Prospettiva Vita – Davide Nebuloni
Quanto ‘sappiamo’ è il frutto di una ispirazione vantaggiosa? E, poi, vantaggiosa per chi? Esiste un discorso sempre 'diverso', inerente alla prospettiva da cui si inquadra uno scenario. La consapevolezza deriva dal ‘panorama esterno’ che osserviamo, oppure deriva da quello 'interno'? Come al solito ‘non se ne esce’.
Qualcosa si ‘nutre’ della confusione degli esseri umani, oppure non esiste nulla di ‘non manifesto’, che trae sostentamento dalle vicissitudini umane? Le solite domande?
oltre al presunto caos o caso, esiste sempre un disegno prestabilito. Un modello. Una traccia premeditata. Un campo morfogenetico traente a Sé, il cui frattale nelle 3d è la Forza di Gravità o ‘attrazione’ o ‘magnetismo’.
Da ‘chi o cosa’ parte l’input attrattivo?
Se parto da Roma per andare dall’altra parte del Globo, ci arrivo sia che vado ‘verso destra’, sia che vado ‘verso sinistra’. La cosa certa è che devo avere un obiettivo, una meta, ossia che deve esistere sia lo scenario (il Globo), sia il luogo da raggiungere (la città sul Globo). Che altro?
- devo esserci Io (l'Osservatore)
- deve esserci un motivo, uno scopo, per raggiungere la meta
- deve esserci la possibilità di muoversi da un luogo ad un altro.
Le 3d sono perfette per questa esperimentazione del Sé, attraverso ‘tutto e tutti’, pur rimanendo Se Stessi.
L’economia del Cosmo ne risentirebbe in maniera drammatica, perlomeno in termini di biodiversità o di abbondanza o di ricchezza estensiva della Creazione.
Che cosa o chi siamo noi? Siamo il corpo? Siamo la mente? Siamo energia? Siamo il Cuore, il cervello, lo stomaco, una mano? Che cosa ci 'rappresenta' meglio, anche solo ad istinto?
Dal punto di vista di SPS:
Atomi, Geni, Virus, Batteri, etc., oppure Demoni, Alieni, Spiriti, etc., ossia l'imprinting ricevuto ad 'immagine e somiglianza di...'.
La Scienza ha scovato i primi, ma li ha presi seriamente in considerazione solo per quanto attinente alle politiche Antisistemiche.
A sua volta tutte queste categorie d’esistenza, sono composte ancora da ‘particelle’ più piccole. Dunque? Dunque, mediante osservazione, l’umano crea sempre altra biodiversità e differenziazione, crea altre scale di valori da esplorare.
Che cosa stiamo ‘misurando’, mediante questa esperimentazione continua? Solo noi stessi, anzi ‘solo Me Stesso’. E ciò accade allo stesso Tempo per ognuno di noi, dove per ‘noi’ dobbiamo prendere in considerazione la 'particella pilota' che anima il corpo umano:
Non certo un organo, un corpo, una porzione del tutto, ma allo stesso Tempo, sì. Una ‘porzione’ vive l’esperienza innescandola, sapendo che a cascata, di conseguenza, tutto si animerà facendo a sua volta la stessa esperienza, che sarà allo stesso Tempo diversa ma confacente allo scopo innescante il tutto.
Tramite 'Analogia Frattale' noi siamo ogni componente del Corpo e il Corpo stesso.
Come se ne esce? Come si trova una chiave di lettura funzionale? La risposta è:
in ogni modo. Tutto è confacente allo scopo… Basta avere 'Fede' in Se Stessi e nel 'senso delle cose'.
Ma non basta, vero? Ognuno di noi vuole trovare il ‘segreto’; la quintessenza del significato della propria presenza in Terra. Ossia, si ha sempre e costantemente la verità davanti agli occhi, ma non la si prende in considerazione, perché la verità deve essere segreta, celata, tosta da capire, oscura, sfuggevole, etc.
Per cui, ‘questo accade’. Così sia... Noi creiamo la complessità. Noi decidiamo il nostro futuro.
Le esistenze ‘altre’, non manifeste, svolgono un ruolo ‘marginale’ in questo processo. Intendo, ‘potenzialmente marginale’, ma estremamente centrale dato che abbiamo rinunciato noi ad assumere un simile ruolo. Un ruolo che abbiamo sospinto via ed allo stesso Tempo incarniamo ancora.
Paradosso? No…
Abituiamoci a questa ambivalenza della possibilità:
- on
- off
- on/off contemporaneamente.
