Cicerone.
Da Wikipedia
Archimede è “quello” del “datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo”. In Internet ho “scoperto” queste due verità:
- Se il baricentro del sistema si trova sotto il punto di appoggio possiamo ottenere una situazione di equilibrio stabile.
- Ogni volta che l'oggetto viene appeso il suo baricentro si posiziona sotto il punto d'appoggio.
“Gli orientali localizzano nella pancia, nella regione ombelicale, il centro distributore dell'energia che chiamano hara.
Questo centro è nello stesso tempo un luogo, con una localizzazione specifica, ma anche un modo di essere, di sentire, che modifica radicalmente le nostre azioni.
È sede di una forza non soltanto fisica ma anche spirituale.
Avere un "centro" forte permette di partire alla ricerca degli appoggi al suolo e, una volta trovati, di spingerli verso l'alto, nel mantenimento della verticalità che l'uomo possiede nella sua posizione tra terra e cielo. Esiste un equilibrio dinamico tra i due poli, (terrestre e celeste) se il giusto centro di gravità è presente le forze che tendono verso il cielo e quelle che affermano la terra realizzano un insieme armonico. Il prevalere di un polo o dell'altro ha come conseguenza il disorientamento dell'uomo rispetto al rapporto tra se stesso e il mondo. Karlfried Von Durckheim - Hara. Il centro vitale dell'uomo secondo lo zen
Negli occidentali il centro di gravità viene spostato verso l'alto e questo porta ad un modo d'essere non corrispondente all'ordine naturale. La nostra cultura enfatizza l'importanza dell'intelletto e del sentimento, localizzati nella testa e nel cuore trascurando l'importanza del radicamento alla terra, alle origini esistenziali da cui deriva la vita umana, le cui radici possiamo trovare nella nostra pancia. Cercare di mantenere il proprio centro di gravità in hara testimonia il contatto con l'unità primordiale della vita. Ogni vera ascesa spirituale è preceduta da una discesa nel centro della Terra. Karlfried Von Durckheim - Hara. Il centro vitale dell'uomo secondo lo zen
Il centro del corpo umano prende il nome di centro di gravità o baricentro. È fisicamente un punto molto preciso nel quale si incontrano i 3 assi primari (intersezione di due piani del corpo) Si trova in genere fra la 4^ e la 5^ vertebra lombare, dietro l'ombelico.
Questo punto è il passaggio obbligato dello sforzo dinamico. Attorno ad esso si organizza ogni movimento. Andrea Olsen - Anatomia esperienziale
Da L'importanza del centro di Lucia Azzarone
Ho continue lingue di pensiero che formano “spunti” interessanti da sviluppare. Queste “idee” difficilmente sono accompagnate da immagini. Sono davvero dei pensieri cosmici che in qualche modo attiro. So che fanno parte di un puzzle più grande.
Mi sento molto vicino all’afferrare un significato basilare per il continuo evolutivo attraverso la funzione di “balzo quantico”. Avete presente? Dopo avere accelerato ed essersi abituati a quella velocità, dopo un certo tempo ci si inizia ad avvicinare ad una nuova sensazione: quella che è possibile accelerare ancora!
Nella tendenza, visualizzata graficamente, esiste un baricentro.
Quindi? Il detto “non fare il passo più lungo della gamba” è davvero molto saggio.
il passo in avanti è stato talmente potente da far compromettere la struttura d’insieme del sistema.
Attenzione allora ad ogni tipo di "eccesso". È facilmente comprensibile il perché il Mondo si sia "impantanato" dal 1915 in poi, subito dopo avere avuto il balzo quantico di inizio 1900, quando Einstein ed una miriade di altri uomini, impegnati nei campi più svariati, abbatterono le “colonne d’Ercole”, quasi rabbrividendo per quello che avevano scoperto.
Pensiamo allora cosa potrebbe accadere alla società globale all’annuncio unificato dei Governi mondiali, dell’imminente arrivo di entità extraterrestri amichevoli sul globo, finalmente alla luce del Sole.
Possibile risultato immediato: un balzo quantico in ogni ambito.
Possibile effetto della compensazione: caos, confusione, lotte, ampia dualità
Possibile risultato finale: indefinibile senza quantificare la “forza d’urto” della qualità aliena diffusa in termini di aiuto e collaborazione sia volontaria che involontaria. Secondo la legge d’ottava, lo shock sarebbe tale da far riemergere l’umanità dal semitono bloccante e farle raggiungere la "nota successiva", a cui potrebbe susseguire un nuovo blocco.
A quel punto la situazione tenderebbe ad un equilibrio stabile o instabile in funzione del punto di baricentro globale. A “naso”, la direzione presa attualmente ha necessità di uno shock addizionale al fine di riprendere il cammino, ma con il freno pronto ad entrare in azione, perché più si sale in fretta e più si presta il fianco a ripide discese.
Mi viene alla mente il mistico film di Luc Besson del 1999, “Jeanne d’Arc”, in cui solo alla fine la protagonista comprende, dalla “voce” in chiaroscuro dell'intelligenza divina interpretata da Dustin Hoffman, che ogni scelta intrapresa è stata frutto del proprio libero arbitrio mediante una interpretazione del proprio “sentire”.
Nulla è per caso e tutto è opportuno.
Persino nell’intraprendere la via più perigliosa troviamo un significato evolutivo. Nella sofferenza forgiamo ciò che ancora ci manca.
La sua coerenza sino al rogo finale ha alzato persino il baricentro sociale.
Nebuloni Davide / SacroProfanoSacro 2011