Io sono il vento
Io sono l’aria
Io sono il pensiero
Io sono l’idea
Io sono l’intuizione
Io sono... a prescindere da tutto.
Nei risvolti del dettaglio (frattale) si cela, si annida, il sommo fulcro che permette l’apertura del cofanetto ciclico che, altrimenti, rimane come nascosto dalla cittadella cinta di mura difensive, meglio appellata come… “la tua realtà quotidiana”.
Nella nidificazione dei cicli trovi “casa in affitto”, in permutazione del tuo vagare, presupposto senza senso ma… non certamente da te; teso semmai dalla tua sete di "curiosità", come un cucciolo sospinto nella risultante corrente che nasce e si alimenta nella molteplicità delle cause, dei livelli e delle prospettive relative. Una ridda di eventi, più o meno manifesti, che si miscelano attraverso pesi e misure altrettanto rappresentativi dei principi d’essenza proiettati nel panorama dell’esistenza.
Come ha scritto qualcuno di voi: “a rieccolo”.
Ebbene sì: “a rieccomi”.
Dopo un mese abbondante, posso dichiararmi “guarito” da ciò che mi aveva fragorosamente abbattuto, allorquando non ebbi più né terra sotto ai piedi, né cielo sufficiente per volare. Fattori insufflati in me come rigor mortis artificiale, come indottrinamento al coma indotto che diventa auto indotto, come un virus letale in grado di addormentare alla luce del presunto Sole.
Il futuro all’insegna della (in)capacità reddituale (il venir meno), come per mancanza progressiva di necessario ossigeno. Il futuro senza un lavoro e nella forma d’onda dell’età che avanza e, dunque, rende progressivamente sempre meno utili, abili, ricercati, necessari… a qualcuno/qualcosa che esternamente “ti richiede”.
La "malattia" è venuta per insegnare, tuttavia.