Il “titolo” promette bene, nel senso che… se non solo vedi il “video”, sarà intuitivo an-notare che:
2 cicli dinamici, che vanno alla medesima velocità
e che, in-solitamente, l’occhio non riesce a captare
se osservati l’uno attraverso l’altro
bè
improvvisamente, ma provvidamente
il secondo ciclo, seppure in movimento
viene “colpito”, rallentato otticamente
e, quindi
si rende manifesto = visibile.
Uhm.
Vediamolo...
Ci sei?
Ora, non interessa lo “esperto” di turno, che riporta la “spiegazione scientifica” = il rientro del fenomeno a-simmetrico all’ovile. Di più, è d’uopo renderti conto, una volta x tutte, del “ritorno” che un simile fenomeno ha in termini di “valore aggiunto” = sostanzialmente.
Di conseguenza, puoi auto ricavare - auto decodificando la situazione reale - il ruolo sia dello “esperto” che della “scienza”. Dove? Ma dove se non sempre ed inesorabilmente (qua, così). Ossia? Nell’AntiSistema. Ovvero?
Allo “inferno”. Ti (ri)trovi?
Vedi che “ci sei” proprio dentro e proprio “ora”, adesso, now: uora uora.
U capisti?
Come rendi manifesto, or dunque, tutto quello che x “te”, al solito, non esiste (anche se c’è)? Di certo, non basta prendere due ventilatori. No?
Però, nella sostanza è (sempre) la verità.
Ergo, i “due ventilatori” a cosa corrispondono essenzialmente?
All’accorgerti. All’espanderti, espandendo la consapevolezza, la “sensibilità”, il sentire, l’esserci. I “due ventilatori” diventano uno, allorquando d’assieme – con Te e persino “te” – formano una sorta di strumentazione non solo ottica, capace di mettere a fuoco, rallentando, un in-certo ritmo che, prima, era del tutto teorico o complottistico. Dunque, in tal modus poni le basi per un “prima” ed un “dopo”, qualcosa = “te” che ritrovi Te, ad esempio.
In che senso?
Nel senso che il secondo ventilatore, venendo rallentato, attenzione, non nel proprio incedere, bensì, in maniera tale da essere filtrato mentre continua a funzionare indefessamente, permette di essere veduto, an-notato, realizzato, fissato, etc. Una volta x tutte, essendo sempre ripetibile (come ricetta del dottore).
Ecco che... il non lineare diventa-ritorna-è manifestazione; per la serie, non solo rivelazione.
Riassumendo, hai:
moto invisibile o rivelato
filtrato attraverso un moto simile
diventa osservabile oltre che percepibile…
Questa è la verità in azione, persino mediante le leggi fisiche de noantri.
La verità che fa “surf”, continuamente.
Poiché tutto funziona, tutto ha uno scopo, tutto è vero nel senso che la verità è una = quando è già successo, è vero che è già successo e, quindi, il “continua a succedere” è sempre la verità che ti auto manutiene in-formato, seppure lungo “catene non-lineari del tempo” che sono tale “ferma” abitudine.
Calligaris docet.
Una cicatrice è come un tatuaggio, essendo memoria, ergo, verità. Ciò che si fissa nell’abitudine “temporale” è la verità, da cui tutto il resto: esperienza, consapevolezza, memoria = funzione, funzionare, funzionamento, funzionale, etc. etc. etc.
Il cui “contrario” è proprio la… finzione:
dalla funzione alla finzione (la rivelazione)
il passo è breve (soprattutto nell’AntiSistema che x “te”, infatti, non esiste anche se c’è)
tanto che si può riassumere graficamente così…
f(u/i)nzione.
Laddove, se “u/i” lo trasformi in di-segno grafico convenzionale, allora ottieni un marchio parlante. Ad esempio, se “u/i” = ottieni f()nzione, laddove “nzione” = costante, ovvero, come radice ed in quanto tale del tutto indicante qualcosa a livello di “idioma”, linguaggio da parlare. Mentre, rimane il cuore pulsante della “cosa” = f().
Ora, tale costrutto non è più “parlabile” indicando una simbologia che, in quanto tale, ha una valenza più profonda, raggiungendo di certo il non lineare o la sostanza radicale poiché radicata (qua, così) ma anche (qua, xxx). Allora, il punto di sospensione o di “unione” consiste proprio in tale “gancio” che può essere “navigato, governato, usato” ad hoc, mediante l’atto del deciderti (decidere).
