SPS

lunedì 8 gennaio 2024

La denuncia che non ti aspetti.


In “Monterossi (la serie)” è possibile ricavare quanto il mondo Tv sia… immondo, cinico, pestilenziale. Anche se, per la verità, è lo “share” che autorizza certi programmi ad imperversare come se nulla fosse. Ancora una volta la responsabilità se non la colpa è solo che “tua”: sei “tu” infatti a permetterlo. Non una novità, però. Perché sei nell’AntiSistema e l’AntiSistema affonda nella storia, avendone anche decretato il decorso (deviazione standard) ossia la successione.

Carlo Monterossi è un famoso autore televisivo che ha creato un programma di successo, Crazy Love, che lui odia perchè racconta con cinismo la vita della gente comune…

“Dio” odia se stesso? Monterossi è in una tenaglia “di ferro”. Lui, il “cre-attore” che soffre della propria cre-azione. Eppure, ci lavora ancora dentro, seppure “attorno” cerca di ferirne la portata. I soldi non gli fanno schifo, però…; li usa, dopo averne “fatti” molti. A pancia piena. La sua esperienza è significativa, anche se “una volta morto” la storia si ripeterà potenzialmente per sempre. 

Come lacrime nella pioggia…”. No? 

Monterossi è schifato di se stesso, del proprio lavoro, della propria verve creativa o del pubblico che assiste, assente, allo “spettacolo”? Il pubblico non può essere attaccato, perché “Monterossi” è a sua volta “una serie” Tv, Ergo, lo spettacolo nello spettacolo mantiene attivo il solito copione: fare share, attirare pubblico, fare soldi. 

E sì magari anche “denunciare”, ma… alla Ferragni (in tema di “beneficenza”). Non solo quel mondo è tossico, malato, oscuro. Di più è il contagio che continuamente succede fra “mondi” apparentemente diversi. Il mondo delle persone (fatto da tanti “tu”) è radioattivo ormai. Perché è già successo l’episodio zero: il “momento” clou. Quale? Quello che ora ha ridotto in cenere il “come dovrebbe essere”. Quello che ha manifestato questa versione della realtà potenziale. La decisione è alle spalle e determina ogni singolo istante “futuro”, passando dal setaccio del momento “compresente”, laddove tutto diventa “ieri” rimanendo sempre “oggi”. 

Così, il passato non passa mai di moda. Quale passato, però? Quello che… conta: quell’esatto “momento”. Un po’ come ti raccontano infatti del “Big Bang”: un attimo! Il pubblico non viene attaccato perché altrimenti il pubblico potrebbe decretare l’insuccesso del programma. Si può inserire qualcosa che potrebbe essere decodificato dalla sensibilità almeno di parte del pubblico, ma il grosso delle fila è e rimane come un Troll. Ed alla “Tv” interessa la fatturazione, il consenso, mentre passa però la “educazione del pubblico”. Un po’ come recita il famoso slogan, “coltiviamo talenti”. Ci hai mai pensato che in Tv “regnano” personaggi fuoriusciti da Radio Deejay”? Così, a naso:

Fiorello
Amadeus
Gerry Scotti
Jovanotti…

E molti altri.

La programmazione iniziale vide bandita la musica italiana…”.

Radio Deejay è un'emittente radiofonica privata nazionale italiana generalista fondata da Claudio Cecchetto nel 1982 ed edita da Elemedia S.p.A. di proprietà di Gedi Gruppo Editoriale…
Gedi Gruppo Editoriale S.p.A. è un'impresa italiana multimediale attiva nel settore della stampa, comunicazione digitale, radiofonica e televisiva con sede a Torino. Attraverso l'azienda controllata Gedi News Network (Gnn), pubblica i quotidiani la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e diverse testate locali e digitali come Cronache di spogliatoio, mentre con Gedi Periodici e Servizi (GPS) pubblica periodici. Il gruppo editoriale tramite la società Elemedia è proprietaria di tre canali radio nazionali, Radio Deejay, Radio Capital e Radio m2o e dell'emittente televisiva Deejay TV. Opera anche nel segmento dei nuovi media con la società Gedi Digital e dispone di una concessionaria di pubblicità che è la A. Manzoni & C...

Alias? John Elkann: la “sinistra”. I “Dem”.
La voce del padrone, non era di destra, una volta?
Altrimenti, contro chi lottavano i sinistri?

