giovedì 18 febbraio 2021

Decidere.


È ormai chiaro, ed “evidente”, che lo step più prossimo Oltre Orizzonte è quello che com-porta il decidere. SPS (Io) ti ricorda, infatti, che tutto p-arte dall’atteggiamento (che deve essere sostanziale) al fine di ritornare ad essere dal potenziale contemporaneo. Qualcosa che “riporta in terra (manifesta realmente)” ciò che è “nel cielo (potenziale)”, per chiunque lo decide di “Fare…”.

Dunque, il blocco più (o meno) evidente è quello Anti-Sistemico. Ovvio. Infatti, è da “lì” che si espande ciò che, in seguito o nel durante, diventa una sorta di auto impedimento: la barriera in ingresso o in uscita. 

Ciò che sembra il “tuo” stile di vita è, quindi, il firewall che rende tutto il resto quantomeno impraticabile utopia (come dovrebbe essere).

 

 

E, in qualcosa disimile”, rimane improbabile riuscire a craccare il codice = mangiare la foglia e poi alimentare di valore aggiunto la propria “fiamma”, che deve trascendere anche la speranza, andando a fissarsi a livello che “conta”, essenzialmente. 

 


Ecco or dunque che il decidere vien subito “dopo” all’accorgersi di essere “dentro” a qualcosa che ti ha come se te l’avesse prescritto il dottore = che è normale nonostante sia “normale”. 

Allora, vediamo un po’ come viene definito il “decidere”, che cos’è, cosa comporta, etc. (dal punto di vista ordinario). Ma prima: quale significato ha per te, il decidere. Metti a fuoco e, dopo, pensa al “che cosa vuol dire (che rientra nella classificazione da enciclopedia)”. 

Giunto a quel punto, accorgiti della differenza sostanziale che insiste (aguzza la “vista”). Prenditi tutto lo spazio che ti occorre per… Alfine, ricomincia la nonsololettura

“Che cosa vuol dire” decidere, nell’Anti-Sistema, si discosta sostanzialmente dal significato. Perché “di mezzo” non esiste ma c’è l’auto impedimento eco-dominante, che ti fa c®edere di essere tu il “problema”: una sorta di autolesionismo improbabile, che ti fa andare dritto dritto sul lettino dell’analista (se te lo puoi permettere). 

Sei tu, infatti, il peggior nemico di te stesso. No? 

Una pantomima che è vera se invece che a tu, sostituisci “tu”. “Tu” sei il peggior nemico di te stesso. Un dettaglio da poco? Per niente, poiché fa tutta la differenza di potenziale. 

Se tu sei “tu” va da sé che 1- sarà causale e non casuale, motivo per cui 2- magari non esiste ma stanne sicuro che c’è, la ragione fondamentale per tale “ferma” causalità. Il che comporta il sopraggiungere ad un livello “superiore” dell’atteggiamento, da cui puoi finalmente rivedere tutto dalla prospettiva del punto di sospensione e non più da quella di un Golem qualsiasi

 


Immagina di scalare una montagna altissima e dunque impervia: occorreranno più “campi base” per riposare e non morire di stenti. Ebbene, tale “base” occorre e, guarda non caso, la pluridecennale attività e compresenza di SPS (Me), funge proprio da supporto al fine di evitare qualsiasi tipo di “storno”, fermo restando al livello già in precedenza raggiunto e, dunque, da consolidare espandendo in tal modus la consapevolezza, la memoria, l’esperienza, etc. cementando il tutto nell’atteggiamento

Perché, infatti, ogni volta bisogna ritornare “in dietro”? Perché il terreno deve essere sempre sdrucciolevole? Perché un qualsiasi impedimento ti deve far ripensare e dunque intimorire? Ricorda che le Leggi di Murphy hanno perfettamente immortalato tale “quadretto famigliare”: 

se qualcosa può andar male, certamente lo farà. 

Ergo? 

