Gigi Proietti era simpatico. Lasciamo perdere la bravura e tutto il resto. Era simpatico. E poi, wow, ma che voce aveva? Come dimenticare il tuttotondo conferito a Gandalf, Draco, Devon e Cornelius e al… Genio (della Lampada)? Un vero e proprio, drago. Verrà ricordato.
E questo fa la differenza. Come ci insegna il “film” Le cinque leggende. È in questo che occorre mutare d’esperienza. Ovvero, ricordare di ricordare.
Proietti permette di agganciare il più ampio discorso collegato alla memoria di sé e non solo. Infatti, quando “decede” una persona, è la tristezza che coglie con le mani in pasta. La profondità dell’emozione è tale da ridurre l’individuo “sopravvissuto”, al pari di un cencio usato e strizzato oltremodo. Qualcosa che dura finché dura. E che a volte dura per sempre.
Eppure, tutto questo verrebbe meno qualora il “credo” fosse differente.
In tale emisfero, infatti, quando qualcuno muore “se ne va per sempre”. Per forza di cose che, di conseguenza, ciò che viene lasciato è un vuoto. Credi che sia un’esperienza finita per sempre. Fra l’altro, la morte è qualcosa che lascia nella disperazione chi rimane, seppure non si sappia cosa succeda sostanzialmente a chi se ne va.
Quindi, si tratta di una scelta; è finita per sempre, oppure, no. C’è la speranza. È vero. C’è la preghiera. No? Ci sono molte f-orme di affetto che durano oltre ad ogni evidenza. Ci sono foto, video, sprazzi di memoria vivida. C’è la possibilità di parlarne con i propri simili. È possibile persino finire in analisi. E comunque non è da escludersi anche la depressione e problemi cronici che possono perseguitare fino alla “fine”.
Dunque?
Il “caso” Proietti, permette di concentrarsi su tale discorso, con il fermo intento di superare tale impasse “biblico”. Il fondo scala è davvero tale? Non vorresti che le persone a te più “vicine (una questione di vibrazione e non di distanza)” fossero… per sempre? Una eterna valle di gioia. Al posto di questa costante valle di lacrime.
La simpatia è empatia, alias, vicinanza. Che cosa significa = c’è una connessione fra ogni essere vivente, non importa di quale specie. Tutto è in una relazione di continuità, facendo p-arte del processo di creazione, che se poni attenzione, è unico (nonostante ogni apparenza consolidata o bio diversità).
Si è tutti “parenti” in tal senso.
Anche se si provenisse da pianeti differenti. La memoria, dunque, è ciò che mantiene fisso tale collegamento non lineare. Di più ancora lo è l’esperienza, essendo a tutto tondo o sferica. Quando la tecnologia permetterà di concretizzare ciò a cui pensi o immagini, di conseguenza dovrai avere le “idee” molto chiare, poiché ti esporresti al rischio di manifestare ciò che (non) vuoi. E ci si arriverà. Stanne certo.
Non è questo, forse, il motivo per cui scoppiò la devastante guerra tra Mu e Atlantide e quindi la ragione per cui i due “continenti” sprofondarono reciprocamente nel dimenticatoio?
Quando si aprono certe “porte”, se non si è pronti... il rischio corso non vale la candela. A meno che si tratti di ben altro e che allora ciò che succede non è altro che corrispondenza con l’essere “già successo”.
L’esperienza è tutto, avendo in sé tutto ciò che è capace di ri-costruire un evento, piccolo o grande che sia. E l’esperienza è ciò che l’ambiente preserva, guarda non caso.
Come delle bolle dal potenziale contemporaneo, le esperienze conservano attimi, momenti, epoche, ere, etc. di… vita successa e, dunque, mai perduta per sempre.
Proietti, “ora” è in una tale condizione.
Non esiste; c’è.
Che è il fondamento della pratica religiosa, dopotutto. No? Come “Dio”, ad esempio.