Il 23 aprile 2020 una società di nuova costituzione, la Giano Holding, società per azioni detenuta dalla Exor, ha acquisito per 102,4 milioni di euro il 43,78% di Gedi in possesso della Cir. In conseguenza il CdA di Gedi ha nominato John Elkann presidente

Ancora il “2020”. Risultato

L’infame attività che va in onda in maniera così compatta, bloccando la circolazione della verità in tutto il Paese. Tanto per, eccone un esempio.

Raffaele Oriani via da La Repubblica che tace sul genocidio di Gaza
Nei giorni scorsi, un noto quotidiano on line ha comunicato il risultato di un sondaggio: “sei italiani su dieci con Israele e Zelensky”. Forte di questo responso popolare (basato sul voto di qualche decina di lettori, sai che attendibilità!), il Direttore ha rifiutato la pubblicazione di due miei editoriali che denunciavano il genocidio in atto a Gaza e l’inutilità della morte di trecentomila giovani ucraini. Così, va il mondo del giornalismo in Italia: il lettore non vuole farsi un’opinione leggendo i quotidiani. Il lettore ha un pregiudizio (indotto da quella abominevole cloaca putrida che è la televisione) e vuole leggere soltanto articoli che confermino che il pregiudizio è fondato

Alfredo Tocchi

Laggente Smith o nella “Italia”, Rossi.

Così la lettera di addio al settimanale Il Venerdì de La Repubblica di Raffaele Oriani
“La strage in corso a Gaza è accompagnata dall’incredibile reticenza di gran parte della stampa europea, compresa Repubblica… Muoiono e vengono mutilate migliaia di persone, travolte da una piena di violenza che ci vuole pigrizia a chiamare guerra. Penso che raramente si sia vista una cosa del genere, così, sotto gli occhi di tutti. E penso che tutto questo non abbia nulla a che fare con Israele, né con la  Palestina, né con la geopolitica, ma solo con i limiti della nostra tenuta etica… Magari fra decenni… in tanti si domanderanno dove eravamo, cosa facevamo, cosa pensavamo mentre decine di migliaia di persone finivano sotto le macerie. Quanto accaduto il 7 ottobre è la vergogna di Hamas, quanto avviene dall’8 ottobre è la vergogna di noi tutti. Questo massacro ha una scorta mediatica che lo rende possibile. Questa scorta siamo noi. Non avendo alcuna possibilità di cambiare le cose, con colpevole ritardo mi chiamo fuori.”.

Raffaele Oriani

Oriani adesso fa il figo, attirando stima (da parte di chi ne apprezza il gesto alla luce di quello che continua a succedere), nonostante non prenda affatto le distanze da “Israele”. Che sia la “vergogna di tutti” quanto continua a succedere è lapalissiano. Però, Oriani… fa le cose è metà, in questo modo. Dopo 12 anni di collaborazione con Repubblica, di cui gli ultimi 4 a far che? Avendo raggiunto il “limite (di sopportazione)”, ora se ne esce in questo modo, ma… il 2020, 21, 22, 23? Falsemia, “virus”, “vaccino”, leggi razziali, foglio verde, bastonate a chi protestava per strada, “Costituzione”, sospensione dal lavoro per…, etc. etc. etc. Che ha scritto di tutto questo sul “Venerdì” degli ultimi 4 anni? È Gaza la sua Caporetto? Il suo limite personale? Il suo livello di soglia massima sopportabile? Si veda che Oriani facendo in questo modo salva capra e cavoli: i suoi. Perché non rimarrà di certo disoccupato. Cioè? Se ne tira fuori molto intelligentemente: attraverso quel raziocinio che sembra ancora una volta quello di-mostrato da Monterossi, nella “Serie Tv”

Saper... restare al mondo. Sopravvivere. 

Salvare la faccia ma non la coscienza. Sono esagerato? No. L’esserci necessita della totalità e questo comportamento non è totale. Sì, chi lo è al giorno d’oggi! Vero. Infatti, ci si merita di re-stare qua così nello “Inferno” o AntiSistema. Va da sé. Tac! Non è infatti qualcosa di nuovo. Per niente affatto. La storia è un fiume pieno zeppo di “cose come Gaza”. Ergo, laggente (“te”) è sempre stata così, perché è il qua ad essere rimasto sempre tale. 

Laddove l’unica cosa che “cambia (ritorna)” è solo la… moda. 

