La Svizzera non firma l’Accordo quadro.
Lo ha deciso oggi il Consiglio federale, e la decisione è stata comunicata all’Unione europea. I negoziati – lunghissimi, frustranti, a più riprese interrotti – sono durati sette anni. Di ragioni per questo fallimento se ne possono trovare parecchie ma una è fondamentale e sovrastante: l’accordo, come preteso dall’Ue, avrebbe compromesso in modo irreparabile la nostra indipendenza…
26 maggio 2021 Link
L’accordo, come preteso dall’Ue, avrebbe compromesso in modo irreparabile la nostra indipendenza… = pericolo scampato?
Per nulla affatto, non visto che anche la Svizzera è un asset Anti-Sistemico. Anzi, proprio ora che dall’Ue è uscito il regno britannico tutto sembra ritornare, poiché gli “inglesi” sono qualcosa a p-arte ed in quanto tali, non “stavano bene” all’interno di uno schieramento pubblico e condiviso.
“Finché la barca va, lasciala andare…”.
Infatti, è proprio dal “mare” che spira un vento particolare: qualcosa che ammorba l’aria anche sulla terraferma, dando l’impressione persino opposta, ammaliando, rendendo tutto quanto come se fosse una grande depressione “naturale”. Sul modello “oddio sono finite le vacanze”:
una sorta di tristezza o di spleen romantico, di profondità dell’essere ma in termini non molto lusinghieri, come se tutti quanti fossero toccati da una gigantesca mano di vernice fresca, che si asciuga indirettamente sul volto o “in faccia”, essendo se stessa origine e conseguenza.
Che cosa vuol dire? Bah.
Che cosa significa: sei alla mercé di una incognita.
Che cosa puoi “Fare…” = essere te stesso, da te in te per te, un cubo inscritto in una sfera perfetta:
due “solidi” che ruotano attorno ad un unico centro portante, creando e manifestando realtà che si cristallizza ad immagine e somiglianza.
Senza intermediari nel mezzo, ma non come per la Blockchain; con te in quanto ad unico f-attore:
qualcosa che però vale per tutti, contemporaneamente.
E con tutto quello che è necessario, sempre disponibile essendo potenziale e dunque che non “serve” bensì… che c’è, in quanto a diretta emanazione tua.
Con “Dio” che rimane inascoltato, poiché “grosso e grassa bugia” o paravento.
E con Dio, che sei tu così come ognuno, allo stesso modo. E con il “tempo” che ritorna sui propri passi, estinguendosi come qualsiasi “cosa” non più utile dal punto di sospensione comune, poiché d’assieme.
Col denaro che viene dimenticato, perché superato dalla realtà sostanziale dei fatti. E con il “di fatto” che se ne va alle ortiche, dal momento in cui scompare anche la f-orma gerarchica eco-dominante.
Quando qualcosa non va più di moda, ritorna in sede originale (potenziale).
Non importa di quale entità o stortura istituzionale si tratta: tutto viene riassorbito e basta. Ovvero, ciò che ti “è già successo”, nonostante non credi che sia possibile. Eppure, ogni “sorte” toccata o dedicata alle popolazioni terrestri, te lo avrebbe dovuto insegnare da mo’.
Come ti spieghi, infatti, la “fine” che hanno fatto o avuto, i “grandi imperi” sulla Terra?
Come potevano terminare, se… “ora” ti passano il concetto di… “troppo grande per fallire”? Già.
È semplice: non te la dicono tutta. Sai diversamente.
Non a caso sei nel “tutto si trasforma”. Vero? Laddove il trascendere sembra come abolito, ad eccezione di quando a “Farlo…” è l’Anti-Sistema stesso che, infatti, continua ad auto succedersi, confezionando la versione storica deviata della Storia Originale o Sistema Operativo dell’I-Ambiente che funziona e… funziona.
Stop.
Ergo, tu che sei “tu” nell’Anti-Sistema, ricavi ogni dato dalla deviazione standard “storia deviata”, piuttosto che direttamente dal SO I-Ambientale. Il che significa che “è già successo” qualcosa da “a monte” che or dunque non ti sai mai ben spiegare, perché sei in una nube che ti offusca la visuale, da cui ogni impedimento che vai a realizzare se non proprio ad autorizzare.
