Hai presente quando nel Deuteronomio, il “Signore” spinge il “popolo eletto” ad andare “là” ma (ma) non “lì”?
Allorquando, “là”… costituiva la “terra promessa” e, al fine di entrarne in possesso (poiché, aimè, già abitata), doveva – detta genie – invadere e conquistare (alias: uccidere e forsanche sterminare) ciò che si trovava nel tal luogo “target” del “Signore Dio tuo…”.
“Allora… Mi permetta di illustrarle il sogno di Nostra Maestà…”.
Aspettando il Re
In un ambito caratterizzato da una “potente figura centrale”, e da potentati locali (che amministrano, di fatto, le terre imperiali ed impediscono ogni cambiamento sostanziale), è logico che – non solo se l’impero è in fase di espansione – tale lottizzazione goda di privilegi e preferenze, anche a livello di sottodominanti.
Se (se) una “amministrazione” necessita di una “ripulita”, cosa viene normale ordinare (“ispirare”) per parte dell’imperatore o, meglio, della classe dirigente l’impero?
Generare del “nuovo che avanza”, sotto al completo controllo di fondo della situazione, ed istradare tale movimento proprio in quelle “province” più adatte ad essere “riorganizzate”.Ergo:
“là” sì, “lì” no.
Le terre erano tutte già popolate ed amministrate.
Il “nuovo” non esisteva per nulla affatto.
Così come non era “nuovo” nemmeno il continente “pre colombiano”.