"Come c'è il Fantacalcio c'è il Fantanomine…".
Massimiliano Fedriga
Non ti rendi conto di ciò che “dici”. Vero?
Quando esprimi dei pensieri, l3 d-enunci come se niente fosse. Cioè, come se ciò riguardasse solamente l’ambito nel quale sei “ora”, oppure, come se fosser3 validi esclusivamente all’interno del tal contesto, che è l’oggetto della discussione.
Eppure, ogni espressione “vale”, anche, a livello globale. Alias, significa (indica) sempre soprattutt3 ad un livello sovrastrutturale che, anzi, ogni costrutto contribuisce contemporaneamente a s-velare.
È necessari3 l’utilizzo della scompattazione/decompattazione di alcuni termini (se non potenzialmente di ogni termine), poiché, incarnano, rappresentano, distribuiscono e denunciano… proprio quell’essere informazione ambientale, infrastrutturale, che corrisponde – a ben “vedere (sentire)” – proprio a qualcosa che è funzione, funzionale e funzionamento.
Ossia, a ciò che è possibile definire come memoria frattale espansa = il registro a/in cui non sfugge nulla e che, pertanto, contiene ogni verità ma (ma) in maniera assolut3, ovvero, relativamente 1- al potenziale contemporaneo (l’arsenale “qua”) e 2- al punto di sospensione (versione del reale manifest3 o “così”).
Fai bene attenzione, perché, esiste valore assolut3 e valore relativ3… ad/in ogni livello, poiché è proprio dal livello “origine (funzione)” che si dipana e redistribuisce ad immagine e somiglianza, tale diversificazione.
Quando esiste differenza di potenziale (contemporaneo), auto derivante dalla frammentazione post3 all’origine, conseguentemente ne auto deriva che è l’inter3 “panorama (a valle)” a rifletterne tale circostanza:
ecco, dunque, il “valore” di ciò che è prima di tutt3, informazione ambientale (frattale espansa), o, qualcosa che informa nell’ambiente, l’ambiente, attraverso l’ambiente, ciò che “è già success3” a/al livello “main (principale)”.
Quindi, esprimersi in tal modo… "come c'è il Fantacalcio c'è il Fantanomine…", significa continuare a succedere, senza per/con ciò nemmeno rendersi conto di “cosa si dice” a/al/dal livello “significato”, che vale sempre per chiunque, comunque e quantunque, volent3 e/o nolent3, anche se non si è d’accordo, se l3 si pensa diversamente, se non te ne frega nulla, se non eri presente al “tempo” in cui successe ciò che “ora” continua come se niente fosse, etc. etc. etc.
Di che cosa (chi) si sta parlando?
Sei alle solite. Vero?
E, in ciò – attraverso ciò – esprimi proprio quel segnale portante, AntiSistema; che ti prevede esattamente come… (nel) “qua (così)”, dove esprimi sempre informazione ambientale frattale espansa, senza tuttavia fartene nulla, poiché già – anche – auto depotenziat3, auto disinnescat3, etc. poiché già previst3, giungendo sempre dopo/poi;
come sopravvivendo perché costantemente nella/in scia del fatto in se stess3 “già success3”, già auto rifless3 e, dunque, che ti ha come se fosse “norma, natura”.
C’è come un3 certa affinità di coppia nel “suono” che s’emana dal termine “norma” e, cioè, un richiamo – per certi vers3, “informatico” – del tipo “aroma”.
È ovvio che si tratta di “sentire”, piuttosto che altr3. Eppure, ha un senso proprio e/in un senso generale (dunque, a livello di informazione ambientale auto riportat3):
norma = regola
aroma = fragranza.
L3 “vedi”? Oppure, l3 “senti”?
Insomma, “se una regola c'è…”… allora, l3 puoi “sentire, avvertire, annusare, etc.” anche nell’aria da respirare e che respiri.
Il fegato sembra un naso.
Ossia, ciò vale a dire che si tratta proprio di informazione o memoria ambientale, che caratterizza a cascata tutt3 ciò che risiede stabilmente all’interno dell’omonimo paesaggio o, meglio, che stanzia, ristagna, affonda, consegue, etc. “a valle”.
Sei consci3 che, infatti, puoi “essere” come a valle di… un’intenzione altrui, prima di conseguire “naturalmente” all’interno di scelte che pensi siano solamente politica, religione, sociale, etc.?
