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mercoledì 26 settembre 2012

Sacheen Littlefeather.




Osservando una fotografia come quella riportata appena sotto, cosa vediamo? Il Sole? O piuttosto un effetto ottico inneggiante al Sole?


Se si la si osserva con convinzione nel suo centro, si avrà l’impressione tangibile che occorrano gli occhiali da Sole per reggere all’impatto della luce. È logico che tutto ciò sia apparente. Infatti, la zona centrale di luce è composta da colore bianco, originario del fondo bianco della pagina Web. Se osservate il bianco, in un qualsiasi punto della pagina di SPS, non avrete e non riceverete la stessa sensazione di bagliore

Cosa si evince per 'Analogia Frattale'?
  • che siamo regolarmente impressionabili, attraverso meccanismi anche studiati a tavolino
  • che la concentrazione di luce, bagliore, può essere ottenuta anche con effetti di composizione grafica e, magari, anche sfruttati come se fossero veramente fonti luminose
  • che la nostra mente partecipa attivamente e sensorialmente al processo visivo, che pertanto è illusorio.
Ossia:
  • prevedibilità della reazione umana
  • possibilità di manipolazione umana attraverso la sua conoscenza
  • apparenza del luogo dimensionale 3d, che ospita
  • utilizzo della mente adattato al tipo di luce che la colpisce.
È il consueto loop, da bypassare attraverso la conoscenza di se stessi.

Analogamente, la manipolazione umana premeditata e derivante dalla conoscenza, la ritroviamo in ogni ambito sociale, ad esempio nella veicolazione di notizie ad opera dei Media:

Sbarca in Italia l'Huffington Post.
Sbarca in Italia l'Huffington Post, celebre sito di informazione politica ed economica americano, ed è subito un successo in rete. Complice l'intervista esclusiva a Silvio Berlusconi, dopo 94 giorni di silenzio, alle 18 il sito italiano aveva avuto 250mila visitatori e oltre 1 milione di accessi su una singola pagina.  

Risultati che fanno piacere al direttore Lucia Annunziata ma che non rendono meno difficile l'obiettivo di un milione e mezzo di visitatori al mese da raggiungere entro l'anno

Accanto a lei, alla serata di presentazione del nuovo sito, la fondatrice Arianna Huffington, che spiega come la versione italiana sarà curata interamente da giornalisti del nostro paese e cercherà di raccontare, anche attraverso i blog, ‘il vero volto dell'Italia’.

Il sito potrà contare su 200 blogger ‘che saranno la voce dell'Italia’ ma non saranno retribuiti. ‘È una scelta aziendale che io condivido pienamente - ha detto Lucia Annunziata - i blogger non sono giornalisti, non fanno inchieste, non cercano notizie, che tra l'altro ci costringerebbero anche a una azione di verifica, controllo e responsabilità; si narrano, scrivono delle cose e si confrontano’

Mi ha convinto l'intelligenza di Arianna Huffinghton’, ha detto Carlo De Benedetti, patron del gruppo L'Espresso, spiegando perché ha deciso di lanciare in Italia il celebre sito d'informazione politica ed economica americano

‘L'Huffington Post - ha aggiunto l'editore nel corso della serata di presentazione a Milano - è l'unica idea veramente innovativa nel modo del giornalismo degli ultimi 20 anni, tanto che l'ha spuntata perfino sul sito del New York Times’. La seconda ragione per cui il gruppo L'Espresso è diventato partner del sito americano è che ‘volevamo imparare - spiega De Benedetti - e questa piattaforma editoriale è veramente all'avanguardia’. ‘Il terzo motivo - conclude l'editore - è che questa iniziativa desse lustro al nostro gruppo’.
Link

Allora:

raccontare, anche attraverso i blog (200 blogger), ‘il vero volto dell'Italia’
i blogger non sono giornalisti, non fanno inchieste, non cercano notizie, che tra l'altro ci costringerebbero anche a una azione di verifica, controllo e responsabilità
.

Perché L'Huffington Post?
  • mi ha convinto l'intelligenza di Arianna Huffinghton
  • volevamo imparare
  • questa iniziativa desse lustro al nostro gruppo.
Quello che scrivono i giornalisti è differente per ‘qualità/verifica/controllo e responsabilità’, rispetto a quello che ‘riportano’ i Blogger? See… e io sono Biancaneve.

Personalmente mi firmo, per cui mi prendo le mie responsabilità. Inoltre, le fonti alle quali si attengono i giornalisti sono le stesse a cui devono sottintendere. È ancora il solito loop, a cui i Blogger, in parte, si sottraggono.

Il ‘vero volto dell’Italia’? Nella scelta dei nomi di quei 200 blogger, noto la stessa matrice che seleziona ‘mirate comparse’ nei giochi a quiz televisivi e al Grande Fratello. Non è cosa per tutti, a quanto pare. 

Il giornalista scrive notizie 'errabonde', in quanto le sue fonti sono di parte, come il vedere la stessa cosa e definirla bianca o nera in funzione del tipo di occhi che ci hanno fornito.

Anche i Blogger, nella loro gran parte, fanno così. Solo che lo fanno senza nemmeno rendersene conto. Manovrati alla perfezione dallo stesso tipo di potere e di influsso. È ormai molto diffusa la modalità di copia e incolla delle notizie, che vengono diramate dalle Agenzie di Stampa. Un modo veloce per essere al passo coi tempi e magari attirare anche un migliaio di persone sul proprio sito/blog, senza aggiungere nulla di più alla notizia nuda, cruda e preconfezionata... come dei pappagalli o degli apparati di trasmissione del pensiero altrui.

Una questione di interesse personale, dunque.

Anche il Web è stato plasmato dalla medesima forma pensiero, che aleggia per ogni dove nelle 3d. Quando scrivo che ‘dipende da noi’, a cosa diamine mi riferisco, secondo voi?

Ma a chi porgo la domanda? A chi?

Ecco la dimostrazione che tutto è uniformato alle forme pensiero, paradigma, abitudini, in corso:

Behman è un crociato del XIII secolo che, assieme al suo compagno d'armi Felson, abbandona le crociate a causa del suo rimorso per aver ucciso anche donne ed innocenti per volontà della Chiesa e decide di tornare a casa: per questo atto i due verranno considerati dei disertori
L'ultimo dei Templari 
 
Ecco il cambiamento innescato dai nuovi Tempi:

abbandona le crociate a causa del suo rimorso per aver ucciso anche donne ed innocenti per volontà della Chiesa.
 
