SPS

lunedì 27 novembre 2023

Relazioni pubbliche.


La Russa: “Io Ministro per aiutare l'Inter? No, per affossare la Juve…”.
La gente - anche i ministri - non si rende conto della valenza sostanziale delle parole; di quello che dicono, affermano, sputano, sussurrano, urlano, etc. Non ci si può nascondere dietro alla “battuta”, perché quel modo di dire implica verità. Quale? Quella che deve essere comprovata in tribunale, qualora qualcuno si pone l’obiettivo di portare la questione sino al livello ufficiale. Altrimenti, rimane tutto in una situazione di chiaroscuro che alimenta leggende metropolitane, proverbi, ingiustizia o “giustizia”, etc. 

Certe espressioni conducono alle “insinuazioni” = a parte ogni sinonimo, al… dubbio, sospetto. Perché, se si può scherzare su qualcosa, allora vale a dire che quel qualcosa è sostanziale, alias, non lineare in una certa società che l’ha soffocato per ovvi motivi, ma sempre non ufficialmente. 

E se in ogni ambito, appunto, ufficiale, il linguaggio diventa irreprensibile poiché il minimo termine fuori luogo dà luogo allo scandalo, alla sconvenienza, allo sgarbo, etc. di conseguenza a maggior ragione quel livello diventa falsità di facciata. Tra diplomatici, ad esempio, si fanno la guerra in punta di piedi. Perché oltre non conviene andare. Il rischio arriverebbe sino alla guerra. Sino al coinvolgimento delle popolazioni che sono indaffarate nel consueto trantran, tra un conflitto e l’altro. 

Dal pre-conflitto in “Ucraina”, ad esempio, è stato fatto il passo più lungo della gamba a livello diplomatico, occidentale, non badando più alla forma. Risultato? La guerra, appunto, era nell’aria e tant’è che si è realizzata. 

Era voluta. Serviva.

Insomma, le parole affermate hanno peso. Figuriamoci quelle di un ministro, anche se in tono scherzoso. Non si fa. Non si dice. Perché? Per educazione. Non per il quieto vivere. Perché si è individui retti, morali, etici, dai valori interiori che coincidono con il detto fatto. È logico che se si è pieni di “valori”, allora è il bar sport il luogo comune dove dialogare. Il ministro, infatti, non si discosta affatto da tale destinazione d’uso. Egli fa il simpatico. Perché piace alla gente. Piacerà un po’ meno alla famiglia di quella ragazza che ha querelato il figlio del ministro per violenza carnale.

Relatività. 

E se un padre ama scherzare nonostante la situazione del figlio e dunque della famiglia, bè… non è bello. Lo scherzo implica essere solari, positivi, esempi da imitare? Di certo, esempi da imitare, sì. È sufficiente avere in mente cosa, la Tv, ha prodotto in serie dagli anni ’80 in poi. E tutti quei “film” a stelle e strisce. A partire dal mito di John Wayne. L’uomo tutto d’un pezzo. L’uomo che non deve chiedere mai. L’uomo forte. Contro gli... indiani cattivi. 

Anche la pubblicità ha cavalcato questo tema. 

Anzi, lo ha innovato se non proprio creato. Svariati decenni di mode a tema hanno preparato la società, generazione dopo generazione. Chissà mai perché. Dal 2020, con la comparsa del “gender”… è comprensibile il perché: 

portare la famiglia occidentale dai valori tradizionali, a quelli televisivi, sino a distruggerli del tutto, al fine di rendere l’individuo scollegato da tutto e, quindi, essere completamente alla mercé della nuova “rivoluzione colorata industriale”, laddove è previsto così e quindi così deve essere. 

Così, come? Tutto fluido. Mischiato. Ancora una volta, una sorta di “comunismo” tragico: l’arma per tutte le stagioni. Coi Media che sono parte dello stesso esercito. E allora ecco tutta una serie infinita di “femminicidi” che fanno molto, molto, comodo quando serve. Infatti, è qualcosa ch’è sempre successo e su cui la stessa mano ha sempre fatto tirare dritto. Sino ad ora. Sino a mandare Gaza in seconda di copertina. Non passa nulla per caso. E chi dice qualcosa è complottista (qualcosa che funziona egregiamente dal post assassinio di Kennedy). 


Guardando il “film” Riddick, ad esempio, ci si imbatte in una sola donna presente nel cast (anzi sono due: l’altra era tenuta prigioniera e viene uccisa “alla israeliana” all’inizio della pellicola). Ovvio: 

una bella ragazza che però riveste i panni maschili del duro. 

I dialoghi che la coinvolgono sono un ritornello che va avanti nel disinteresse generale da decenni. Ma la cosa che colpisce è che le donne non hanno mai smesso di interpretare questi ruoli. Se il luogo comune si è scolpito nel duro marmo del generico, un motivo c’è ed è ricercabile in una sorta di abitudine, sia da parte del pubblico, sia da parte delle attrici, sia da parte delle donne. Qualcosa che l'industria intercetta, utilizza ed amplifica. 

Alla donna piace sentirsi al centro dell’attenzione?

La donna deve lavorare per sopravvivere, come gli uomini? 

Allora, ecco che l’abitudine si conforma perché “c’è di peggio”. Così, gli autori continuano a scrivere parti “così”, le attrici continuano ad interpretarli, il pubblico continua a vedere. Ora, dal 2020, il paradigma sembra essere in procinto di cambiare? Solo superficialmente. Non nella sostanza. Come creando nuove forme di “vita”, i robot dotati di IA, per metterle ancora a lavorare. Anche il gender non si discosterà. Adesso è il momento “utility”. Dove gira tutto bene. Sei protetto e le porte si aprono. Perché “serve”. Ma, poi, il tutto rientrerà a favore d'e-vento. Che sarà altro. 

