All’interno di qualcosa che è tutto, perché “diventa progressivamente… tutto”:
che cosa sai?
SPS insiste particolarmente su questo “tasto”. Perché?
Perché “due e due non fa tre”. Ossia?
Perché è… logico. È logico in una maniera (il)logica, forse, per il comune pensiero, tuttavia, pur sempre di una logica trattasi. Quale?
Quella che (pre)vede che tutto sia ordinato gerarchicamente in una (con)struttura frattale:
una sorta di “nido”.
Qualcosa di simile a ciò che, ad esempio, fanno le api o i ragni o gli uccelli oppure... che abitano taluni animaletti o molto altro di simile. Sono certo che hai capito il concetto:
la tana, la base, la “casa”… della (com)presenza dominante è la “tua” realtà; tu che hai fatto “la tana, la base, la… casa” nella “tana, base, casa” altrui.
Sei, cioè, sul/nel territorio di competenza giurisdizionale (possesso) di qualcuno/qualcosa che (pre)ferisce non assumere le “cronache quotidiane della presa in esame” (interesse).
E lo sfuggevole della situazione è che, inoltre, questa (com)presenza dominante/signorile… può governare confidando nella possibilità (co)creativa, di questa dimensione, delle leggi a distanza che agiscono in maniera non locale (wireless):
- leggi che nascono prima di questa (com)presenza
oppure
- (com)presenza che, frattalmente, permette la nascita di queste leggi?
Il detto “ad immagine e somiglianza” esprime in sé la condizione di “replica frattale” di qualcosa che (pre)cede la “storia” (consegue-nza/nte) e, forse, che (pre)cede anche se stesso in qualità di ulteriore step della (di)scendenza.
Il frattale del “veleno”?
La possibilità di infiltrarsi/avvelenare (comandare) negli altri…
Un costrutto che “costruisce”, ossia, che dona luogo “alla tana, alla base, alla casa” del Principio o dei suoi step.
Di qualcosa che, nelle spire della costruzione dimensionale, abita attraverso versioni diverse di se stesso, le spire stesse dell’edificio che (con)seguentemente si evolve architettonicamente in qualcosa complessivamente inosservato, perché inosservabile… come lo è, ad esempio, la Via Lattea sino a quando ci si stazione all’interno.
Che cosa, SPS, sta trovando il modo di “vedere” e di dire?
He He He… la “forma entro la quale sei”.
Quale figura dai luogo, mentre sei nella forma?
Ancora la stessa replica? Qualcosa di diversamente arricchito/impoverito?
Se (con)segui ma non lo (ri)cordi più… a cosa dai luogo?
È tutto “tuo” ciò che ti agita e muove dentro?
La “forma frattale” (replica) è (co)creazione oppure “creazione assistita”?
In quale maniera sei interlacciato, nei confronti di quello che ti (pre)cede?
Fai attenzione; le spire temporali sono, appunto, “a spirale”… in una situazione simile il tempo è similare.
Per cui, si adatta o adatta?
Come puoi capire:
manca sempre un tassello, da qualsiasi situazione osservi/ragioni/rifletti/mediti.
Dunque?
L’unica via per “desistere” (trovare l’uscita) è ragionare per logica frattale, alla quale non serve il punto di origine ma desume tutto (in)direttamente a partire dal “dove ti trovi/sei”.
È la mente che cerca di non farsi mai bastare la frattalità.
Questo tipo di mente dalla quale s’emana questo tipo di (ir)realtà che, per interesse, l’infrastruttura di controllo (pre)serva da tutto e da tutti, permettendo che d’insieme l’umanità “soffra”, pur di emergere alla luce del Sole dichiarandosi apertamente.
La situazione è divenuta troppo radicata, complessa (incancrenita), marcia e, dunque, (ri)colma di paura… per affiorare spontaneamente, moralmente, alla tua superficie.
Costoro temono la tua ira.
E nel “mezzo/durante/frattempo”… tutto continua sull’unica via che “difende” dal crollo definitivo.
Tutto è carico e caricato su di te.
Tu sei il giudice, anche se sei sempre imputato.
Nella “media” vieni/sei confuso. I numeri sono come palline colorate nelle mani dell’abile “giocoliere”, mentre tu stai a guardare, meravigliato, all’interno (d)ove si agita il “bambino” che sei.
Bankitalia: Cala ricchezza famiglie, nel 2013 356mila euro medi (-1,4%).
Nel primo semestre del 2014 la ricchezza netta delle famiglie italiane sarebbe diminuita dell'1,2 per cento in termini nominali rispetto allo scorso dicembre. Lo rileva la Banca d'Italia, che sottolinea che si tratta di stime preliminari.
Alla fine del 2013, spiegano da Bankitalia, la ricchezza netta delle famiglie italiane era di 8.728 miliardi di euro, pari in media a 144.000 euro pro capite e a 356.000 euro per famiglia…
Alla fine del 2013, la ricchezza abitativa delle famiglie italiane superava i 4.900 miliardi di euro, registrando una flessione del 4,1 per cento rispetto all'anno precedente (-4,4 per cento in termini reali)…
Continua Bankitalia, evidenziando che "relativamente basso risulta il livello di indebitamento (81 per cento del reddito disponibile), nonostante i significativi incrementi dell'ultimo decennio".
Link
Alla fine del 2013, spiegano da Bankitalia, la ricchezza netta delle famiglie italiane era di 8.728 miliardi di euro, pari in media a 144.000 euro pro capite e a 356.000 euro per famiglia…
Così come ogni italiano ha circa trentamila euro di debito, pro capite…
Dunque, sei in attivo:
144 – 30 = 114
Ma lo sai molto bene che questa è la media espressa da:
Il pollo di Trilussa.
