C’è qualcosa che non va. Vero? A livello generale, è così. Lo senti nell’aria. Lo senti quando ti alzi al mattino. Lo senti poco prima di addormentarti. Lo senti sempre, se… te lo (per)metti di sentir(e/lo).
Mhm, vai più al sodo. Ad emettere un simile segnale di “marcatura del territorio”, sei (in)direttamente tu e tutti i tuoi simili.
Il “puzzo” chenonsenti è, (in)vece, determinato dalla frattalità espansa, che caratterizza il reale manifesto... dell’equivalente “valore sostanziale” emesso dal Nucleo Primo e filtrato attra(verso) la tua “presenza”.
Ossia, è come percepire qualcosa di relativo ad una fonte non più (ri)cordata, tutta(via), sempre (com)presente e, dunque, deviata rispetto alla sua “naturale fisicità”. La tua presenza filtra anche "l’impossibile" (dal tuo punto prospettico dipendente), rendendolo altro... rispetto a quello che “è”.
Il “tuo puzzare” è un “memo” relativo a qualcosa che “senti, ma… non puoi provare”, macerando sul posto ogni tuo “umore”, marciando sul posto con ogni tuo “umore”.
Il fatto di non (ri)uscire a provare che esiste... ciò che “percepisci”, viene tradotto sul piano frattale – nel reale manifesto – come un malessere generale, con una architettura delle città “malsana”, con un modo di vivere nauseabondo, con una sostanziale immersione in una “(f)orma d’arte” che è esatta(mente) “ciò che vedi, quando ti guardi attorno”.