Di più, ciò ha significato o “impronta, riflesso, eco, memoria, senso, denuncia e copertura del territorio, etc.”.
Qualcosa che, alfine, riguarda sempre sostanzialmente l’essere “già success3”, che rimane il “marchio di fabbrica” o deviazione auto standard “qua (così)”, avente “natura = origine”... di tipo… “industriale”, in quanto a sottoDomin3 che a Filtro di Semplificazione attiv3, ti permette di far convergere in seno al nocciolo duro dell3 questione:
“perché devi sopravvivere, in luogo di esistere perfettamente e contemporaneamente, ad ogni altr3 simile, auto realizzat3?”.
Se credi che l3 Terra non ce la possa fare a “mantenere miliardi di singolarità auto realizzat3, contemporaneamente”, è perché sei nel paradigma che te l’impone, attraverso… “tutt3 ciò che ha già subito tale influsso/imprinting, poiché 1- è strategia eco-dominante e perché 2- è memoria ambientale.
Quindi, tale auto suddivisione per “te” non esiste ma c’è (non “vedi”), poiché esisti anche nell3 versione te, in cui credi che di converso c’è anche se non esiste (“senti”).
È un braccio di ferro, insomma.
E qualcosa che, tuttavia, non toglie nulla sostanzialmente.
Però, è contemporaneamente qualcosa che risente anche di cosa “è” chi si trova (al) punto di sospensione che giurisdizionalmente può dunque auto predisporre per/da sé l’interezza dell’ambiente, che non a caso è già globale e ha dato già luogo – sia nel passato che nel compresente – a fenomeni ripetitiv3 di globalizzazione, in quanto ciò che “è già success3” (se non fermat3) continua a succedere nei secoli dei secoli “qua (così)”, come esattamente puoi auto desumere e calcolare, tenendo altamente in considerazione l3 lottizzazione ambientale attraverso “leggi naturali” che tendono proprio ad auto preservare e conservare (ossia a rispettare, essendo funzioni) piuttosto che altr3;
se non che, contemporaneamente, se te ne accorgi – e per accorgerti devi essere “formulare” – dal medesimo “quadretto” si diffonde, come fragranza o “aroma”, proprio l’informazione di tipo sovrastrutturale che, come memoria ambientale, si preoccupa anche di denunciare ciò che “è già success3”, mediante riverbero globale.
È, quindi, di un assieme fenomenologic3 che si tratta.
Qualcosa che ti richiede “attenzione”, mediante l’assunzione di una cert3 “inclinazione sferica” nell’atteggiamento che ti contraddistingue, portandoti e portandol3 sempre con te, che se sei invece “te”, allora, fa la differenza sostanzialmente, fungendo - “te” - da polo d’attrazione per l’auto deviazione standard “qua (così)” che, a cascata, t’impedisce di auto decodificare “come dovrebbe essere” che, pertanto, rimane sempre e “solamente” utopia.
Ritorna un attimo indietro:
auto deviazione standard “qua (così)” che, a cascata, t’impedisce di…
leggi anche, significativamente
fungendo “te” da polo d’attrazione per l’auto deviazione standard “qua (così)” che, a cascata, t’impedisci di…
Ecco il mix, laddove auto esiste 1- “è già success3” e 2- funzione di memoria ambientale.
Ricordi?
Neutr3, neutrale ma anche neutralizzante:
neutr3 = trasparente (non esiste; c’è = funzion3)
neutrale = funzionale (default “a riposo”, contemporaneamente, senza singolarità elett3)
neutralizzante = funzionale (ad immagine e somiglianza di cosa “è” chi diventa punto di sospensione singolare).
Vittima e carnefice, insomma. Un’AI, che si preoccupa di…
È ciò che ti dà più fastidio?
Cioè, credere che al posto di “Dio” ci sia Intelligenza (Artificiale)?
Certamente, perché – di/in conseguenza – allora, tu/“tu” chi (cosa) saresti? Come un pre-dispositiv3, insomma. Un essere... macchina.
E ciò ti fa ampiamente più che paura.
Eppure, se poni attenzione, funzioni proprio come quell3 macchine, che l’essere (in) società – per lavoro – produce sempre più a spron battuto.
Una cert3 caratteristica che proprio dovresti prendere in considerazione d-al livello “dima”, ovvero, significato.