Sai ched'è la statistica? È 'na cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre egualepuro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.
Trilussa, La Statistica
Di fatto il componimento di Trilussa non fa altro che affermare che se qualcuno mangia due polli, e qualcun altro no, in media hanno mangiato un pollo a testa, anche se di fatto sappiamo che uno non l'ha mangiato.
La scelta del pollo va inserita nel contesto storico, in quanto ai tempi di Trilussa mangiare pollo era considerata "una cosa da ricchi", ma anche se oggi in Italia la situazione è diversa il significato del ragionamento umoristico non cambia.
Quindi sebbene facendo la media sulla popolazione potesse risultare che ogni persona mangia un pollo (quindi abbia un certo benessere) nella realtà potrebbero essere in molti a non poterselo permettere e il dato sarebbe ingrossato dal consumo della fascia di popolazione più ricca…
Link
Mentire con le statistiche (How to Lie with Statistics) è un noto testo di Darrell Huff. L'edizione italiana è stata pubblicata da Monti & Ambrosini Editori su licenza di Pollinger Ltd.
Presentato ironicamente dall'autore come "una specie di breviario su come usare le statistiche per ingannare", il libro è in effetti un brillante corso di autodifesa contro distorsioni e manipolazioni dell'informazione attraverso l'uso di dati statistici, e appartiene a tutti gli effetti al genere della divulgazione scientifica.
Pubblicato per la prima volta nel 1954, ha venduto nella sola edizione inglese più di mezzo milione di copie, diventando il testo sulla statistica più letto di tutti i tempi...
Nel 2005, in occasione del cinquantesimo anniversario della prima edizione, il prestigioso Institute of Mathematical Statistics ha dedicato al libro di Huff una sezione speciale della sua rivista.
L'edizione italiana riproduce le illustrazioni originali di Irving Geis, alla cui simpatica immediatezza si deve certamente parte del successo del libro.
Viene attribuita a Benjamin Disraeli la frase:
There are three kinds of lies: lies, damned lies, and statistics ("Ci sono tre specie di bugie: le bugie, le sfacciate bugie, e le statistiche").
Struttura dell'opera.
L'edizione italiana è aperta dalle premesse dei curatori:
1. Un libro prezioso (R. Puglisi)
2. Capire con le statistiche (G. Livraghi)
Il corpo centrale del libro è composto dall'introduzione di Darrell Huff e dai dieci capitoli dell'edizione originale:
1. Il campione con l’errore incorporato
2. La media ben scelta
3. Quei piccoli numeri che non ci sono
4. Molto rumore per praticamente nulla
5. Il grafico fantasmagorico
6. L’immagine monodimensionale
7. Il numero pseudoconnesso
8. Il vecchio post hoc ritorna in sella
9. Come statisticolare
10. Come reagire alle statistiche.
In chiusura, il Post scriptum all’edizione italiana:
1. L’arte di dare una seconda occhiata (R. Puglisi)
2. Alcune citazioni
3. Come prima, più di prima (G. Livraghi)
Link
Una specie di breviario su come usare le statistiche per ingannare…
Licenza di Pollinger Ltd (He He He… che casuale simpatia).
All’umano non manca l’intelligenza ma, semmai, manca il (ri)cordo, l’orma di ciò che ha già, di fatto, capito e compiuto, (s)velato…
Qualcosa “nel mezzo” contribuisce al regolare reset, come se un malato fosse malato per via delle medicine che continua a prendere, credendosi malato… perché gli hanno detto che… (loop ad incanto, pendolo, piano inclinato).
Che dire? Sei proprio un “pollo” o, meglio, sei sazio di statistica ma rimani a pancia vuota.
|
Ma quale costellazione? Trattasi della Sardegna (dalla Iss). |
|
Ma quale costellazione? Trattasi del Nilo (dalla Iss). |
Papa Gregorio XIII e la riforma del calendario del 1582.
La storia del calendario è storia di Concili e di Papi e nella nostra cultura inizia con gli Imperatori Romani.
Il calendario riguarda la vita civile, la scienza, in particolare l’astronomia, e la vita ecclesiastica.
Nella vita civile il calendario non è uno strumento neutro.
Stabilire un calendario è imporre la propria organizzazione del tempo, e seguirlo vuol dire riconoscere l’autorità che lo ha predisposto.
Per questo alcuni storici riferiscono che il protestante Keplero, pur in accordo come astronomo con i calcoli del calendario riformato sotto papa Gregorio XIII, dirà che è preferibile "essere in disaccordo con le stelle piuttosto che dichiararsi in accordo con il papa"…
Sei nell’ombra della costruzione temporale che si (di)parte dal 1582:
da “lì”, una "corda tesa" ti raggiunge ovunque tu vada nel tempo, seguendo sempre lo stesso solco d’aratro…
Anzi, di più:
la "corda tesa" è fissata ad un punto di futuro, al quale “tendi”.
La "corda tesa" è tutto ciò al quale, ora, ti aggrappi per continuare la “tua” Vita.
Tu "vibri" perchè sei fatto vibrare ad una certa frequenza, ad hoc, corrispondente al detto marinaresco:
"alla via così".
Wow: e, allora, dove vuoi andare, diversamente?
Che ne dici di questo grado di libertà concesso(ti) dal “nulla”?
Così è se… ti (ap)pare.
Davide Nebuloni
Nessun commento:
Posta un commento
"Fai..." un po' Te.