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mercoledì 9 gennaio 2019

Non “Fai” mai niente, ovvero, fai tutto ciò che serve.



Quando si dice che la vita è una commedia o una tragedia (dipende da come tira il vento, che ti fa credere a una versione delle cose, solitamente, osservando ciò che succede personalmente in termini riassuntivi di s-fortuna, destino), occorre auto decodificarne il significato. Sì. Ma… quale significato
Lo sai che ce né sempre più di un3, seppure un3 (ed un3 sol3) “è” il significato sferico, di ciò che (ti) succede, poiché, (nel) “qua (così)”. 
Divers3 è il renderti conto che sei in una commedia/tragedia.
Potresti metterti, altresì, all’opera e/per decrittare il significato di “commedia” e/o di “tragedia”, di “fortuna/sfortuna”, di perché è “così (qua)”, ossia, del “fato” che attanaglia con tale presa ferrea, tanto da essere ri-assunt3 in quanto ad indissolubile presa d’atto (il che premette la tu3 resa in-condizionat3, auto desumendol3 proprio dalle condizioni ambientali più caratteristiche, cioè, da/in ciò che ti viene di dare per scontat3, come – ad esempio – il concetto di “natura”, entro cui non ti soffermi mai a… ricordare), senza spostare un singol3 granello di polvere.
  
Proprio come, guarda non caso, col3i che assiste allo spettacolo, a pagamento...
Insomma, sia che la sopravvivenza derivi dall’essere commedia/tragedia, della vita, dell’esistere, dell’essere… comunque, stai accettando una versione delle “cose” che promette di relazionarti con l’assolut3, senza esserl3 minimamente (poiché, singolare versione delle cose). 
Ossia? 
Non essendo alle prese con una concezione frattale espansa (ad immagine e somiglianza) delle “cose”, poiché non deriva da atteggiamento “formulare” tale sentenziare... di conseguenza, hai a che fare “qua (così)” con una teoria; con una ricalibrazione a posteriori di ciò che è natura, diventando “natura”. 
Naturale è, infatti, una condizione originale;
mentre l’“è già success3 (avvento eco-dominante)” implica un avvenimento cert3 (tale punto di sospensione) che si con-fonde con l’ambiente o, meglio, ben conoscendo la risposta ambientale naturale, ovvero, la riflessione che la natura assume conseguentemente alla presa AntiSistemica, diventandone come l’ambasciatura e quindi “natura”. 
Ecco, allora, che si viene a creare per differenza di potenziale, lo “spazio” utile per forgiare negli animi, di chi ci auto sopravvive dentro, il concetto di antichità, leggenda, mito, età dell’oro, Eden, al di là, etc. 
Tirando un solco tra ciò che “è” prima del “è già success3” e dopo tale avvento, si forma la versione delle cose usuale o AntiSistema. 
Una trama che può assumere qualsiasi forma intendi vederci dentro, ma (ma) che sostanzialmente rimane sempre (sempre) AntiSistema. 
Di più, rimane indimostrabilmente (secondo il canone conv3nzionale AntiSistemico) AntiSistema. 
Così, come puoi ricordare, chiedendo all’oste se il proprio vino è buon3, essendo attività commerciale, ossia, privat3 e deprivat3 d3lla libertà di agire come dovrebbe essere (utopia).
Sì. 
Sei proprio (nel) “qua (così)” = il marchio di fabbrica, che dovresti proprio ricordare che cosa (chi) significa, ovvero, indica. 
Allo stess3 modo attraverso cui, quando maneggi qualsiasi prodotto, ne distingui la provenienza, la proprietà (l'azienda che l’ha realizzat3) ed ogni altra informazione che lascia sempre il “tempo” che ritrova, a meno che – altresì – non assumi atteggiamento “formulare”, che ti pone istantaneamente nella “situazione” di pathos, epica, sensibilità assolut3 per il considerarti in vita, etc. 
Qualcosa che ti regala, per qualche istante, anche un cert3 tip3 di musica o certe emozioni provenienti dall’assistere a proiezioni d3 film, o il sapere dell’esistenza di talun3 persone “ai confini della realtà”, etc. 