La cosa quasi “comica” è che il simbolo f(), ricorda proprio lo schema dei due ventilatori interposti in serie o sovrapposti, al fine di vedere l’uno mediante l’altro (e viceversa).
Come rendi “misurabile l’invisibile”?
In tal modo, ad esempio. Il secondo “ventilatore” è un ciclo dinamico, in funzione che si rivela mediante la finzione: i “tuoi” occhi non lo mettono mai a fuoco, perché viaggia spedito ad una “frequenza” superiore a quella di “fabbrica”.
Guarda non caso. No?
Il ventilatore “muove aria”: non la rinfresca. E due ventilatori? Se usati per “s-muovere aria”, lo fanno egregiamente. Anche se, quando l’aria è troppo calda, di conseguenza il lavorio dei ventilatori sembra vano, perché l’aria calda che viene mossa è e rimane sempre aria calda che il corpo non riesce più nemmeno a percepire, rimanendo sempre calda. Eppure, i ventilatori continuano a funzionare = ecco un altro modo per auto rivelarsi, non solo mediante la velocità (frequenza) delle pale.
Anche l’aria, quando troppo calda, permette la rivelazione.
Il troppo, stroppia.
Però, se usi un ventilatore per inquadrare l’altro, bè… ecco che il moto relativo II, emerge = diventa visibile poiché rallentato! Wow. Le implicazioni che ha questa “scoperta” sono epocali, se (se) sei sostanziale. Altrimenti, “niente”… come al solito (qua, così).
“Misurate ciò che è misurabile, e rendete misurabile ciò che non lo è…”.
Galileo Galilei
Ok?
Le proprietà della materia che si possono misurare sono dette grandezze (lo sono per esempio, la massa, il volume, il peso, ma non la lucentezza o l'odore). Per misurare una grandezza occorre confrontarla con una unità di misura, cioè con una grandezza di riferimento ad essa omogenea e di valore unitario…
Ergo, “per misurare una grandezza occorre confrontarla con… una grandezza di riferimento ad essa omogenea e di valore unitario…” = ad esempio, un altro “ventilatore”, attraverso cui rallentare “otticamente” il ciclo del secondo.
Ok?
Va da sé che il “frenare” il moto dell’altro, è “solo” a livello visivo, mentre continua normalmente a funzionare (funzione-finzione).
Sempre f().
Questo “filtro” non rallenta nulla, fisicamente: ma lo rende visibile, manifesto, evidente, noto, etc. Ecco che sei riuscito, di conseguenza, persino a rendere “misurabile” anche la… lucentezza e l’odore.
Non te ne “Fai…” niente? Sicuro?
Ma proprio sicuro, sicuro? Sicuro?
Nella sostanza, hai colto in fallo l’oro. Anche se non te ne rendi conto. Ne’ “La bussola d’oro”, come Lord Asriel riusciva a mettere a fuoco il flusso della “polvere”?
Come si era accorto della “polvere”?
Quando ne era diventato “certo”?
Movimenti troppo veloci ingannano l’occhio: non danno nell’occhio. Ovvero, la “velocità” è una frequenza imposta proprio artificialmente al fine di rimanere rivelati. Perché laggente “è tarata” su frequenze “inferiori” di funzionamento.
Ecco come fanno l’oro. Ecco “dove stanno” l’oro. Ecco-lì.
Pistola fumante. Fumo che circonda ancora la canna. Sono l’oro! Beccati.
f().
La “ombra” ha un senso. Non è ciò che sembra, al solito. La visione dell’ombra mette a fuoco “qualcosa” che viene codificato = proposto in tale salsa, anche se è sempre sostanza ovvero verità.
Questo (ti) permette di auto realizzare che non esiste; c’è un “velo” che filtra tutto, riparametrando in funzione di un codice riconosciuto, simile al concetto di “alfabeto” da cui il “linguaggio (de-scritto e parlato)” al fine di “comunicare” = “capirsi”.
Pensa, Te, quanto disti da “te” (qua, così), seppure… sovrapposto sostanzialmente (nella sostanza, come la “polvere”).
Il “dato” è questo.
Tutto il resto è... AntiSistema.
Alfine, tutto è verità.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2024
Bollettino numero 3757
prospettivavita@gmail.com
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