“Ehi, Capitano, come riconosciamo i buoni dai cattivi?
Se ti sparano addosso sono cattivi…”.
Captain America. The winter soldier
Si viaggia o “vive” come ciechi o ignoranti, calpestando quello che rimane di un altro “tempo”. Qualcosa che non si merita, generalmente. Troppo “piccoli” a fronte di tutto questo. Una vera e propria “miseria intima”; qualcosa che si riversa e riserva anche alla cosiddetta “economia generale”. Il riflesso portante è ovunque:
come il relativo (assoluto, in gerarchia) segnale.
AntiSistema. Sostanza: no?
C’è sempre così tanto da de-scrivere, ogni volta. È incredibile. Come se fosse una valvola che deve s-caricarsi ogni volta. Ancora una volta, l’alone del “moto perpetuo” non smette mai di ricordarti che “è im-possibile = potenziale (sempre)”.
Ergo, dipende da Te.
Ma: qua nell’AntiSistema sei “te”. Acciderba: che peccato. Bè: sarà per un’altra volta, allora. Del resto, sinché c’è vita… Uhm, ma se sopravvivi, insomma… vivi?
Sei vivo?
Ho i miei dubbi, perché la qualità di ciò che emetti e dunque ti auto caratterizza è ben diversa, rispetto al vivere in quanto essente e non esente.
Ci sei? No.
Da quanto ap-pare, non ci sei. Alias, esisti ma non ci sei. Così, sopravvivi. Ma come può fare un qualsiasi soprammobile. Infatti, anche per “te” si tratta di “togliere la polvere, ogni tanto”:
non ti lavi, forse, ogni tanto? È uguale, sostanzialmente.
Diversamente, non ti laveresti? Sì, s’eppure per altro motivo interiore: come una esigenza di mantenersi “puliti” e non di certo “ripulirsi ogni volta (senza riuscirci per altro)”.
Questo è un flusso logico (dato, sentire, verità) che continuamente scorre ovunque, come Rete Internet, ad esempio. Come segnale radio. Qualcosa che si capta e non necessariamente proviene da sé (figurati se da “sé”).