Capendo e praticando un cammino; un cammino riassumibile in questa riflessione che ho scritto poco Tempo fa:
l’Amico Gianluca mi ha segnalato questa sua profonda intuizione:
Mi sembra proprio che abbia colto nel segno. Un altro Amico, Diego, lo dice sempre che l’Universo ha la sua età…
Il tempo scorre ed allo stesso modo 'tutto è fermo'. Tutto scorre e Tutto è fermo:
Noi ‘Siamo’. È questa la verità. Ed è una verità ‘non-locale’. A prescindere…
‘Qui ed ora’ e/o ‘ovunque e sempre’ = Noi ‘Siamo’.
Cerchiamo la realizzazione, la conoscenza di noi stessi. E questo da sempre, ossia da ‘adesso’, oggi, ora. Come può cambiare la verità? Non è che non esista evoluzione. Esiste all’interno di un loop che abbiamo percorso in ‘sogno’, illusorio quanto una Vita spesa al lavoro. Illusoria eppure concreta.
Da questo vortice non se ne esce, se non triangolando multidimensionalmente:
- 3d
- Sovradimensionale
- Piano Divino.
In un’altra e-mail che ho girato agli Amici Claudio e Carlo, scrivevo:
vi scrivo una breve nota relativa al ‘Qui e Ora’ e al ‘Ovunque e Sempre’:
è mia Natura ‘osservare, tagliare, cucire, estrapolare, triangolare, etc.’, per cui penso di poter ‘abbastanza facilmente’ – andare ‘oltre’ – rispetto ad ogni tipo di passato. Ciò che è giunto sino a noi è solo uno step, un filtro, una prospettiva… che merita di essere ‘espanso’ ulteriormente…
Iv - Il Principio Della Polarità’.
'Tutto è duale; tutto è polare:
Il Kybalion
La Quantistica ha verificato e ci ricorda che in Natura esistono 3 stati e non 2 relativi al classico ‘Bit’:
- on
- off
- on/off.
Per cui io mi sento in ‘Cuore/Mente’ che le due espressioni sono ‘mezze vere’ entrambe. Dipende solo dalla Prospettiva, dall’inquadratura che utilizziamo per vedere la stessa unicità colorandola di noi.
Cioè, la funzione d’onda o di particella che ci ricorda la Quantistica (non puoi ‘misurarle’ entrambe, ma o una o l’altra), è il:
- Qui e Ora quando ti materializzi nelle 3d
- Ovunque e Sempre quando ti osservi come onda.
La differenza è ‘come o dove ci vogliamo osservare’…
Se mantenessimo la duplice visione attraverso il nostro ‘terzo stato quantico’, saremmo ‘Dio’ - ‘Qui e Ora – Ovunque e Sempre’ - consapevolmente.
Non è, dunque, importante a quale livello decidiamo di indagare; se usando microscopi sempre più fantascientifici, oppure se usando astronavi o facendo carotaggio nei ghiacci, o pregando, o curando l’alimentazione e il corpo, etc. quello che importa è che almeno uno di questi percorsi venga compreso sino a fondo.
Tale ‘impronta’ è l’equivalente dell’algoritmo dell’equazione del Creatore. Una volta impostata a livello olografico e frattale, dal punto di osservazione della Sorgente, tutto ciò che ne deriva la ricomprenderà per Legge.
Potrà diluirsi a livelli ‘preoccupanti’, ma mai sparire del tutto.
La componente vibrazionale (eterea) è allo stesso Tempo ‘fisica’, perlomeno per effetto sulla fisicità percepita dall’individuo. Tale fisicità è un effetto illusorio/concreto, che interagisce con il campo della Possibilità.
È tutto estremamente connesso, anche quando non lo sembra proprio.
La difficoltà è agganciare questa verità e applicarla concretamente alla Vita, anche se la Vita è già e sempre 'concreta'...
Occorre trovare la propria ‘formula’, perché quella ‘generica’ non è detto che sia funzionale per ognuno di noi.
Il fenotipo esteso.
Il fenotipo esteso è un saggio pubblicato nel 1982 dal biologo inglese Richard Dawkins. Il libro descrive il concetto che l'autore considera il proprio maggiore contributo alla teoria dell'evoluzione, quello appunto del 'fenotipo esteso'…
Una reinterpretazione dell'evoluzione dal punto di vista dei singoli geni, i soli veri 'soggetti' su cui agirebbe la selezione naturale, e di cui gli organismi (monocellulari e pluricellulari) non sarebbero altro - usando un linguaggio ovviamente metaforico ed antropocentrico - che le 'macchine da sopravvivenza' da essi programmate per garantirsi il successo nella propria perpetuazione.
