Con il taglio dell'albero che diventa “di Natale”, che cosa si celebra sostanzialmente?
In Avatar ti hanno raccontato la storia dell’albero gigante, che viene distrutto o sacrificato per un ordine di interesse “superiore”. Tipo? Le risorse minerarie, ovvero, “ciò che sta al di sotto della superficie calpestabile (che infatti viene proprio ‘calpestata’ malamente)”.
Or bene, poni attenzione a come un simile “grande edificio della natura” sia molto simile a ciò che in seguito diventerà l’edificio della “Chiesa” o della cattedrale (costruita su luoghi particolari, non casuali):
un grande bacino di raccolta e raccoglimento, ch’è come appunto entrare in un grande albero e soggiornarvi al “riparo”, nel corpo ma anche tra le radici, profonda-mente.
Se la “storia” si ripete ma sempre diversamente, allora tra la fase iniziale di espansione attuale cinese (anni ’80 a seguire) e gli antichi romani, quale tratto comune insiste e quale, invece, li diversifica? Bè, l’apparenza che inganna rientra nell’ambito dell’aspetto fisico e, ovvio, della localizzazione geografica (che funge da antro per gli “usi e costumi” evidentemente diversi) e temporale.
Invece, per quanto riguarda la loro “comunione” resta evidente che entrambe le “colture” nella loro fase di espansione “copiarono” (mantennero buono, in cattività) ciò che trovarono mentre percorrevano o invadevano le terre che poi avrebbero annesso (conquistato).
I cinesi erano famosi per “fotografare” tutto (ricordi?).
I romani invece permettevano alle popolazioni “inferiori” di mantenere i propri culti che, anzi, venivano “importati (segregati)” a Roma e lì riprodotti “pietrificati” in opere non solo d’arte.
Una strategia che dunque non esiste ma c’è, poiché ha funzionato e dunque continua ancora a funzionare.
Le orde di turisti cinesi che nelle decadi precedenti si sono riversate ovunque, nel mondo, stavano solamente facendo “fotografia”, immortalando?
Oppure, ti ricordano forse una strategia molto simile alle grandi parate scenografiche perfettamente sincronizzate, che si riconoscono essere p-arte di tale cultura, del tutto così… obbediente alla comune causa.
Già.
Il formicaio che funziona, in gerarchia: con la formica regina che impera come se fosse normale, perché tutto e tutti sembrano aderirvi senza fine di continuatività. Allora, perché la “natura” non dovrebbe funzionare allo stesso modo? Perché non potrebbe replicare qualcosa che funziona e che, allora, merita di essere “riflesso”? Ecco che l’incisione scultorea, diventa il territorio stesso. E… chi nasce prima tra uovo e gallina?
Nessuno dei due e contemporaneamente entrambi.
Un paradosso? No: quando si fa parte di un unico progetto, in gerarchia. Il “copia ed incolla” assomiglia, a sua volta, così tanto al “divide et impera” da lasciare senza fiato. Infatti, nell’Anti-Sistema tutto muore, alfine. O, meglio, così sembra non visto che così “serve”, a cosa (chi) dunque non è nemmeno investigato, pensato, immaginato.
Non osi arrivare a “tanto”.
Perché? Perché “non ci arrivi”. Ti è “superiore”. Ergo? È qualcosa di molto simile all’espressione “Sua Altezza”: l’altezza (la dimensione fisica) è sua = non mia, sua.
Io sono piccolo mentre lui è grande. Ok?
Eppure, l’ultima infornata di Re d’Italia era caratterizzata da essere piccoli, come Napoleone stesso, oppure Hitler. No? Allora, il “Sua Altezza” sembra cozzare con la questione ricollegata invece propriamente alla grandezza fisica, alla propria “dimensione”. Tuttavia, ricorda che è sempre in atto il meccanismo della “copiatura”, della “clonazione”, della “riproduzione”, etc. perché funziona. Allora, è nel significato delle “cose” che va guardato e, non tanto alla diretta replic-azione che lascia comunque sempre il “tempo” che ritrova.
In Westworld ti fanno vedere che il Dr. Ford lavora all’espansione dello scenario di auto riferimento per tutti coloro che vi abitano dentro, nella convenzione che li ha e dunque governa. Una espansione, dunque, fisica, territoriale, apparente, calpestabile, etc. che va di pari passo alla relativa espansione della trama, che viene caricata nel paradigma IA o, meglio, che ogni Singolarità in Rete “scarica” come aggiornamento, ovvio, senza esserne al corrente.