L’associazione Crociate, soprusi, ingiustizia, Chiesa, è cosa notevole. Ormai è così, ma non per tutti, come è anche giusto che sia, per carità. Ciò dimostra che un certo paradigma si è dissolto e che una verità di diverso stampo è potuta emergere ed, ora, è possibile anche scegliere.

Ma, poi, ecco il turbamento e la critica all’attuale società perversata ancora dal ‘vecchio, che non molla tanto facilmente’:

per questo atto i due verranno considerati dei disertori.
 
Ecco la componente del giudizio in azione. E ognuno di noi è potenzialmente un Agente Smith…

Dipende anche da noi.

Osserviamo questa dinamica, ad esempio, osservando la trasformazione del filone film western:

per gli uomini e le donne in cerca di realizzazione, raggiungere la meta significava anche un nuovo modello di vita:  

diventare pionieri, vincere difficoltà e imprevisti di ogni genere e organizzare una società a partire dal nulla

Tutto ciò in una  lotta personale per affermarsi, molto dura con le poche  leggi che si riusciva a far rispettare. Si può trovare una fitta serie di esempi di questa mentalità in molti film western dove di solito gruppi di agricoltori della frontiera lottano per affermarsi contro gli indiani o contro altri coloni allevatori oppure debbono difendersi da avventurieri di ogni genere. 

Questo modello filmografico è rimasto immutato fino agli anni '70 del secolo scorso, quando le profonde trasformazioni sociali in atto in tutta l'Europa e negli stessi Usa hanno finito per mettere in discussione anche modelli culturali - quali quelli proposti con i film - che parevano indistruttibili.
Link

Le opere western sono solitamente ambientate nell'ovest americano del XIX secolo, tra la guerra di secessione che insanguinò quel paese (1861-1865) e la fine del secolo. Spesso le vicende sono inserite proprio nell'ambito della guerra di secessione o hanno la guerra di secessione sullo sfondo, sebbene storicamente in quelle terre non sia mai stata combattuta...

Gran parte degli western trattano di cavalieri erranti che vagano di città in città con tutti i loro beni: il vestito che indossano, un revolver ed un cavallo. Innovazioni quali il telegrafo, la stampa e la ferrovia sono spesso presentate come invenzioni recenti per sottolineare che l'azione si svolge sulla frontiera con il progresso che incombe

Canoni del western.
I film di genere western solitamente propongono vicende che portano alla conquista di ambienti selvaggi ed alla sottomissione della natura in nome della civiltà, oppure alla confisca dei diritti territoriali degli indiani, gli abitanti originali del luogo

La società western è regolata, inoltre, da codici di onore piuttosto che dalla legge, tanto che i personaggi solitamente non hanno un ordine sociale più largo della comunità in cui vivono, della famiglia o di sé stessi. In questi ambiti piuttosto ristretti la reputazione dei singoli si fonda o sulla violenza o sulla generosità, perché la generosità crea una relazione di dipendenza nella gerarchia sociale. Da questo punto di vista le vicende western sono accomunabili a quelle del genere gangster o di vendetta. In particolare, il genere western pone questi temi in primo piano descrivendo, spesso, il sopraggiungere della legge e del progresso come ineluttabile e negativo

Origini del mito del West.
La visione mitica del Selvaggio West può essere fatta risalire almeno a ‘Wild West and Congress of Rough Riders of the World’ (Il Selvaggio West ed il convegno dei cavalieri più duri al mondo), lo spettacolo che Buffalo Bill portò in giro per il mondo a partire dal 1883

Revisionismo del genere western.
Anche grazie agli Spaghetti-western, e a seguito del clima sociale di contestazione instauratosi dopo il 1968, a cominciare dai tardi anni sessanta del secolo scorso si è iniziato a mettere in discussione alcuni dei temi tradizionali del genere

dalla proposizione dei Nativi Americani come selvaggi al dualismo buono-cattivo all'uso della violenza come metro per misurare la forza di carattere o per affermare di essere nel giusto… 

In molti di tali film i Nativi Americani cominciano ad essere visti non più come spietati e pericolosi selvaggi, ma come vittime di un vero e proprio genocidio operato dai bianchi durante i decenni della conquista delle terre nordamericane dell'ovest

Gli stessi eroi della storia americana, lungamente mitizzati e celebrati nei decenni precedenti, vengono ora rivisti in modo critico, come Buffalo Bill nel film 'Buffalo Bill e gli indiani', se non addirittura sbeffeggiati come ad esempio il generale Custer in 'Piccolo grande uomo'. In alcuni dei western più moderni, inoltre, le donne assumono ruoli preminenti: 'Terra di confine - Open Range', 'The Quick and the Dead - Pronti a morire' e 'The Missing'…

Link 
 
Il Mondo cambia con noi. Non c’è dubbio. Ma questo cambiamento è anche sfruttato di volta in volta, da quel potere che cerca di trarne un proprio beneficio. Esso rappresenta la resistenza che, paradossalmente, permette al cambiamento di accadere. È il loop che conosciamo molto bene

Dagli anni 70 del secolo scorso, la forma pensiero dominante è cambiata diametralmente su molti aspetti del sociale, come diretta emanazione dell’accresciuta sensibilità degli individui. Non ci sono stati Media o poteri che abbiano tenuto. La trasformazione è avvenuta e, gioco forza, è stata ancora manipolata di conseguenza

Il 'benessere' è stato un’arma davvero micidiale. Col 'benessere' è subentrato l’oblio, la noia, la superficialità, quel falso ‘volemose bene’, che oggi ci fa dubitare di tutti e di tutto, che ci tiene lontani gli uni dagli altri, che ci vincola e ci amministra.

Seguiamo la vicenda dello ‘strano caso della statuetta Oscar, non voluta’ da Marlon Brando nel 1973. È indicativa dello stato di leggerezza, non a cui siamo sottoposti, ma a cui siamo chiamati. Tutto parte da un passo di un intervista recente a Roger Moore, che nel 1973 presenziò alla famosa ‘Notte degli Oscar’:

-  Una volta prese in prestito anche un Oscar, vero?
- Dovevo consegnare, insieme a Liv Ullmann, l'Oscar a Marlon Brando. Lui non venne e mandò una tizia vestita da pellerossa che fece un discorso sugli Indiani d'America. Nella confusione generale, l'Oscar rimase in mano mia e io non sapevo a chi darlo. Me lo tenni.