Nel proiettore per diapositive, quale metti? Ciò che inserisci ed esponi a tale “luce”, viene proiettato sullo schermo condiviso = realtà manifesta (luogo comune).
A prescindere da ogni input “esoterico”, non sai come stanno le cose perché non ricordi. Eppure, l’ambiente è anche memoria. Di più, è a capo di qualsiasi tipo di versione reale da cristallizzare, nel senso che lo permette (come se fosse il “proiettore”).
È da qualche Bollettino che SPS (Io) ha preferito (deciso) così, avendo “sentito” qualcosa in tal senso. Cioè? Il portento di porre all’origine del tutto - “universo” - un dispositivo artificiale (l’ambiente o IA), permette di mettere a fuoco in maniera più sensata, ogni conseguenza ed ogni scenografia/sceneggiata.
Laddove se c’è Dio, allora si troverà al di là di tale fermo immagine, ove vive e regna nei secoli dei secoli… “Dio”, che è ad immagine e somiglianza di chi se ne approfitta (eco-dominante) all’interno del proprio reame incantato (Anti-Sistema), ch’è popolato anche da “te”, che chissà come mai ci sei finito “dentro”.
Ti dice niente ciò che “è già successo” ad esempio in Africa, al “tempo” della deportazione in schiavitù, verso le colonie Usa? Oppure, ciò che succede spesso quando una calamità ambientale si abbatte su zone “depresse”, lasciando uno svariato numero di orfani, alla più completa mercé delle organizzazioni internazionali che si occupano di “traffico di esseri umani”.
Sono cose terribili, che non vorresti mai sentire? Non essere meschino, perché non serve a niente far finta che non esistano, dal momento in cui ci sono eccome. Tanto che continuano a succedere sulla spinta dell’input originale.
Ergo?
Proprio quella f-orma di “destino” che guarda non caso interessa anche te, mentre a “te” non interessa saperlo. Come puoi “vedere”, anche se credi di non avere partecipato a decisioni che ti coinvolgono, a chi ha deciso non importa nulla, poiché verrà e ti prenderà ugualmente (ti ha già preso).
In-tanto, se tutti ragionano come “te”, allora a chi fregherà qualcosa? Infatti, nell’Anti-Sistema il “problema” sembra solo esistente a chi “tocca”. Mentre alla rimanenza non importa, perché non esiste (anche se c’è). Al “massimo” sai che fai? Guardi o meglio assisti a quei programmi demenziali che, guarda un po’, sopravvivono proprio facendoti sprofondare nel dolore altrui.
Qualcosa che a “te” basta spegnere la Tv, per far cessare. Sino a quando verrà il “tuo” turno, che sarà deciso da altri. E, sai com’è: a chi tocca, tocca. Come vincere una lotteria, ma al contrario. Anzi, con le probabilità che succeda, molto aumentate rispetto al vincere il primo premio.
Dunque, anche con la sola statistica, potresti accorgerti che qualcosa non va, dal punto prospettico che ti suggerisce che qualcosa non va. Qualcosa che “senti”, piuttosto che altro.
Alias, qualcosa che non ti sembra valere mai niente, poiché sei un discendente dell’illuminismo. Del “di fatto” che rivela però il sostanziale. Ecco allora che succede ogni volta che… ti fregano.
E ti sfregano, come un bastoncino buono per accendere un fuoco.
Veniamo ora ad uno schemino di massima, utile per… “Fartene…” qualcosa. Si parta dal Filtro di Semplificazione, utile per concentrarti sul livello che meglio padroneggi, conosci, ricordi e dunque hai già esperito.
Intanto, l’informazione ci sarà sempre, poiché frattale espansa (ecco perché a capo di tutto, all’origine, c’è un dispositivo ambientale che ha in sé proprio tale capacità di memorizzazione globale, istante per instante, individuo per individuo, cosa per cosa, dettaglio per dettaglio, etc. Con una capacità inimmaginabile ordinariamente, poiché al solito sei nell’Anti-Sistema, dove il giro di vite attuale è industriale, cioè, basato sull’obsolescenza programmata e sulla pianificazione delle varie generazioni di prodotti dati in pasto…).