È causale = “serve”. A cosa? A chi, continuamente, se ne approfitta. Stop.

Hai presente, quando per comunicare a distanza e “velocemente”, c’era solo il telegrafo e ogni “parola” costava non poco? Ecco: dovevi essere breve, conciso, chiaro e “risparmioso”. Il pensiero poco sopra esposto va in tal direzione:

è causale = “serve”. A cosa? A chi, continuamente, se ne approfitta. Stop.


Poca spesa e massima efficacia (sfruttando quella sempre “moderna” tecnologia esclusiva). SPS (Io) non brilla per la “sintesi”, tuttavia è in grado di fissare massime che lo sono, essendo sostanza che sostanzia (comunica sostanzialmente) = in coerenza. 

Si diceva della decisione. Vero? 

Ecco il “cosa vuol dire?”.

La decisione è la scelta di intraprendere un'azione, tra più alternative considerate (opzioni), da parte di un individuo o di un gruppo (decisore). Il processo che porta alla decisione, o meglio il processo decisionale, viene talvolta citato con la locuzione di lingua inglese decision making, ed è ad esempio importante nelle scelte di business da parte del management aziendale…

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Quale valore aggiunto ti porta questa “definizione”? 

Vedi che Wikipedia è ormai entrata a far p-arte dell’auto riferimento singolar-collettivo, per cui è significativa nella misura in cui ci c®edi, consultandola come se fosse l’oracolo (per mancanza di altri riferimenti “certi”, che non vanno cercati in giro, ma ritrovati o ricordati direttamente presso di sé).

La decisione è la scelta di intraprendere un'azione, tra più alternative considerate (opzioni)… (questo è il scegliere fra…; non è il decidere di…). Se ci sono “opzioni” significa che sei nell’Anti-Sistema: 

ecco le varie “alternative considerate”. 

Come a dire che tutte le strade portano sempre e nonostante “tutto” a… (sempre nello stesso luogo comune). Il scegliere frasembra decidere. Ma è e rimane “solo” scegliere fra… più opzioni. 

Il decidere è ben altro. Hai presente il desiderio? Ecco.

Il decidere fa terra bruciata di ogni opzione, perché significa. Non guarda in faccia a nessuno e questo ti ricorda quanto tu sei “re-ale”: il potenziale contemporaneo ti permette di auto realizzarti e questo non entra mai in alcuna contrattazione o dibattito, non lo si commercia ma lo si “è”. 

“Ora”, stai attento a non confondere questo con la tirannia o la dittatura o l’egoismo più spropositato, che nasce da una situazione dove “è già successo” che il potenziale contemporaneo è stato interciso da te, che sei “te”. 

Motivo per cui sembra che sia im-possibile decidere totalmente, dipendendo da… Ecco che chi ha conservato tale memoria è molto probabilmente anche e soprattutto chi ha architettato il “sottile taglio” efficace, capace di creare la gerarchia eco-dominante che controlla e decide essenzialmente (totalmente) per chiunque si trovi nella sua “sfera” di azione = ormai, il globo intero. 

 



Dunque, “è già successo” e continua a succedere; ovviamente, se non “Fai…” nulla per… di conseguenza non continuerà che a succedere sostanzialmente quello che “è già successo” e allora funge da dima esclusiva (proprietà privata) per la rimanenza, che si ritrova ad “a valle”, essendo sempre “a Massa”, ovvero “serve”. 

Ecco la condizione globale di schiavitù sostanziale, rivelata dal “di fatto” del… “diritto al lavoro”.

Da parte di un individuo o di un gruppo (decisore)… (la contemporaneità della “cosa” non viene nemmeno presa in “seria” questione, se non all’interno dell’ordine gerarchico: un individuo, un gruppo decisore). 

Ma, dato che tutto è verità, se auto decodifichi sostanzialmente l’informazione ambientale, ecco che “un individuo” ti permette di auto realizzare e ritornare alla considerazione unitaria che si rifà al potenziale contemporaneo, che significa “l’unità è chiunque” e, dunque, chiunque è quell’unità che può decidere

Non c’è nessuna opzione, in questo.