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Leggiamo bene con quale termine ha liquidato quello che accadde:
  • una tizia vestita da pellerossa
  • fece un discorso sugli Indiani d’America.
Se non è leggerezza questa. Va bene che Moore è oggi ultraottantenne, però quella non dovrebbe essere l’età della saggezza? Mi sono chiesto: 

che cosa è successo in quella serata, su quel palcoscenico così importante e diffuso in tutto il Mondo? Allora, il buon Blogger non giornalista, si è messo all’opera, e, cosa ha trovato? Ecco come leggerezza e confusione si siano combinate, ma ancora una volta, solo in apparenza:

la vittoria di Marlon Brando nel 1973 nella categoria Oscar al miglior attore protagonista. Brando preferì rinunciare alla statuetta: l'attore, che in quegli anni si era avvicinato alla causa degli Amerindi, inviò alla cerimonia una giovane squaw indiana, che tenne in sua vece un discorso di denuncia e di protesta contro l'ambiente Hollywoodiano; anni dopo si seppe che in realtà la ragazza non era una vera nativa, ma un'attrice
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Marlon Brando rifiutò il suo Oscar e non si presentò alla cerimonia di premiazione, in disaccordo sui maltrattamenti degli Indiani Nativi d'America da parte degli Stati Uniti e di Hollywood. Al suo posto inviò alla premiazione una squaw di nome ‘Sacheen Littlefeather’ per leggere il suo discorso di protesta. Brando fu il secondo attore della storia del cinema che aveva rifiutato tale premio…
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Per la sua interpretazione nel film 'Il padrino', Brando vinse il suo secondo Oscar ma, unico caso nella storia del cinema insieme a quello dell'attore George C. Scott, preferì rinunciare alla statuetta: l'attore, che in quegli anni si era avvicinato alla causa degli amerindi, inviò alla cerimonia una giovane squaw indiana, che tenne in sua vece un discorso di denuncia e di protesta contro l'ambiente Hollywoodiano; il nome della donna era Maria Cruz, un'attivista per i diritti civili di sangue per metà Amerindo e per metà Europeo
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Il grande Marlon Brando è sempre stato un po’ fuori dal coro, e anche in occasione dell’Oscar ricevuto come miglior attore per 'Il Padrino', nel 1973, ha voluto distinguersi. Si perché l’attore non solo rifiutò il premio ma non si presentò nemmeno alla cerimonia, inviando in sua vece una squaw. Brando con questo gesto mostrò il suo disaccordo sui maltrattamenti ricevuti dagli indiani d’America da parte di Hollywood e degli Stati Uniti.  La giovane, di nome Sacheen Littlefeather, che poi si scoprì essere un’attrice di origini indiane, salì sul palco e lesse alcuni stralci del discorso di protesta scritto da Brando, ringraziandolo per il suo supporto…
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Nel 1973, per protestare contro il trattamento riservato da Hollywood agli Indiani d’America, Marlon Brando delegò a 'Sacheen Piccola Piuma' l’incarico di ritirare l’Oscar da lui vinto come migliore attore nel film ‘Il Padrino’. Risultò in seguito che Sacheen Piccola Piuma non era affatto una nativa americana, bensì un’attrice californiana
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la ‘squaw’ Maria Cruz, detta Sacheen Littlefeather, che pronuncia un discorso di denuncia contro Hollywood, facendo le veci di Marlon Brando, Oscar nel 1973 per Il Padrino, assente per protesta contro i maltrattamenti agli indiani nativi d’America…
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È solo leggendo tutte le fonti trovate, che si può triangolare al meglio le informazioni e derivare il giusto punto prospettico. Ho, pertanto, utilizzato le infinite risorse della Rete, al fine di 'far quadrare i conti'. Le informazioni sotto riportate sembrano opera di traduzione posticcia ed automatica, ma sono molto significative. Ho cercato di sistemare leggermente il testo (sigh):

Sacheen Littlefeather è un attivista nativa americana, che indossò il vestito apache e presentò un discorso a nome dell'attore Marlon Brando, per la sua interpretazione ne' 'Il Padrino', quando boicottò la 45esima cerimonia di Premi d'Accademia il 27 marzo 1973, per protesta del trattamento di nativi americani dall'industria cinematografica

Marlon Brando fu coinvolto nell’American Indian Movement (AIM) negli anni 1970. Nel 1973, decise di fare un'affermazione sull'incidente del Ginocchio Ferito… Sacheen Littlefeather ha rappresentato Brando e il suo boicottaggio del Miglior Attore Oscar per 'Il Padrino' (1972), come un modo di protestare e portare all’evidenza l'assedio in corso al ‘Ginocchio Ferito’ e l'esposizione travisata di Hollywood e della televisione. 

Brando aveva scritto un discorso di 15 pagine per Littlefeather da leggere durante la cerimonia, ma quando il produttore la incontrò nel retroscena minacciò di... farla arrestare se avesse parlato in diretta per più di 60 secondi. I suoi commenti in diretta sono stati perciò improvvisati. Allora andò dietro le quinte e lesse il discorso intero alla stampa…
Link 
 
L’incidente del ‘Ginocchio Ferito’, per chi volesse approfondire, è leggibile in italiano maccheronico a questo link . È il consueto modo d’agire del più forte. Che dire? 