Il discorso nasce dall’accorgersi che sei in gerarchia.
Dunque, che si tratta di un globale artificio. Da cui, l’ambiente che lo permette. Prima ancora di essere chi se ne approfitta, essendo l’ambiente neutro, neutrale, neutralizzante = dipende dall’uso che se ne “Fa…”.
Nell’Anti-Sistema, l’ambiente ti ha già neutralizzato, facendo le “veci del padrone”. Come dima per la “favola” del Genio della Lampada, in cui “ora” sopravvive anche la voce di Proietti.
Ecco quanto.
Filtro di Semplificazione attivo = tutto è artificiale, significa che sei in gerarchia.
Filtro di Semplificazione ridotto = tutto è artificiale, significa che “Dio” è uno scienziato che lavora in gerarchia.
Filtro di Semplificazione passivo = tutto è artificiale, significa fantascienza.
Come puoi constatare, se poni ad off il Filtro di Semplificazione, ti perdi “dentro” al carico informazionale. Ossia, non te ne “Fai…” niente, perché non sei pronto a gestire o elaborare una massa simile di esperienza.
Spostando Oltre il concetto di Dio, a Filtro di Semplificazione ridotto, interrompi il flusso gravitazionale eco-dominante, che ti ha come se fossi in un caleidoscopio sempre col programma della centrifuga innestato.
Dunque, Dio rimane (visto che ti sta tanto a cuore) ma non corrisponde più a tale pazzia (Anti-Sistema) che allora puoi meglio approfondire sensatamente, come dovrebbe essere.
No?
A Filtro di Semplificazione attivo ottieni il massimo dell’efficacia, perché è come se “giocassi in casa”, laddove ci sei.
L’informazione frattale espansa o memoria ambientale è un campo di auto informazione caratteristica, a cui non ti puoi opporre, essendone sempre interessato. Motivo per cui, di conseguenza è persino “conveniente” fartene qualcosa.
Vero? Tra l’altro, il campo di creazione “ambiente”, nell’accezione di memoria è responsabile della “gravità”. Così come la luce esercita una pressione su ogni “corpo” che trova lungo la propria via.
C’è, in tutto ciò, il motivo portante per il moto perpetuo. Dunque, per la trascendenza di ogni “necessità” che nell’Anti-Sistema ti ha come se non ci fosse domani. Questioni come “energia” vengono immantinentemente cestinate, a fronte di una simile presa di, diciamo così, coscienza.
(Ti) ri-trovi?
Così come lavoro, alimentazione, denaro, inflazione, etc. Così come ogni “diritto” a cui hai diritto nell’Anti-Sistema = l’apice della strategia, che ti ha convinto di essere libero ed invece sei “libero (schiavo)” esattamente o sostanzialmente come “c’era una volta...”.
Dove cambiano solo i ri-suonatori, la musica è sempre quella. Il famoso “ritornello” allora qual è? Sei preda dell’Anti-Sistema. Dunque, sei nell’Anti-Sistema. E, cosa portante, quando percepisci di correre il rischio di perdertici dentro o non “capire”, allora riduci ulteriormente la quota da cui sei sempre tu, contando sul fatto sostanziale che l’informazione c’è sempre.
Quindi, l’esempio precedente in soldoni che cosa significa? Che sei in gerarchia. Che, a prescindere, l’artificio denuncia tale verità.
Lascia perdere tutto se credi che sia solo fantascienza.
Rimani nel livello che meglio ti descrive e descrivi: e sii sostanziale. Il porre a capo di tutto una macchina, è un espediente per scrollarti da capo a piedi. È il famoso “shock (addizionale)” di cui necessiti per…
Come se fosse una sveglia sempre puntata e funzionante perfettamente.