E anche per la “Svizzera” è uguale, passando dalla padella alla brace, continuamente.
Credendo ogni volta di “avercela fatta”.
Ma è sempre dell’Anti-Sistema che si tratta, al di là del quale c’è tutto quello che puoi immaginare, se non che nell’Anti-Sistema anche l’immaginazione viene meno, motivo per cui occorre proprio trascenderne i termini, pena ogni volta esserne divorati.
Sei confuso ed in-felice, nell’Anti-Sistema; facci “caso”.
Cosa ti serve per considerarti “felice” e quanto dura, ogni volta? Guadagni o trovi del denaro e sei contento: fino a quando dura la “dose”.
Di solito, poi, se entra del denaro fresco in casa, quasi sempre subentra una spesa supplementare non aspettata. Che combinazione.
Vero?
Poi, sei “felice” quando puoi uscire di casa e 1- andare con amici a divertirti (mangiare, bere, ballare, giocare, etc.) o 2- stare nella natura (correre, camminare, viaggiare, etc.). Molto bello, sì… ma ogni volta tutto questo termina, e cosa c’è sempre ad aspettarti?
Lo status quo.
Ergo, se per “te” questa è felicità, allora la felicità è qualcosa a termine, perché nell’Anti-Sistema non dura mai. All’inverso, di conseguenza sei usualmente infelice, perché costretto in una vita che se potessi scegliere getteresti nel cestino.
Al classico Genio della Lampada, infatti, cose chiederesti?
Già il fatto stesso che gli chiederesti qualcosa, significa che “ora” sopravvivi nella “mancanza”. No? Allora, la “tua” vita è tale: per questo ti “ammali e muori (prima o poi tocca a tutti, nell’Anti-Sistema)”.
Poi, sei “felice” quando fai sesso oppure quando ti muovi in tale indotto. Anche in questo ambito, però, tutto dura sempre troppo poco. L’amplesso stesso esprime un meccanismo che si carica e scarica, etc. E il “ciclo stesso della donna, lo dimostra.
Così come sei sempre più precario anche nel mondo del “lavoro”, laddove la precarietà è indice di oscillazione, ciclicità, sopravvivenza, etc. L’inganno, inoltre, prende corpo dal fatto che ci sono persone che reputi felici anche con poco o niente, oppure perché sono benestanti, ricche, molto ricche o super ricche. A volte sai di qualcuno che reputi felice, ma non conosci la situazione dal di dentro:
hai solo delle impressioni, che possono indurti in tentazione.
La felicità è una condizione che chiunque persegue o ricerca = l’individuo è infelice usualmente. È logica. Che altro. E perché sei infelice?
“Chi? Io?”.
Certo: “tu” non puoi definirti tale, perché hai un orgoglio da difendere. Poi, se prendi antidepressivi lo sa solo il medico ed il farmacista (o nemmeno). Insomma, non sei trasparente nemmeno con te stesso né con gli “amici” e quando lo sei che cosa ottieni? Compassione o soddisfazione altrui, addirittura. Sono cose che “senti”, perché non ti vengono mai dette in faccia.
Eppure, lo sai che è così.
Anche se ci sono rapporti di piena sincerità, la media non rispecchia tali situazioni… Poi, non ti sembra che il ruolo della donna sia sempre lo stesso di sempre, nonostante i grandi passi in avanti ottenuti e riconosciuti nelle passate decadi della storia?
Ti basti allora osservare la prima pagina di Yahoo, per renderti conto del trattamento riservato alla donna, che a quanto pare “ci sta”, perché chi è sempre in “copertina” ha tutto l’interesse per restarvi. Però, prestandosi a questa parodia, diventa “parte della nave e parte dell’equipaggio”.
Lati B ovunque, che determinano il “valore” della persona. Decolleté sempre più esplosivi, esposti a fianco di notizie di cronaca nera o di tragedie. Video di allenamenti “sexy”, che durano qualche secondo ma che funzionano in quanto collettori di “click”.