Se Littlefeather ha letto l’intero discorso alla stampa, possibile che non ne sia rimasta nessuna memoria storica? Ma certo che è rimasta. Basta saper cercare

Ovviamente nei siti d’informazione Usa, fonte di paradossale presenza/assenza di valori. Ecco il video originale dell’intervento di Littlefeather, permesso per soli 60 secondi, con tanto di finti o veri applausi del pubblico e del relativo pathos. Era il 1973:

 

Non solo… ho trovato anche il discorso 'abbreviato', sul sito del New York Times. Non conoscendo la lingua inglese, ho preso il testo e l’ho fatto tradurre a Google. Riporto sia il testo originale, perché in questa maniera rimarrà registrato in SPS, sia il testo tradotto automaticamente seppur con molti limiti. Sarebbe bello che qualcuno lo traducesse in un italiano corretto, se non altro per rendere onore ed omaggio ad un gesto coraggioso da parte di un uomo da ricordare:

March 30, 1973
'The Godfather'
That Unfinished Oscar Speech
By Marlon Brando

Beverly Hills, Calif. -- For 200 years we have said to the Indian people who are fighting for their land, their life, their families and their right to be free: ''Lay down your arms, my friends, and then we will remain together. Only if you lay down your arms, my friends, can we then talk of peace and come to an agreement which will be good for you.''
When they laid down their arms, we murdered them. We lied to them. We cheated them out of their lands. We starved them into signing fraudulent agreements that we called treaties which we never kept. We turned them into beggars on a continent that gave life for as long as life can remember. And by any interpretation of history, however twisted, we did not do right. We were not lawful nor were we just in what we did. For them, we do not have to restore these people, we do not have to live up to some agreements, because it is given to us by virtue of our power to attack the rights of others, to take their property, to take their lives when they are trying to defend their land and liberty, and to make their virtues a crime and our own vices virtues.
But there is one thing which is beyond the reach of this perversity and that is the tremendous verdict of history. And history will surely judge us. But do we care? What kind of moral schizophrenia is it that allows us to shout at the top of our national voice for all the world to hear that we live up to our commitment when every page of history and when all the thirsty, starving, humiliating days and nights of the last 100 years in the lives of the American Indian contradict that voice?
It would seem that the respect for principle and the love of one's neighbor have become dysfunctional in this country of ours, and that all we have done, all that we have succeeded in accomplishing with our power is simply annihilating the hopes of the newborn countries in this world, as well as friends and enemies alike, that we're not humane, and that we do not live up to our agreements.
Perhaps at this moment you are saying to yourself what the hell has all this got to do with the Academy Awards? Why is this woman standing up here, ruining our evening, invading our lives with things that don't concern us, and that we don't care about? Wasting our time and money and intruding in our homes.
I think the answer to those unspoken questions is that the motion picture community has been as responsible as any for degrading the Indian and making a mockery of his character, describing his as savage, hostile and evil. It's hard enough for children to grow up in this world. When Indian children watch television, and they watch films, and when they see their race depicted as they are in films, their minds become injured in ways we can never know.
Recently there have been a few faltering steps to correct this situation, but too faltering and too few, so I, as a member in this profession, do not feel that I can as a citizen of the United States accept an award here tonight. I think awards in this country at this time are inappropriate to be received or given until the condition of the American Indian is drastically altered. If we are not our brother's keeper, at least let us not be his executioner.
I would have been here tonight to speak to you directly, but I felt that perhaps I could be of better use if I went to Wounded Knee to help forestall in whatever way I can the establishment of a peace which would be dishonorable as long as the rivers shall run and the grass shall grow.
I would hope that those who are listening would not look upon this as a rude intrusion, but as an earnest effort to focus attention on an issue that might very well determine whether or not this country has the right to say from this point forward we believe in the inalienable rights of all people to remain free and independent on lands that have supported their life beyond living memory.
Thank you for your kindness and your courtesy to Miss Littlefeather. Thank you and good night.
This statement was written by Marlon Brando for delivery at the Academy Awards ceremony where Mr. Brando refused an Oscar. The speaker, who read only a part of it, was Shasheen Littlefeather.

Link
  
30 mar 1973
'Il Padrino'
Quel discorso d'Oscar non finito
Di Marlon Brando
Beverly Hills, California - Per 200 anni abbiamo detto al popolo indiano, che si batteva per la loro terra, la loro vita, le loro famiglie e il loro diritto di essere liberi: ‘Deponete le armi, amici, e potremo vivere insieme. Solo se deporrete le armi, amici, si potrà quindi parlare di pace e giungere ad un accordo che sarà positivo per voi’.

Quando hanno deposto le armi, li abbiamo uccisi. Abbiamo mentito loro. Li abbiamo truffati delle loro terre. Li abbiamo costretti a firmare accordi fraudolenti, che abbiamo chiamato’ i trattati’, che non abbiamo mai mantenuto. Li abbiamo trasformati in mendicanti in un continente che ha dato loro la vita… 

E da qualsiasi interpretazione della storia, abbiamo avuto torto, non abbiamo fatto bene (qua c’è una parte per me incomprensibile della traduzione automatica, che preferisco saltare)

Ma c'è una cosa che è al di là della portata di questa perversità. È il verdetto tremendo della storia. E la storia sicuramente ci giudicherà. Ma ce ne importa? Che tipo di schizofrenia morale è (omissis, per lo stesso motivo di cui sopra)

Sembrerebbe che il rispetto per il principio e l'amore del prossimo, siano diventati disfunzionali in questo nostro paese, e che tutto quello che abbiamo fatto, tutto ciò che siamo riusciti a realizzare con il nostro potere è semplicemente annientare le speranze altrui… di quelli che non tengono fede ai nostri accordi.

Forse in questo momento stai dicendo a te stesso: ‘cosa diavolo c'entra tutto questo, che cos’ha a che fare con gli Academy Awards? Perché questa donna è in piedi qui, rovinando la nostra serata, invadendo la nostra vita con le cose che non ci riguardano e che non ci preoccupano? Sprecando il nostro tempo e denaro con questa intrusione nelle nostre case.

Penso che la risposta a queste domande inespresse è che la comunità cinematografica è responsabile della denigrazione del Nativo Indiano, facendosi beffa del suo carattere, che descrive come selvaggio, ostile e malefico. È abbastanza difficile per i bambini crescere in questo mondo. Quando i bambini Indiani guardano la televisione, e guardano i film, e quando vedono la loro razza raffigurata come è nei film, le loro menti si feriscono in modi che non si può mai sapere.

Recentemente ci sono stati alcuni passi incerti per correggere questa situazione, ma troppo incerti e troppo pochi, così io, in qualità di membro di questa professione, non mi sento di poter, come cittadino degli Stati Uniti, accettare un premio qui, stasera. Penso che i premi in questo paese in questo momento non siano adatti per essere ricevuti o consegnati, fino a quando la condizione degli Indiani d'America sarà drasticamente alterata. 

Se non siamo custodi del nostro fratello, almeno cerchiamo di non essere almeno il suo carnefice.

Sarei stato qui stasera per parlare direttamente a voi, ma ho sentito che forse avrei fatto cosa migliore, se fossi andato a Wounded Knee per contribuire a prevenire in qualsiasi modo possibile l'instaurazione di una pace, che sarebbe disonorevole fino a quando i fiumi correranno e l'erba crescerà.

