martedì 4 giugno 2013

Il fuoco tra gli spazi.



L'eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverabile in molti campi d'attività, non in letteratura. La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d'ogni possibilità di realizzazione.
Italo Calvino

Molte persone hanno un'idea sbagliata di ciò che porta alla vera felicità. Essa non si raggiunge attraverso il piacere personale, ma attraverso la fedeltà a un proposito degno.
Helen Keller
SPS si pone lo smisurato obiettivo di “riflettere” e di seguirne la via con fermo proposito.

Il robusto processo di aggancio alla presenza non manifesta del Nucleo Primo, è tale da richiedere una costanza simile alla goccia che scava la roccia. Continuare a descrivere il Nucleo Primo, lo densifica e lo materializza nel reame dello Spazio e del Tempo. Trattasi di togliere il “velo”, grazie anche al solo avvicinamento immaginifico di un simile contesto, perlopiù “inesistente” agli occhi della Massa. 

Come a dire:
"non ti vedo ma ti sento", per cui – ora che ti ho agganciato in qualche maniera – ti posso meglio definire e raggiungere anche con il pensiero, dopodiché diverrai lentamente visibile ed apparirai nel campo del manifesto, nelle 3d, molto ben visibile dai più.

Le tracce analogiche frattali, lasciate da ogni presenza, anche da quella più sottile, sono presenti sulla “scena del delitto”, ma occorre saperle vedere e prenderle in considerazione. L’esempio più classico è l’utilizzo delle impronte digitali rilevate in contesti investigativi. Esse sono diventate, nel Tempo, una prova sufficiente per incriminare una persona. Ciò, è stato possibile, perché la scienza ha riconosciuto “valida” questa modalità del vedere e nel riconoscere univoca ed individuale la presenza di un “orma” umana.

Ossia, la tua impronta digitale è come il tuo biglietto da visita, che lasci per non farti dimenticare.

La convenzione ha inglobato in sé questa branca del procedere, per cui – ora – i "corpi di sicurezza" possono anche avvalersi di questa tecnica, riconosciuta ufficialmente dalla legge e sottintesa dal credo scientifico e dal pregresso storico dei casi risolti.

Tutto qua? Per niente affatto.
Le impronte digitali non sono altro che la punta dell’iceberg del processo di manifestazione frattale della presenza nelle 3d.

Tutto racchiude e raffigura la presenza di un “corpo”. Non solo… visto che il corpo è, in ultima analisi, solo la parte finale di un processo, che nasce e si sviluppa nei piani eterici sottili dell’energia non ancora manifesta.

Esempio:

idea – pensiero – azione.

La parte più visibile del processo, cioè – l’azione – non è che l’ultimo step del concorso di condensazione della trinità vettoriale. Trinità a cui si deve aggiungere un necessario “preambolo”, ossia:

l’ispirazione.

E, il tutto, va processato alla luce della presenza degli “osservatori”, inerenti ai relativi piani gerarchici e/o infrastrutturali:

un livello su tutti è quello caratterizzato dalla presenza umana incarnata nelle 3d.

L’osservatore mette se stesso in tutto quello che “misura”.
A “cascata”, la strumentazione creata dagli umani, che “mettono se stessi nella misurazione”, non potrà essere differente dalla sorgente che li ha creati.

Ciò rappresenta una “costante di disinnesco” continua, come ad esempio, il fatto di poter lasciare decidere al processo animico il dove e come venire al Mondo; in un Mondo pronto e preparato opportunamente ed indirettamente a “disinnescare” le intenzioni superiori dell’Anima, ad esempio, attraverso il processo di "smagnetizzazione" sociale (mancanza di memoria).

Il filtro delle 3d, unito alla polarizzazione dello Scenario 3d ad opera del Nucleo Primo, costituisce un velo aberrante capace di invertire il senso di ogni manifestazione ultima, proveniente dai reami sottili sorretti dall’elaborazione energetica dell’esperienza.

Sei nella più grande storia, guidato da ciò che percepisci e non percepisci, dalla miscellanea di polarità espressa ed inespressa, riconosciuta e non riconosciuta.

In una parola: oscilli.

