Quella degli Ogm è una questione di grande complessità e ogni volta che un ricercatore trova nuovi elementi legati al pericolo per salute e ambiente, viene privato dei finanziamenti.
Sembra quindi evidente la mancanza di volontà politica e strategica per mantenere chissà quali equilibri affaristici con le multinazionali:
il ritardo del decreto ha provocato una semina incontrollata in Friuli Venezia Giulia che tra l'altro non ha prodotto nemmeno sanzioni come vuole la legge…
C’è uno strapotere, in termini di differenza a te sfavorevole, tra “quello che puoi fare tu” e “quello che può fare un potente, sia esso una persona fisica o una persona non fisica”.
Puoi percepire questa profonda differenza di potenziale (possibilità), in tutti quei casi caratterizzati dal tuo diniego, al quale segue quel costante “nulla” divenuto ormai abitudinario. Dunque, se le cose stanno così… come ti spieghi che la storia, seppure deviata, registri una sorta di “evoluzione nei/dei fatti” che, usualmente, passa a livello convenzionale in qualità di “positivo cammino all’interno del perseguimento di diritto, libertà e democrazia per opera dei Popoli”?
Come è possibile? Beh… semplicemente, vieni suggestionato a credere che “siano avvenuti taluni fatti che hanno portato alla caduta di regimi dell’ingiustizia sociale”.
In realtà, questi fatti sono realmente accaduti ma all’interno di un tracciato che non ha cambiato di una virgola il contesto entro il quale erano “previsti e programmati dalla stessa mente ideatrice, che da sempre conduce il gioco secondo regole non scritte: le proprie”.
SPS non scomoda nemmeno il Nucleo Primo, in questo caso, essendo del tutto sufficiente osservare come si muove la storia, anche solo ai giorni nostri, non essendo di fatto cambiato nulla dai giorni trascorsi a qualsiasi distanza Temporale.
Un esempio, anzi… tre:
- la proposta, “dagli esiti fantasma”, della diminuzione degli stipendi d’oro dei politici
- l’esistenza, seppure controversa, della multinazionale Monsanto e la sfera Ogm
- il controllo societario, paradossale, attraverso l’effetto leva ed il "controllo a scatole cinesi”.
E... che cosa significa quando un “certo qualcosa” (ri)torna in continuazione per effetto “eco”? Significa che:
ambiti diversi (di)mostrano l’esistenza, a livello frattale, di un’unica presenza, non (ri)levata, che determina a livello “ambientale” una certa presa “radioattiva”, soprattutto sul comportamento risultante delle persone, essendo le stesse facenti parti di quel genere umano (Sapines Sapiens) che domina attualmente sul Pianeta.
Ogni individuo è dotato di “data di scadenza” e di “prezzo”, allo stesso modo di qualsiasi “merce” messa in bella mostra nelle vetrine dei negozi e negli scaffali dei supermercati.
Mentre la data di scadenza rende “paurosi” (spada di Damocle), il prezzo rende "corruttibili" e, dunque, adatti affinché un “sistema” (paradigma) possa mantenersi sempre perfettamente oliato, dando solo l’impressione di adattarsi al Tempo che trascorre quando, invece, (ri)sulta immutabile all’analisi dei fatti, della sostanza, della sua quintessenza in termini di “presa d’insieme”.
Vincere una "battaglia" non significa nulla, agli occhi dell’(Anti)Sistema, polarizzato dal Nucleo Primo per opera della propria ispirazione su tutte le persone (ap)prezzabili.
Le rivoluzioni storiche, il sangue versato dagli avi, le lotte per la libertà, le trascrizioni della legge, il suffragio universale, l’abolizione della schiavitù dei neri, etc. … sono atti che effettivamente sono avvenuti e, per questo, risultano inconfutabili, per cui se qualcuno osa mettere in dubbio simili realtà (cardini, pilastri, piloni) rischia anche il “pubblico linciaggio” o la galera (nel caso del negazionismo in merito all’olocausto ebraico). Tuttavia… questi atti, effettivamente accaduti, sono stati parte in causa di quel potere di controllo superiore, che si muove con un vantaggio sull’umano senza precedenti.
Ogni atto che ti fa capire qualcosa in relazione al tal momento storico… è un “arte fatto”. È finto nella sua sostanza e sostenibilità. È come un fuoco fatuo che illumina a proprio modo…
Tutto, nella sua sostanza, concorre affinché tu pensi che sia in corso qualcosa di “bello/utile/evolutivo”, mentre in realtà… tutto è chiuso entro se stesso, senza modo né motivo sufficiente per fuoriuscirne.