Mi auguro che coloro che sono in ascolto non considerino, questa, come un’intrusione maleducata, ma come un serio sforzo per focalizzare l'attenzione su una questione che potrebbe benissimo determinare se questo paese ha il diritto di affermare di credere nei diritti inalienabili di tutte le persone a rimanere libere ed indipendenti su territori che hanno sostenuto la loro vita al di là di ogni memoria d'uomo.

Grazie per la vostra gentilezza e la cortesia a Miss Littlefeather. Grazie e buona notte.

Questa dichiarazione è stata scritta da Marlon Brando per la consegna durante la cerimonia degli Academy Awards, dove il signor Brando rifiutò l'Oscar. L'oratore, che ha letto solo una parte di esso, era Shasheen Littlefeather.
Traduzione automatico di Google Translator.

Sarebbe bello trovare l’intero discorso, scritto da Brando, e quasi interamente censurato per… motivi di tempo?

Brando aveva scritto un discorso di 15 pagine per Littlefeather…

Termino, per oggi, con una importante constatazione, derivante dall’incrocio tra due fonti diametralmente diverse:
  • per mantenere lo strumento umano in stabile interazione con questo Mondo, i Progettisti dello strumento umano lo hanno dotato di certe costrizioni sensorie. Poiché queste non erano sufficienti, fu anche progettata nella Mente Genetica delle specie umane, una paura istintiva di essere distolta dalla sua realtà dominanteWingmakers 
  • le piante sono farmaci eccezionali come del resto i batteri intestinali probiotici che stiamo studiando intensissimamente. Paragono i probiotici al campo magnetico rotante di Tesla. I probiotici possiedono potenziali terapeutici enormi, volutamente occultati dall'industria farmaceutica. Come si può' accettare da parte dei brevettatori di molecole chimiche, che un banale microrganismo intestinale produca Dna polimerasi e che influenzi sintesi proteiche fondamentali? Una mia idea (sono sempre stato un piccolo Archimede) è divenuta scienza e ricerca dei probiotici. È divenuta test salivare e fecale sui probiotici e sui neurotrasmettitori cerebrali. Vedrai che bomba uscirà tra pochi giorni. C'è una medicina occultata rivoluzionaria che sta emergendo e si chiama cura con i microrganismi intestinali umani, con gli acidi grassi con la nutrigenomica e naturalmente con l'ipnosi regressiva che è una porta di accesso al condizionamento epigenetico del nostro Dna. Non è fantascienza, le nostre forme pensiero sono proteine, molecole che inducono epigeneticamente i geni del Dna alla lettura o alla non lettura di determinate sequenze di basi. Noi siamo in grado di non subire la dittatura del Dna. Il Dna è al nostro servizio e l'ipnosi induce un orientamento di sintesi proteica del Dna. Le nostre forme pensiero sono proteine, enzimi, neurotrasmettitori e noi attraverso l'ipnosi e l'autoipnosi possiamo scegliere quale fenotipo costruire, cioè quale forma avere e quale personalità ed emozioni generare. Angelo Bona

Accidenti. Possiamo osservare i due lati della ‘barricata’ in azione. Che stiano effettivamente per abbattersi le porte limitanti preposte dai Progettisti? O tutto ciò è solo un fuoco fatuo? Un esperimento controllato all’origine? Ma, attenzione… quale origine?
  1. livello tridimensionale
  2. livello sovradimensionale
  3. livello Divino.
Anche i Progettisti fanno parte dell’Opera… non confondiamo un singolo bagliore apparente per l'intera struttura della luce.

Dipende anche da noi una simile sinfonia.

25092012 V 23,8 – 269 S. Sergio di Radonez (Il peso della celebrità) +-

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 14 giugno 2010

Il principio unitario che "colora i campi".




Ecco la preghiera Hopi della Compassione:

Ti sento o Spirito.
Ti sento attraverso le orecchie del mio spirito lupo.
Ti sento o Spirito,
negli alberi mentre il vento mormora tra le fronde che coprono il mio villaggio nella sera.
Ascolto la tua voce nell’acqua mentre scorre sulle pietre del ruscello che passa accanto alla mia famiglia, alla mia gente.
Ti sento o Spirito in tutte le cose.
Ti vedo o Spirito,
ti vedo attraverso gli occhi del mio spirito falco.
Ti vedo nel viso dei bambini del mio villaggio quando fisso i loro occhi e ti vedo quando guardo le stelle nella volta del cielo notturno che copre la mia casa.
Ti vedo al lavoro nelle pennellate del paesaggio dipinto nel deserto che mi circonda.
Ti vedo o Spirito in tutte le cose.
Ti assaporo o Spirito, attraverso la lingua del mio spirito serpente.
Assaporo la tua brama per la mia saggezza.
Assaporo la tua tolleranza verso il mio apprendimento.
Assaporo la tua compassione per l’anima mia.
 
A questa illuminata popolazione è sempre risultata evidente l’unità “d’intenti” presente in Natura che delinea “silenziosamente” e narra di quella forma d’energia primigenia che, a sua volta, anima e vivifica: lo spirito.

Il filo conduttore di questo “messaggio” è altamente poetico, sensibile, atto alla manifestazione di una modalità di Vita in equilibrio con il “ritmo” del pianeta. Tutto ci parla di unione. Ciò che la creazione ha, per così dire, diviso, scisso  dall’unità non apparente del mondo dell’energia più sottile, corrisponde al viaggio dell’Anima che decide di seguire il volere del Creatore: fare esperienza al fine di evolvere. Per fare questo scende nei piani più materiali dell’energia scendendo soprattutto di vibrazione e, nel contempo, aprendosi all’esterno creando le bellezze mozzafiato della Natura.  

La Natura è l’espressione della bellezza interiore dell’Anima al "lavoro": e la descrive a pieno.

Tutto è unito ad un certo “livello” vibrazionale, infatti la distanza è solo una differenza strutturale tra le molecole componenti la materia nelle sue più svariate forme. La legge d’attrazione funziona anch’essa in questo modo: sii il cambiamento che vuoi vedere apparire nel mondo.

