Completo la trilogia di articoli “spaziali” (link1 link2) approfondendo e dando accento ad un tema che, proprio dalla lettura di questi ultimi articoli, traspare a chiare lettere: l’esistenza di altre forme di Vita intelligente oltre alla nostra. Ieri ho “scoperto” un’altra trilogia di video sulle rivelazioni di Robert Dean, più precisamente riguardano il suo intervento in occasione del Convegno di Esopolitica del 23-26 Luglio 2009 a Barcellona (link). Ebbene in questa occasione Dean ha mostrato anche una serie di fotografie ufficiali Nasa, nelle quali si possono vedere “oggetti” perlomeno misteriosi. Non sono fotografie chiare, nitide, a fuoco, bensì lasciano sempre spazio al dubbio della mente “logica” occidentale, tipica dell’uomo “moderno”. Per questo motivo mi limito a segnalarle alla vostra attenzione e stop. Fate vobis. Però, a sentire ed a vedere certe “cose” la mia supposizione che la Luna, o una porzione di Luna, possa essere “artificiale”, adesso non risuona più come una fantasia totalmente campata per aria, perché, sentendo Dean, quelle masse strane hanno dimensioni anche più grandi della Luna (a questo link si parla delle rivelazioni di Normann Bergrun, proprio citato da Dean; ebbene leggete quali dimensioni hanno le “macchine” esistenti tra gli anelli di Saturno). Bene, “butto” li anche questa mia supposizione che deriva direttamente dalla visione del film “Moon Rising). Ma oggi vorrei portare alla “luce” della comunità “eterica” di internet questa mia “visione” che ho avuto ieri sera, proprio guardando una delle foto proposte da Robert Dean; si tratta più precisamente della foto che potete trovare anche qua (foto 10); eccola:
Cito direttamente riportando ciò che dice Dean nel filmato parte 2 minuto 9.21: “Adesso vi farò vedere una foto che penso vi scioccherà un poco. Nel 1980 la Nasa lanciò il programma Voyager su Saturno; lanciarono questa piccola navetta meccanica, piena di cineprese e pellicole. Volevano raggiungere Saturno, perché nei suoi anelli accadeva qualcosa. Qualcosa che non aveva molto senso…”.
Ebbene quando Dean introduce questa fotografia dice che, questa, “ci scioccherà un poco”. Perché? Vedendola e sentendo la sua spiegazione io non ho avuto nessuno shock diverso dalla visione della altre foto, anzi ce ne sono state altre più “impattanti” sulla mia coscienza. Da questa serie di fotografie, però, nasce e trova forza il lavoro di Normann Bergrun. In questa serie di fotografie del 1980 circa, devono esserci dei "particolari" che hanno portato un uomo a prendersi tutti i rischi possibili ed immaginabili al fine di rendere pubblica una “verità” molto ma molto scomoda per il sostentamento del paradigma in auge.
Io non parlo di “cose” scientifiche che hanno potuto colpire Bergrun, bensì di quello che questa foto, in particolare, e chissà quante altre, si porta “dietro” o meglio “impresso”.
Non so se qualcuno ha già fatto notare il riflesso che c’è sulla parte sinistra della fotografia.
Tale riflesso non so se sia impresso sull’originale o se sia una foto della foto. So che la Voyager 1 è una sonda, ancora in funzione che si trova fuori dal Sistema Solare, che il 12 novembre 1980 riprese Saturno da appena 120.000 km. Riporto una serie di immagini che ho provveduto a “filtrare” per meglio evidenziare quanto è chiaramente visibile nella foto in questione:
Evidenza del solo "riflesso".
Evidenziazione 1.
Evidenziazione 2.
Evidenziazione 3.
Evidenziazione 4.
Evidenziazione 5.
Per concludere l’immagine allo "specchio" che permette di completare e di farsi una idea “a tutto tondo” di ciò che è riflesso nella fotografia (guardatela allontanandovi un po' dal monitor):
Perdonate l’imprecisione delle due metà, ma ho preferito tenerla così, senza limature per eliminare spazi doppi in sovrapposizione.
Ebbene? Cosa è? Che idea vi siete fatti?
Come al solito mi sono emozionato nel mettere insieme questo articolo. Ripeto; so che la Voyager 1 è una piccola sonda (il diametro dell’antenna esterna è di 3,7 metri) e so che i cosiddetti “Grigi” o gli “Zeta” sono piccoli. Non so come la sonda scatti le “fotografie”, per cui non azzardo nulla.
Potrebbe essere anche una foto della foto con sovrimpressione di riflessi estranei al primo scatto; anche se Dean afferma che la foto è originale Nasa.
Una volta ho scattato una fotografia dall’interno della mia camera verso l’esterno ed il vetro ha “inserito” nell’immagine sviluppata anche i riflessi polarizzati, filtrati, di ciò che era più evidente nell’interno della camera: la luce del lampadario e alcuni riflessi di me che stavo in piedi davanti al vetro della finestra. Chissà! Mi sentivo di segnalarlo.
Questa foto, in una delle migliori trame Hollywoodiane, potrebbe costituire la chiave, la “prova”, l’antefatto per costruire una storia mozzafiato.
Se poi quei “puntini” sono casuali, beh… ragazzi; che fantasia ha questo caos!