Ci sono cose che “hai proprio bisogno che te lo dicono, che fanno male”?
Dove non arrivi con il “sapere”, arrivi con il “sentire”.
Certo, ma… questo “sentire” non ti sembra mai valere quanto il “sapere”. Nevvero?
Perché, il “sentire” proviene indefinitamente da te, mentre il “sapere” proviene dal mondo della cosiddetta educazione.
Ossia, da qualcosa che è al di fuori di te (che “non sai, di tuo”).
Cioè, sembri come manifestarti, nel mondo, completamente… che cosa? Alla mercé di tutto quello che ti precede e che, dunque, si trova in una posizione di “vantaggio” rispetto a te.
Ora, quando “vieni al mondo”, trovi una organizzazione sempre più capillare che ti “accoglie”, in relazione al dove, come, quando (in che modo) “appari ‘qua così’”.
Questo che cosa significa?
Che esiste uno “status quo” già formato e pienamente efficiente (interessato) nell’immediatamente catalogarti ed “assegnarti un posto nel mondo”.
Se (se) nutri dei dubbi – su questo “stato delle cose” – non hai il “diritto” di portarlo a compimento, poiché sostanzialmente “non ti è permesso”.
Provare per credere…
Sostanzialmente, che cosa significa?