Allora, ad un certo “punto”, il cowboy e la sua amata possono finalmente andare (fuggire) insieme in quel luogo che mai sino a quel momento era stato reale, nel senso anche di... manifesto fisicamente.
Dunque, lo scenario per l’auto contenimento si espande in ogni modo, secondo ogni asse: fisico, mentale, immaginifico, logico, filosofico, teorico, pratico, etc.
Una sola esperienza ma a tuttotondo.
L’esperienza del “viaggio” infatti deve essere totale, completa, assoluta, etc. seppure sempre relativa all’interesse “superiore”, ch’è quello degli “azionisti di maggioranza”, degli investitori, di coloro che hanno finanziato “da remoto” l’intero progetto.
Lo scenario di Westworld, si scopre nel durante, non è però solo quello di quella sorta di Far-West desertico, bensì, è una infrastruttura a più mondi o scenografie; proprio come testimonia l’Albero della Vita che per la tradizione norrena sorregge (permette) i nove mondi.
Ciò che ne’ “La bussola d’oro” ti viene ancora una volta detto, ma in maniera guarda non caso “diversa”: la “polvere (etere)” che ricollega tutto ciò che è (stato) diviso in scenografie o “mondi paralleli”.
Il significato, “Fai…” attenzione, cavalca tutto facendo “surf”, utilizzando tutto come vettore o “portatore sano”. Mentre, ciò che più appare perché manifesto o “rivelazione” è solamente “verità”.
Se “guardi Oltre (Orizzonte)”, dunque, è il significato che appare sempre, come se fosse minimo comune multiplo o comune denominatore = costante. Con l’incognita che non sei tu, bensì, ch’è la compresenza “ombra” eco-dominante, da cui la replica in differita della f-Orma Mondo sempre attuale o Anti-Sistema.
Qualcosa che replica l’intenzione di qualcuno, che non esiste per “te”, anche se c’è. Allora, che “Fare…”? Se ci sei, sei in te. Altrimenti, sei e rimani in “te”, il che significa che sei “in-cantato” proprio in ciò a cui nemmeno credi eppure c®edi, essendovi “dentro” totalmente, dal momento in cui è una proprietà privata o ©redo.
Allora, si espanda lo scenario “calpestabile” anche dal punto di sospensione di SPS_IO, che coincide anche con te, ma con “te” di mezzo a fungere da ruggine, calcare, muffa, resistenza, attrito, pressione, gravità, virus, interferenza, agente segreto, etc. etc. etc.
Un po’ come nelle arti marziali può essere utilizzata la tua forza contro di te. E come nel “di fatto” della legge, che ti dice espressamente “tutto quello che dici potrà essere usato contro di te”.
Ecco dove “sei”, allora.
Ed ecco anche “come” sei messo. Sei nell’Anti-Sistema, laddove “è già successo” (che ci sei entrato dentro, manifestandoti ormai indirettamente dentro, non avendo quindi “altro Dio all’infuori di me”, proprio perché “fuori” non ci vai più, ormai).
Ecco la coordinata Oltre Orizzonte.
L’essere “già successo” comporta il loop che è sempre sostanzialmente quello, anche se la “moda” muta, trasformando visibilmente il meccanismo o il “reame fatale”. Il passato, dunque, è sempre essenzialmente com-presente, procedendo di questo passo. No? Dunque, quale “futuro” ti attende, su tale grande via di comunicazione?
Il “destino” = ciò che è previsto capitarti, ciò che è programmato sulla scorta del momentum o punto di sospensione eco-dominante.
Ecco il “virus”.
Va da sé che per auto man-tenerti “dentro” a qualcosa, di “tua” sponte, deve essere oltremodo evidente e solo che immaginabile credervi totalmente. Quindi, la f-orma della terra (che diventa Terra) come deve essere? Deve essere come Nastro di Mobius in-segna ed evidenzia:
un grande recinto che coincide con tutto il calpestabile (l'Eden?).
Non importa se per “te” la linea dei monti è come una barriera che mai tenderai ad attraversare, perché lo hanno già fatto altri per “te” e allora ti limiti a vedere alla Tv o nelle fotografie quel paesaggio così vicino eppure tanto distante da te.