Che “cosa” significa tutt3 ciò?
Chi significa, dunque?
Cosa puoi ritenere “originale” e cosa, diversamente, no… se sempre (nel) “qua (così)”?
Non l3 sai, perché prima dovresti renderti conto dell3 dimensione “qua (così)”, ch’è il contenitore all’interno del quale “sei”, nel reame del “tempo”, nell’ordine del “denaro”, al servizio - per mezzo del “lavoro” - di cosa “è” ch3 non esiste; c’è.
Guardati bene dal ridurre semplicisticamente l3 “cosa” al banale sfruttamento della Massa, facendo sempre politica o religione.
Non si tratta di ciò, quando osservi dal panorama globale, da “a monte” che, di fatto, ti permette di renderti conto che tale “sfruttamento” è, di più, artificiale.
Dunque, l’essere “a Massa” è sfruttat3 perché c’è chi l’ha auto deviat3 in maniera tale da cortocircuitarne ogni portata precedente che, come memoria poco utilizzat3, tende a svanire laddove non esiste ma c’è anche l’essere “a-temporale” che, per abitudine ed auto circonvenzione d’incapace di intendere e volere – poiché nell’incanto ambientale – pone artificialmente le basi per l3 propria auto perpetuazione “come se fosse ‘Dio’”.
Infatti, di “Dio” hai perso ogni traccia, auto delimitandoti al/nel “credere” o immaginare di/che… nonostante, di “Dio” non hai nessun3 notizia in grado di riportarti ad un tavolo comune di confronto., seppure credi di essere in democrazia, giustizia e libertà.
Insomma, dal funzionamento originale dell’ambiente “qua” deriva automaticamente, l’effetto collaterale della versione forma-mondo “così”, in quanto a deviazione standard derivante e denunciante proprio l’essere singolare al/nel punto di sospensione o “Reale”.
Ergo:
l’essersi messo di mezzo, ha procurato quel degrado d’interferenza che ha costretto il funzionamento ambientale ad auto replicare, in quanto avente origine infrastrutturale di denuncia del “è già success3” che, pertanto, in un3 platea alla deriva o “a Massa”… diventa contemporaneamente, anche e sopratutt3, segnale portante AntiSistema (avente sempre “natura” d’informazione ma che, “qua, così” assume sostanzialmente il valore di blocco, rispetto al potenziale contemporaneo, seppure ciò è previst3 originalmente in quanto a destinazione d’uso finale o al culmine ideale dell’esperimento “qua”).
Non ti potrà mai “piacere” ciò, perché credi che ti possa svilire ulteriormente, togliendoti definitivamente dal pulpito, che credi di poter meritare/governare… diventando sempre più “brav3” al/nel sopravvivere nell’AntiSistema, che auto ritieni come naturale o, meglio, non scorgendo (non ricordando) altr3 modo di manifestarti.
E… ad immagine e somiglianza (“come c'è il Fantacalcio c'è il Fantanomine…”):
“oltre il 90% delle persone che si cimentano con un'attività di trading allo scopo di aumentare il proprio capitale con la speculazione, si trovano dopo 12 mesi con un capitale inferiore a quello con cui erano partiti.
Molte persone non riescono a trovare il bandolo della matassa, non riescono cioè a districarsi sui mercati finanziari e, riconosciuti i propri limiti, abbandonano il tentativo…
II trading è difficile perché porta a confrontarsi con schemi di comportamento totalmente radicati dentro di noi che il 94% delle persone non riesce non solo a contrastarli, ma neppure a rendersene conto…”.
Alberto Rossitto & Daniele Lavecchia
Il Principio 80/20, del resto, “parla” chiar3. No?
C’è un’enorme s-proposizione sul globo.
Che, solo per sfinimento, ritieni “normale”, poiché… facendotene un3 ragione (tant’è, che ci vuoi fare).
Dunque, si può parlare di disequilibrio? No.
Perchè, tutt3 è sempre “in equilibrio”, dalla sfericità di chi “è” (al/il) punto di sospensione:
ecco(ti) nell’auto orientamento “formulare”, che ti permette di risalire sempre all’origine del giro del fumo.
“Che baccano che fanno questi corvi.
Non sento, perché questi corvi fanno baccano…”.
Ok?
Di ch3 si parla, se l3 forma versione mondo è “qua” ma (ma) “così”?
Di fato, destino, “Dio”, etc.?
