“Di doman non c'è certezza…”.
Lorenzo de' Medici
Di quali “certezze” ti nutri? E di quali, si nutre lo status quo?
Ad un primo sguardo, sembra che certi “paletti” siano identici e che, dunque, collimino a livello quasi “naturale” (il credo punta a ritenere la stessa “cosa”, l’esigenza del dipendente e quella del principale).
In realtà, tuttavia, le “tue” certezze derivano dalla necessità centrale “altra”, al governo del reale manifesto “qua, così”.
Il Dominio crede nella certezza (se la “procura” e la alimenta) che il proprio impero sia eterno.
Tu credi in ciò che, nella scia dell’abitudine, respiri come fosse tuo (il sopravvivere facendoti andare bene la “spigolatura” accessibile, come “galline felici, che fanno uova… migliori”).
Per cui, “in chi/cosa credi”? In chi/cosa riponi la tua fiducia?
Di quali certezze ti nutri, tra teorie e convenzione?
Trattasi di una vera e propria “alimentazione”, di una modalità alimentare dettata a “forza” (quella della mancanza di alternativa sostanziale), che ti viene erogata a livello di controllo non manifesto, in virtù di una forza unilaterale del tutto sconosciuta a te, per via del prosciugamento della memoria tra le anse del tempo.
Tu consumi. Egli/loro… ti consumano.