E se c’è, allora sei sempre nell’Anti-Sistema, da cui la “democrazia”. Anzi, da cui “tutto sempre fra virgolette”, essendo un surrogato dell’autenticità che comunque rimane sempre agganciabile poiché potenziale imperituro.

Potenziale = ? 

Sai quando si dice “in teoria è possibile, ma…”; il pensiero sino a prima della particella “ma”, coincide proprio con il potenziale contemporaneo (in teoria è possibile) = la teoria è verità; non, “teoria” da cui far nascere movimenti globali gerarchici, ad immagine e somiglianza. Ok

 


Il processo che porta alla decisione, o meglio il processo decisionale, viene talvolta citato con la locuzione di lingua inglese decision making, ed è ad esempio importante nelle scelte di business da parte del management aziendale… (nello “spiegare” la decisione, i primi esempi sono portanti, perché chiunque arriverà almeno sino a “lì” a leggere, motivo per cui agganciare il processo decisionale 1- ad un termine inglese e 2- a scelte di business, implica il consueto lavaggio del cervello, pardon… la consueta auto manutenzione del lavaggio del cervello che “è già successo”).

Il processo decisionale è oggetto di studio di una pluralità di discipline: filosofia, logica, matematica, statistica, psicologia, sociologia, economia, politologia ecc.

L'approccio allo studio delle decisioni si può, con una certa approssimazione, distinguere in descrittivo e normativo. Chi adotta un approccio descrittivo cerca di scoprire come effettivamente vengono prese le decisioni nei diversi contesti; invece, chi adotta un approccio normativo cerca di individuare il modo con cui le decisioni dovrebbero essere prese, facendo riferimento ad ideali decisori razionali.

Generalmente, si possono distinguere due momenti:

la deliberazione, nella quale il decisore prende in considerazione le varie opzioni e valuta le motivazioni pro e contro di ciascuna di esse;

la scelta, ossia la selezione di un'opzione, tra quelle prese in considerazione, in base all'esito della valutazione effettuata…

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Il processo decisionale è oggetto di studio (certo, perché “è già stato” dimenticato e, nell’Anti-Sistema se ne pre-occupa l’Anti-Sistema “in nome collettivo”). Descrittivo o normativo, sono ciò che rimane nel divide et impera del processo decisionale, che viene smembrato al fine di “comprenderlo”, avendo però già dimenticato che cosa significhi e comporti = il potenziale contemporaneo. 

Entrare “dentro” allo spezzettino comporta confusione e, seppure nella “certezza”... lo schieramento che auto coincide con il “dubbio di essersi persi in qualcosa o qualcosa”; infatti, saltare da un “carro” all’altro è l’essere opportunisti al fine di “salvare la pelle” o comunque godere delle “fortune” del vincitore di turno (fermo restando che chi vince sempre è il “Banco”, che lo ottiene essenzialmente non visto che “è già successo”). 

In tutto questo, “deliberazione e scelta” com-portano “solo” dipendenza, conseguenza, servilismo, servizio e dunquediritto”. Qualcosa che ti viene “riconosciuto” e non… che ti appartiene essenzialmente o potenzialmente. Dunque, quando qualcosa ti è “riconosciuto” significa che l’autorità decide per “te”. Ergo

È talmente chiaro da essere dubbio. 

Vero? Infatti, non ci credi perché dipendi da

Perché si possa parlare propriamente di decisione è necessario che il decisore abbia di fronte a sé una pluralità di opzioni: la scelta obbligata, in assenza di alternative, non è una decisione. La decisione è un elemento essenziale della libertà: l'azione libera è quella che viene scelta…

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La “pluralità di opzioni” è sostanzialmente il “ricordare” dove ci si trova, perchè e con chi si ha a che fare. Il tutto, autenticamente però

Non, consultando l’enciclopedia. 

