(Ti) sei abituat3 a “ragionare” secondo singolar-convenienza. Infatti, se a te/“te”... l3 tal decisione comporta interesse particolare, ovvero “ti conviene”, allora (allora) l3 fai;
e-segui l’ordine ricevuto.
Sì… ogni tua decisione è “tua”, nell’Anti-Sistema = “serve”. È grado di servizio. E, di più, è assolutamente causale.
Tant3 che... si sono sviluppat3 fior di “teorie” che implicano proprio tale forma di sfruttamento a mo’ di status quo.
Se sarai felice per prim3 “tu”, allora farai ciò che (ti) viene propost3. No?
Quante “nonsolocatenedisantantonio”, conosci che funzionano in tal modo. Un’infinità, perlomeno.
Ma, forse, non te ne avvedi.
Oppure, l3 sai ma non reputi che a livello di significato, siano “così (qua)” portanti.
O, ancora, credi che anche ciò faccia parte del “giogo della vita (che riconosci soprattutt3 in quanto ad auto sopravvivenza)”.
Non è per nulla difficile, di/in conseguenza, progettare “proposte” – per l’essere che è costantemente “a Massa” - che vanno tutt3 nella medesima direzione di s-fondo.
Ed è facile, però, scambiarl3 per “oro colato”, da parte di chi versa sempre ad “a valle” rispetto a cosa/chi pre-occupa il ruolo eco-dominante + ogni sottoDomin3 regolarmente ad “a monte”.
Se ti sembra che tutt3 ciò sia, diciamo, come… un3 stupidata, bè, allora si spiega automaticamente da/in sé, il perché di tale forma sociale del reale che, se te ne accorgi (auto decodificando ad hoc l’informazione ambientale) “denuncia (dimostra)” proprio tale essenza ed essenzialità:
tu sei “tu”
in quanto che
l3 vita che vivi è sopravvivenza
all’insegna dell’interesse “superiore”
che s-cambi per “Dio” o l’essere Big Bang.
Un ambiente dis-eguale auto comporta, significativamente, che “sei in un3 sorta di auto incanto, in cui – a prescindere – non esiste; c’è chi ne es-trae il massimo del proprio vantaggio = sei prima in gerarchia e, poi, in democrazia o quell3 che è (in cui credi)”.
Ergo:
quale mai sarà il “megatrend” in tale forma di megamix?
Come funzionano l3 “cose” se il reale ha sostanzialmente forma “piramidale”?
Il megatrend sarà (“è”) un3, ovvero:
ciò che s’emana dal vertice piramidale
ossia
chi “risiede” nel vertice piramidale.
Perché l’ambiente riflette tale situazione?
Perché c’è tale situazione. No?
Più “evidente” di così, che vuoi? Forse che ti venga chiaramente dett3? Allora stai fresc3. Figurati se…
È come se… chi si è adoperat3 al fine di costituire il proprio “parco giochi (o miniera d’oro)”, ad un certo punto decidesse di rendere pubblico che si tratta, essenzialmente, di sfruttamento dell3 stato “naturale” di ogni s-oggetto ivi auto residente.
Perché dovrebbe farl3? Infatti, non l3 fa.
Ma, è l’ambiente che riflette ciò, in primis.
Ecco perché tu devi essere “tu”, (nel) “qua (così)”.
È persino logic3. E… talmente verità originale, da non crederci, poiché “di-mostra” ciò che continua a succedere, partendo dal principio che “è già success3”:
l3 “denuncia” di qualcosa di totale
è, appunto, totale
cioè
proprio da non crederci
poiché giudichi – guarda non caso – non essere “conveniente” per… “te”.
Ecco i tre megatrend che stanno cambiando il mondo.
Masja Zandbergen, responsabile dell’integrazione Esg di Robeco, spiega che in tema di sostenibilità, i cambiamenti climatici rimangono la principale sfida per l’uomo, con effetto “terremoto” sui modelli di business.
Al tempo stesso, l'aumento delle disuguaglianze costringe ad osservare i vari paesi da una prospettiva top-down… mentre la cybersicurezza offre opportunità e rischi di tipo bottom-up.
Megatrend n. 1: cambiamento climatico…
Megatrend n. 2: aumento delle disuguaglianze…
Megatrend n. 3: cybersicurezza…
Pierpaolo Molinengo Trend Online 4 dicembre 2018 Link
Parti dal presupposto che il clima “cambia” per ragioni tutt3 ancora da dimostrare. Certo, c’è l’inquinamento “industriale”, ma, ti dicono che l3 Terra ha già più volte conosciuto momenti come quest3, senza che ci fosse alcun3 “industria” ad ammorbare l’aria.
Dunque, che cosa “comprendi” del ragionamento “espert3”, se, non conosci tale idioma che, infatti, è alquanto di parte, ossia, devi più che masticarl3 al fine di trarne valore aggiunto in termini non solo professionali.
Allora, tant’è che non te ne fai nulla.
A meno che sei un’addett3 ai lavori, e dunque ne ricavi un vantaggio che credi essere solamente personale, tirando sempre l3 volata all’essere costantemente Anti-Sistema (come – in – un impianto di auto condizionamento d’assieme, che esegue manutenzione programmat3 automaticamente).
Già dett3 che il megatrend, nell’Anti-Sistema, è un3, allora che cosa significano i tre sotto “megatrend” = sono informazione ambientale infrastrutturale frattale espansa, e, dunque, significano l’Anti-Sistema in funzione.
