In un supermercato, quando si intende ‘liberarsi’ di un certo stock di merce, generalmente cosa si fa? Lo si mette in evidenza. Come? Tramite una bella promozione, ossia attraverso un sostanzioso ‘sconto’.
In quel modo saremo certi di attirare l'interesse della clientela.
Nella pratica del commercio, lo sconto è quella riduzione del prezzo di vendita, praticata per spingere l'acquirente a compiere scelte più vantaggiose per entrambi.
Lo sconto viene concesso per incentivare una vendita, in cambio di un pagamento immediato anziché di un pagamento a termine, per cedere più facilmente merce invenduta o per indurre l'acquirente ad acquistare una maggiore quantità di beni…
Link
Questo frattale fa immediatamente pensare a come ‘tutto sia preventivabile’, da parte di un certo ‘insieme di controllo’, volto a determinare un certo tipo di comportamento nella Massa, che ‘usufruisce’ di un simile trattamento.
Ossia, il comportamento massivo è facilmente inquadrabile, a priori, se la Massa si ‘muove/vive’ in un modello infrastrutturale creato ad hoc per ricomprenderla, come ad esempio le città.
Inoltre, questo è un frattale anche identificativo del ‘grado di conoscenza’ in possesso del Controllo. Una conoscenza drenata opportunamente dal bacino sociale, mediante una coerente strategia perpetrata nel corso del ramo millenario del Tempo deviato (quello artificiale di ore da 60 minuti, misurato con orologi ‘meccanici’).
La chemioterapia usata da decenni per combattere il cancro in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti…
Link
Ma va? Tutto ciò che combatti, rafforzi! È persino logico. In casa del ladro come puoi rubare? Ma anche 'tutto ciò che ignori'... È un concetto di chiusura applicato ad uno di monitoraggio. È il famoso ‘divide et impera’, ma allargato ai ‘confini della realtà’. Guardando film di ‘fantascienza’ si mette d’accordo la razionalità con la fantasia. Questo compromesso permette di prendere in considerazione anche le ‘bizzarrie’ più azzardate, senza ‘offendere’ la logica ammaestrata della mente.
In questo caso ci si può misurare/confrontare con gli scenari più 'off limits' in cui il ‘credo popolare’ scivola via come acqua sui vetri:
il campo del possibile, riferito al proprio stazionamento in una realtà tra le infinite, in un Mondo tra i molti, in una dimensione tra le tante, si allarga a dismisura. Al cinema ci si ferma per qualche ora ad osservare ‘cose’ dal punto prospettico dell’immaginazione. È come quel gioco che si faceva da bambini, caratterizzato dall’uso di ogni possibilità creativa, al fine di avere la meglio nella disputa irreale tra ‘e allora io’ e ‘io sono’…
Solitamente si ‘andava a finire’ identificandosi con il ‘Tutto’ per allargare al massimo il campo del proprio potere e zittire definitivamente il proprio contendente. E molto spesso, ciò non era sufficiente per zittire del tutto il bambino avversario. Sandman, il Signore dei Sogni, esegue lo stesso ‘gioco’ con un demone di nome Choranzon, all’Inferno, per recuperare una parte della propria ‘attrezzatura’, azzerando ogni possibilità avversaria, identificandosi con lo ‘strumento’ della Speranza.
La Speranza è ‘tutto ciò che rimane’?.
Essa descrive un concetto molto simile a quello di ‘possibilità sempre intatta’. È una chiave per ‘rimanere nel loop, che contiene’.
Attenzione:
essa è una chiave per stazionare o liberarsi.
L’anello di contenimento è sottile ma estremamente robusto e resistente, perché costituito della nostra necessità energetica. È come avere la rete Enel in casa: chi ne può fare a meno? Solo chi non ‘accetta le regole sociali imposte’. Cioè ‘nessuno’.
Infrastrutture che contengono.
Leggiamo questa citazione, tratta da un forum, denudandola dal contesto in cui è stata espressa. Noteremo delle sorprendenti analogie con il ‘modello di controllo’, basato sul contenimento di una intera Specie, quella umana nelle 3d, e sul ‘comportamento massivo indotto’, che ne consegue come diretta emanazione, preventivata dai detentori del ‘ritmo’ all’interno del Tempo artificiale:
- Perchè gli anelli che servono a poter incassare i movimenti in casse di dimensioni più grandi, non ci piacciono? Perchè giudichiamo negativamente gli orologi che utilizzano tali anelli?
- Perché sono brutti alla vista, hanno un sapore posticcio e rappresentano l'antitesi della pregevolezza manifatturiera, nascendo per adattare a casse anabolizzate calibri pensati e sviluppati in passato per casse di dimensioni minori, quindi una scelta di mero risparmio per riciclare il già fatto piuttosto che sviluppare qualcosa di nuovo pensato appositamente per l'occasione. Un po’ come un petto posticcio cucito alla bene e meglio per riciclare una vecchia giacca ormai demodè.