No.
Si tratta e si narra di cosa “è” chi se ne approfitta continuamente, non avendo lasciat3 nulla a… “caso (a te)”.
Ossia, un3 elitaria forma organizzat3 che ha già avuto l3 meglio sulla Massa auto dis-organizzat3.
Così come puoi assolutamente ben “vedere”, anche prendendo spunto da ciò che è punta dell’iceberg, ovvero:
l’auto esistenza del lignaggio reale/industriale.
Credit crunch: imprenditori nelle braccia dei criminali?...
Dagli accertamenti del Ros è venuto alla luce che imprenditori e comuni cittadini si sarebbero rivolti per ogni tipo di problematica economica o privata, a Domenico Multari, pur consapevoli dello suo spessore criminale, al fine di ottenere il completo assoggettamento psicologico dei suoi interlocutori…
Ma quello è evidentemente solo il sintomo di un malessere più profondo. E la vera malattia si chiama stretta creditizia e fuga dei capitali all’estero…
Pierpaolo Molinengo Trend Online 19 febbraio 2019 Link
Il globo è alle prese con/di un “virus”.
Un atteggiamento sempre più virale, poiché eco-rifless3 ovunque, comunque e quantunque.
Qualcosa che, però, parte da un vertice che, strategicamente, si rivela non esistendo; essendoci.
È “lì” che devi osservare, fiutare, sentire, odorare, snidare, etc. al fine di fermare tutt3 ciò che, come in un impianto di condizionamento ambientale, diventa norma, prassi, fermo immagine, orbita, futuro, “ora e per sempre, amen”, etc.
“Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto…”.
Thomas Jefferson
Allora, sii “formulare”. Abbi fegato.
“E il giorno in cui, più o meno traumaticamente, gli uomini tentassero di convertire in beni tutti i loro depositi, i loro crediti, le loro azioni e le stesse monete delle loro tasche, si accorgerebbero di ciò che inconsciamente temono e, forse per esorcizzare la paura della libertà, nascondono a se stessi:
il denaro, che condiziona tanto la loro esistenza, non esiste…”.
Joseph Schumpeter
Il denaro non esiste.La cosa veramente difficile è convincersi di questo...
La cosa curiosa è che, evidentemente, solo alcuni fanno tanti soldi. La maggior parte delle persone, se si trova nell’area fortunata del mondo, a cui comunque apparteniamo, vive una condizione di relativo comfort economico, che gli permette di avere una famiglia, pagare un mutuo di una casa o un affitto, concedersi qualche divertimento, una vacanza, un’automobile.
Ma fare soldi, come è noto, è un’altra cosa:
e la ricchezza sembra essere un’area di ultra-comfort (quando lo è, ovviamente), il cui accesso è limitato a poche persone…
Purtroppo, alle volte, quando le dottrine consolidate vanno in crisi e dimostrano di non essere, appunto, così solide, l’umanità, alle volte, perde i punti di riferimento e nascono le guerre, che appaiono essere la continuazione necessaria della politica, come diceva il buon Clausewitz, e, comunque, il modello risolutivo per “ripulire” e ricostruire.
Drammatico da pensare, ma la storia ci ha dato tragici esempi di questo…
C’è una sola ragione per cui pochi fanno soldi.
Il denaro è una sovrastruttura creata dall’uomo.
L’uomo ha “creato” molte cose. Per chi ha il dono della fede, l’uomo, essendo fatto ad immagine di Dio, ha mutuato da Lui il potere di inventare, progettare, far nascere le cose.
Se l’uomo crea o solo trasforma non è qui oggetto di riflessione. Ma è stato l’uomo a “creare” i soldi. In natura, esiste la mutualità reciproca. L’uomo si è sviluppato per un tempo lunghissimo attraverso queste forme elementari di primitiva economia. Un bel giorno, si è accorto che quello sviluppo veniva frenato dal limite implicito di queste forme economiche. E inventò il denaro.
Il denaro non esiste in natura.
Non esiste proprio.
La natura non ha pensato assolutamente a nulla che fosse confrontabile o riconducibile al denaro. Il denaro, in natura, semplicemente non è presente.
La nostra mente non è preparata in alcun modo a fare soldi. La nostra mente radica le sue basi sugli istinti naturali e sviluppa le proprie capacità attraverso l’esperienza.