Il concetto del fenotipo esteso spinge ancora più in là questa 'svalutazione' dell'organismo a favore del gene. Il biologo parte dall'osservazione di numerosi casi in cui il comportamento di animali ha la capacità di influenzare a proprio vantaggio l'ambiente e altri animali. Da questi fatti Dawkins deduce che è arbitrario limitarsi a identificare come manifestazione esteriore (fenotipo, appunto) dei geni associati a questi comportamenti solo i comportamenti stessi e le caratteristiche (anatomiche, psicologiche) dell'organismo che ne sono alla base.
Da qui la ridefinizione del ruolo dell'organismo, che passa ad essere solo una delle tante realizzazioni dei geni nel mondo esterno per mezzo di cui i geni stessi competono tra loro.
Dawkins sintetizza questi risultati in quello che chiama il Teorema Centrale del Fenotipo Esteso:
il comportamento di un animale tende a massimizzare la sopravvivenza dei geni di quel comportamento, indipendentemente dal fatto che i geni si trovino nel corpo di quell'animale particolare che ha quel comportamento.
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Molto interessante. Allora, qual è il ‘gene del comportamento’ si trova alla base del comportamento umano ‘attuale’? Una modalità distruttiva dell’ecosistema planetario, almeno apparente…
Il ‘gene del comportamento’ incarnato prioritariamente dagli umani può trovarsi anche ‘fuori dal corpo’ dell’umano. O, meglio, fuori dal corpo fisico umano. Da questo punto prospettico è importante notare, e ‘tutto torna’, come la Scienza Antisistemica tenda a demonizzare la presenza dei corpi sottili umani. Cercare qualcosa nell’unica certezza che si crede di avere è come cercare la musica smontando una radio.
Togliamoci dalla testa l’idea che questo ‘gene ispirante il comportamento umano’ sia l’unica variabile o costante del costrutto Creativo. È sempre un discorso vibrazionale inerente dunque a ‘livelli’ della possibilità. In questa 'variante', descritta dall'attuale paradigma, abbiamo evitato di focalizzare pubblicamente l'ambito relativo al ‘gene ispirante’:
Da quella posizione dominante, inosservata, può dirigere al meglio le operazioni ispiranti su tutti i soggetti presenti ed idonei alla massificazione ipnotica. Ce lo immaginiamo un ‘gene’ capace di fare tutto questo?
Che cosa è un 'Gene'? Dal punto di vista di SPS non è dissimile dalla presenza evidenziata, per altri versi e terminologie, dagli ambiti religiosi, mistici, esoterici, paranormali, etc. nei quali si narra di Demoni, Alieni, Eggregore, etc.
Il gene è l'unità ereditaria fondamentale degli organismi viventi...
I geni corrispondono a porzioni di codice genetico localizzate in precise posizioni all’interno della sequenza (DNA o, più raramente, di RNA) e contengono tutte le informazioni necessarie per la produzione di una proteina.
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Un Gene, per come lo si è classificato in ambito scientifico, è:
- una porzione di codice genetico
- contenuto ed organizzato all’interno dei cromosomi, presenti in tutte le cellule di un organismo.
Tutte le informazioni necessarie per la produzione di una proteina.
La proteina è un 'effetto' che viene scatenato dal Gene. Quella proteina ‘serve’ al Gene per il proprio ‘scopo’…
Una definizione più concisa di gene, che tenga conto delle varie sfaccettature citate fino ad ora, è stata proposta da Mark Gerstein:
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Che cosa è, allora? Spezzettiamo l’espressione appena citata:
- l’unione di sequenze = codice
- che codificano = imprimono, scrivono, programmano
- un set coerente = scenario 3d/corpo umano
- di prodotti funzionali = polarizzabili con l’intento codificato
- potenzialmente sovrapponibili = illusorietà 3d.
Questa programmazione da dove giunge? Se non si prende in considerazione il Mondo del Sottile, non se ne esce e si alimenta il detto ‘cane che si morde la coda’.
È la chiarezza di idee che può facilitare l’investigazione.
la Chiarezza è quello stato mentale, così difficile da ottenere, che dissolve la Paura, ma allo stesso tempo acceca…
Gli insegnamenti di don Juan – Carlos Castaneda
Non se ne esce, vero?
Nulla è per caso.
Che cosa si sta ‘augurando’?
Probabilmente che venga ‘scoperto’. Molto spesso è il paradosso la vera chiave di lettura…
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
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