Il voto elettronico si presta alla frode. Esattamente, come il voto fisico, cartaceo.
Sostanza; è la “lezione” che non impari mai.
Il tema delle elezioni è il faro del palcoscenico. Tutti guardano “lì”. Anche se, in qualsiasi teatro, la regia è avvolta nell’ombra della dis-attenzione. Un caso? Non esiste il caso. Rivelazione.
Sostanza.
In tutto ciò, dove sei Tu? Non esisti. Ci sei (potenziale).
Laddove, tale “discriminazione” provoca la speculazione: “te” (nel) qua, versione AntiSistema.
Negli “Usa” è arrivato il giorno delle midterm.
Chi vincerà? L’esito e l’attesa divide l’elettorato. “Sono trecento milioni di voti: lascio?”. Ma sì; voto in più, voto in meno. L’importante non è partecipare? Come no. Tale è il modus che ti ha, mentre tutto quanto è teso, come un fallo da dietro nella finale di Champions.
Non è che non conta proprio niente. Trovi? Or bene, è questo che ti fanno c®edere, lor signori:
partecipa, vota, “pungiti”, etc. perché ne va del bene comune.
Che importa se:
nel durante, ti dicono anche che sei unico, una “scintilla divina”
l’imprescindibile, l’eletto, etc.
Devi “salvare” il mucchio selvaggio, l’orda. Gli altri.
La comunità. La società. La “umanità”.
Il piano avente un’età o... pianeta.