Dunque, tutto ciò che ti circonda e che “ti è stato dato” (ricordi), in realtà, serve per intrattenerti ancora maggiormente in queste 3d dell’impero del Nucleo Primo.
Esso ti precede sempre.
Tu vieni sempre “dopo”…
I tre macro argomenti di oggi lo dimostrano a pieno e, sono certo, che lo sai già che “è così”.
La tua profonda “impotenza” ti fa accettare ancora maggiormente il “contratto” con le sotto presenze del Nucleo Primo, per cui non esiti più a barattare la tua esistenza con qualcosa che, letteralmente, “ti toglie il respiro”.
Il tuo "stress" è mancanza di ossigeno…
L’ossigeno genera importanti trasformazioni dentro di te (il pensiero di Mere, riportato in un commento di Loredana all’interno di questo articolo, è a tal proposito estremamente lungimirante).
Non è un caso che i bimbi si trasformano radicalmente quando disimparano a respirare con la pancia; Tempo al Tempo e all’incirca attorno al secondo/terzo anno di scuola elementare, essi cambiano diventando… “più grandi”? Naa… diventando "altro" rispetto a quello che sono stati nei primi anni della loro Vita. Adattandosi alla respirazione monca ed alle componenti "extra" esistenti nella miscela d’aria… cambiano radicalmente la propria impostazione nativa, in qualità di esseri viventi auto adattati ed auto suggestionati.
Cioè, fanno tutto da soli? Per nulla affatto: essi (ri)sentono dell’ambiente entro il quale respirano, (ri)assumendo un livello diverso della (ri)programmazione d’insieme. Qualcosa che passa sempre in secondo piano (strategicamente), così come la medicina allopatica si concentra solo alla cura dei sintomi.
L’orma frattale della (com)presenza superiore, che non appare mai direttamente, è talmente evidente che… nessun Tribunale può accettare per “legge” qualsiasi prova derivante da Analogia Frattale.
Perché? Perché sarebbe indifendibile una simile posizione. E, poi, chi dovrebbe difendersi da chi?
Rispondi a questa domanda: chi è indebitato con chi, a livello di debito pubblico? Trova un creditore che nel complesso non sia in debito con qualcun altro!
Rispondi a questa domanda: chi è indebitato con chi, a livello di debito pubblico? Trova un creditore che nel complesso non sia in debito con qualcun altro!
Eppure, la società è divisa tra “ricchi e poveri”.
Hillary Clinton: "Sarkozy descriveva gli altri leader come pazzi".
"Molti sono più tranquilli di persona di quanto appaiano in pubblico. Non (l'ex presidente francese, ndr) Sarkozy. Lui raccontava pettegolezzi, descrivendo con noncuranza gli altri leader mondiali come pazzi o instabili".
Queste anticipazioni sulla condotta dei leader europei arrivano poco prima dell'uscita ufficiale del libro di memorie di Hillary Clinton, "Hard Choices" (Scelte difficili)…
In un'intervista al network Abc, Clinton ha ricordato poi come la sua famiglia fosse "ridotta sul lastrico" e piena di debiti quando Bill ha lasciato la Casa Bianca nel 2001…
Il livello di differenziazione tra ricco e povero “viene e va”, come il livello di superficie di un oceano agitato dalle varie correnti, al suo interno ed al di sotto del piano osservato.
Attenzione a questa profonda e terribile verità:
(Sarkozy) raccontava pettegolezzi, descrivendo con noncuranza gli altri leader mondiali come pazzi o instabili…
Perfetto frattale, un diamante per te. Che cosa te ne farai?
Nulla… come al solito…
Questa è una dimensione che ti sfugge, per quanto (ri)guarda le dinamiche di base, che tracciano i vettori (co)creativi della realtà in cui sei. E... quando non capisci, in seguito, lasci perdere, accettando sconsolatamente di “non riuscire a farcela”. Ciò ti apre al tuo “prezzo”, ossia, ti trasforma in una merce esposta alla luce del Sole della competizione, in maniera tale che qualcuno ti scelga, puntando si di te “comprandoti”.
Le varie "realtà sospette" che si denunciano ogni giorno, sono composte da persone come te. Persone che pensano e scrivono al contrario, nascondendo la realtà aziendale (che più o meno conoscono), per opera di quella abilità orale e scritta (diplomazia) permessa dall’ordito della legge.
Che ne sai tu di quello che succede in India (se non ci abiti)?