In che maniera ti emozioni
Poni grande attenzione, perché è “lì” che esiste ancora il varco;
il tallone di Achille AntiSistemico esiste, dal momento in cui la condizione di memoria frattale espansa è infrastrutturale, ossia, esiste e c’è, nonostante ogni apparenza (firewall ambientale eco-dominante + sottoDomin3). 
Lo so che ti ritrovi alle prese con un’altra “teoria”, considerando ciò che ricevo e condivido in quest3 Spazio (Potenziale) Solid3. 
Un’altr3 versione delle cose, che scambi per “lavoro” e, dunque, che selezioni eventualmente in base al fatto che tendi a considerare tutt3 come un “prodotto” e non come… cosa? 
Mancano le parole per auto definire un “piano” che “è” Oltre Orizzonte
Dunque, è chiar3 anche il perché del linguaggio, in quanto a strategia (interfaccia) della non comunicazione sostanziale, essendo circolazione di fluido funzionale al funzionamento dell’AntiSistema e, non, memoria + esperienza “formulare”, nonostante esiste e c’è sempre (sempre). 
Come puoi considerare qualcosa di talmente “grande”, se non l3 rilevi da alcun3 parte
Infatti, dimentichi regolarmente, tendendo continuamente a riempirti di/con tale “fluido”, che scambi per ciò che promette (sembra) di essere e non “è”, se non nell’intenzione biforcut3 di chi ha ogni interesse a fartel3 credere.
Chi ti ha precedut3 nell'AntiSistema, ha fatt3 più male che bene, ovvero, ha svolto la sopravvivenza al servizio dell'AntiSistema, nonostante tutt3. Ingarbugliando, tutt3...
Come puoi non accorgerti di tale compresenza, se portante al livello di “Dio”, per quanto concerne la giurisdizione planetari3? 
Assuefacendoti, in qualsiasi “storia” che ti viene narrat3 sino allo sfinimento, ossia, generazione dopo generazione. Come disco rotto oppure nenia tendente l’incanto, mantra che sostiene il/nel loop “qua (così)”.
Ci sono e ci sono stat3, dunque, delle singolarità che hanno “sentito” di doverti raggiungere in modi affini al proprio “sentire”;
chi “ora” consideri… in termini di conoscenza:
sapienza, esemplarità, campione, dima, modell3, etc. 
Come se, invece, tu/“tu” fossi “inferiore”, poiché non riesci proprio a s-volgerti in tale modo e con tale intensità. 
Ecco che, allora, nella veicolazione spazio “temporale” – (nel) “qua (così)”, sottopost3 continuamente a bombardamento totale – ti auto convinci sempre più, partendo da tale “base (artificiale)” e tendendo a non allontanarti mai più di tanto, pena l’aver timore di smarrirti tra le condizioni infra-strutturali d’ogni tipo con cui hai a che fare, volente o nolente:
un mix tra origine ed artifizio o “anno zero”. 
Sei, dunque, in una modalità che (non) prevede qualcosa, poiché, sarebbe a scapito di altr3. 
Ovvero, una situazione che già di per sé – se fossi “formulare” – ti ridarebbe tutt3 relativamente allo stato delle cose nel quale, non evidentemente, ristagni. 
In una “caverna” che ti fai andare bene, mettendo tendine alle finestre, dopo avere realizzato le finestre, ossia, dando luogo a “lavoro” sul posto e non localmente, essendoci globalizzazione da sempre (anche se al livello che mette a disposizione la forma tecnologica “moderna”, che è sempre modernità da continuamente superare al fine di dimostrare l’esistenza del progresso, dell’evoluzione, del cambiamento e quindi del continu3 raggiungimento di stadi sempre più civili ed “uman3” di auto sopravvivenza nel “qua, così”).
Alla popolazione nativ3, del resto, chi sta per possederl3 dà sempre degli specchietti colorati in cambio della altrui essenza
A proposito di singolarità che hanno lasciato il “segno”, ho trovato la prossima citazione da condividere:
non risolveranno mai niente con la democrazia.
‘Democrazia’ nel senso di Hobbes, che la chiamava ‘demagogia’. Fu il primo a chiamarla col termine giusto…
L'unica forma di governo che garantisca qualcosa cos'è? La democrazia senz'altro, è la più accettabile paradossalmente (se ne occupa Cioran molto bene). Ma vi domando io:
cosa garantisce la democrazia che una dittatura non possa garantire?