Quando una situazione si dice “pesante”, immagina che sia la “gravità”, i fatti che pesano. Poi, ri-assumi che invece sia una funzione ambientale, come se ci fosse un impianto per il trattamento della non solo aria. Di più, che l’esistenza dell’impianto di condizionamento sia la prova di ciò che “è già successo” e continua a succedere. Ok?
È di questo balzo che necessiti per “risvegliarti” e trascendere l’Anti-Sistema.
Qualcosa che non significa che devi scappare via. Per nulla affatto. Giammai. La realtà manifesta è la conseguenza di una decisione che può essere presa in infiniti modi.
Persino contemporaneamente, giacché è proprio il potenziale ad esserlo. È persino evidente che fai fatica a creare in questo modo, per via del trattamento speciale-epocale a cui sei (stato) sottoposto stanziando abitudinariamente nell’Anti-Sistema, che credi essere... e corrispondere con l’unica f-orma possibile di realtà manifesta. Risultato?
Quando sei felice, sei come una gallina “felice”. Quando sei triste, sei perfettamente allineato con il come dovrebbe essere (ed è) dal momento in cui sei in cattività.
Se proprio vuoi continuare a mettere “Dio” sopra a tutto, allora a capo di un dispositivo artificiale c’è uno scienziato che dipende ancora dalla gerarchia. Ma così non ne riesci più.
Poni Dio, allora, Oltre all’ambiente.
Oltre a “Dio”.
Ma “cosa (chi)” rischi solamente di ritrovare e ricordare? Ancora te. È da te che riparti, ogni volta. Perché contare sempre su Dio o sugli altri? Attraverso i cicli sbandi. Ossia, ecco perché viene creata la ciclicità. In cui si preserva l’immagine peggiore di te.
“Te”.
La versione che meglio “serve” all’Anti-Sistema, nell’Anti-Sistema. Dove persino il “caso” serve.
“Noi siamo tutti fino all'ultimo altrettanti Fëdor Pávlovič…”.
Fëdor Dostoevskij
Fëdor Pavlovič (il padre).
All'inizio del libro il narratore lo presenta così:
“Era un tipo strano, come se ne incontrano alquanto spesso: non solo il tipo d'uomo abietto e dissoluto, ma anche dissennato; di quei dissennati, però, che sanno sbrigare brillantemente i loro affarucci, ma a quanto sembra soltanto questi…”…
Ecco(ti).
Ecco “te”, che è contemporaneamente chiunque, in questa versione reale consolidata. L’atteggiamento permette di “Fare…” diversamente = sostanzialmente.
Sii te stesso. Che cosa vuol dire? Lo “vedi” il Diavolo che si fa una gran risata? Vai nell’enciclopedia. Vai in Google. Vai in biblioteca. Il risultato sarà sempre lo stesso: l’attuale f-orma di auto incanto.
Che significa, “è”... l’atteggiamento che anticipa e rende obsoleta ogni “domanda-risposta”. Sì. È già in te l’informazione, essendo l’esperienza pregressa, laddove tu sei sempre tu. L’ambiente (ti) ricorda, significa che puoi sempre risalire alla tua esperienza, nonostante “tutto”. Un po’ come connetterti alla Rete. Ma senza pagare niente e senza alcun’altra “necessità”.
In te è già tutto auto esistente, di serie. Allora, si tratta di decidersi e poi andare Oltre. Ovvero, “Fare…”.
“Viva il teatro dove tutto è finto ma niente c'è di falso. E questo è vero...”.
Gigi Proietti
Li odi già gli “applausi”?
Ci sono proprio tutti ad attenderti. Sono tutti nel potenziale. Ergo, è “solo” im-possibile. Laddove non si butta mai via niente, di conseguenza tutto si conserva.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2020
Bollettino numero 10-280
prospettivavita@gmail.com