Sentiti come se già avessi ciò che cerchi. E sii felice di questo e umile nel ringraziare di tanta “fortuna” ed abbondanza.
Ogni cosa è quantisticamente dotata di tre stati e non di due, come illusoriamente crediamo, vivendo in “superficie”; abbiamo:
  1. vero
  2. falso
  3. vero e falso insieme
Tre stati che vissuti senza consapevolezza generano “rumore di fondo”, confusione; lasciano smarriti e creano potenziali di paura o Amore in coerenza con il proprio grado vibrazionale di manifestazione esistenziale. E tutto è solo opportuno. Questo è il motivo per il quale non ci “capiamo” e siamo “divisi”. Questo è il motivo per cui sono nate le diverse lingue, le diverse culture, la diversità in ambito pressoché totale.

Pensateci bene: chi può dire che una “cosa” sia giusta o sbagliata? Una “cosa” è sia giusta che sbagliata in funzione di chi la “vive”, di chi “giudica”. Per cui una “cosa” è, nella sua intimità, sia giusta che sbagliata; è il potenziale che si porta appresso. Ed al contempo è giusta o sbagliata in funzione del giudizio temporale di ognuno di noi.

Tre stati come, appunto, il principio creativo della Trinità.

In questa luce tutto è solo opportuno; come ricorda Gregg Braden:

“Scoprirete che la paura e il giudicare diventano i vostri migliori alleati per farvi capire chi siete e aiutarvi a farvi cambiare il punto di vista. Vi si chiede di conoscere voi stessi mediante la conoscenza dei vostri estremi. Come potete trovare il vostro equilibrio, se non conoscete i vostri estremi? Ci viene chiesto di arrivare a capire chi e che cosa siamo, e di esprimerlo completamente”.
Fonte: Risvegliarsi al punto zero 

Questo è il frattale che descrive il “senso” che ha portato il Creatore a “muovere azione”: conoscere i propri estremi al fine di “andare avanti”.

Tutto al di “sotto” di esso, si muove in tale direzione; libero anche di non avere direzione ma “sospinto”, infine, da una forza insita nella Natura stessa del principio richiamante all’esperienza di Vita.

Questo raggio conduttore o traente spiega la natura e l’esistenza dei campi morfogenetici e giustifica quel principio di aleatorietà che tanto intimorì Einstein, portandolo ad affermare che “Dio non gioca a dadi”.

Inoltre illustra quel principio unitario che porta le sementi a germogliare e a dipingere, delle gradazioni del verde e del giallo, ad esempio, un campo di grano.

 

giovedì 26 novembre 2009

Il libero arbitrio: una catena evolutiva.


Permettete una osservazione; prima di decidere se inoltrarvi nella lettura del presente articolo, introdotti in questa dimensione seguendo il titolo di testa, prendetevi qualche secondo di riflessione. Avete addosso l’energia del mondo esterno, il mondo dello stress, della velocità, di uno spuntino veloce…
Lasciate scorrere via queste disarmoniche vibrazioni
inspirando ed espirando tranquillamente per qualche secondo. Concedetevi un po’ di coccole. Resistete alla tentazione di fare “zapping” veloce anche tra i link…
Osservatevi e calmate la mente. Chiudete un attimo gli occhi…
Visualizzatevi in un “luogo” rilassante, dove vi sentite completamente a vostro agio… lontani dal “rumore” e dal tempo, dove brividi di tepore vi percorrono la spina dorsale e vi accarezzano i capelli… Ecco… Ora il cuore è più leggero…
Se deciderete di percorrere l’articolo, fatelo per favore con tutto il Vostro essere; ciò non comporta ne sforzo ne fatica. Lasciatevi andare al sentire del Vostro osservatore, percepitevi in lui e confidate che “nulla è per caso”. Grazie…










È oggi una giornata particolare; no, nessuna ricorrenza particolare. È particolare per il “come” mi sento. Come se due diversi “me” si muovessero in dissonanza tra di loro, come due differenti “figure” che tentano di scollarsi tra di loro. La musica che odo in questo momento mi avvolge e penetra in profondità, suggerisce di “osservarsi” meglio, di sentirsi…
Cosa provoca questo stato, non di disarmonia ma di introspezione? Abbiamo capito che ogni segnale che scuote lo spirito (e questo indubbiamente lo è), giunge con il puntuale compito di richiamare alla “veglia”, di distorcere la percezione artificiale dell’illusione che ci siamo costruiti attorno. Nella dualità in cui siamo immersi, queste due “figure” che si evidenziano al sentire percettivo del nostro sé, rappresentano i due poli di “spinta” della corrente energetica legata al senso evolutivo; senso che spira, tuttavia, solo in una direzione… verso il senso dell’inspirazione del Creatore. Non ha senso parlare di direzione utilizzando i termini “avanti” ed “indietro”, in quanto utilizzeremmo solo ed esclusivamente una terminologia legata al mondo del duale. Ha invece senso, secondo il mio sentire, utilizzare il verso del respiro di Dio; il verso legato alla sua inspirazione, ossia del “ritorno alla Sorgente”. Tutto è Uno, persino l’atto del respirare è, nella sua più profonda realtà, una sola “operazione”. L’espirazione è un processo illusorio, eppure necessario in molte prospettive, ma l’inspirazione contiene il significato finale dell’atto. È difficile scorgere la mano che getta la “rete” quando si è un pesciolino inconsapevole di quello che è la realtà dell’aria. I differenti piani dello Spirito addensato sfuggono alla nostra comprensione, così come sfugge il senso finale di questo teatro esistenziale. Siamo così belli e complessi da rispecchiare l’intero Cosmo, eppure lottiamo per l’acquisto di un pezzo di terra che ci condizionerà per tutta la vita. Dio mio… anche io non sfuggo a questa alienazione completa, legata al concetto del possesso materiale della “roba” di Verghiana memoria. Eppure quando mi guardo intorno ed osservo lo stato materiale nel quale “verso”, mi accorgo di non avere nulla; questa mia vita rispecchia quello che “sono” in profondità e mi trasmette l’immagine di ciò che ho sempre “sentito”: di non avere nulla! Ma chi me l’ha messo in testa in questi termini? Io, come ogni essere, sono "ricchissimo". E non ha senso misurare la mia ricchezza e la mia felicità tramite il "peso" della materia. Ecco svelato tutto il pesante fardello dell'attuale paradigma in vigore nella società degli uomini. Se non lo manifesto, in termini di materia, è perché uno switch interno, inconscio, domina la rappresentazione fisica del pensiero vivente. Cosa è?