E come puoi fidarti di coloro che (ri)portano certe notizie “scomode” sino a te? Se tuo figlio dovesse svolgere una ricerca sulla Monsanto, che cosa farebbe come prima cosa? Beh… come minimo cercherebbe il suo sito ufficiale. E cosa leggerebbe, relativamente all’attività ed alla mission di Monsanto?
Quello che il proprio "staff" ha abilmente intessuto in termini di facciata pubblica. Qualcosa di non misurabile direttamente, per opera del bimbo che legge, forse, insieme al genitore “distratto dalle infinite altre cose che deve (ri)ncorrere”…
Risultato? Un bel copia ed incolla e.. vai così. Il giorno dopo un bel voto è assicurato. E, soprattutto, è assicurato l’imprinting che avviene a livello inconscio. Bingo! E senza muovere nemmeno un muscolo da parte di Monsanto (strategia dell’ispirazione attraverso la com - presenza).
L’attività di Monsanto trova nell’agricoltura il suo riferimento nel senso più ampio del termine. Da oltre 30 anni Monsanto in Italia è a fianco degli agricoltori per aiutarli ad ottenere dalla loro terra sempre di più e sempre meglio. Monsanto presta ascolto ai suoi clienti ed interlocutori prendendone in considerazione opinioni e bisogni, mette in campo le migliori tecnologie per garantire agli agricoltori maggior produttività e redditività nel rispetto dell’ambiente…
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Nel 1990 Monsanto annunciava il "Monsanto Pledge", il codice di condotta nei confronti dell'ambiente. Tutto ciò che ci eravamo ripromessi di fare è stato, di fatto, portato a compimento…
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Che cosa è stato, di fatto, “portato a compimento”?
(1) Il tuo livello di totale impotenza (2) Il piano nel piano aziendale (3) L’irrorazione del proprio marchio nel Mondo (4) L’invasione virale fisica globale per parte del proprio “concept” (5) La presa d’atto politica del proprio interesse.
E tu… che fai? Nulla... che, di fatto, è tutto quello che “ti rimane da fare”… visto che nessun “cavaliere bianco” è senza prezzo:
Greenpeace specula al ribasso e perde 3,8 milioni di euro...
Ad ammettere il guaio, Mike Townsley in persona, direttore della comunicazione… il problema, secondo Townsley, starebbe in un errore su uno swap, contratti che servono a proteggere dall'oscillazione dei cambi.
Il numero uno della comunicazione dell'associazione ambientalista sostiene che tutto ciò appartiene "alla prassi in strutture come la nostra, che hanno filiali in molti Paesi, perché altrimenti saremmo troppo esposti alle fluttuazioni valutarie e rischieremmo di perdere denaro utile alle nostre strutture in tutto il mondo". L'associazione ha chiesto comunque scusa ai suoi sostenitori, che si aggirano intorno ai 3 milioni di persone…
Un grave errore, così lo considerano i vertici di Greenpeace, oltre che una grave perdita di circa 4 milioni di euro che andranno ad influire negativamente e in maniera rilevante sul bilancio annuale dell'associazione di circa 300 milioni di euro. Come riempire il buco? Da quanto dichiarato dal portavoce, non verranno toccati i fondi né ridotto alcun budget delle campagne dell'associazione, provando a ripartire la perdita "nei prossimi due o tre anni".
Sicuramente verranno ridotte "le spese e gli investimenti nelle infrastrutture". È il prezzo da pagare dopo aver osato improvvisarsi speculatori al ribasso come una qualsiasi banca d'investimento.
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Bilancio annuale dell'associazione di circa 300 milioni di euro…
Perbacco, niente male davvero. Non sono pochi, anche se “qualcuno” ha ugualmente trovato il modo per azzardare “qualcosa in più”… come una qualsiasi banca d’investimento.
A proposito: operazioni di questo tipo non si possono attuare senza la (com)presenza di una… banca. Eppure… la “colpa” è stata scaricata su di un solo operatore interno a Greenpeace.
I tre milioni di sostenitori come reagiranno? E la “banca” che c’è di mezzo (1) quanto avrà guadagnato perlomeno in commissioni e (2) quanto avrà guadagnato a livello altro?
Greenpeace “rompe le scatole” ad un bel numero di “realtà”. Quanto ci vuole per assumere una banca compiacente nell’agire, secondo statuto, in maniera effimera e “bilama”?
Che cosa può perdere una banca, al massimo… oltre alla propria reputazione (che nel reame dei “senza memoria” attuale, è recuperabile nel breve, dopo avere cambiato eventualmente logo e motto aziendale)?
E che cosa può guadagnare, anche in proiezione di "fedeltà" e di altri lavori analoghi futuri?