Per quanto Tempo e con quanta forza ed impegno riusciresti a difendere “ciò che hai visto solo tu”?
Per quanto, riusciresti a credere in quello che hai visto?
Quanto ci metteresti a convincerti che hai “solo sognato”?

Gli “interessi 3d”, hanno un potere non indifferente su di te e, uniti alla Paura, riescono facilmente ad abbattere ogni input non polarizzato con il paradigma in corso d’opera. In uno scenario come l’attuale, proveniente dall’ansa della storia deviata e caratterizzato dalla proliferazione di “energie basse”, i tuoi propositi "non allineati", hanno poca Vita se te stesso non li alimenti con costante e rinnovata presenza.
È tra gli spazi che devi mettere a fuoco.

La vista, regolata dal Tempo e dall’esperienza accumulata nel corso dello scorrere generazionale e genetico nelle 3d, è divenuta un preciso strumento di misurazione della luce, secondo programmazione indotta pregressa. Ciò che si vede e che si mette a “fuoco” è solo una parte dell’immagine che si presenta di fronte a te, scaturita da quella piccola parte di spettro luminoso a cui riesci ad accedere.

È una riduzione talmente in sezione, che l’esempio classico dell’osservare il Mondo dal buco di una serratura, calza sempre a pennello.
Solitamente, a questo punto, entra in gioco la visione frattale olografica dell’Universo e della proprietà dell’energia, per cui, si sovviene alla logica conclusione che, tutto quello che “serve” è sempre e perfettamente presente, anche in presenza di velature e perdite dati di ogni tipo.

Ok? È l’ambito – per esempio – descritto anche dall’Analogia Frattale.

Bene. Aggiungiamo un “pezzetto” a questa logica.

“Limiti” dell’Analogia Frattale e specchio dell’osservatore:

pur essendo “vera” la proposizione dell’Analogia Frattale, ossia che il piccolo ha in sé il grande, ciò lo è nella misura in cui (potenziale) l’osservatore mette se stesso in quello che intende rilevare.

Ossia, il “valore” dell’intero Universo è compreso anche nel singolo granello di polvere, ma è l’osservatore di turno che “decide” in quale modo, in che modo ed a quale livello, avviene l’aggancio di fase con l’Universo tascabile contenuto perfettamente nel granello di polvere.

È tutto stratificato e ciò che riesci a mettere a fuoco è limitato (caratterizzato) dalla tua presenza osservante che si "specchia" in quello che vede.

La sfera magica della Fattucchiera, nelle tue mani non "funziona". Perché? Perché tu non credi concretamente che un oggetto simile possa “accendersi” nelle tue mani. E ciò puntualmente “avviene”, cioè, “non accade nulla che tu non riesca a spiegare”.

Questo è un processo di livellamento generale della percezione, la quale si restringe sempre di più, focalizzandosi – in realtà – in maniera altra e riconfigurata rispetto all’origine.

È come un moderno Gps, capace di rielaborare la rotta verso la meta, nonostante le decisioni diverse, prese da chi è alla guida del veicolo. Come a dire che:

nonostante tutto, c’è sempre modo di trovare almeno una via che porti a “casa”.

La presenza “altra”, la puoi mettere a fuoco tra lo spazio contornante ciò che sei abituato ad inquadrare e a scambiare - per difetto – come la tua vista.

Routine. Programmazione. Loop. Memoria. Abitudine. Paradigma…


Il film “Predator” è un buon esempio di questa vera e propria tecnica di mimetizzazione della presenza.


  • aveva infatti visto qualcosa muoversi davanti a lui, un "essere mimetizzato" che faceva sparire gli occhi
  • la selva che si è animata e lo ha rapito.
Link 
 
Per vedere il “non manifesto secondo le regole della consuetudine”, occorre “puntare” negli spazi tra quello che si è soliti osservare. Vedere all’esterno dei contorni ed invertire la logica della percezione.

Il termine fuoco, in ottica, indica il punto in cui i singoli raggi formanti un fascio di radiazioni elettromagnetiche distinte si incontrano, e quindi concentrano…  

È il seguito di un fenomeno di convergenza di raggi in un punto. 