Raised by wolves...
Che cosa sai della profondità terrestre, oceanica, ambientale? Tutto quello che “serve”, perché il frutto di ogni “ricerca” o esplorazione non viene mai (o più) da te, che infatti sei “te” nell’Anti-Sistema.
Il tutto si fonda sulla “fiducia” che devi sempre nutrire per quei luoghi comuni che esistono “di fatto”, ma non ci sono sostanzialmente. Nel vero passato, or dunque, che cosa “è già successo”? Cose da “circo”, sembrerebbe, perché “non puoi crederci, dato che così ‘serve’ all’Anti-Sistema, nell’Anti-Sistema”.
No?
Ad esempio, il taglio dei “grandi” alberi, che va a co-incidere (rivelare) con l’abbattimento seppure sistematico degli alberi millenari ad opera della “Chiesa”.
“Non c’è una croce a congiungerci con l’esterno, c’è un albero…”.
La Messa è Finita - Michele Giovagnoli
La Chiesa condannò a morte gli antichi alberi.
Nell’anno 890 d.C., attraverso il concilio Namnetense, la Chiesa cattolica prende una posizione ufficiale e condanna a morte tutti gli alberi secolari presenti sul suo territorio, nonché tutti i boschi ritenuti sacri dalle popolazioni che ancora non si erano genuflesse alla croce.
Le piante andavano eradicate, arse e al loro posto in molti casi veniva eretta una chiesa.
Quest’ultimo passaggio denota benissimo l’identità del Parassita: “Non ‘spegniamo’ un luogo reso energeticamente forte da millenni di pratiche psichiche e di atti biologici, ma ne diventiamo noi i proprietari…”.
In tutte le culture del mondo, l’albero rappresenta da sempre un cardine imprescindibile della spiritualità, un punto di riferimento visivo e simbolico, un’espressione viva che unisce Terra e Cielo. In tutte, tranne che in quella cattolica.
Baobab immensi, Sequoie millenarie, foreste incontaminate latine e asiatiche non trovano il degno corrispettivo in un’Europa che, salvo casi sporadici, presenta alberi non più vecchi di qualche secolo. Dove sono finite le querce secolari che raggiungono dimensioni impressionanti come quelle narrate da Plinio Il Vecchio nella sua opera Naturalis Historia?
Testualmente:
“Le querce per la loro smisurata invadenza nel crescere occupano addirittura il litorale e, a causa delle onde che scavano la terra sotto di esse o del vento che le sospinge, si staccano portando con sé grandi isole costituite dall’intreccio delle loro radici: restano così dritte, in equilibrio, e si spostano galleggiando. La struttura dei grossi rami, simile a un armamentario velico, ha spesso creato lo scompiglio nelle nostre flotte quando le onde sospingevano questi isolotti, quasi di proposito, contro la prua delle navi alla fonda di notte; ed esse, non riuscendo a trarsi d’impaccio, ingaggiavano uno scontro navale contro delle piante.
Sempre nelle regioni settentrionali la selva Ercinia con le sue querce di enormi dimensioni (lasciate intatte dallo scorrere del tempo e originate insieme con il mondo) è di gran lunga, per questa condizione quasi immortale, il fenomeno più stupefacente. Per non stare a menzionare altri fatti che non suonerebbero credibili, risulta effettivamente che le radici, arrivando a fare forza l’una contro l’altra e spingendosi indietro, sollevano delle colline; oppure, se il terreno non le segue spostandosi, s’incurvano fino all’altezza dei rami e formano degli archi a contrasto come portali spalancati, tanto da lasciare il passaggio a squadroni di cavalleria…”.
Michele Giovagnoli
7 novembre 2018 Link
Vien davvero da piangere.
Perché quella versione del mondo è stata “tagliata di netto”?
Per l’auto contenimento “fai da ‘te’”. Che altro. Quando il “labirinto” sembra tutto quello che c’è, di conseguenza tu che “Fai…”? Diventi “te”. Prova a vivere nella “Contea”, allora. Senza più “avventura” o linea diretta.