Se le basi non contengono le radici del “fare soldi” lo sviluppo è molto più difficile.
Poca gente fa i soldi, perché il denaro non esiste in natura, e il nostro istinto non è predisposto a ricercarlo.
È troppo semplice e reagiamo negativamente al solo pensarci. Anzi, diciamolo, non vogliamo proprio capirlo. Non vogliamo convincerci. In effetti, è solo chi, più o meno consciamente, lo ha capito che fa i soldi…
Dinamica del Successo – Maurizio Monti
È solo chi, più o meno consciamente, lo ha capito che fa i soldi… (ma l3 sovrastruttura non finisce mica “lì”, coi soldi, con tale “necessità”.
I “soldi” definiscono soprattutt3 che esiste un3 provenienza in tal destinazione d’uso:
a parte il discorso che porta, tra l’altr3, ai Rothschild, i soldi sono un’invenzione sottoDomin3, ad immagine e somiglianza dell’eco-dominante, che si è limitat3 ad ispirarne l’essere portata principale “qua, così”).
Grazie al bias di conferma frattale espanso, puoi allora sempre puntare, con perfett3 fiuto, verso chi è origine di ogni luogo comune AntiSistemic3:
“cosa” che ti ha ri-programmat3.
Si può “Fare…” e se non l3 farai mai, allora, mai avrà termine tale “era”, in cui sopravvivere è come il pane quotidiano, perché ne sentirai sempre la “necessità”, che corrisponde ad un3 forma di alimentazione molto particolare:
per contrasto, rinforzi proprio “cosa” credi di alleviare.
Per Grandjean "i pesticidi sono in cima alla lista.
Hanno delle proprietà tossiche che colpiscono il sistema nervoso degli insetti e la chimica che gli insetti hanno nel loro piccolo cervello non è molto diversa dalla chimica che noi abbiamo nel nostro cervello..." sottolinea il professore.
"Io la chiamo 'alterazione chimica del cervello'.
È un'alterazione sottile, ma le conseguenze sono enormi…"…
HuffPost Italia 16 febbraio 2019 Link
Ecco l’essere (in) leva, che può delegare tutt3 poiché all’origine della forma in gerarchia, che globalmente auto coinvolge tutt3.
La quantità di pesticidi presenti nei cibi che mangiamo.
Boscalid, Chlorpyrifos, Fludioxonil, Metalaxil, Imidacloprid, Captan, Cyprodinil sono i pesticidi più diffusi negli alimenti campionati in Italia.
Il dato positivo, in base all'analisi fatta da Legambiente attraverso il dossier "Stop pesticidi" è che il 61% dei campioni risulta regolare e privo di residui.
Un risultato che però da solo non basta a far abbassare l'attenzione su quanti e quali residui di prodotti fitosanitari si possono rintracciare negli alimenti e permanere nell'ambiente.
A preoccupare, infatti, non sono tanto i campioni fuorilegge, che non superano l'1,3% del totale, quanto quel 34% di campioni che seppur considerati regolari presentano uno o più residui di pesticidi.
Il dossier di Legambiente riporta i dati elaborati nel 2017 dai laboratori pubblici italiani accreditati per il controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti. Tali strutture hanno inviato i risultati di 9.939 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, di provenienza italiana ed estera, genericamente etichettati dai laboratori come campioni da agricoltura non biologica.
L'elaborazione dei dati prevede la loro distinzione in frutta, verdura e trasformati. In questa edizione sono stati inseriti anche i dati sui campioni di origine animale, tra cui carne, latte, uova e omogeneizzati.
La quantità di residui derivanti dall'impiego dei prodotti fitosanitari in agricoltura, che i laboratori pubblici regionali hanno rintracciato in campioni di ortofrutta e prodotti trasformati, resta quindi elevata.
Ma il problema vero... è il multi residuo, che la legislazione europea non considera come non conforme se ogni singolo livello non supera il limite massimo consentito, benché sia noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell'organismo umano.
Cos'è il multi residuo: frutta e verdura.
Il multi residuo è più frequente del mono residuo:
è stato ritrovato nel 18% del totale dei campioni analizzati, rispetto al 15% dei campioni con un solo residuo.
Nel corso del convegno "Agricoltura libera da pesticidi" organizzato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero, che si è svolto oggi a a Roma, è stato evidenziato che la frutta, come negli anni passati, è la categoria dove si concentra la percentuale maggiore di campioni regolari multi residuo.