Certo, garantisce qualcosa:
l'invivibilità della vita.
Non risolve la vita. Chi sceglie la democrazia, chi sceglie la libertà, sceglie il deserto.
Se la democrazia fosse mai libertà. Ma la democrazia non è niente; è mera demagogia. Ma qualora noi meritassimo una libertà, dovrebbe essere affrancamento dal lavoro e non occupazione sul lavoro.
Anche se non si scappa mai… dalla catena di montaggio; non si sfugge mai… L'oppressione della catena di montaggio si fa sentire anche in famiglia… financo nell'amore, nella rivoluzione ancora di più e soprattutto… nell'entusiasmo…”.
Carmelo Bene
Non risolveranno mai niente...
chi? Anche Bene continuava a recitare. Anche Bene si era fermato a Eboli, recitando continuamente la medesim3 scena. Il non rilevare alcuna compresenza eco-dominante, a partire da ogni e qualsiasi sottoDomin3, equivale, al recitare la propria parte, seppure citando Hobbes ed il Leviatano...
Era il 1995. Bene era da Costanzo, pubblicamente espost3 al giudizio del “teatro”, che faceva a gara, nei propri ranghi, per far trascorrere la serata al più grande numero di persone possibile, che da casa assistevano a tale rappresentazione. 
Era il 1995 ed “è” ancora perlomeno il 1995, dat3 che se tale espressione non ha lasciato alcun segno, oltre all’avere lasciato il segno (conv3nzionalmente), significa che il “tempo” esiste ma (ma) non c’è.
Ormai, ti lasciano parlare. Intanto, tant’è. 
Che ci vuoi/puoi “Fare…”? Niente. No? 
Supponi sempre che sia “così” poiché, inconsciamente risolvi tutt3, “qua”. 
Persone del calibro di Bene, hanno solcato il teatro e sono trascorse nella considerazione di essere, al limite, genio, talento, eccezionalità, etc. Ma, non credi, non trovi, non ricordi, che… di più, ess3 incarnino una parte nella parte che ti fai andare bene poiché non credi di avere la “forza” per…?
Bene “lavorava” mentre ti diceva ed ammoniva (persino giudicava) di “non dover lavorare”. Bene ti dava del mort3, ma (ma) l'era anch'ess3 (molto più di “ora”).
Ecco il mix tra guazzabuglio ed azzeccagarbugli:
Bene era una singolarità “elett3” a tal pro
e, contemporaneamente
era una singolarità che poteva esprimere, se non riflettere, anche memoria frattale espansa
ossia
qualcosa che può succedere (e succede) anche per “sentito dire”, attraversando corpi, situazioni, realtà…
Quindi, non più un tipo di funzionamento, ma (ma), il funzionamento.
Ed è proprio di ciò che ti devi rendere conto;
a/nel dipanare qualunque matassa, di modo che ci ritrovi sempre dentro il significato al livello “formulare” che, immancabilmente, c’è poiché esiste (in quanto funzionamento).
Ecco cosa, dunque, non riesci ancora a “Fare…”:
assumere e considerare “seriamente”, autenticamente, fisicamente, etc.
l’esistenza di un livello cardine (origine) che non coincide con nulla di ciò che promette di esserl3 e/o di averne ipotizzat3 la “storia”
e/ma, contemporaneamente
è comunque ed in ogni “caso”, ovunque, quantunque…
L’origine “è” sede del funzionamento, così come in un Pc esiste IA, seppure ancora sotto sviluppat3 e tale programma deriva dalla produzione industriale, che ha senso e significato significante, nella misura in cui non conosce alcuna interferenza sostanziale da parte di cosa/chi “è” Massa, che deve farsi andare bene anche l’inquinamento, avendo sempre l’idea di non poterci più “Fare…” nulla. 

Industria... che si occupa di produrre, inquinando e si pre-occupa, nel durante, anche di “curare” le conseguenza che va auto ricreando e che la Massa registra in termini di “malattia (stress)”, senza dimostrare segni di attività essenziale o “formulare”.
In tale “liber3” auto accettazione della versione delle cose “qua (così)”, c’è il senso della vita, dal punto di sospensione di chi “è” l’AntiSistema.
