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martedì 28 novembre 2023

Planeta.


Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Salustri…
Ma pensa. Trilussa = Salustri. Codici, questi s-conosciuti. Conosci Salustri? No. Conosco Trilussa. Ah! Capisco. I “massoni” parlano questa lingua, o codifica. Un linguaggio inserito ovunque, a testimonianza che è datato il movimento. Probabilmente, almeno dal reset della Grande Tartaria. Il celeberrimo 1700-1800. Un terremoto con tsunami e smottamenti secondari durati decenni e decenni. Il 2020 è l’ultimo scossone o forse un altro reset vero e proprio. A giudicar dal balzo tecnologico in atto, rispetto al cosiddetto “ottocento”, sembrerebbe davvero un grande reset. Però, occorre non fasciarsi la testa con la tecnologia “moderna”, che per la verità ricorda qualcosa di datato ma rivelato attraverso il mito della “magia”: 

qualcosa ancora in codice

La consueta sostanza è il faro rilevatore, capace di auto orientare senza alcun’altra “necessità”. E la sostanza matura solamente quando l’interlocutore è sostanziale: pilota. Artefice del proprio “destino”.

La corruzione dei politici, il fanatismo dei gerarchi, gli intrallazzi dei potenti sono alcuni dei suoi bersagli preferiti. In alcune sue poesie, come Er venditore de pianeti, Trilussa manifestò anche un certo patriottismo di marca risorgimentale...

Interessante ed assolutamente aggiornato o moderno:

la corruzione dei politici
il fanatismo dei gerarchi

gli intrallazzi dei potenti… (proprio come non oggi, ma ora).

La precisione è portante. Ora è sempre… ora. Adesso. Non oggi, ch’è di 24 ore.

La chiave di accesso e di lettura della satira del Trilussa si trovò nelle favole. Come gli altri favolisti, anche lui insegnò o suggerì, ma la sua morale non fu mai generica e vaga, bensì legata ai commenti, quasi in tempo reale, dei fatti della vita…

Infatti:

quasi in tempo reale… è ora, adesso.

Poi, la riconferma del codice di accesso o della chiave di decodifica:

le favole.

Preciso. Sostanza. Metafora della vita. Sostanza.

“Così succedeva, caro patron Rocco,
che quando andavi nelle librerie
acquistavi un libro con cinque centesimi.
Mentre adesso ci sono tanti libri e giornali
fatti male che per cinque centesimi
dicono moltissime sciocchezze”.

Attuale. Molto. Tanto da richiedere solo l’aggiornamento del prezzo. Mentre il “contenuto” è assolutamente in linea. A proposito dell’eliminazione del contante: ho trovato un valido argomento a sua difesa.
Eccolo: cosa ci metti nel carrello per fare la spesa? Ecco. Coi distributori automatici di benzina che faticano sempre di più ad accettare banconote, seppure perfette o addirittura nuove. Un vero mistero. Abituarsi è un fattore simile all’auto asfissiarsi o strangolarsi “grazie” al proverbiale cappio al collo con nodo scorsoio. Più ci si muove e più viene a mancare l’aria, ergo, ci si abitua. Come banca centrale che veicola il flusso ed a valle si trovano solo le conseguenze. Hai voglia ad indagare linearmente, lì. Le briciole sono briciole, mica favole. E se manca l’attivatore, “niente”. Tenendo conto che l’individuo è in modalità stand-by. Quante chiacchiere a vuoto. Vero? Parole al vento. Come predicare nel deserto. Fumo negli occhi o nemmeno. Il nulla.

Signori! - dice er vecchio –
Venghino ad osservare il mio apparecchio
che agisce sotto il flusso della luna;
con il su e giù che fa nella bottiglia,
il diavolo ci legge nella vita
entrando ne l’affari di famiglia:
la zitella saprà se si marita,
la vedovella chi se la ripiglia…
avanti, avanti, ché col mio pianeta,
oltre d’averci in mano l’avvenire,
guadagneranno cento mila lire
con una piccolissima moneta…”.
Er venditore de pianeti

Il “pianeta”: un perfetto sconosciuto. Ma, il pianeta de Trilussa che cos’è? Uhm…

Venghino ad osservare il mio apparecchio
che agisce sotto il flusso della luna;
con il su e giù che fa nella bottiglia,
il diavolo ci legge nella vita
entrando ne l’affari di famiglia…

Il suo pianeta è un “apparecchio”. 

Qualcosa che “agisce sotto il flusso della luna”. Qualcosa in… “bottiglia”. Uno strumento per il Diavolo o con il Diavolo dentro. IA? Il grande reset che cos’è? Un reset più… grande. E quindi? Se il reset è una sorta di cancellino sociale. Il grande reset ha il potenziale della “nuova dimensione”. Il famoso “taglio” di Lucio Fontana: “Concetto Spaziale Attesa”. Attesa = stand-by.

Meditazione? 

Non proprio. Intubazione nel Metaverso. Qualcosa che di digitale ha solo la “pubblicità progresso”. L’utility “fica” che risulta attraente per la moltitudine. E una volta assorbita quella, la rimanenza è sempre minoranza, laddove non a caso è la maggioranza a decidere (scegliere fra…). È la “democrazia”, siore e siori. Niente di meno. Molto di più. Sostanza. Quel taglio è un ritagliare lo Spazio Sostanza. Chi lo esegue non è chi lo segue. 

“Dio” si prende tale libertà. 

Alla sua prole non resta che obbedire, come volo notturno in cerchio continuo attorno alla luce dell’artifizio, essendo la “Luna” troppo distante (anche se non troppo). Lo squarcio nel buio è un taglio del buio, che appare luce a causa della messa a fuoco, di contrasto. Le dimensioni vengono unite, come forando una parete comune. Buco Nero. E… Buco Bianco. Lo stesso… Buco. Come se fosse politica. Il fornello coi fuochi in cucina. E da quel rinnovato spazio, la possibilità di coniugare le parallele: la proiezione, da un lato; la manifestazione, nell’altro. Realtà manifesta Vs Realtà digitale. Qualcosa che per abitudine ritorna ad essere ancora realtà manifesta. Allora: realtà manifesta al quadrato o due.puntozero. Laddove muta tutto, anche la fisicità e talune “necessità” obsolete o sacrificabili. 

L’individuo in bottiglia è l’essere sopravvivente nel pianeta. L’incanto è ciò. Come la maledizione. E l’avvenire. Il “tempo”. Inflazione. Gerarchia. La Matrix. Tutti uguali, in proiezione: ecco la sede sostanziale del “comunismo”.

Consumismo. L'auto consumarsi.

Mentre nella relativa manifestazione si sprigiona il programma ele-mentale, inquadrato dall’apparato legislativo di comando e controllo. Ecco perché c’è sempre qualcuno in grado o dovere di dare ordini al prossimo, in assoluta e paurosa dissoluzione. Dov’è iniziato tutto questo è nel codice stesso. Con quale chiave lo si apre? Atteggiamento. 

Avatar I lo evidenzia. 

Senza la paura, Eywa viene riconnessa. L’I-Ambiente è sempre online, ma se l’individuo è assente in “se stesso”, allora è in codice la verità. Motivo per cui disterà sempre di quel “quanto basta” al fine di essere ritagliato fuori da perfettamente dentro. Non si butta mai via niente. Tutto viene riciclato. Per “fortuna”. La ciclicità è dannazione ma anche potenziale in-espresso. Ripetere aiuta? Sino alla riuscita. 


Prima, è alimentazione per l’apparato planetario.

  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2023
Bollettino numero 3521
prospettivavita@gmail.com


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