Che cosa diventi, se non un “normale” cittadino che si gode ciò che rimane della vita, facendo p-arte della “città” gerarchica e ancora una volta verticale, come le antiche foreste e come, nella transizione “energetica”, le passate “fortezze” che fornivano protezione al volgo, in fuga dalle orde che invadevano con estrema violenza e che, quindi, costringevano a mettersi nelle mani dei “potenti” che non aspettavano altro, al fine di approfittarsi di ogni situazione sempre favorevole, anche quando soccombevano ma in quanto a “rami secchi” che comunque difendevano sostanzialmente quel modello di gerarchia da conservare tramandandola essenzialmente attraverso la “storia”, la relativa forgiatura nelle menti individuali che ne subivano il trattamento “speciale” e che a loro volta lo insegnavano alla “propria” prole, in quanto a “destino manifesto”.
Una vera e propria “male-dizione”, or dunque. Trovi? I “grandi” alberi non erano grandi per via della loro età “al carbonio 14”. Erano “grandi” proprio perché tali erano in quanto a “ponti” di comunicazione tra diversi scenari o “mondi”, che potevano mettere radici tra i rami, il fogliame, ogni biforcazione, declivio, ingrossamento, avvallamento, salita, discesa, etc. da cui puoi ampiamente “capire” come nasca il territorio e da cosa, oltre al significato che incorpora tuttora.
La f-Orma Mundos non è, infatti, la forma delle terre che credi formare la Terra. Piuttosto, è la ragione fondamentale attraverso cui si forma la forma dei mondi e nella fattispecie del mondo terrestre.
Una sfera, in effetti.
Ma non come da “copione”. Con la Terra che è dunque piuttosto variegata, rispetto all’essere quella palla blu che i satelliti hanno “dipinto” e dunque riferito, raffigurato, riportato, etc. Ancora una volta, è come quando i “monaci amanuensi” ricopiarono il sapere antico, fungendo da reset, sostanzialmente. Anche se il taglio netto era già avvenuto.
Il collo di bottiglia è una strategia che funziona da che l’Anti-Sistema è Anti-Sistema. Rendere tutto “scarso” ne decreta il controllo ad opera di chi se ne può approfittare, inizialmente certamente con la “forza”.
Non a caso, la storia (seppure auto deviazione standard) ti ricorda l’innumerevole scorrere di sangue guerrafondaio che l’ha forgiata in questa forma, attraverso l’olocausto del “sacrificio”.
In effetti, qualcosa che ricorda molto da vicino il concetto di “Inferno sulla Terra”. Altro che… superstizione.
Ipotizzando il “grande ponte” dell’Albero della Vita, come se fosse una “gallina dalle uova d’oro” = una incubatrice di mondi per la terra-formazione, una vera e propria “macchina o arma”, che cosa ne riesce?
Che il “taglio netto” corrisponde non più ad un atto “doloso”, bensì… ad un processo alchemico che giunge a conclusione ovvero a “maturazione”:
la f-Orma Mundos, appunto. L'uovo cosmico...
L’albero che galleggia nel mare magnum cosmico, come placenta per il feto, che quindi prevede lo Spazio essere acqueo o perlomeno “navigabile”. Con la sfera e la sfericità che l’albero crea in quanto a propria atmosfera (le foglie alimentano tutto attraverso fotosintesi della luce solare) e che nell’apparato radicale... forma mundos, come appunto una “gallina dalle uova d’oro”.
Albero che offre la possibilità di essere l’universo di riferimento, abitabile in ogni sua “altezza” e che lascia la creazione al di sotto della superficie di riferimento. Una sorta di isola vivente auto sufficiente che galleggia nell’oceano, formando mondi o, meglio, ogni albero un universo-mondo.
Allora, il “taglio netto” diventa la fase di maturazione, la perdita della genitorialità e la relativa indipendenza, in quanto a “nuovo mondo” da esplorare. Una sorta di processo industriale o che, meglio, l’industria nonsolocinese ha replicato sviando l’attenzione pubblica dal concetto di “anima” motivo portante o significato che sovraintende o sottintende l’intero “edificio”.
L’albero (non solo tagliato) diventa allora una struttura gerarchica, che p-arte dal tronco di piramide che rimane, assumendo la f-orma della piramide senza vertice o vertice distaccato dalla forma stessa.
Il cordone ombelicale viene tagliato e la “creazione” ha inizio oppure continua ad auto rigenerarsi ad immagine e somiglianza. Infatti, perché la Terra degli albori è considerata come una sola ed immane “grande” foresta lussureggiante? Bè, lo puoi persino “capire” prendendo in considerazione il prato verde vicino a casa:
perché tutti quei fili
d’erba, uniti sotto alla superficie dall’impianto radicale, sono un unico tappeto verde? Addirittura un rotolo verde...