- Perchè dici che sono l'antitesi della pregevolezza manifatturiera? In cosa inficiano sulla qualitá o sulla pregevolezza del movimento?
- Perchè dimostrano il fatto che è stato ‘riciclato’ un movimento, anche di buon livello capiamoci, per un altro orologio. È più pregevole dal punto di vista manifatturiero una cosa che ‘calza a pennello’ dentro un'altra, o una cosa pensata 40 anni fa per altro e adattata alla bene e meglio? La qualità del movimento non è in alcun modo messa in discussione o inficiata dalla ciambella, l'estetica e il pregio dell'intero orologio, sì.
- Ci sono case che realizzano solo movimenti e non orologi completi. Immagino ci possano essere case che realizzano solo 'contenitori' e non movimenti.
- Banalmente perché denunciano il fatto che il calibro non sia stato pensato per una data cassa ma piuttosto che si cerchi di adattare il movimento su una cassa che non ha alcuna relazione con lo stesso. Processo decisamente più vantaggioso in una logica di produzione di massa, probabilmente inevitabile oggi, ma non per questo gradito ad un utente consapevole.
- Mettiamola così, è molto simile al mondo delle automobili. Lo stesso telaio, sospensioni, cambio, motore vengono montati su diverse carrozzerie, dalla compatta alla station wagon o al piccolo suv. Il tutto unicamente per contenere i costi ed ampliare la gamma. Come per le auto però il progetto parte pure da qualche parte ed una di queste versioni è quella più ‘felice’, nel senso che è quella dell'idea originaria. La stessa cosa capita con gli orologi, stesso ‘motore’ diverse casse. Solo che sino a quando cambia il materiale e non le dimensioni la cosa ha una logica, quando cambiano le dimensioni invece la logica è solo commerciale per chi vende e mai per chi compra.
Link
L’equipaggio della Nabucodonosor, in Matrix, ne era al di fuori e nemmeno ‘lì’ era del tutto esente dalle spire del Controllo. Figuriamoci noi.
Le dimensioni di questa ‘crisi’, che sembra attanagliare la serenità degli umani, è ormai globale. Essa mette in evidenza un ‘castello di carte’ talmente traballante da risultare osservabile attraverso certe logiche ‘non sense’ espresse, ad esempio, dai ‘Mondi impossibili’ alla Lovecraft:
scale che veicolano e conducono sempre allo stesso luogo, dando solo l’impressione di muoversi con senso, affidandosi alle leggi dimensionali decodificate dallo strumento umano. L’inganno a cui si è sottoposti è sottile. Una fine strategia per ‘intrattenere’ per quel Tempo necessario e sufficiente per… ‘maturare assuefazione’. Dopo di che, l’umano diverrà come un bisognoso di tutto, dipendendo dal tutto.
Ignorando di essere rinchiusi in un ‘anello’, in una ‘gabbia senza sbarre né inferriate’, si scambierà la gabbia per il proprio Mondo nativo, allo stesso modo di un animale allo zoo. Ciò che avverte sempre, tuttavia, che ‘qualcosa non va’, è il nostro apparato più sensibile sensoriale; quel ‘senso di ragno’ capace di avvertire quello strano pizzicore cerebrale alle corde dello stomaco, quel senso di ‘saudade o di ‘spleen’ capace di inondare la quotidianità del vivere di una tristezza avvelenante.
A volte ci si chiede ‘perché sono triste? Che motivo ho?’. E quali risposte scattano immediate? Pensiamoci bene. A quali ‘patteggiamenti’ indulgiamo? Non pensiamo, forse, a quello che ‘abbiamo’ in termini di possesso ed attaccamento? Oppure in termini ‘familiari’:
ai propri figli, grazie ai quali si trova la forza per ‘andare avanti’. Ma ‘andare avanti’ dove? Nel loop. E dov’altro? Come sulla ruota del criceto.
Spingi, spingi, puff puff pant pant… che fatica. Però vuoi mettere la soddisfazione? Ma quale soddisfazione? Quell’apparente stato di serenità, più rassomigliante ad una stanchezza troppo spinta che ad un effettivo stato di rilassatezza? Molto simile all’abbronzatura da ‘ferie annuali’, che passa dopo una settimana dal ritorno in ufficio.
Ci stiamo veramente accontentando. E il ‘bello’ è che questa rinuncia ha certamente un senso, in ambito Divino. Ci ‘serve’.
‘Con la crisi del sistema economico e finanziario l'acquisto di terra è diventato una appetibile forma di investimento per mettere al sicuro il denaro dalle rischiose fluttuazioni dei mercati ma soprattutto per trovare una opportunità di lavoro alternativa con l'aumento preoccupante della disoccupazione’.
