Jakob Böhme
Ognuno è unico. Lo dicono anche le “impronte digitali”.
Dunque, come può un umano trarre estremo giovamento dalla lettura di un libro scritto da un altro essere umano? Prima o poi, nella lettura, si giunge ad un livello tale che “il contenuto letto, inizia a reclamare troppo spazio all’interno del lettore/contenitore”.
È a quel punto che occorre “fermarsi” e procedere in altra direzione, come dire… più autentica relativamente al sé.
Il cammino altrui, anche se della stessa specie, è foriero della vicenda personale altrui che, con la propria, molto spesso non ha altro fattore comune oltre all’analogia ed alla caratteristica riflettente di sé nell’altro.
Non c’è mai nulla che sia considerabile “inutile o casuale” ma tutto concorre alla riflessione. Tuttavia, c’è sempre un limite oltre al quale un processo (come la lettura) rischia di diventare tossico o radioattivo, ossia… invasivo e veicolante principi virali, altamente aggressivi della propria sfera.
Utilizzando l’Analogia Frattale (meglio nella sua forma più intima, definibile “Sincronico/Istintiva”) ed il Metodo Indiretto, è possibile utilizzare “tutto ciò che viene/esiste” in maniera tale da “maneggiarlo con cura, attenzione e sicurezza”.
Ciò che si concretizza, nel Tempo, è una continuità tra la propria “base” e ciò, di esterno, con il quale s’interagisce.
Il Metodo Indiretto è un ottimo "evidenziatore di tracce" riferibili ad una presenza non manifesta o ad una informazione enunciata tra le righe o, trasversalmente, raggiungibile per deduzione ed attenzione.
Se l’osservare direttamente la sfera solare comporta perlomeno un “disagio”, derivante dalla mancanza di abitudine piuttosto che dalla potenza della radiazione luminosa, è possibile mediare l’inconveniente attraverso una visione indiretta della stessa presenza solare; le ombre o gli effetti della diffusione luminosa sull’ambiente, raccontano sempre la “medesima vicenda”.
Questo metodo, logico/intuitivo (o indiretto), permette di raccogliere dati sensoriali, reali e anche “creativi” (multi dimensionali) di una presenza “inosservabile direttamente” (il Sole) ma, comunque, attivamente presente nel contesto scenografico/materiale in questione.
In quanto “legge”, tale fenomeno costituisce "valida prova" del rilevamento di presenza/informazione “non detta e non scritta, ma enunciata attraverso manifestazione energetica indiretta”.
Un esempio.
Lo Shuttle visto da vicino.
Una serie senza precedenti di immagini navigabili per esplorare l'interno dello Space Shuttle come l'hanno visto solo i suoi piloti: sono i "Gigapan" realizzati in esclusiva da National Geographic subito dopo l'"andata in pensione" della navetta spaziale.
Il 17 aprile il Discovery, lo shuttle più "anziano", è stato trasportato sulla groppa di un Boeing 747 modificato, dalla Florida all'aeroporto Dulles di Washington. La sua destinazione finale è lo Steven F. Udvar-Hazy Center di Chantilly, in Virginia, una struttura dello Smithsonian National Air and Space Museum dove sarà esposto al pubblico.
Ma anche allora i visitatori non saranno autorizzati a entrare nella cabina e manovrare i comandi del pilota. Così, i fotografi di National Geographic hanno scattato una serie di fotografie ad alta risoluzione e a 360 gradi di ciascuno Shuttle, che poi sono state assemblate in alcune grandi foto navigabili interattive.
La Nasa e la United Space Alliance, il principale contractor che si occupava degli Shuttle per conto dell'agenzia spaziale, hanno consentito l'accesso alle navette subito dopo le loro ultime missioni. "Finché erano in servizio", spiega Lisa Fowler, portavoce della Nasa al Kennedy Space Center, "gli Shuttle dovevano essere tenuti in perfette condizioni di pulizia e integrità": non era quindi possibile farvi entrare estranei.
"Ora che sono pronti per essere esposti al museo, abbiamo potuto metterli a disposizione dei media".
Il risultato è, ad esempio, l'immagine zoomabile del ponte di comando (flight deck) del Discovery, che ha una risoluzione di 2,74 gigapixel. "È fantastica", commenta Scott "Doc" Horowitz, ex astronauta della Nasa che è stato sia comandante sia pilota della navetta, "ma non somiglia a quella su cui ho volato io. All'epoca il Discovery aveva ancora una strumentazione vecchio stile".
"Immagini come queste", continua l'astronauta, "fanno capire quanto sia complesso manovrare un veicolo che viaggia nello spazio e portare a termine una missione spaziale con equipaggio"…
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risoluzione di 2,74 Gigapixel.
Attualmente, in commercio, esistono fotocamere digitali capaci di raggiungere i 16 megapixel circa. Dunque?
Nota la differenza:
2,74 Gigapixel vs 16 Megapixel.
C’è una enorme differenza di potenziale. Qualcosa che va nella direzione di quella “obsolescenza programmata” che spinge il consumatore a cambiare in continuazione il proprio “gadget tecnologico”, in funzione di una corsa sfrenata alla presunta innovazione e potenza/funzionalità disponibile.
Cosa sono i "Megapixel".
Un pixel è un unità di misura di un immagine digitale…
I megapixel sono una specie di specchietto per allodole per far credere alle persone inesperte che le loro macchine fotografiche sono vecchie e sono da cambiare. Il meccanismo che vi vogliono far crede è semplice: una macchina è migliore di un altra se ha più megapixel. Ma è assolutamente falso…
Ecco un esempio pratico.
Apple svelerà il nuovo iPhone il 10 settembre.
10 settembre 2013. È questa la data in cui Apple potrebbe svelare al mondo la nuova versione dell'iPhone.
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Indirettamente, il dato relativo ai 2,74 Gigapixel afferma quanta “strada” abbiano davanti a sé i costruttori di “tecnologia”. Strada che ti indurranno a percorrere a suon di motti pubblicitari e slogan accattivanti.
La via è aperta e sei sulla direzione deviata rispetto al tuo più autentico cammino.
Le infrastrutture addolcenti ed avvolgenti la via artificiale, sono quanto di più apparente ed accomodante tu possa trovare ma… a ben riflettere sulla velocità di obsolescenza di tutto quello che compri, sembra che l’ambiente sia estremamente “corrosivo” e tenda a consumare tutto e tutti.
A vantaggio di chi?
Il Nucleo Primo non appare mai e mai lo farà. Come lo puoi “raggiungere”? Come puoi anche solo accorgerti di lui?
Böhme era convinto che l'uomo avesse la capacità di comprendere il mistero di Dio, da lui concepito come la realtà informe e originaria da cui prende vita la creazione.
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È la semplicità, applicata alla tua unicità, che ti permette di aprire gli occhi e vedere.
Non perderla mai di vista. È un buon consiglio…
Riparti da te stesso
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