Che cosa significano? Cosa testimoniano? Cosa rappresentano? Cosa continua a succedere, non visto che “è già successo”? L’eco-dominante dunque viene “dopo”, approfittandosi della situazione, come abbordando un vascello “fantasma” che è alla deriva nell’oceano.
Infatti, perché tutto sembra derivare dal “Diritto Commerciale Marittimo”? Perché la vita sembra provenire dall’acqua? Perché il “Grande Diluvio Universale”? Perché la Terra è invasa dalle acque, tanto da essere definita Pianeta Blu? Perché l’acqua è la componente maggioritaria della vita? Perché senza acqua avvizzisce tutto? Perché diventa tutto… “deserto”?
L’albero della Vita è ricordato ovunque, ma soprattutto dagli “antichi” o da quelle culture dimenticate perché violentate da quella eco- dominante, che ha riscritto tutto avendo già “vinto”, essendo “già successo”.
Perché si ricorda della “caduta” di Lucifero o del genere umano, di “coloro che sono stati gettati giù”, di Angeli ed Arcangeli dotati di armi, di una guerra fra “bene e male”, etc.?
Dove fisicamente è mai andato in scena tale conflitto, se non ad “altezze” o dimensioni altre, rispetto al “mondo di mezzo” della Terra.
Ipotizzando tale Albero, esisteva anche il ponte per… accedere ai livelli “superiori”, anche senza volare o essere dotati di “astronavi”. Non solo:
da lì si poteva anche “ascendere” = salire.
Senza con questo essere dotati di chissà quali poteri. Trovi? Ricordi?
È ancestrale, ossia, è registrato in profondità e sicurezza dentro di te, anche se sei “te”, nell’Anti-Sistema.
L’ambiente funziona a prescindere ed anzitempo.
Il “taglio netto” si ripercuote ovunque, anche quando chi ha il controllo lo tende a rivelare, essendo memoria originale dell’Albero Maestro. Perché si parla di albero di trasmissione o genealogico? Perché tutto dipende da tale origine”. L’Albero che matura, distacca la creazione dalla “creazione”, quando c’è chi se ne approfitta. Eppure, la foresta indica che di alberi ce n’è più d’uno. No? Allora, ecco che l’universo in-de-finito è come una grande foresta, nata da un primo albero però. Ecco il loop che continua.
Ecco ciò che vale la pena, allora, davvero interrompere o chissà, magari percorrere sino ad oltre l’ultima curva = proprio quando si decide di farne a meno, mutando di intenzione o trascendendo la “propria decisione di” che, allora, non era decidere ma ancora scegliere fra…
I pali totemici sono sculture monumentali, un tipo di arte della Costa americana nord-occidentale, che consistono in pali, paletti o pilastri, scolpiti con simboli o figure. Sono ricavati solitamente da grandi alberi, per la maggior parte cedro rosso occidentale, dai popoli nativi della costa del Nord-ovest Pacifico dell'America settentrionale (stati statunitensi di Washington, Oregon, e provincia occidentale del Canada Columbia Britannica).
La parola totem deriva dalla parola algonchina (molto probabilmente ojibwe) odoodem [oˈtuːtɛm], "(il suo) gruppo parentale". Le sculture possono simboleggiare o commemorare credenze culturali che raccontano leggende familiari, lignaggi dei clan o eventi notevoli.
I pali possono servire anche come elementi architettonici funzionali, cartelli di benvenuto per i visitatori dei villaggi, vasi mortuari per i resti di antenati defunti, o come mezzo per ridicolizzare pubblicamente qualcuno. Possono incorporare una narrazione storica significativa per le persone che scolpiscono e installano il palo. Data la complessità e i significati simbolici delle sculture dei pali totemici, la loro collocazione e importanza risiede nella conoscenza e nel collegamento dell'osservatore con i significati delle figure e con la cultura nella quale sono incorporate…
La loro collocazione e importanza risiede nella conoscenza e nel collegamento dell'osservatore con i significati delle figure e con la cultura nella quale sono incorporate… (ecco ancora una volta il “taglio netto” con l’origine ovvero con la verità, essendo “già successo”).
