“La problematica dei cosiddetti contributi silenti sta nel fatto che l’Istituto non rimborsa la contribuzione versata, anche se non concede il diritto ad alcuna pensione. L’unica via possibile è rendere utili questi contributi, alla pensione…”.
È “divertente” trovare tracce, in qualsiasi ambito, relative al medesimo “target” = essere dentro all’AntiSistema:
ovvero, comprovare l’AntiSistema.
I furfanti sono AntiSistema. Così come lo sono anche coloro che vestono altri panni. È tutto AntiSistema, nell’AntiSistema. Tutto. Davvero. Un mondo artificiale, semmai costruito sopra ad uno naturale o spontaneo, è tutto della stessa risma. Come a dire che se si nasce tondi non si può morire quadrati: al limite, s-quadrati. Però, questo è vero nella sostanza. Ma non è detto che sia così chiaro all’evidenza persino “intelligente”, allorquando il piano diventa strategia e, allora, l’essere a massa non è previsto che lo sappia (ad esempio, i nativi sterminati in ogni parte della Terra, lo sapevano eccome, dovendo combattere per sopravvivere all’invasione). A questo giro, invece, è stato giudicato più profittevole e sicuro far su la società, sviluppando ed introducendo valori (utility) da parassitare poi, nel prosieguo. Cosa che dal 2020 è talmente evidente, avendo saturato i vertici gerarchici, dopo il periodo di incubazione sottile o sotterranea.
Se non si capisce, non so che dire, dopo quasi 4000 scritti quotidiani e 14 anni di attività (pause comprese).
Nell’AntiSistema tutto è “fra virgolette”. Ossia, esiste la giustizia (e c’è sempre un periodo utile, ogni tot, per potervi seriamente contare) ma c’è soprattutto la “giustizia” = non importa se la società la pensi in un modo, perché le cose vanno trasversalmente, essendo i punti gerarchici che decidono, mentre a tutto il resto non rimane che scegliere sempre fra…
Che non è proprio la stessa cosa, sostanzialmente.
L'espressione magica è “in sostanza”.