Prima di leggere oltre, fate a voi stessi questa domanda:
“E’ proprio per mio merito che sono arrivato a leggere le parole che sto ora leggendo?“
Pensateci attentamente. Ricordate la stringa di eventi che nel tempo vi ha condotto precisamente qui. Ricordate come avete trovato questa particolare pagina web? Non è stato per caso. E’ stata una stringa d’evento orchestrata. Le stringhe d’evento sono progettate da gruppi multipli di coscienza e, dunque, la risposta alla domanda posta sopra è: no. Non è stato per merito vostro, voi ora siete qui in cooperazione con altre forme di coscienza. Considerate i 6,2 miliardi di persone che popolano il pianeta. Quanti leggeranno proprio queste stesse parole che state leggendo ora voi? Cento? Mille? Diecimila? Centomila? Un milione? Dipende dal potere di una stringa d’evento. Dipende dal potere delle coscienze che co-creano la stringa d’evento. Dipende dalla risonanza delle coscienze che attivano la stringa d’evento. Ma, soprattutto, dipende dall’allineamento della stringa d’evento con la volontà della Sorgente Primaria.
Estratto da un Passaggio Segreto del sito www.wingmakers.com
 

Ci accorgiamo allora che il concetto del libero arbitrio descrive un velo molto sottile, un esile filo conduttore ci sussurra che la nostra “libertà” è pari al grado del nostro processo evolutivo; siamo, insomma, liberi ma sino al punto di non danneggiarci. È perciò ritenuto non distruttivo il conflitto interiore in questa prospettiva delle due figure dell’essere e dell’avere. È lecito e corretto “passare da questo contrasto”. Da “qua” si passa per andare oltre. Oltre il conflitto esistenziale del possesso della materia e oltre al nostro respiro, oltre la soglia della ritenuta fine di questa vita costituita della materia che vogliamo comprare; come se i nostri genitori ci avessero acquistato e non generato. Oggi mi sento scollato, sottratto alle mie energie divine, schiacciato dal peso materiale di un mondo che deve comprendere quanto si sta perdendo della bellezza e del senso della vita. Nell’incessante passaggio dei fotogrammi delle nostre vite, fatte di passato e futuro, noi siamo sempre nel presente – sempre nel presente. O meglio la nostra essenza è sempre nel presente che rappresenta l’Assoluto. Le nostre parti più cedevoli all’illusione invece danzano tra il passato ed il futuro, come pezzetti di coriandoli troppo fragili per opporsi al vento del proprio ego. Nel scegliere “dove essere” e “dove andare” cediamo paradossalmente questo “onere/onore” alle nostre paure e dunque all’Antisistema manifesto. La svolta che ho dato alla mia vita da poco meno di un anno a questa parte, intende andare nella direzione da me auspicata a livello spirituale: oltre gli schiaffi ricevuti dall’illusione di “essere”.
Intendo mantenere salda la prua, oltre le bizzarrie del “tempo” e puntare verso l’orizzonte – costi quello che costi – oltre le pesanti nubi che si addensano e che velano la luce del Sole…  perchè l Sole è in realtà sempre alto nel cielo…

Riporterò ora il discorso del Capo Seattle, perché mi rappresenta. Che esso sia un mito, leggenda o verità non mi importa, quello che conta è che “qualcuno” lo ha immaginato, pensato, scritto, divulgato… e questa è solo opera del “cuore”; grazie a colui/coloro che ce lo hanno reso manifesto.

Nel 1845 il governo degli Stati Uniti fece pressione sul Capo Seattle e la sua tribù di nativi americani allo scopo di acquistare i territori del Puget Sound, dove loro vivevano e cacciavano: due milioni di acri e uno stile di vita in cambio di 150 mila dollari e di una riserva entra la quale il governo degli Stati Uniti si impegnava a mantenere la tribù. Capo Seattle rispose con un discorso che dipinge con graffiante efficacia la società urbana degli Stati Uniti nel 1850 e delinea un pauroso ritratto del mondo come lo vediamo oggi. La sua risposta costituisce una delle più alte espressioni di consapevolezza ambientale mai fatte dall’uomo.
Fonte: la « Rete »