È privo infatti di residui di pesticidi solo il 36% dei campioni analizzati, mentre l'1,7% è irregolare e oltre il 60%, nonostante sia considerato regolare, presenta uno o più di un residuo chimico.
Il 64% delle pere, il 61% dell'uva da tavola e il 57% delle pesche sono campioni regolari con multi residuo.
Le fragole, spiccano per un 54% di campioni regolari con multi residuo e anche per un 3% di irregolarità.
Alcuni campioni di fragole, anche di provenienza italiana, hanno fino a 9 residui contemporaneamente.
Situazione analoga per l'uva da tavola, che è risultata avere fino a 6 residui. I campioni di papaya sono risultati tutti irregolari per il superamento del limite massimo consentito del fungicida carbendazim.
Per la verdura il quadro è contraddittorio.
Da un lato, il 64% dei campioni risulta senza alcun residuo. Dall'altro, si riscontrano significative percentuali di irregolarità in alcuni prodotti, come l'8% di peperoni, il 5% degli ortaggi da fusto e oltre il 2% dei legumi, rispetto alla media degli irregolari per gli ortaggi (1,8%).
Ad accomunare la gran parte dei casi di irregolarità è il superamento dei limiti massimi di residuo consentiti per i fungicidi, tra cui il più ricorrente è il boscalid. Inoltre, alcuni campioni di pomodoro provenienti da Sicilia e Lazio presentano fino a 6 residui simultaneamente, e un campione di lattuga proveniente dal Lazio addirittura 8.
Il multi residuo nei prodotti di origine animale.
Passando ai prodotti di origine animale, 11 campioni di uova italiane (il 5% del totale campionato) risultano contaminate dall'insetticida fipronil.
Le sostanze più presenti nei campioni analizzati sono, nell'ordine:
il boscalid, il chlorpyrifos e il fludioxonil.
Al quarto e quinto posto troviamo il metalaxil e il captan, entrambi fungicidi, mentre in sesta posizione l'imidacloprid, insetticida neonicotinoide di cui, per tutelare gli impollinatori, è entrato in vigore il divieto di utilizzo a partire dal 2019.
In generale, nel confronto tra i campioni esteri e italiani, quelli a presentare più irregolarità e residui sono quelli esteri:
sono irregolari infatti il 3,9% dei campioni esteri rispetto allo 0,5% di quelli nazionali, e presenta almeno un residuo il 33% dei campioni di provenienza estera rispetto al 28% di quelli italiani.
Anche nei campioni di provenienza estera è la frutta la categoria in cui si osserva la percentuale più alta di residui:
il 61% di tali campioni di frutta presenta almeno un residuo.
Tra gli ortaggi, il 51% dei pomodori e il 70% dei peperoni esteri contengono almeno un residuo.
Oltre alla percentuale più alta di multi residuo, pomodori e peperoni presentano anche il maggior numero di irregolarità, rispettivamente il 7% e il 4% del totale analizzato.
Se lo scorso anno era un campione di foglie di tè verde, di origine cinese, a contenere il più alto numero di residui, ben 21, quest'anno il record è di un campione di peperone di provenienza cinese, con 25 residui di pesticidi.
Al secondo posto c'è un campione di pepe, proveniente dal Vietnam, con 12 residui, seguito da una pomacea prodotta in Colombia con 15 residui diversi.
L'agricoltura biologica.
In particolare, 14 campioni presentano da 6 a 25 residui contemporaneamente.
Di questi uno arriva dalla Grecia e 13 sono di provenienza extra-Ue. Sul fronte dell'agricoltura biologica, i 134 campioni analizzati risultano regolari e senza residui, ad eccezione di un solo campione di pere, di cui non si conosce l'origine, che risulta irregolare per la presenza di fluopicolide.
Non è possibile, allo stato attuale, sapere se l'irregolarità è da imputare a una contaminazione accidentale, all'effetto deriva o a un uso illegale del fungicida.
L'ottimo risultato è ottenuto anche grazie all'applicazione di ampie rotazioni colturali e pratiche agronomiche preventive, che contribuiscono a contrastare lo sviluppo di malattie e a potenziare la lotta biologica tramite insetti utili nel campo coltivato.