Facendo perno a-sfericamente sulla propria capacità di auto decodifica frattale espansa di ciò che l’ambiente continua ad auto riproporre in quanto verità. Allora, il problema è che tu sei “tu”, a causa di ciò. 

Ecco l’auto impedimento sostanziale. 

La scelta obbligata, in assenza di alternative, non è una decisione... Ma và? E quando, nell’Anti-Sistema, non “decidi” per scelta obbligata? Mai. Oppure, quando non hai più niente da perdere e allora ritorni autentico. Ma se la decisione è il suicidio, è come rinunciare a te, in qualcosa che nonostante tutto è la realtà manifesta o lo scenario in cui ti manifesti. 

Allora, il decidersi consta di quell’atteggiamento a tutto tondo con il “pilota dentro”, che sei e rimani tu, a prescindere ed anzitempo.  

La decisione è un elemento essenziale della libertà: l'azione libera è quella che viene scelta… (errato: è quella che viene decisa, poichéla decisione è un elemento essenziale della libertà…). 

Sono parole “sue”, del resto. 

SPS (Io) non sta facendo “nulla”, oltre ad utilizzare tutto quello che viene detto, “contro chi lo pronuncia”. 

Sai, una facoltà che hai sempre, anche in assenza di “fantasia”, è di applicare sostanzialmente lo stesso trattamento che ricevi “tu”:

sostanzialmente, significa che prendi spunto dal “di fatto”, lo auto decodifichi a livello d’essenza (significato) e poi lo espandi “contro” all’Anti-Sistema, che significa “ricordi che puoi decidere”. 

Nessuna violenza è contenuta nella particella “contro”. Ok? Nessuna “rivoluzione”, se non quella interiore o “digitale”, che comporta l’espansione del significato, e va ad auto co-incidere nella realtà specchio, anche se non ti sembra. 

 


Per poter decidere in modo razionale il decisore deve conoscere le opzioni disponibili e le conseguenze che possono scaturire da ciascuna. Spesso, però, il decisore non dispone di informazioni complete, nel senso che ignora talune opzioni o non è in grado di prevedere tutte le conseguenze ad esse associate.

D'altra parte, le conseguenze delle decisioni non dipendono solo dal corso d'azione prescelto, ma anche dalle condizioni del contesto nel quale il processo decisionale si svolge, il cosiddetto stato di natura. Una decisione, pertanto, è caratterizzata dall'azione prescelta, dallo stato di natura e dalle conseguenze dell'azione (il risultato)…

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Spesso, però, il decisore non dispone di informazioni complete, nel senso che… (nell’Anti-Sistema così sembra, anche se l’ambiente esprime sempre la verità, che sta a te auto decodificare sostanzialmente).

Le conseguenze delle decisioni non dipendono solo dal corso d'azione prescelto, ma anche dalle condizioni del contesto nel quale il processo decisionale si svolge (questo è vero solo nell’Anti-Sistema, ma se sei sostanziale di conseguenza “nel mondo ma non del mondo”). 

La gerarchia è implicita in queste descrizioni da… “cosa vuole dire?”. 

Ma, anche se trasborda non trapela, poiché lo “ignori”. 

Tendi a non crederci, ovvero, a c®edere in altro, che funge da tam tam o da tamburo battente. Allora, il cosiddetto stato di natura… è, nell’Anti-Sistema, l’Anti-Sistema stesso. Mentre, a livello sostanziale “è” e rimane l’ambiente, che funziona mentre “tu” lo ignori o “non ascolti più”.

 


Una decisione, pertanto, è caratterizzata dall'azione prescelta, dallo stato di natura e dalle conseguenze dell'azione (il risultato)… (stai solo analizzando e spaccando l’atomo, in un processo storico simile alla vite senza fine, con l’impressione di “andare sempre avanti”). 

La decisione sostanziale non bada al risultato, poiché il come dovrebbe essere è tale e non il frutto di qualcosa; pertanto il risultato appartiene solamente all’Anti-Sistema. 