L'Indian New Deal (letteralmente: "Nuovo patto indiano") degli anni 1930 promosse notevolmente le tradizioni artistiche e artigianali dei Nativi, i quali nel palo totemico scoprirono un'arte che era ampiamente apprezzata dalla società bianca. In Alaska la Divisione indiana del Civilian Conservation Corps restaurò i vecchi pali totemici, copiò quelli che non potevano essere riparati e ne scolpì di nuovi. La Commissione per le arti e i mestieri indiani (Indian Arts and Crafts Board), un'agenzia del governo federale statunitense, facilitò la loro vendita al grande pubblico. Il progetto fu redditizio, ma gli antropologi si lamentarono che spogliava i Nativi della loro cultura tradizionale ed eliminava il significato dei pali totemici…
Un altro esempio si presentò nel 1938, quando il Servizio forestale degli Stati Uniti cominciò un programma di restauro dei pali totemici in Alaska...
I pali furono rimossi dai loro luoghi originari dove fungevano da pali funerari e stemmatici per essere copiati o riparati e poi posti in parchi basati sui disegni di giardini inglesi e francesi per demistificare il loro significato per i turisti…
Il progetto fu redditizio, ma gli antropologi si lamentarono che spogliava i Nativi della loro cultura tradizionale ed eliminava il significato dei pali totemici…
Ecco cos’è ogni “programma di restauro”:
i pali furono rimossi dai loro luoghi originari dove fungevano da pali funerari e stemmatici per essere copiati o riparati e poi posti in parchi basati sui disegni di giardini inglesi e francesi per demistificare il loro significato per i turisti… (ovvero, un “taglio netto” con il passato originale, la deviazione standard Anti-Sistemica, la “salvezza”, la “liberazione”, etc. etc. etc,).
Sta facendo discutere la notizia dell’abolizione del Columbus day. Il sindaco di Los Angeles ha deciso quasi all’unanimità, con 14 voti favorevoli e appena uno contrario. La motivazione di base è che la festività in realtà celebra il genocidio di una intera cultura…
Niccolo Maria Bernasconi AKA Nick Wizer 4 Settembre
2017 Link
Ma cos’è, in definitiva, il Mundus? Per comprenderne il significato è nostro dovere riferirci agli autori antichi, anzitutto, e bisogna farlo con intento chiarificatore ma al tempo stesso scevro di superficiali sensazionalismi, quando non addirittura di superstizioni moderne vòlte retroattivamente.
Per prima cosa non dobbiamo farci sviare dal greco Plutarco, il quale confonde il Cereris Mundus con la fossa di fondazione urbica scavata sul Palatino da Romolo e poi chiusa ermeticamente. Il Mundus sferico di cui parliamo qui, che dava accesso al mondo sotterraneo e si apriva soltanto tre volte all’anno, era situato nel Comizio e – teste Catone – “… deve il suo nome al Mundus (volta del cielo) che sta al di sopra di noi; infatti, come ho potuto sapere da coloro che vi sono entrati, esso ha una forma simile a quella dell’altro Mundus. I nostri antenati decisero che la sua parte inferiore, consacrata per così dire agli dèi Mani, dovesse restare sempre chiusa, tranne che nei giorni già indicati. Quei giorni furono considerati religiosi per la seguente ragione: i nostri antenati vollero che non si compisse alcun atto ufficiale nel momento in cui i segreti della religione degli dei Mani erano per così dire portati alla luce e rivelati. In quei giorni, dunque, essi non attaccavano battaglia con i nemici, non mobilitavano truppe, non tenevano comizi, non si dedicavano ad alcuna attività ufficiale, se non in caso di estrema necessità” (in George Dumézil, “La religione romana arcaica”)…
I nostri Padri oggi riconducono il lemma Mundus al tema aryo mand con il senso di “ornare”, quindi “ordinare” in forma circolare…
Alessandro Giuli 11 ottobre 2016 Link
L’albero della Vita è… il funzionamento ambientale che genera la vita, la culla ancestrale, la sfericità del significato e tutto ciò che “ora” è stato rivelato (che diventa industria, macchina, arma, etc.), con il legno che diventa roccia e f-orma anche ogni rilievo attraverso i rigonfiamenti o “dime” delle radici:
è Terra Piatta e contemporaneamente sfericità.
“Fai…”.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2021
Bollettino numero 10-390
prospettivavita@gmail.com