Qualcosa che è una considerazione che puoi sempre agganciare anche attraverso ogni esempio di dettaglio, che non è mai (mai) “inferiore” bensì che è ad immagine e somiglianza e, quindi, ti permette nonostante ogni sbarramento (firewall ambientale) di risalire sempre (sempre) all’origine, che non è creazione ma (ma)… il funzionamento.
Qualcosa che fa la differenza, ad esempio, tra:
funzionare ed energia (da cui, ogni differenza di potenziale e la corrente elettrica, che alimenta il mondo nel modo AntiSistema, ivi controllandone ogni ri-flusso).
Laddove, funzionare è paragonabile ad “essere”.
Sì, lasciatelo proprio dire:
allo stato delle cose sempre attuali (“modernità”)
la considerazione più “alta” poiché assolutamente veritier3 (sensat3)
è che anche il funzionamento è artificiale.
Stop.
Se la Terra fosse una nave spaziale, ecco che di/in conseguenza… tutt3 si auto risolverebbe nella “forma” dell’astronave, che funziona e dunque si presta a generare qualsiasi apparenza “a valle”, qualora la nave si limitasse a funzionare ma (ma) pilotat3 inconsciamente da chi assume di essere grande concentrazione di massa (“pilota”). 
Una simile tecnologia sarebbe del tutt3 “invisibile, immanifest3” e quindi non esisterebbe seppure ci sarebbe:
non esiste; c’è.
Immagina, dunque, che tutt3 ciò che consideri “scibile”, che l’inter3 storia umana, etc. sia in tale “caverna”, ovvero, in tale situazione “artificiale” che a sua volta avrà pure una “storia pregressa” e non raccontat3 se non attraverso la codifica ambientale, che merita l’auto decodifica “formulare”, al fine di ritornare a galla (ricordarti).
Assumi ciò al livello che preferisci. Se vuoi, può essere anche metafora, al fine di meglio inquadrare ciò che consideri “vita” con ogni anness3 ed inter-connessione.
La “caverna” che narra di Platone, allora.  E non Platone che narra della “propria” caverna…
È 3l contrario che continua a succedere, poiché, ribaltando ogni senso ricordi il senso unic3, che proviene da un3 parte che si auto amplifica attraverso il baccano o rumore di fondo della Massa, dell’ambiente, della “natura”, del funzionamento, dei motori sempre accesi della nave spaziale “Terra”. 
Perché alcuni considerano la Luna come un satellite artificiale? Perché alcuni film l’hanno suggerit3.
Non solo:
perché la Luna riflette e, dunque, ti sussurra, ti ispira, ti espone al “proprio” incedere ed auto ri-ferimento.
Il motore è sempre acces3, ergo, funziona:
ed è così che la “cosa” ti sfugge via, continuamente
poiché anche la nave spaziale dovrà pur avere una storia, essendo un costrutto.
La “storia (è) infinit3”, dunque. Certamente, lo è se sempre (nel) “qua (così)”, che non prende in esame la versione del funzionamento in quanto, allora, a “creazione”, a punto di inizio, ad auto sorgente dal “nulla”. 
Ossia, qualcosa che “assomiglia (ricorda)” terribilmente la dimensione artificiale Internet (Rete), che non esiste; c’è e/o esiste; non c’è.
Ossia, un progetto che crea contemporaneamente sia l’uovo che la gallina, annullando il “tempo” che infatti esiste; non c’è.
Il “tempo”, che appare nella considerazione di chi ne ha considerazione, ovvero, che ripone continu3 ferm’attenzione, rinsaldando il legame con il collante e la colla “temporale”. 
La struttura che denuncia l’infrastruttura, ch’è l’ambiente o meglio il funzionamento, da/in cui… la forma ambientale, poi, da colonizzare.
Ergo:
il funzionamento “è” il fondo o rumore di fondo della “natura”
che si lascia “arredare” seguendo un certo modo di processare l’informazione ambientale.
Chi è grande concentrazione di massa diventa punto di sospensione (nel) “qua” che diventa “così”, poiché è il funzionamento che così, realizza. 
