Attraverso la democrazia, puoi governare (in leva) con molto meno della maggioranza assoluta, conservando ugualmente l’equivalenza di una “monarchia (Dominio sede della dominante)”.Questa strategia, messa in atto al fine di “ammodernare” la realtà manifesta “qua (così)” e rivelarsi ancora maggiormente (utilizzando al contempo gli stessi “poteri” ma aumentati esponenzialmente, attraverso lo sviluppo tecnologico), corrisponde a quella “diluizione omeopatica” del significato (sostanza, valenza, valore aggiunto, quintessenza), che non scema d’intensità nonostante l’apparenza dell’essere più “equamente (ubiquamente)” redistribuit3.
Insomma, il Re è estremamente esposto alla “furia” massiva (evidentemente - ma, non evidentemente - per via della propria “politica”).Mentre, il “Re” all’interno della democrazia, si diluisce tanto da non risultare più, pur continuando ad esserci (governando in altro modo).
Oppure, credi che il Re sia una figura retrò, appartenente al passato, e dunque fisicamente, politicamente e socialmente defunt3?Suvvia.
Le sue “proprietà” rimangono tali, anche “dopo”.
Solitamente, questo lignaggio sa molto bene come auto conservarsi nel “qua (così)”, dato che è una “Rete” intricatissima di interessi (in cui il Re "è" e "fa" la sua parte)...
“Questo posto è costruito su una fittissima rete d’interessi…”.
True detective