Passi dal verde, all’arancio, all’azzurro, al viola, per poi ritornare al verde: il ritornello è questo modus di essere “green”, sempre “al verde”, anche se sei benestante ma solo se ti paragoni con chi soffre ancora come nel “Medioevo”. Infatti, non appena guardi altrove, ti lamenti perché “là stanno meglio”. È tutto “migliore”. Ambisci sempre al meglio, motivo per cui non sei mai migliore. E “Gaza” è lo scotto da pagare, perché qualcuno deve pur ripagare il “ben-essere” diffuso nel mondo non solo occidentale. 

Con il mondo multipolare cambierà la solfa? 

Dipende. All’apparenza è certo. Però, ogni Stato potrà replicare il modello senza esporlo alla globalità, poiché “cosa nostra”. Cioè? Qualcosa che sembra tanto per cambiare il feudalesimo d’annata. Allora è meglio la globalizzazione? Dipende. Con gli “Usa” non è andata bene, nemmeno per il popolo “Usa”-to. Nonostante gli anni di vacche grasse, il conto prima o poi arriva. Il “tempo” non è forse, “galantuomo”? I nodi non vengono al pettine? Bah! In SPS si tira dritto, in questo modo:  

si sta qua, così, nell’AntiSistema
laddove
tutto è proprietà privata di “te”, del relativo imperare
tutto è proprietà de-privata da Te, dall’assoluto imperare.

Il “marchio della bestia” non è il “666”, bensì, ciò che con “virus + vaccino” hanno nuovamente aggiornato: l’appartenenza a… (non importa se non lo sai). 

Perchè infatti devi sottometterti al volere del... Signore? 

Puoi benissimo pensare “quello che vuoi”. È portante che sostanzialmente sia e rimanga AntiSistema. Per chi? A chi giova tutto questo? Non lo riesci a comprendere poiché nel divide et impera. Dunque, in assenza di una rivoluzione mondiale (senza virgolette), de che. Il mondo multipolare sarà ancora una fragranza AntiSistemica, perché la gerarchia è rimasta ed il relativo “motore” necessita ancora del connubio “denaro-lavoro”. Ergo? Ti attacchi. Il mondo multipolare sarà fantastico sino a quando servirà, nella fase di “utility”. Poi, progressivamente degraderà ancora una volta, richiedendo una nuova “rivoluzione industriale”. Il respiro è scandito dall’è-voluto iter tecnologico: maggiore è la potenza dei servizi, maggiore è il controllo a monte di “te” e dunque della preservazione dello “Impero” che non esiste; c’è. 

Anche se, tale potenza è sempre massima, a livello di eco-dominante, perché è già successo e manco te ne ricordi. Dunque, continua a succedere: ecco la “evoluzione”, ch’è a livello sottodomino (ciò che riguarda il discorso precedente). L’eco-dominante già impera. I sottodomino sono galli nel pollaio. Loro si scontrano. Loro danno luogo a tutto quello che entra nell’enciclopedia. Ma non sono l’eco-dominante. Come a dire, “tutto un altro livello, altro stile, altra classe, altra levatura, etc.”. E vedi ch’è sempre stato così, qua: partendo da “Dio” in poi. Te credo. A tal pro, annotati come la società sia sempre rimasta “se stessa” = ciò che viene denunciato attraverso lo sterminio di Gaza. Con la comunità mondiale che resta a guardare, discutendo mentre sorseggia liquami e si nutre, lavorando grazie al “diritto”.

Ecco una testimonianza illustre e per certi versi davvero inaspettata

Evita di cadere dal pero. Auto ricordati di Te, da Te in Te per Te: “ri-conosci Te Stesso”. In che modo? Anche osservandoti mediante “te”, che sei l’ibrido che ti ha. Ce la fai? Riesci ad “uscire dal corpo” per mezzo dell’esserci, proiettandoti al di là dell’involucro psicofisico? Rivediti dall’esterno. Mentre sopravvivi ed emetti comunque sia, sostanza, “dato”, verità. Oltre ad esperienza e memoria. In più al mero sopravvivere ed alla lagna conseguente.

Nonostante il “benessere”.