Anche se “a valle”, ogni sottoDomin3 che rappresenta inconsciamente l’eco-dominante, ti ha sviluppato nella considerazione energetica delle cose, da/in cui ogni misura non solo elettrica, dato che il “lavoro” auto sgorga teoricamente da “lì”, da tale increspatura del fondo ambientale che come Genio è sensibile allo stimolo capace (in grado) di attirarne l’attenzione ovvero il funzionamento ad immagine e somiglianza.
Al fine di riuscire da tale organizzazione “ombra”, infrastrutturale, occorre che l’auto decodifica avvenga proprio a tale livello, accorgendoti del funzionare che è “a monte” anche del concetto ideale (per qualcun3) di energia.
Insomma, a Me non serve ubriacarmi, drogarmi, meditare, etc. al fine di spaziare sostanzialmente scollegandosi dal chiacchiericcio che avvolge, confonde ed ammalia (essendo AntiSistema); 
ci riesco spingendomi “lì” di mia sponte, poiché, per Me è emozione che merita ogni attenzione, essendo “lì” il motivo auto af-fondante (nel) “qua (così)”. 
Ecco ciò che va considerat3 “a monte” persino della compresenza immanifest3 eco-dominante e della forma relativ3 AntiSistema. 
Il motivo per cui la realtà è invers3 rispetto al come dovrebbe essere, non dalla prospettiva di… bensì, dal punto di sospensione “formulare”:
un termine “nuov3” rispetto ad ogni usuale trappola per orsi che il linguaggio ti mette a disposizione, tendendo tagliole a tutt3 andare.
L’essere “formular3” significa ciò che per te/“te” potrebbe essere qualsiasi abito di scena? 
Se continuamente ti auto confondi, allora, sì.
Del resto sei molto abile a prendere fischi per fiaschi, dal momento in cui tale è l’in-cedere religioso/spirituale/scientifico deviat3.
Ecco, dunque, a livello di esemplificazione frattale espansa (ad immagine e somiglianza), com’è e cosa auto descrive il processo “industriale” AntiSistema (nel) “qua (così)”…
La pianta artificiale che ripulisce l’aria dalle sostanze tossiche.
Edera geneticamente modificata per ripulire l’aria da due tossine dannose per la salute. È questo l’intervento di un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington che è riuscito a rendere più salubre l’Epipremnum aureum, la diffusissima pianta conosciuta come l’edera del Diavolo.
La modifica genetica.
La nuova versione dell’edera modificata geneticamente rimuove dall’aria due composti volatili cancerogeni, quali il cloroformio e benzene.
E combatte più efficacemente l’inquinamento domestico. Per arrivare a questi risultati i ricercatori hanno inserito un gene prelevato dal Dna del coniglio, anche se presente in tutti i mammiferi.
Lo studio è pubblicato su Environmental Science & Technology.
Gli agenti chimici dannosi.
I ricercatori hanno concentrato le ricerche su due composti chimici. Uno di questi è il cloroformio, sospetto cancerogeno, inserito dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, Iarc, nella categoria 2B dei possibili cancerogeni.
Il secondo è il benzene, un idrocarburo aromatico che è un cancerogeno certo (categoria 1) e che può essere presente anche dentro casa, considerato che viene prodotto dal fumo di sigaretta, da prodotti chimici e da processi di combustione incompleta.
Le piante normali.
Per eliminare queste tossine dall’ambiente domestico però l’inquilino dovrebbe vivere in mezzo ad una vera e propria selva:
per rimuovere questi composti da una stanza dalle dimensioni medie tipiche di un’abitazione servirebbero circa 20 esemplari di edera del diavolo.
E quelle modificate geneticamente.
La soluzione per evitare di ricreare una foresta in salotto è modificare geneticamente la pianta, inserendo un gene, il CYP2E1, presente in tutti i mammiferi, incluso l’essere umano, che potenzia le capacità di eliminare le tossine.
Questo gene, infatti, produce una proteina che nel fegato trasforma il benzene in un composto chimico chiamato fenolo e il cloroformio in diossido di carbonio e ioni cloruro.
Questo gene è benefico per le piante che usano i composti derivati come cibo per rinforzare la loro struttura.
Mtt Yahoo Notizie 20 dicembre 2018 Link
Probabilmente, preferirai scambiare anche ciò per “progresso”. Vero? 
Del resto, cosa diamine potrebbe essere, altrimenti. Infatti, è (ben) altr3, dal momento in cui si tratta di sostituzione della funzione “naturale” con la versione artificiale della “natura”. Ovvero?