È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che negli anni della crisi i terreni agricoli, come l'oro, hanno aumentato il proprio valore a differenza di quanto è accaduto per gli investimenti nel mattone o nel mercato azionario…
Link
Siamo ‘prevedibili’. Chi è che ci ‘muove’? Facciamo tutto da soli?
Io direi che assolutamente questa ‘ipotesi’ non è possibile. La Vita è sempre una orchestrazione di fattori e, questa legge, è valida ad ogni livello. Non facciamo finta di non applicare gli stessi principi, scoperti ad altri livelli, anche al nostro, ossia a quello ritenuto dominante.
Noi siamo ‘contenuti’. Non c’è alternativa…
Il contenimento è un concetto derivato dal modello di W.R.Bion, contenitore/contenuto, che indica una funzione (termine leggibile anche in senso matematico di relazione fra due entità) fondamentale per il funzionamento mentale e lo sviluppo psichico.
In particolare nel rapporto madre/bambino (neonato, infante) Bion ha usato il termine 'révèrie' per indicare una funzione mentale attuata istintivamente dalla madre per accogliere i contenuti indigeribili (usando una metafora che evoca la fisiologia dell'apparato digerente) per la mente in formazione del bambino e restituirli detossificati e resi digeribili.
La relazione contenitore/contenuto, e le sue vicissitudini, appare come una funzione universale applicabile a contesti diversi, dalla psicologia individuale e dei gruppi piccoli e grandi, alla linguistica (significante/significato), alla sociologia, ecc…
Link
In televisione con 'contenitore' si intende un programma televisivo con conduzione o meno che contiene altri programmi televisivi. Questo termine viene usato anche più genericamente per indicare un varietà e un talk show…
Link
Un Vaso: nel linguaggio della Kabbalah si parla del desiderio come un Vaso.
Anche se alla fine ci può essere un limite al nostro appetito, non esistono limiti al nostro desiderio. Viviamo con il pilota automatico inserito, mossi dal costante bisogno di appagare i desideri che abbiamo nel cuore e nell’anima. Desiderare la felicità rappresenta la nostra vera essenza, anche se può significare cose diverse per ciascuno di noi.
La Kabbalah riassume ognuna di queste differenti forme di appagamento in una sola parola: Luce.
La luce include anche quella forza che chiamiamo intuito. Quello spirito che abbiamo dentro e che risveglia in noi la speranza. Il carburante che ci spinge ad andare avanti.
La costante felicità e l’entusiasmo dell’essere vivi. La luce rimanda a una felicità senza fine, a una gioia costante. È la differenza che esiste tra piacere e appagamento. Questo appagamento costante è definito Luce. Esaurire la Luce è ciò che ci rende infelici. Più Luce abbiamo nella nostra vita, più a lungo i nostri desideri restano appagati e più felici siamo. La Luce viene definita anche come il conforto, la sicurezza, la tranquillità mentale di sapere che la felicità ci sarà anche domani. Quando siamo connessi con la Luce, non esistono la paura, l’ansia, o l’insicurezza riguardo al futuro.
La Luce è la sostanza più diffusa nell’universo.
Riempie il cosmo e permea la nostra realtà. È infinita.
Se il desiderio è la nostra essenza, e l’universo è inondato di Luce, che cosa si frappone tra noi e una felicità senza fine?
Risposta: un Velo.
All’origine di ogni evento 'improvviso' c’è sempre una causa nascosta, qualcosa che ci è sfuggito. Nel passato, da qualche parte, deve essere stato piantato un seme. Non esistono errori. Non esistono coincidenze. Né incidenti né catastrofi improvvise. Tutto ciò che accade ha sempre una ragione.
Non siamo capaci di vedere al di là del tumulto momentaneo per cogliere il grande disegno.
Tutte le cose sono connesse. La Kabbalah scoprì questo concetto secoli fa. Per quanto la nostra vita possa sembrare caotica, in essa si cela un ordine intrinseco. Ogni forma di conoscenza, saggezza e gioia dimora in questo regno. È il dominio di ciò che i cabalisti chiamano Luce.
Edison, Einstein e Newton scoprirono soltanto qualcosa che esisteva già…
Il potere della Kabbalah (Una tecnologia per l’anima) - Yehuda Berg
Apriamo la prospettiva, la consapevolezza di ‘non essere soli’ e che tutto sia scritto a ‘matita’, in maniera tale ‘da non essere calcato in versione definitiva, ma solo propositiva e conseguente ad un certo livello caratterizzante il cammino più affine per giungere a…’.
Il cammino è individuale ma si riflette su quello di tutti gli altri. La sinfonia è composta dai singoli…Noi, i singoli, siamo il 'contenuto', ossia la 'preziosità informativa dell'esperienza':
valore aggiunto.
Apriamo i nostri ‘occhi’. Dipende anche da noi, no?