Lo sterminio del popolo armeno.
Vi è un popolo che cade. Un intero popolo, generoso ed obliato, che ogni giorno lascia a brandelli la sua carne, la sua libertà, le sue tradizioni per una insanguinata strada di rovine. Il telegrafo quotidianamente annunzia i massacri consumati dai Kurdi sugli armeni; nessuno sfugge al macello: un giorno un capo kurdo, dopo aver incendiato un villaggio, ordinò si legassero tutte le donne, commise su di esse atti di ferocia inaudita e le fece morire fra orribili torture. Ebbene questi particolari che all’alba del XX secolo dovrebbero sollevare in tutte le anime sensi di raccapriccio, passano inosservati completamente o quasi, come episodi di secondaria importanza, nella farraginosa cronaca d’ogni dì. Pochi solitari alzano la voce per protestare in nome del diritto delle genti. Ma il pubblico non può interessarsi all’Armenia con questa canicola che sospinge tutti verso qualche spiaggia marina o qualche stazione alpestre; e il giornalismo si occupa di un’altra caduta: quella del campanile di Venezia. Strano però! Per la torre che crolla impotente a sostenere il peso dei secoli, fin la diplomazia e gli alti consessi più o meno burocratici o finanziari si muovono: un coro di proteste e di voti s’innalzano nel nome dell’arte, delle memorie, della Patria, fin dell’umanità; per il popolo – ancora bambino – che cade schiacciato dal moloch della barbarie ciecamente fanatica, nessuno s’agita. L’Europa che freme davanti ad una perdita dopo tutto anche artisticamente discutibile, non trova per questa causa uno slancio di generosità; non ha proteste contro chi potrebbe, volendo, impedire che una regione diventi un cimitero. Oh! Ma se l’arboscello potrà divenir quercia che sfidi l’uragano, oh! Se il proletariato, stringendo in falange compatta le schiere, potrà di sua mano determinare il cammino del diritto, cesseranno le stragi degne dei tempi d’Attila. E lo scomparire della tirannia che una classe sociale col privilegio economico esercita sull’altra segnerà la fine anche di ogni violenza eccitata dal fanatismo e dall’odio di razza, stretti tutti gli uomini in un solo vincolo di solidarietà fraterna.

Benito Mussolini – L’Avvenire del Lavoratore, N. 161 del 2 agosto 1902 (Opera Omnia di Benito Mussolini)

Oibò! Ma guarda un po’. Aveva 19 anni. Lo puoi ritenere già quel “Mussolini”? Suvvia! Verità. 

Chi lo scelse per…? Chi decise in modo di…? 

Egli fu l’ennesima marionetta,  in un mondo in versione teatrale, dove lo spettacolo è h24. Perché credi che i “servizi” si siano estesi al notte-tempo? Che rappresenta un Carrefour sempre aperto? O la tal farmacia. O le varie utility che via Internet funzionano sempre. Sempre online. Come cantò anche Bob Marley, “l’oscurità non dorme mai”. Mentre “te” dormi sempre. 

Wow: la più Grande Opera? È questa. Quale? Appunto…

Ebbene questi particolari che all’alba del XX secolo dovrebbero sollevare in tutte le anime sensi di raccapriccio, passano inosservati completamente o quasi, come episodi di secondaria importanza, nella farraginosa cronaca d’ogni dì. Pochi solitari alzano la voce per protestare in nome del diritto delle genti. Ma il pubblico non può interessarsi a…”: 

perché? 

Se la domanda è retorica, la risposta è sostanziale. Ovvero, nell’AntiSistema, genera solamente “dibattito”, fumo che lascia tutto quanto inalterato. Ovvio, sostanzialmente. Nonostante la cronaca, le Tv, le istituzioni e/o quello che vuoi. La risposta è in Te che non a caso sei vacante: non esisti (sei “te”) ma ci sei (potenziale). È nel potenziale che insisti. Per questo sei in gerarchia, che ti rende in-sensibile e dunque im-potente, delegando tutto quanto compreso Te. Mussolini cadde alfine, ma dopo aver compiuto il “proprio” servizio. Come ogni ramo, prima o poi secca e viene tagliato, oppure cade. 

Chi lavora sempre in tal senso? 

Chi ordisce, co-ordina, impera? Non lo sai perché non lo ricordi perché non ne sei consapevole, perché non ti accorgi, poiché è già successo e continua a succedere ma tra le righe o “democraticamente”.

  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2024
Bollettino numero 3578
prospettivavita@gmail.com


2 commenti:

  1. El
    Gedi
    Giano
    Continuano a firmarsi questi grandissimi... "s'ignori".
    Un abbraccio Davide.

    Fabio :-)

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    Risposte
    1. Hey Fabio, devono fare così. La verità è ovunque. Frattalità espansa: memoria (esperienza, funzionamento). Nessuno me lo toglie dalla testa :) Molto lieto. Grazie. Ti abbraccio.

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