L'aumento delle disuguaglianze costringe ad osservare i vari paesi da una prospettiva top-down… mentre la cybersicurezza offre opportunità e rischi di tipo bottom-up… = ?
Innanzitutt3:
l'aumento delle disuguaglianze costringe a… (ecco l3 forma piramidale in azione).
Poi, i singoli termini “tecnici”, vanno a dimostrare ancora di essere d’assieme in qualcosa che (ti) ha, senza per/con ciò dartel3 a vedere, a meno che (non) ti accorgi, essendo dall’atteggiamento “formulare”, da/in cui poter effettuare l’auto decodifica del “dato”, in termini di significato = a prescindere da ciò che usual-mente tendi ad osservare, prendere in esame, vedere, sentire, ragionare, credere, immaginare, seguire, concludere, sembrare, etc.
La programmazione top-down è uno stile di programmazione in cui la progettazione inizia specificando parti complesse e suddividendole successivamente in parti più piccole (divide et impera)…
Link
Divide et impera…: ma va? Quale “sorpresa”.
Eventualmente, i componenti sono specificati quanto basta per la codifica ed il programma viene anche scritto. Questo è l'esatto opposto della programmazione bottom up.
Il nome top down significa dall'alto verso il basso:
in "alto" viene posto il problema e in "basso" i sottoproblemi che lo compongono.
Il nome ricorda anche una raffigurazione a piramide:
l'obiettivo finale è la cima della piramide, e i sottoproblemi che lo compongono formano la base…
Link
Il nome ricorda anche una raffigurazione a piramide…:
ma no? Chissà come mai?
L'obiettivo finale è la cima della piramide...: come no? Con ogni sottoproblema che funge d'auto impregnante.
Il top down parte dall'obiettivo e da esso fa scaturire la strategia direttamente adatta a determinare l'obiettivo stesso, quindi valorizza il perché e da esso fa dipendere il come;
nell'ambito della strategia mirata a determinare direttamente l'obiettivo individua le risorse necessarie, precisa quelle disponibili e identifica quelle mancanti, propone successivamente ogni risorsa mancante come sub-obiettivo ovvero come sotto-problema in cui ciascun sub-obiettivo richiede una sub-strategia ad esso correlata…
Link
Ecco, allora, l'essere in Rete e l3 Rete (ragnatela senza alcun ragno evidente).
Ci sei?
L'obiettivo è, allora, “come prolungare all’infinito l’Anti-Sistema”.
Ecco cosa (chi) “è già success3” sostanzialmente. E, allora, cosa (chi) continua a succedere causalmente o “per caso”.
Il bottom up richiama invece un'immagine raffigurante una freccia in cui la coda è il bottom (la parte bassa) mentre up è la punta:
dal punto di vista dinamico si parte dal bottom e si procede verso up.
Il bottom up prende corpo dal punto di partenza (bottom) ovvero dalla situazione iniziale; considera l'obiettivo finale, induce a costruire un percorso sequenziale organizzato in passaggi successivi in cui l'ancoraggio tra traguardi intermedi e obiettivo finale è generalmente ricercato in modo intuitivo (euristico)…
Link
Provenendo dal “basso”, ti manca sempre qualcosa/qualcun3. Ergo, ogni “anello” sarà costantemente senza collegamento apparente al vertice, che infatti non esiste; c’è.
Laddove, l’intuito che ti rimane, “serve” sempre a farti rimanere in tale salsa barbecue.
Nel processo di sviluppo software, gli approcci top-down e bottom-up giocano un ruolo fondamentale.
L'approccio top-down enfatizza la pianificazione ed una completa comprensione del sistema.
È ovvio che nessuna codifica può iniziare finché non si è raggiunto almeno un sufficiente livello di dettaglio nella progettazione di una parte significante del sistema.
Questo, comunque, ritarda la fase di test delle ultime unità funzionali di un sistema finché una parte significativa della progettazione non è stata completata.
L'approccio bottom-up enfatizza la codifica e la fase di test precoce, che può iniziare appena il primo modulo è stato specificato. Questo approccio, comunque, induce il rischio che i moduli possano essere codificati senza avere una chiara idea di come dovranno essere connessi ad altre parti del sistema, e quel tipo di link potrebbe non essere facile.
La riusabilità del codice è uno dei principali benefici dell'approccio bottom-up…
Link
L'approccio top-down enfatizza la pianificazione ed una completa comprensione del sistema… (allora “parti” da tale forma di atteggiamento).
L'approccio bottom-up… induce il rischio che i moduli possano essere codificati senza avere una chiara idea di… (allora “lascia” tale forma di atteggiamento).
Ma… l’essere “a Massa” è tale, proprio perché è in un3 situazione bottom-up, da un3 situazione top-down, che comprime e pressa uniformemente tutt3, come se non fosse affatto “stranezza particolare”.
Un po' come l3 legge 80/20 denuncia l3 squilibrio singolar-globale, eppure, viene ri-assunt3 in quanto a... “norma(le)” e, allora, solo da sfruttare ambientalmente.
Infatti, se sopravvivi sempre sotto ad un cielo plumbe3, dopo un “po’”, perderai persino il ricordo di un3 giornata solare…
Nel megamix, il megatrend. E, del resto:
dato il megatrend, ecco il megamix ad “a valle”.
“Fai… di-s-mettere tutt3 ciò. Sei o non sei, (in) te?”.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 10-37
“Riproduzione libera”.