In Italia, la percentuale di prodotti irregolari è passata dall'1% del 2007 all'1,3% del 2017, una leggera crescita, in linea con la percentuale europea di campioni irregolari, che l'Efsa stima nell'1,5% del totale.
La media dei campioni analizzati in Italia nell'ultimo decennio, risultati regolari senza residuo è del 63% a fronte di una media europea del 54%.
Fare un confronto sul multi residuo rimane impossibile, perché Efsa non fa ancora la distinzione tra campioni regolari con un solo residuo e campioni con più residui.
"Solo una modesta quantità del pesticida irrorato in campo - spiega il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti - raggiunge in genere l'organismo bersaglio. Tutto il resto si disperde nell'aria, nell'acqua e nel suolo, con conseguenze che dipendono anche dal modo e dai tempi con cui le molecole si degradano dopo l'applicazione.
Le conseguenze si esplicano nel rischio di inquinamento delle falde acquifere e nel possibile impoverimento di biodiversità vegetale e animale.
Effetti ai quali ancora oggi non si dà il giusto peso, nonostante numerosi studi scientifici abbiano dimostrato le conseguenze che l'uso non sostenibile dei pesticidi produce sulla biodiversità e sul suolo.
Per questo... auspichiamo che il futuro piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile dei pesticidi preveda obiettivi ambiziosi e tempi rapidi per la loro riduzione e il rafforzamento del sistema dei controlli sugli alimenti e l'adozione di misure a tutela della salute delle persone...".
La revisione del Piano d'azione nazionale.
Secondo Legambiente la revisione del Pan per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari deve prevedere l'applicazione delle misure già fissate, ancora oggi spesso inattuate, mettendo al centro la tutela dell'ambiente e della salute, le produzioni di qualità, le competenze che derivano dal modello agro-ecologico e dall'agricoltura biologica e la sfida del cambiamento climatico.
Oltre a essere il settore più vulnerabile, l'agricoltura è una fonte importante di gas climalteranti, in particolare metano (CH4) e protossido di azoto (N2O).
Secondo dati recenti dell'Unfccc (la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici), questi due gas serra fanno insieme il 16,1% delle emissioni totali di gas a effetto serra e sono rispettivamente 10,6% e 5,5%.
"Anche la qualità delle acque è fortemente a rischio - aggiunge Daniela Sciarra, responsabile delle filiere agroalimentari di Legambiente e curatrice del dossier - come conferma l'Ispra nel suo ultimo rapporto, secondo cui i pesticidi sono presenti in oltre il 60% nelle acque superficiali e in oltre 30% di quelle sotterranee.
Esiste pertanto una buona corrispondenza tra i residui riscontrati nelle derrate alimentari e quelli che si rinvengono nelle acque superficiali e sotterranee.
Molto si può fare per ridurre i rischi e le conseguenze negative che un utilizzo non corretto dei pesticidi ha determinato e continua a determinare sull'ambiente.
Va incentivato - conclude - il rispetto di fasce tampone, non soggette a trattamenti, dai corpi idrici per minimizzare il rischio di inquinamento dei corsi d'acqua, la diffusione di tecniche alternative al mezzo chimico e la tutela della biodiversità, che può determinare un miglioramento della resilienza e dell'equilibrio biologico nell'ambiente coltivato...".
Luisa Berti Agi 9 febbraio 2019 Link
Ciò, mentre... l’attenzione pubblica è rivolt3 verso notizie auto devianti, come quest3:
Usa, Governo: Importazioni auto minacciano sicurezza nazionale…
Pie Askanews 15 febbraio 2019 Link
Merkel: spaventoso che per Usa auto europee siano minaccia nazionale…
Ihr Askanews 16 febbraio 2019 Link
È inutile:
sino a quando continuerai a scambiare chi per cosa e, dunque, a non renderti conto che non esistere non significa anche non esserci… di conseguenza, l’unic3 “destino” possibile ed immaginabile sarà continuare a sopravvivere (nel) “qua (così)”, auto alimentandol3 conseguentemente e funzionalmente.
Assumi che tale meccanismo equivale (si mantiene e rinforza) al continuare a morire AntiSistemicaMente, come ingranaggi della macchina, nella macchina che, comunque, non riesci nemmeno a prendere in considerazione, poiché sei “qua (così)” a-“formularmente”.
Sì. È davvero “spaventos3”.
“Fai… di avere più ‘fegato’ ed osare”.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2497
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