In Rete si trova ciò (non occorre la fonte).
Le preposizioni semplici sono nove:
di, a, da, in, con, su, per, tra e fra…
Come si formano le preposizioni articolate?
Si formano unendo preposizioni semplici + articoli determinativi, creando una sola parola…
E le proposizioni? “Vedi”? Con le parole ti fregano.
Chi? Lo fai da solo: da “te”. Cascandoci ogni volta. Ricorrendo al linguaggio. Come fare diversamente. No? Se devi farti capire, è il linguaggio comune che usi.
Ma, te ne servi, oppure “servi”, in tal modo?
L’interfaccia ti sembra forse unica? Quante lingue sai esistere al mondo? Tante. Ergo, la lingua cambia ma il linguaggio in quanto a categoria è… uno. Devi parlare? Allora, usi il linguaggio. Stop. Certo, il linguaggio è anche d’altro tipo, come il Codice Morse. Segni ricorsivi. Carichi di significato. Ma il significato consta, sostanzialmente, nel suo… significato; non nel significato da enciclopedia.
Questo porta ad emersione che... ogni s-oggetto/e-vento ha un significato (sostanza) parallelo o sovrapposto o rivelato rispetto al… significato o, meglio, al “significato” derivante dall’uso ed abuso (“sapere”).
Se ignori il significato, ogni tua proposizione diventa “tua”, emessa da “te”, alias, il “servire” qualcosa o qualcuno che è proprio per “te” che non esiste, seppure c’è. E c’è sostanzialmente, a partire dal “tuo” modus o status quo, ch’è (Qua, AntiSistema). Come nella f-orma ad imbuto, sia il tuo che il “tuo” atteggiamento provocano qualcosa (e-vento) perché sei il f-attore.
Dunque, sia l’incipit che l’implicazione consistono in tale certezza, che “erutti” sempre nonostante “tutto” e tutto. Allora, l’essere che non esiste (per “te”) ma c’è (sostanzialmente), può agire anzitempo, ben sapendo che ogni individuo è come una torre per la replica del segnale portante (potenzialmente).
Non importa cosa emetti, perché comunque sia, emetti (generi o replichi).
Questa “attività” è reale. Provoca fisicità.