Chi decide. Al plurale, decisori, i talmudisti che in base alla letteratura talmudico-rabbinica offrivano pareri in materia dogmatica, filosofico-religiosa ed esegetica e anche nel campo del diritto, della morale, del rito e del cerimoniale…
Coloro che… decidono in funzione di “pareri”; uhm.
Chi?
Lor signori che... i “talmudisti” replicano, riflettono, rivelano ma, anche, “denunziano” se ci sei (Te). Come puoi digerire ciò? Come puoi ritenere di essere in democrazia, libertà e giustizia? Non lo sei affatto; semmai, riprendi tutto quello in cui c®edi, e… mettilo fra virgolette. Così, sarai molto più prossimo alla verità, nel senso di “Fartene…” qualcosa.
Il loro “parere” non è solo un consiglio:
essi decidono soprattutto per “te” ed or dunque, sullo sfondo di Te; è Te, infatti, che desiderano auto manutenere “là”, isolato... Sempre (nel) potenziale contemporaneo, ch’è un po’ come cancellare dalla società qualcosa/qualcuno.
Ci sei? Anzi; trasformando persino tale potenziale nel simbolo, poi, da “difendere” oltremodo, imponendo “leggi” che però ne ribaltano la valenza, l’essenza, la verità… ch’è una e “solo” una. Bada che è andata così per qualsiasi “cosa”. Qualsiasi è proprio qualsiasi, essendoci una strategia talmente univoca da essere totale, ovvero, il modo perfetto per camuffarla alla luce solare e dell’ingegno “umano”, sottoposto preventivamente a “lavaggio del cervello (e della coscienza)” post sprofondamento nella “necessità” denaro, figlio del controllo originale:
qualcosa che “è già successo”, scegli se 1- potere ottenuto con la forza primitiva (violenza, guerra) e poi sancito attraverso il denaro, oppure 2- potere derivante dal controllo dell’infrastruttura artificiale, in toto (Matrix).
Insomma, sei in qualcosa di nativamente artificiale, oppure in qualcosa ch’è naturale ma occupato con la forza “superiore”.
Bah. Che ne dici?