Il potenziale contemporaneo non è un risultato: è l’a-sfericità dell’essenza, da cui sei “pilota” del tuo punto di sospensione

È sostanza “finale-iniziale = originale imperitura”. 

Mentre ogni risultato è frutto della dipendenza gerarchica, ch’è l’altrui com-presenza che anche se non esiste (per “te”) nonostante “tutto” c’è = ancora sostanza (come la relativa strategia eco-dominante).

Il paradosso di Abilene… è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro gli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management…

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È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo… = è una “ferma” strategia eco-dominante. 

Altro che “problema”. 

Anzi, è qualcosa che riflette ciò, in-direttamente. Per questo motivo va auto decodificato a livello essenziale, per mezzo del proprio atteggiamento ad hoc.

Per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni… (wow: strategia eccezionale che, infatti, viene replicata o insegnata a livello di “corsi di management”, ergo, a coloro che poi dovranno comportarsi analogamente e, non solo, che lo dovranno impartire alla “propria” clientela ed interdipendenza). 

Qualcosa che ti insegnano poiché “serve”. 

Allora, quale decisione prendi usualmente? Quella di… scegliere sempre fra… per “paura” di perderti qualcosa di quello che “hai”. 

Che sia lavoro, denaro, cose, affetti, etc. continua a ripetersi come un “virus” che, infatti, lo testimonia. 

Non a caso sei in pieno periodo di “pandemia”.

Credit Suisse: “Ecco come sfruttare le opportunità del cambiamento climatico…”…

Financialounge.com Leo Campagna 17 febbraio 2021 Link

Significativo. Vero? 

È molto probabile che l’informazione venga “letta”, quindi conseguendo e scegliendo sempre fra… Mentre, va auto decodificata o sostanziata = è la decisione che prendi. 

Il processo interno è intenzione. Il processo esterno è volontà. Allora, se “dentro” sei sostanziale (come dovrebbe essere), puoi “fuori” esercitare la volontà senza con questo doverti auto riprogrammare (ad esempio attraverso processi di Pnl). 

È in questo senso che puoi rimanere refrattario al “modello monetario” ma senza fare la fame, rifiutandolo in toto. Se quello è il “carburante” deciso da altri, allora ne devi avere a sufficienza per non rimanere sempre “a piedi”. 

Il che significa “volere è potere”, ma all’interno della sostanza intenzionale che continua a contrassegnarti in quanto ad origine e fedele all’originale = tu e non più “tu”. 

Così eviti qualsiasi patto col Diavolo. 

È qualcosa da “sentire e praticare (decidere)”, piuttosto che… altro. Laddove, sentire e praticare è p-arte dell’atteggiamento a-sferico sostanziale o “Fare…”. 

Il livello che si può ufficialmente dichiarare “aperto” dal 17 febbraio 2021, è quello del decidere; che non è il “decidere” o scegliere sempre fra… ogni “opzione”. 

L’ambiente è un libro aperto sempre consultabile gratuitamente, perché il concetto di “pagamento” è prettamente una decisione Anti-Sistemica. L’ambiente è Oltre Orizzonte rispetto a tutto ciò che, quindi, esiste ma non c’è. Un po’ come quando studi storia e vai in biblioteca, per consultare il tal testo, nel quale è descritta l’abitudine al tal “tempo”, in termini di “che cosa vuol dire?”.

Ossia, è riportata la notizia per “cultura e conoscenza”, ma… sostanzialmente la stessa è ridotta al rango di semplice “curiosità” o possibilità da tenersi costantemente confinata al livello del potenziale già espresso o comprovato come “altamente pericoloso”. 

In questo senso l’esperienza continua ad insegnare (ricordare) originalmente qualcosa. 

“Fai…” di decidere. Decidi di “Fare…”.

 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2021
Bollettino numero 10-353
prospettivavita@gmail.com

Riproduzione libera”.