E questa è la “parità” ottenuta, o... riconosciuta?
Sembra di più una “libera” connivenza, come a dire che la sopravvivenza comporta anche questo, in un eterno gioco di specchi che a quanto pare fa “felice” sempre qualcuno che si gode ogni volta la scena, anche se con coincide con nessuna p-arte in causa. Laddove, ognuno è sempre pronto ad offendersi e querelare, perché notorietà e denaro fresco “servono” sempre, come per il predatore e per chi si crede tale.
Chi controlla, sta per prendere il controllo totale della situazione?
No. “È già successo”. E sta “solamente” continuando a succedere ad ogni livello.
È questo il “movimento”.
Qualcosa che ricorda come striscia la serpe dal corpo lamellare. Ti rendi conto? Sei sempre in differita, allora. Per questo motivo ti auto delimiti sempre a scegliere fra… ma non decidi mai sostanzialmente.
Senza accorgertene, la diretta ti sfuggirà sempre.
Sarai sempre in ritardo, ovvero sempre anticipato. Ecco la dipendenza sostanziale che cos’è e perché si manifesta nella realtà che si va a cristallizzare conseguentemente. Sono i sottodomino che stanno ripercorrendo il percorso dell’eco-dominante. Ecco il “progresso” in cosa consiste. Ad immagine e somiglianza, i terrestri compongono un unico gregge che risuona nell’eco del Flauto di Pan o della “divinità”.
Sei nell’Anti-Sistema infatti.
Non sei in procinto di entrarvi. Bada bene che non si tratta di “se non svoltiamo siamo fregati”; bensì, si tratta di “è già successo”.
Ok?
Scendere in piazza non serve
più a niente. Anche se è sempre “servito”. L’unione fa la forza? Vero, ma…
un’unione di pari; non di esseri “a Massa” che rincorrono due spiccioli o
quattro briciole e si accontentano sempre.
Il motivo per cui nel “dopoguerra”
chi aveva acquisito posizioni di spicco, se l’è tenute “strette strette”
facendole fruttare, sfruttando a pieno l’opportunità di ogni “crisi” a partire
proprio dalla “grande guerra”.
Anche i “complottisti” sono sempre in ritardo e allora fanno p-arte del giogo. Occorre essere sostanziali, auto ricordandosi da sé in sé per sé, attraverso del “sano egoismo”, al fine di riemergere al livello dove s-corre la diretta e da cui si ritorna a decideRe.
Dal potenziale contemporaneo, che se non capisci cos’è, tanto meglio… perché si tratta di “sentire” e ricordare e poi farne la propria verità, significato, memoria (esperienza).
Quello che più temi lo mantieni in auge, perché “è già successo”. Dunque, non lo vai a realizzare o permettere, bensì lo tieni sostanzialmente cristallizzato.
Ricorda sempre che se non sei sostanziale (non lineare) allora sei sempre in ritardo, ergo, “è già successo” tutto quello che più temi. Certamente, perché se hai già la tal paura, significa che è in te il ricordo dell’evento che ha generato la paura e che la “tua” mente ha provveduto a seppellire sotto una montagna di apparenze, da cui il “ritardo”.
Come se non volessi proprio riconoscere il mondo in cui sopravvivi, andando a negare l’ovvio, il banale e la logica.
Qualsiasi “cosa” ti viene in mente è un “pensiero senza pensatore”, che viaggia nell’aria come “ispirazione”.
Sei sempre in ritardo. Ricordalo.
Come ovviare, allora? Lo sai. Te ne devi accorgere, innanzitutto. Poi, occorre essere sostanziali e “Fare…”. Ma questo comporta essere “contro” l’essere “a Massa” che s’aziona proprio come se fosse “Polizia”, addetto alla sicurezza o troll.
Tutto si assomiglia, però.
Perché “tutto si trasforma”, “tutto è verità”, “tutto è memoria (ambientale)”, tutto “è già successo” e continua a succedere… da cui “tutto è ciclico”.