«Il Grande Capo di Washington [il presidente degli Stati Uniti] ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra. Il Grande Capo ci manda anche parole di amicizia e di buona volontà, e questo è gentile da parte sua, visto che ha ben poco bisogno della nostra amicizia. Prenderemo in considerazione la proposta perché sappiamo che, se non vendiamo la terra, l’uomo bianco potrebbe prendersela con il fucile.
Come si possono comprare il cielo e il calore della terra? Per noi è un’idea strana. se non possediamo la freschezza dell’aria e lo scintillio dell’acqua, come possiamo acquistarli? I morti dell’uomo bianco dimenticano la terra dove sono nati quando vanno a camminare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa magnifica terra, perché essa è parte dell’uomo rosso. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono le nostre sorelle; il cervo, il cavallo, la grande aquila… questi sono i nostri fratelli. Le creste rocciose, gli umori dei prati, il calore dei pony e l’uomo… appartengono tutti alla medesima famiglia. Così, quando il Grande Capo di Washington manda a dire che vuole comprare la nostra terra, chiede molto… perché questa terra ci è sacra. Qui e ora faccio di questa la prima condizione… che non ci venga negato il privilegio di recarci a visitare, indisturbati, le tombe degli antenati, degli amici e dei figli. L’acqua scintillante che scorre nei fiumi e nei torrenti non è semplice acqua, ma il sangue dei nostri antenati. Se vi vendiamo la terra, dovete ricordare che è sacra, dovete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni pallido riflesso nell’acqua limpida dei suoi laghi racconta gli eventi e le memorie della vita della mia gente. Il mormorio dell’acqua è la voce di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli; essi spengono la nostra sete. I fiumi trasportano le nostre canoe e nutrono i nostri bambini. Se vi vendiamo la nostra terra, dovete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli… e vostri; dovete quindi trattare i fiumi con la gentilezza che avreste per un fratello.
Le ceneri di nostri padri sono sacre. Le loro tombe sono suolo consacrato e allo stesso modo sono sacre queste colline, questi alberi, questa porzione di terra. Noi sappiamo che l’uomo bianco non capisce il nostro modo di sentire. Per lui un pezzo di terra è uguale all’altro, perché è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra quello di cui ha bisogno. La terra non è suo fratello, ma il suo nemico e, dopo averla conquistata, la abbandona. L’uomo bianco si lascia dietro le tombe dei suoi padri e non se ne cura. Ruba la terra ai suoi figli e non se ne cura. La tomba del padre e il diritto di nascita del figlio vengono dimenticati. Egli tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, alla stregua di cose da comprare, saccheggiare e vendere, come pecore e perline luccicanti. La sua fame divora la terra e la rende un deserto. Io non so. Il nostro modo di sentire è diverso dal vostro. La vista delle vostre città ferisce gli occhi dell’uomo rosso. Ma, forse, l’uomo rosso è un selvaggio e non capisce. Nelle città dell’uomo bianco non c’è un posto tranquillo, un posto dove ascoltare le foglie che si dischiudono in primavera e il frinire delle ali di un insetto. Ma, forse, è perché sono un selvaggio e non capisco. Il frastuono delle vostre città ferisce le nostre orecchie.… I pellerossa preferiscono il soffice sospiro del vento sulla superficie dello stagno e l’odore di quel vento, lavato dalla pioggia di mezzogiorno o profumato dalla resina dei pini. Per l’uomo rosso l’aria è preziosa, perché tutte le cose dividono il medesimo respiro; l’animale, l’albero, l’uomo… dividono tutti lo stesso respiro. L’uomo bianco non sembra far caso all’aria che respira. Come l’uomo che agonizza, non si accorge del proprio fetore. Ma se vi vendiamo la nostra terra, dovete ricordare che per noi l’aria è preziosa, che lo spirito dell’aria è lo stesso della vita che essa sostiene. Il vento che ha dato a mio nonno il primo respiro ha accolto anche il suo ultimo sospiro. E se vi vendiamo la nostra terra, dovete mantenerla separata e sacra, un posto dove persino l’uomo bianco possa assaporare la brezza addolcita dalla fragranze dei fiori… L’uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco nessun altro modo di vivere. Ho visto i bufali marcire a migliaia nelle praterie, uccisi dall’uomo bianco che passava sul treno. Io sono un selvaggio e non capisco come il cavallo di ferro fumante possa essere più importante del bufalo che noi uccidiamo solo per sopravvivere.
Cos’è l’uomo senza gli animali? Se tutti gli animali sparissero, l’uomo morirebbe di una grande solitudine dello spirito. Perché tutto quello che accade agli animali presto accadrà all’uomo. Tutte le cose sono collegate. Dovete insegnare ai vostri bambini che il terreno sul quale camminano è formato dalle ceneri dei vostri nonni. Affinché rispettino la terra, dite loro che è ricca delle vite della vostra gente. Insegnate ai vostri bambini quel che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è la nostra madre. Quel che avviene alla terra, avviene ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su loro stessi. Questo noi lo sappiamo: non è la terra che appartiene all’uomo, ma l’uomo alla terra. Questo lo sappiamo. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce i membri di una stessa famiglia. Tutte le cose sono collegate. Quel che avviene alla terra, avviene ai figli della terra. L’uomo non tesse la sua trama della vita, ne è semplicemente uno dei fili. Qualsiasi cosa fa alla tela, la fa a se stesso. Ma noi prenderemo in seria considerazione l’offerta di andare nella riserva che avete pronta per la mia gente. Vivremo separati e in pace. Ha poca importanza dove trascorrere i giorni che ci restano: non sono molti. I nostri figli hanno visto i loro padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri hanno conosciuto la vergogna, e da dopo la sconfitta trascorrono le giornate nella pigrizia, ubriacandosi. Ancora qualche ora, ancora qualche inverno e nessuno dei bambini delle grandi tribù, che un tempo abitavano questa vasta terra e che ora si aggirano in piccole bande fra i boschi, sarà lasciato a piangere sulle tombe di una gente una volta potente e piena di speranza come la nostra. Ma perché dovrei addolorarmi per la scomparsa della mia gente? Le tribù sono fatte di individui, e non sono di loro migliori. Gli uomini vengono e vanno, come onde del mare. E’ l’ordine della natura. Perfino l’uomo bianco, che ha parlato e camminato a fianco del suo Dio come amico, non può essere esentato da questo destino. Potremmo essere fratelli, dopotutto. Staremo a vedere. Una cosa sappiamo, che forse un giorno l’uomo bianco scoprirà… il nostro Dio è lo stesso Dio. Ora voi pensate di possederlo, come possedete la nostra terra, ma non potete. Egli è il Dio degli uomini, e la sua compassione è uguale per l’uomo rosso e per l’uomo bianco. Questa terra gli è preziosa e offendere la terra significa mancare di rispetto al suo Creatore. Anche i bianchi passeranno; forse prima di tutte le altre tribù. Contamina il suo letto e una notte soffocherai nei tuoi stessi rifiuti. Ma nel vostro perire, scintillerete vivamente, infiammati dalla forza del Dio che vi ha portati qui e, per qualche speciale motivo, vi ha dato dominio su questa terra e sull’uomo rosso. Un destino che ci è misterioso, perché non comprendiamo tutti i bufali uccisi, i cavalli selvaggi domati, gli angoli segreti delle foreste pieni dell’odore di molti uomini e il profilo delle fertili colline deturpato dai fili parlanti. Dov’è il boschetto? Sparito. Dov’è l’aquila? Sparita. La fine della vita è l’inizio della sopravvivenza. Quando l’ultimo uomo rosso se ne sarà andato dalla faccia della terra, quando la sua memoria fra gli uomini bianchi sarà diventata un mito, queste riserve brulicheranno dagli invisibili morti della mia tribù. Loro amano questa terra come un neonato ama il battito del cuore della madre. L’uomo bianco non sarà mai solo. Fate che sia giusto e gentile nel trattare la mia gente, perché i morti non sono privi di potere. Morti ho detto? La morte non esiste. Solo un cambiamento di mondi! Se vi vendiamo la nostra terra, amatela come noi l’abbiamo amata. Curatela come noi l’abbiamo curata. Conservate nella mente il ricordo di questa terra, così com’è, quando la prenderete. E con tutta la vostra forza, con tutta la vostra mente, con tutto il vostro cuore, preservatela per i vostri bambini e amatela… come Dio ama noi. Una cosa sappiamo: il nostro Dio è lo stesso Dio. Questa terra Gli è preziosa». 


* Nella foto di testa una immagine di Seattle.