanandosi dal gregge:

“È consapevole di essersi persa? La risposta del suo cervello non è personale, deve essere sovrapersonale, esterna alla sua personalità. A quel punto Joseph introdusse la nozione di Inconscio Collettivo, cara a Jung. È il cervello collettivo del gregge che invia l’ordine della malattia, affinché l’animale non si allontani e, andando in aiuto della pecora smarrita, si dirige verso di lei per assisterla. Una volta ritrovato il contatto visivo, uditivo, olfattivo, il cervello collettivo manda l’ordine di riparazione. Conta soprattutto la specie: l’individuo ha poca importanza. Se ogni pecora si allontanasse per la propria direzione, il gregge si dissolverebbe rapidamente e la specie sarebbe in pericolo. Questo sovrainconscio è il cane-pastore del gruppo; gli stessi meccanismi esistono in noi esseri umani… La Natura intera ha integrato questo modo di comunicare, ma l’uomo col tempo l’ha perso, trasformando il suo istinto animale in una tecnologia equivalente: il cellulare. Basterebbe saper sviluppare questa comunicazione sovrasensoriale per farne comodamente a meno”.

Anima. Essere umano. Cervello biologico. Campo morfologico di Zeland. Campi morfogenetici di Sheldrake.  Inconscio Collettivo di Jung. Aura spirituale. Etere. Prana. Energia. Amore. Creatore.

Stiamo parlando di un qualcosa di enorme, di vasto quanto l’Universo stesso; stiamo parlando del progetto e del senso della Creazione. Di una intelligenza che è sempre all’opera e sempre con noi. Noi che ci riteniamo soli, separati, isolati, abbandonati…

L’Africa è la più bella storia di questo secolo nascente. La vedremo fiorire, sbocciare come un Fior di Loto. Intanto iniziamo a prendere atto di questa meravigliosa vicenda.

Spero tanto che la sua “riscoperta” non sia solo dettata da dinamiche economiche arraffatici, ma sono conscio che il suo mutamento di polarità debba essere innescato nel modo ancora più consono per coloro che detengono i grandi capitali da mettere a disposizione dello “sviluppo”:

Gli investitori e gli uffici studi lo hanno capito, l'uno dopo l'altro: l'Africa è diventato un continente dalle opportunità in rapida crescita.
Le statistiche del Fondo monetario internazionale parlano chiaro: dal 2000 al 2009 il suo tasso di crescita annuale ha raggiunto in media il 5,1%, nonostante un 2009 mediocre (+2,5%).
E il pil del continente ha ormai raggiunto i 1.600 miliardi di dollari (1.220 miliardi di euro), come il Brasile o la Russia.
In un articolo pubblicato sul Financial Times lo scorso agosto Jim O'Neill, capo economista di Goldman Sachs, nonché inventore dell'acronimo Bric per indicare i campioni emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) si dice convinto che questi entro i prossimi quarant'anni saranno raggiunti da qualcuno dei grandi paesi africani. «Se non faranno qualche stupidaggine», ha scritto O'Neill, «la Nigeria e i suoi 180 milioni di abitanti nel 2050 potrebbero pesare più di Canada, Italia e Corea del Sud».
Fonte: Yahoo 
 
Sono certo che la grande spiritualità ancora presente in Africa, riuscirà a bilanciare le spinte monodirezionali legate all’arrivo del denaro. La “magia” di quelle terre è grande ed è sempre sopravissuta ad ogni tentativo di annichilimento a carico del passato. 

Quei bimbi dai grandi occhioni meritano un mondo migliore.