La “tua” ricerca di felicità in cosa consiste, allora?
Cosa esattamente o meglio, sostanzialmente, ricerchi e dunque non ritrovi? Perché ti sfugge la questione, tanto da dis-perdere ogni volta ciò che hai già di tuo?
Perché sei sempre altrove, rispetto a te stesso?
Cosa (ti) “manca” è… un pozzo senza fondo, secondo tale modalità. Cioè, non ti sembra un po’ l’opera del “minare”, del minatore, della miniera da cui estrarre l’oro o qualsiasi metallo o cristallo prezioso?
Prima ancora di osservare, studiare, capire, etc. ogni “lezione”, vai al sodo che ti contraddistingue:
se infatti sei “tu” ad operare, come potresti “Fare…” solo tu, per te da te in te, che cosa otterrebbe chi ha la proprietà (privata) della “miniera”?
Qualcosa di molto simile all’utopia: al come dovrebbe essere (dal proprio punto di sospensione, però).
Ossia?
Il bando di ogni violenza diretta e più facilmente additabile in quanto tale. Ossia, l’illusione comune e condivisa del “progresso”, della “civiltà”, della “evoluzione, libertà, uguaglianza, etc. etc. etc.”. No? Facendo(ti) fare tutto, attraverso l’auto convinzione di essere te stesso a…, la “direzione” ottiene il massimo del profitto con il minimo dell’impegno, in termini di risorse impiegate nel controllo della situazione e della “sicurezza” dell’edificio “minerario”.
Perché, ad esempio, è da più di un secolo che miliardi di veicoli si muovono, “grazie” ai carburanti fossili (monopolio privato), bruciando tutto di tale combustione, ad eccezione della spinta per il trasporto stesso?
Perché non si è sviluppato un modello di sfruttamento di tale movimentazione globale, nel senso del mettere a punto congegni in grado di ricavare energia dal movimento delle ruote e non solo? Ecco che, allora, tutto questo riguarda proprio “te”, che sei tale perché servomeccanismo Anti-Sistemico, laddove di te/“te” infatti si sfrutta tutto e fra non molto lo potrai persino “vedere coi tuoi occhi”; quando verrò implementata la tecnologia organica per “minare” il tuo “essere e movimentare”.
L’energia interna la crei già in automatico, dunque… la base per alimentare dispositivi artificiali, iniettati “dentro” grazie ad infinite scusanti esterne, sociali, civili, etc., già c’è.
Che cosa manca, allora?
Bè, il “tuo” consenso in tal senso, anche se ovviamente mascherato o rivelato.
Perché hai allora la sensazione dell’essere in diretta o addirittura in anticipo, giacché stai leggendo di qualcosa che deve ancora andare in onda e che allora puoi prevenire?
Perché “è già successo” e allora la “tua” è solamente una illusione, una rivisitazione del passato, un déjà-vu o… memoria.
Qualcosa che è possibile perché l’I-Ambiente lo permette, essendo anche memoria. E allora qualcosa che SPS_IO condivide per lo stesso motivo portante. Ecco che se non ti accorgi di ciò, di conseguenza tutto scorre via come per un tratto di fiume che hai sempre l’impressione di veder andare via oltre la curva o l’orizzonte, salvo che in seguito funziona come quelle fontane da centro città, che riciclano l’acqua senza dartelo a vedere.
Urge, rompere un equilibrio che non ti appartiene e che allora descrive una ben altra situazione o consolidata realtà manifesta.
Se SPS_IO è qua ad insistere su temi sempre attuali e potenzialmente “futuri”, significa che “è già successo”.
“Fai…” bene attenzione, perché il concetto di “tempo” è assolutamente fuorviante.
Sei in qualcosa di come arrotolato, piuttosto che lineare. Laddove allora il “tempo” è un edificio, piuttosto che una linea retta che scorre via lungo la tua osservazione, sino alla prima “curva” che la interrompe, senza interrompere nulla sostanzialmente.
Sei, allora, ancora nelle miniere a scavare.