Nella realtà, il fuoco non è sempre indicabile come un insieme di punti e solo teorizzando, nell'ambito dell'ottica geometrica si parla di unico punto focale
Link 
 
L'aberrazione di un sistema ottico è la differenza tra l'immagine effettiva, reale o virtuale, formata dal sistema e l'immagine che si voleva ottenere… 

Le aberrazioni possono dare (di solito più sulla periferia dell'immagine che al suo centro) scarsa nitidezza, deformazioni dell'immagine, differenze tra le immagini corrispondenti ai diversi colori, non uniformità della luminosità…
Il termine deriva dal latino aberratio, che significa, "deviare da ciò che è normale", "snaturamento", "allontanamento" o "distrazione"…
 
In pratica, un'immagine formata da un insieme di onde elettromagnetiche visibili può essere deviata, ridotta o aumentata o altro senza modificare le disposizioni relative delle singole onde

Ad esempio una foto può essere definita come una visione trasposta di una scena reale che rimane identica proporzionalmente e relativamente a sé stessa ma che poi può essere spostata in relazione all'esterno. 

Quando questo tipo di immagine "riportata" non è perfetta, congruente, fedele, non svolge al meglio la sua funzione di trasposizione spesso è perché sono presenti delle aberrazioni (anche intenzionali). 

Un po' come quando parlando al telefono la voce è distorta.

Un elemento influenzante lo sviluppo dell'aberrazione è lo spessore del mezzo ottico attraversato dalla luce, dalla scomposizione di quest'ultima legata al fenomeno della rifrazione ed alla suddivisione nelle diverse lunghezze d'onda dei colori percepiti nel visibile...

I requisiti necessari per determinare la qualità di un sistema ottico sono essenzialmente tre:
  1. nitidezza dell'immagine creata
  2. corrispondenza tra punto oggetto e punto immagine
  3. assenza dell'aberrazione cromatica...
Link 
 

Le aberrazioni possono dare (di solito più sulla periferia dell'immagine che al suo centro) scarsa nitidezza, deformazioni dell'immagine, differenze tra le immagini corrispondenti ai diversi colori, non uniformità della luminosità…

Le immagini riportate dalle tv, l'11 settembre 2001, avevano "sfondi multicolori" per cielo. Ricordi?

Il termine deriva dal latino aberratio, che significa, "deviare da ciò che è normale", "snaturamento", "allontanamento" o "distrazione"…

Questa “distrazione”, in un modello di realtà 3d come il tuo, talmente stanziante nel corso della storia deviata, da avere allontanato ogni altro sentore di memorie passate, è oramai totale.

Tutto ciò che giunge sino a te è “artificiale” e risente dell’imprinting dell’Antisistema, in cui sei immerso.

In un ambito simile è difficile anche il solo “immaginare” qualcosa capace di andare al di là della routine. L’assenza di alternativa è un fatto consolidato ed evidente.

E, un contesto simile, può radicarsi solo se:
  • non esiste concorrenza al potere in auge
  • è trascorso grande Tempo da quando l’opera di velatura è iniziata.
Per cui:
  • la storia deviata è parte della copertura necessaria per contenere il tuo “sguardo”
  • il Tempo ha cancellato la memoria di un passato mai vissuto né esistito, nonostante le innumerevoli testimonianze tutt’ora presenti sul Pianeta.

SPS ha scorto “qualcosa” che si attua oltre alla velatura. Ha colto un indizio e l’ha poi utilizzato come traccia frattale, non dimenticando l’atto in se stesso, consolidando all’interno di una realtà energetica alternativa, sottintesa al gradiente dell’ispirazione biodiversa, che aleggia se solo gli permetti di raggiungerti…

Il Vuoto Quantomeccanico è il Luogo per antonomasia... dove abita colui che provvede e muove tutte le cose
Link

Segui l’ispirazione. L’Analogia Frattale Sincronica Istintiva

Lasciati andare “con-senso”.

Credi alla brezza che ti accarezza.

Che cosa ti può succedere di così brutto, da non concederle mai una chance?

Cosa temi?

Di cosa hai paura?

Sei già in un luogo “da paura”…

Dipende da te.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2013
Prospettivavita@gmail.com

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