Ha senso limitare la propria osservazione a ciò che avviene entro un confine (monitoraggio cieco), quando a livello immanifesto gli effetti di ciò che “sembra non muoversi”, si tele trasportano naturalmente, e dappertutto, nei dintorni indifesi (tacito assenso)?
Che senso ha, allora, dichiarare un prodotto “biologico”, quando nell’aria sono presenti e trasportate le stesse componenti che, in altre parti confinanti, fanno gridare allo scandalo?
Trattasi di una invasione non solo fisica ma, preventivamente, politico legislativa. Se il tale, che accetta una ingente somma di denaro in nero, decide di attivarsi sul proprio terreno, non è conscio che il suo comportamento è anche l’inizio dell’invasione, dove vuoi tu, in seguito, “andare”?
A che serve il tuo (re)agire? Come vedrai, in seguito, Monsanto ti farà anche causa dopo che il tuo campo sarà stato invaso dagli effetti collaterali derivanti dai suoi prodotti “volatili”.
Ossia, sarai anche tacciato di averli usati senza il preventivo permesso della diretta proprietaria dei brevetti. Non ci credi? Beh, questa è la storia di qualche tuo simile, solo un po’ più “sfortunato” rispetto a te…
Andiamo avanti, allora.
Mais Ogm in Friuli, il Corpo Forestale ha accertato l’inquinamento genetico.
7 novembre 2013.
In relazione alla questione della semina di mais Ogm in Friuli e alla possibile contaminazione dei campi limitrofi coltivati con mais tradizionale, la Commissione agricoltura della Camera ha sentito in audizione il Capo del Corpo forestale Cesare Patrone.
“I risultati dell’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia, allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti un 'inquinamento genetico' del mais transgenico che arriva anche fino al 10%” ha dichiarato Patrone...
Sei completamente inerme di fronte ai provvidenziali (?) “ritardi” dell’amministrazione pubblica (legge), all’interesse delle aziende, alla compartecipazione di ogni tuo simile dotato di “prezzo”, alla corruzione, al tacito assenso, alla cecità della legge, alla mancata applicazione del buonsenso alla legge, alla robotica presenza dei giudici in aula di tribunale, etc.
Tutto ciò, e molto altro ancora, presi nel loro insieme fanno si che… tu (ri)manga nudo ed impotente di fronte a qualsiasi “piano” di derivazione esterna, rispetto a te. La storia deviata, se ci fai caso, è un racconto continuo in tal senso.
L’impotenza popolare e, al limite, il raggiro popolare, vs… il potere manifesto ed immanifesto che rotola puntualmente sempre “davanti a te”, tracciando la via che immancabilmente poi seguirai per mancanza di alternativa manifesta…
Quella degli Ogm è una questione di grande complessità e ogni volta che un ricercatore trova nuovi elementi legati al pericolo per salute e ambiente, viene privato dei finanziamenti...
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Obiettivo: arrivare al reato di contaminazione da Ogm…
"L'estensione del reato di inquinamento ambientale per chi compromette la biodiversità agraria è un piccolo, ma significativo passo avanti della nostra battaglia a favore di un'agricoltura tradizionale, biologica e di qualità, ma soprattutto priva di qualsiasi contaminazione genetica". Lo dichiarano i deputati della Commissione Agricoltura del Movimento Cinque Stelle…
Azione finalizzata ad introdurre in maniera esplicita il reato da "contaminazione da OGM" nel codice penale, così da riuscire a tamponare quel vulnus normativo che ancora ruota intorno al tema a livello europeo"...
Link
Il campo Ogm, che inquina quelli circostanti, è un frattale della presenza non manifesta del Nucleo Primo e del relativo modello “radio attivo” che, ad esempio, la presenza di “effetto leva” e “controllo a scatole cinesi” (nell’ambito della finanza “predatrice”) replica perfettamente. Quello che segue è un modello classico di invasione parassitaria di una realtà preziosa e, dunque, accattivante alla luce della presenza “corsaro opportunista” (magnetizzazione, interesse).
1999 - 2001 - L'Opa della Olivetti e la gestione Colaninno…
La somma con cui la scalata è finanziata, complessivamente 61.000 miliardi di lire, viene ricevuta dalla Olivetti in prestito direttamente dalle banche e con obbligazioni della controllata Tecnost grazie anche all'emissione di nuove azioni per oltre 37mila miliardi.
Successivamente Tecnost viene fusa con Olivetti per accorciare la catena di controllo. A questo punto è Bell, una società con sede nel Lussemburgo a controllare la catena con il 22% di Olivetti…Link
A questo punto è Bell, una società con sede nel Lussemburgo a controllare la catena con il 22% di Olivetti… Con un quinti di Olivetti si controlla Telecom. Ma cosa accade, in seguito, a causa dell’effetto tossico del debito, portato in “dote” alla Telecom stessa?