Solo che “ora” non ne sei più consapevole. Tutto qua. Anzi, “ora” lo sfruttamento è totale, perché alla proprietà basta solamente tenere in piedi l’illusione ottica che autorizza a riconoscerti di credere in te, nella società del tal anno o “ora”.
Le macchine permettono la visione, che per la mente non fa alcuna differenza, credendo sempre che sia verità. E in tale rappresentazione psico-ottica o psicotica, te la canti mentre risuoni al segnale portante minerario Anti-Sistemico.
Qualcosa ch’è qualcuno, di cui non hai mai avuto alcuna notizia, anche se “tutto è verità” ambientalmente. Altro segno evidente che esisti ma non ci sei. E che “è già successo” e continua “solo” a succedere.
Laddove, allora, dove c’è lo “spazio” per rompere tale f-orma di equilibrio altrui, scambiata per tutt’altro?
Ritornando da te in te per te, ad essere (ricordare) te. La tua esperienza pregressa è inalienabile poiché potenziale, per cui… hai l’opportunità continua di ri accedervi, ma solamente se sei e lo “Fai…” attraverso atteggiamento sostanziale, ch’è la chiave universale per…
Una “favola”?
Sarà sempre così se lo credi.
Del resto non ti sembra funzionare tutto proprio secondo tale accezione? Devi crederci, se vuoi portare a termine qualsiasi “cosa”. No? Allora, perché non dovrebbe valere anche, anzi a maggior ragione, per tutto quello che promette di essere il potenziale che occorre per trascendere l’intera situazione?
Quale situazione?
Ecco che se non passa che sei nell’Anti-Sistema, hai voglia. Se non ti rendi conto di tale proprietà privata e de-privata da te, sarai sempre “punto e a capo”, nell’Anti-Sistema stesso che promette sempre di non esistere anche se c’è.
Un po’ come “già successo” anche per la Mafia che, sino ad un certo punto, nessuno credeva seriamente che ci fosse, che fosse reale e sì tanto infiltrata e dunque pericolosa... per chi era convinto che certe cose succedessero per “sfortuna, fatalità, caso, destino, etc.”.
ID2020: cos’è l’identità digitale e (possibili) legami con Covid-19…
Antonio Cosenza 17 aprile 2020 Link
Allora:
cosa sono il Codice Fiscale ed il tatuaggio numerico sulle braccia dei deportati nei campi di concentramento nazisti?
Ed il tracciamento attraverso Gps. E ogni smartphone o Pc o qualsiasi altro dispositivo tecnologico? E l’Identità Digitale che viene sempre più richiesta per accedere a vari servizi di “pubblica utilità”?
E, allora, già di per sé anche il Dna o l’impronta digitale?
Tutto lascia tracce di sé. Anche la compresenza “ombra” eco-dominante, però. Dunque, tale ID univoco presto o tardi ti entrerà dentro. In che modo? Attraverso ogni modo:
“aria”, cibo, medicine, vaccini, pensiero, logica, religione, etc.
Allora, come non renderti conto che “è già successo”? E il famoso “microchip” sottopelle? E il Grande Fratello? E… tutto quello che puoi leggere in tal senso?
Bah: ciò che credi preannunciare il “futuro”, è invece l’emanazione indiretta, non lineare, proveniente dal passato.
Non sei alle prese dunque con qualcosa che puoi scongiurare: essendo “già successo”.
È memoria, allora.
L’ambiente che (ti) ricorda tutto. Per questo, “tutto è verità”. Ok?
Ma “Fartene…” qualcosa sostanzialmente è ben altro, è un altro paio di maniche, insomma.
Human Coin non è, dunque, un’idea originale.
Stai già “minando” criptomoneta, da chissà quando o quanto. Sei “tu” infatti che permetti tutto questo. L’Anti-Sistema ti è stato caricato sulle spalle o “addosso” e dunque ce l’hai “dentro”, seppure ci sei dentro e dunque come ne puoi ri-uscire se non propriamente trascendendo tutto quanto, partendo proprio da te stesso, che per “ora” sei “te stesso”, nell’Anti-Sistema.
Un potenziale eterno incubo a cielo aperto ed occhi spalancati.