La ripetizione del “è già success3”, poiché, la natura è già diventat3 “natura”, nella misura in cui:
non ricordi più del funzionamento
non dimenticando(ti) più del concetto di “natura”.
È proprio (in) quel “momento”, che la “creazione” continua ad auto trattenerti.
E, come puoi forse ben “vedere”, si tratta proprio di ogni estremo che “ora” ti narra di libertà, diritto, democrazia, Costituzione, legge, progresso, civiltà, umanità, evoluzione, etc.
La “bozza” deve essere esauriente? Bene. Eccotel3:
sei nella “caverna”
che funziona (il motore è sempre “on”)
e che è come credere un Pc senza sistema operativo (una funzione originale, essendo un “piano” di riferimento entro il quale far sorgere ogni e qualsiasi tipo di neuro simulazione)
sensibile a cosa “è” chi si auto manutiene “pilota (grande concentrazione di massa, punto di sospensione)”
che, dunque, attraverso gli attributi conferiti all’immagine “Dio” (prettamente valore aggiunto da tecnologia)
può operare in tal senso, indimostrabilmente ossia nella modalità non esiste; c’è.
È evidente che il giogo vale la candela solo quando c’è Massa, ovvero, partecipanti al giogo. 
Sì, trattandosi di destinazione d’uso (servizio).
Ed ecco il gran numero di singolarità che compongono l’essere contemporaneamente Massa. Ma (ma), anche, il funzionare che funziona per due singolarità campione (Adamo Ed Eva).
Film come Hunger Games (il primo, sopra a tutt3) rendono molto bene tale “idea”.
E… quando smetterai di agganciare solamente il livello post infrastrutturale o, al limite, l’infrastrutturalità casa/chiesa-scienza/lavoro, allora (allora), potrai auto decodificare secondo atteggiamento “formulare”, l’espansione ambientale dell’ambiente dal punto di sospensione neutr3, neutrale e neutralizzante… del funzionamento (potenziale contemporaneo).
Ossia, al di là del funzionamento… che cosa/chi sei? 
La storia può essere davvero infinit3? Sì, se l3 credi e ti auto delimiti in/a ciò.
Di più, sei in un loop che ti auto infonde l’idea dell’eternità. E da “lì” in poi esiste solamente ciò che è tra i ranghi, in linea, di moda, nella tendenza, etc.
Anche se c’è sempre sopra a tutt3, potenziale contemporaneo.
Ripeto:
per ora (senza virgolette), la storia non è infinit3 ma è (in) un loop che sembra infinit3.
Ergo:
Oltre Orizzonte del funzionamento
c’è il processo che l’ha previst3.
Ossia, sino a quando non risolvi la questione “qua (così)”, anche l’esterno ti sembrerà tale, non esistendo seppure c’è. 
Qualcosa che “ora” (con le virgolette) non puoi proprio risolvere, non avendo la maestria di te, seppure/malgrado nell’AntiSistema.
Guardare “fuori”, prima di avere idea “formulare” del dentro, significa osservare solamente ogni riflesso che i finestrini replicano dell’interno, annullando ogni esterno.
Ecco l’arredo. Ecco il punto di sospensione. Ecco l’AntiSistema.
E… ogni singolarità, che ricordi in quanto a “dima” del “tu3” pensiero.
Essendo tutt3 informazione ma, anche, memoria frattale espansa, non v’è alcun “caso” che esclude anche il renderti conto. Va “bene” tutt3, allora
Basta che non ci finisci perdutamente dentro, smarrendo l’idea anche di esserti già smarrit3 dentro a qualcosa che non esiste; c’è ed in cui non credi di essere nella misura in cui consideri ciò come “natura della creazione”…
Troppo stress da Natale”: uomo getta la figlia nello stagno
Notizie.it 21 dicembre 2018 Link
Studio scientifico conferma: con l'ansia si rischiano di più altre malattie gravi
Mtt Yahoo Notizie 19 dicembre 2018 Link
Nonostante ogni “conferma”, ti “Fai…” bastare sempre tutt3 ciò.
Dunque, che “Fai…” sostanzialmente?
Niente. Ovvero, tutt3.
      
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2466
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