Ascoltando la radio, scrollando fra i canali, si percepisce immediatamente che c’è una sola mano in azione. Così come per gli altri Media: Tv, Internet, Smartphone, Stampa. Sì, lo smartphone è un Media. In tale “bio-diversità” l’iter quotidiano è identico. I Dj intonato le loro “ore” tutti quanti allo stesso modo; spesso parlano con le stesse voci di grilli o cicale. Un po’ come gli anchorman nei vari Tg. C’è una vera e propria “scuola” dietro. La stessa. Come a dire, “mi sono laureato nella migliore università del mondo”. Quale mai sarà? È quella che ricorda la famosa isola che non c’è. Non un mistero, per carità. Semplicemente, un luogo privato non per tutti. Non importa se è proprio da lì che viene una delle grandi frecce dell’arco globalista: l’inclusione. Che fanfaluca. L’inclusione è rifiutata addirittura all’ingresso nei predetti canali di formazione, tipici dell’esercito, dell’essere in forza ad apparati militari a cui si deve tutto, non solo la cieca obbedienza. Non a caso l’esercito ha delle accademie di formazione. Laddove le università sono, parimenti, luoghi di indottrinamento camuffati: come i mezzi militari con il fogliame ed il colore stesso delle carrozzerie. Gli “studenti” sono sempre pronti ad essere lanciati nel campo della “protesta”: come corpi scelti, arieti, teste di… ponte, grimaldelli, piedi di porco o ignoranti modello morti sopravviventi. La cosa che lascia di stucco è che questo potere è ovunque e controlla tutto. Anche solo prendendo la “Italia”. Però, si vede molto meglio ad esempio tutto attorno alla Russia (che ha dichiarato illegali certe organizzazioni), laddove è tutto un parassitare e pullulare di “Ong” che predicano bene per poi razzolare male ma più avanti, quando condurranno quegli Stati alla bancarotta, dovendo essere “aiutati” dal solito branco di lupi infami e famelici.