C’è sempre richiesta di ruote di scorta. 

Ora, costoro vivono la loro riscossa. Peccato che, come per gli ebrei sacrificati negli anni ’40, i vantaggi principali non toccheranno al “popolino”. Quando mai. Che differenza c’è tra scialuppa e transatlantico? Ecco. Ogni tanto la scialuppa serve; per il resto del tempo, “serve”. Fa facciata. 

C’è tutta una industria, dietro. 

È sempre la solita carne da cannone. Chi tira la volata, apparendo, non traccia un comune destino con il gruppone. Vincono in pochi. Anzi, solo uno. In questo circo, va così. Questa è la sostanza. Il ruolo di quella donna nel “film” è di tipo maschile, ad eccezione di quando occorre il ritornello collegato alla “donna oggetto”. Non solo però: alla donna a cui piace essere l’oggetto della situazione. E questo non lascia nessuna vittima sul campo

solo compartecipanti al rito. Non si salva nessuno.

Come del resto testimonia il fatto che quella donna è nel cast, pagato per lavorare, secondo copione, che è stato proposto e firmato. Mica imposto, dato che c’è la coda per… Ok? Ora che stanno confondendo anche il numero delle possibilità naturali di avere una sessualità (due), gli omosessuali e le lesbiche sono una sorta di oggetto da museo. Nonostante siano ricompresi, il gender fluid Lgbtech è molto più complesso, artificiale, costoso, viziato, contorto, etc. In tale gruppo non si disdegna nulla: 

tutto quello che respira, va bene. 

Anche se ha qualche mese di vita. Cicli e ricicli storici. È già successo. Perché l’impero non si fissa una volta per tutte? Perché è molto particolare e non piacerebbe per partito preso. Questo significa che tra loro e gli individui (almeno in parte) c’è una grossa differenza. Il loro rivelarsi (nascondersi sottilmente) dimostra che ne hanno bisogno per sopravvivere. Anche se fossero gli azionisti dell’industria a cui appartiene questo parco. 

Anche se fosse “Dio” a rivelarsi

Significa che non si è tutti uguali. Che i figli del creatore non formano l’intero. Infatti, la storia seppure deviata evidenzia un ritornello del tipo:

occupante Vs nativo. Primo e secondo tempo. 

È già successo, ma non è detto che corrisponda all’origine. Alla donna piace essere desiderata. Allora l’uomo le fa la corte. Similmente, al Lgbtech piace essere desiderat*. Allora qualcuno si fa avanti facendo la corte. È uguale. Sì, con fare diverso, ma èuguale nella sostanza. 

Come diceva Checco, “Oh. Funzionano tutti nello stesso modo…”.

E poi:

Noi ci tagliamo perché soffriamo.
Scusa, secondo me è il contrario, voi soffrite perché vi tagliate. Provate a non tagliarvi e vedete che non soffrite…
”.

Gallina. Uovo. Gallina. Uovo. Gallina. Uovo.

Copione. Cast. Copione. Cast. Copione. Cast.

Finanziamento. Produzione.

Idea. Progetto.

Potere.

Ci sono state “critiche” al film, Riddick? Sì. Ma la critica si occupa d’altro.
Il budget per la pellicola è stato stimato in 38 milioni di dollari... Il film ha incassato in totale 98337295 Usd: è andato bene. 

Il pubblico ha gradito. Altro che... patriarcato.

  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2023
Bollettino numero 3519
prospettivavita@gmail.com


2 commenti:

  1. Hey Davide, che piacere ritrovarti. E' da un po' che voglio scrivere un commento ed eccomi qui. Ho poco da dire perché....cosa altro c'è da aggiungere? Anzi ti metto qui il commento che ho lasciato sotto questo video: https://www.youtube.com/watch?v=6ftJLye4QfQ

    "...Questi cosiddetti "dei" o giganti sono stati loro sin dall'inizio e sono ancora loro, anche oggi a governare il mondo, solo che hanno optato per il camouflage. Era ora di cambiare capitolo nella storia, di dare l'idea di evoluzione, di democrazia, di dare l'idea che l'uomo fosse frutto del caso. Loro non sono né buoni né tantomeno divini, almeno nei nostri canoni. Fanno il lavoro sporco conto terzi (il re del mondo ci tiene prigioniero il cuore), è un progetto, è come un'azienda. Mandano i progettisti, gli ingegneri, e così via e poi rimane solo un manager a controllare gli sviluppi e a dare le direttive che prende dall'alto. E' tutto frattale. Noi siamo i loro servi, si vede anche molto bene dalle immagini a 52:00 anche nelle raffigurazioni egizie, ovunque, tanto sono sempre loro."

    Ecco qua. Tutte le tessere stanno andando al loro posto, abbiamo ormai (quasi) tutte le risposte.
    Un abbraccio

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    1. Hey Fabio! Il piacere è reciproco. Grazie. Per quanto concerne il mio ritorno, davvero, non potevo non esternare partendo da Gaza. L'abominio assoluto. Che siano maledetti gli israeliani che partecipano al massacro. Tra l'altro, con la stessa strategia usuale, modello 11 settembre 2001. Sono sempre loro. Ed è ora di farla finita una volta per tutte. Il mondo deve svegliarsi. L'ora è questa! Altrimenti, sarà la notte buia e profonda ed eterna. Se non funziona nemmeno questa sveglia, bah... siamo già tutti morti. Ancora grazie e... a presto!

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