Qualcosa da cui potresti anche non risvegliarti mai più, se non che godi comunque del potenziale contemporaneo, motivo per cui hai sempre della “speranza”.
Infatti, “senti” che…, anche se non ci credi mai a fondo, nella misura sufficiente per innescare una reazione sostanziale capace di ricondurti alla tua totalità.
E anche se tu fossi una macchina, comunque continueresti a godere di tale potenziale sferico, che rappresenta tutto quello che puoi addivenire se…, e comunque tutto quello che è in tuo diritto ambire di poter realizzare, essendo già ciò che intendi sin da prima dentro di te.
Non ci si crede a fondo:
ecco perché sembra non essere vero.
Ed ecco allora perché il “sogno” imperante è quello di qualcun altro. Sei nell’Anti-Sistema “ora”, il che non è una condanna definitiva. Renditene senzameno conto, sostanzialmente.
“Fa…” la differenza di non potenziale contemporaneo.
E se non credi, allora c®edi.
Quando sei felice, nell’Anti-Sistema?
Quando assumi la dose quotidiana o ciclica, che ti illude continuamente. Conosci la tua metà? Sei felice. Quanto dura? Guadagni dei soldi. Sei felice. Quanto dura? Trovi lavoro. Sei felice. Quanto dura?
La ciclicità è il segno distintivo dell’Anti-Sistema: qua “dentro” non dura niente, ad eccezione dell’Anti-Sistema stesso e dell’I-Ambiente = della memoria ambientale, alias, del tuo retaggio sulla Terra.
L’Akasha è un luogo comune reale; non solamente un archetipo.
E se ci fai “caso”, qualsiasi tecnologia si fonda su tale capacità di memorizzazione o registro degli eventi (tipo Log).
Perché “serve” per l’attività di controllo, analisi, sviluppo, etc.
Ergo: è “lì” che c’è l’informazione accumulata.
Alias, è in te la capacità di connetterti (anche se l'informazione è ovunque, se sei sostanziale).
Bando alle ciance, allora: se sei ciclico un motivo portante c’è, ovvero, renditi conto di cosa invece rimane sempre tale, in pianta stabile magari solamente trasformandosi ma rimanendo sempre lo statore attorno al quale ruota tutto, creando “energia” per la manutenzione continua dello status quo Anti-Sistema.
La schiavitù ha fatto passi da gigante da quando eri coi ceppi alle caviglie.
Vero?
Nel termine in-felicità si annida il concetto di ciclo: in-felice (passi continuamente di stato, proprio come per auto rigenerare energia che, allora, serve ad altro rispetto a te, dal momento in cui sopravvivendo invecchi e non ringiovanisci).
Ti è portato via tutto, ogni volta. Perchè coincidi, ogni volta.
E la “cosa” ti sembra persino “normale”. Mentre l'ambiente funziona:
qualcosa che con il termine energia non c'entra niente.
Che strategia! Una meraviglia per efficacia. La perfezione. L’assoluto. La totalità. La Grande Opera. L’impero che non si è mai (mai) disciolto:
l’Anti-Sistema.
Qualcosa di nativo od originale? Questa è la “crepa” da cui p-arte tutto, oppure… il seguito, rispetto ad un altro tipo di manifestazione in esistenza?
A prescindere, SPS_IO crede che il centro portante sia tu, e che se tu, allora, cambi di stato, sostanzialmente, va da sé che tutto può persino essere trasceso, al che di conseguenza nessun ragionamento applicato è mai valido al cento per cento.
Questo è ciò che realizza e permette il potenziale contemporaneo.
Qualcosa che il “tempo”, allora, non può mai cancellare, perché ne fa p-arte:
altro che.
Sulla Terra l’I-Ambiente è il SO.
Al di fuori, Oltre Orizzonte, tutto si riassume direttamente in te, da te, per te. Credici. Lascia indietro la differita.
Questo è il tuo vantaggio.
E sii allora sempre in diretta, felice.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS_IO) 2021
Bollettino numero 10-422
prospettivavita@gmail.com