Il debito sale in pancia alla Telecom e zavorra, da allora, il relativo cammino/destino.
Mentre Colaninno lascia il posto e parte per “altre incredibili avventure”.
Questo è il “Modello Monsanto”… ad immagine e somiglianza del “Modello Far West” perfettamente replicante la (com)presenza del Nucleo Primo.
All'inizio del 2001, nonostante abbia appena ceduto importanti asset (l'80% di Italtel e Sirti tra gli altri), il gruppo Olivetti-Telecom è in grandi difficoltà e Colaninno, Gnutti e i loro soci sono costretti a passare la mano.
Dopo diverse trattative viene trovato un accordo con Tronchetti Provera e Benetton.
Per il 23% di Olivetti (posseduto da Bell) i nuovi proprietari di Telecom Italia pagano 4,175 Euro per azione, una cifra enorme considerando che le Olivetti quotavano solo 2,25 Euro.
La cessione di quel 23% ha creato una notevole plusvalenza (1,5 miliardi di euro) nelle casse di Bell, la società veicolo lussemburghese con la quale Colaninno e Emilio Gnutti detenevano il controllo di Telecom.
Per questa plusvalenza Bell è stata indagata per evasione fiscale e multata dall'Agenzia delle entrate per 1,937 miliardi di euro. L'accertamento con adesione a cui hanno aderito i soci di Bell ha permesso la riduzione delle sanzioni a un quarto del minimo, così la società ha dovuto versare al Fisco solamente 156 milioni.
L'esborso è spiegabile nel fatto che, in tal modo, Tronchetti Provera ha evitato di lanciare un'Opa totalitaria che sarebbe costata ancora di più…
È un piano che non fa una piega. Qualcosa di studiato ad hoc, tramando tra le maglie della legge e l’animo delle persone compiacenti. In un ottica di (de)responsabilizzazione nei confronti di quello che si “amministra” (o meglio che si traina dallo sfasciacarrozze). Senza contare che le persone giunte ai vertici di Telecom, sono state anche lautamente pagate per (ri)coprire la propria mansione direttiva e direttrice.
In guerra, un simile atto corrisponde a quello di “alto tradimento”. Ma non siamo più in una guerra vecchio modo, nevvero?
C’è sempre una lauta torta da spartire e conviene partecipare in qualità di “banchettanti”, piuttosto che in quantità di “spuntini”.
Così l’insieme si tiene mano nella mano e procede incurante del proprio operato, visto che – ad esempio – Colaninno attualmente ha replicato il medesimo giochetto anche con Alitalia, mantenendo lo stato della compagnia nazionale di bandiera costantemente in perdita ed aprendola all’invasione corsara straniera (liquidazione, sfumature d’interesse).
L'insostenibile brevetto: chi controlla il nostro cibo? L'inchiesta di Report sugli Ogm.
L'insostenibile brevetto: chi controlla il nostro cibo? L'inchiesta di Report sugli Ogm.
Brevetti in agricoltura e Ogm, ecco il tema centrale della puntata di Report andata in onda... lunedì 11 novembre 2013, in prima serata su Rai3. Il riso, i pomodori e il mais non sono più di proprietà di chi li coltiva. Perché?
L'inchiesta di Report cerca di rispondere proprio a questa domanda.
Per fare un seme ci vuole un frutto? Al giorno d'oggi sarebbe meglio dire che per fare un seme occorrono un laboratorio e un brevetto. Se chi controlla il cibo controlla i popoli, per avere il potere sulla produzione alimentare, bisogna partire dal primo anello, cioè dai semi.
Tutto ha avuto inizio nel 1994, quando a Marrakesh i Paesi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, su spinta degli Stati Uniti, si riunirono con l'intento di trovare una strategia per brevettare gli esseri viventi, semi compresi - la base dell'agricoltura e dell'alimentazione.
I semi dovrebbero sempre essere a disposizione dei contadini, che hanno il diritto di scambiarli liberamente tra loro, oppure acquistarli senza problemi, nel caso non dovessero averne a disposizione a sufficienza.
Il risultato dell'accordo ha portato ad un vero e proprio copyright sulle sementi e sulle piante. Il servizio condotto da Piero Ricciardi per Report ha introdotto il problema dei semi ibridi. Da una zucchina ibrida non sarà possibile ricavare semi fertili utilizzabili per ottenere un nuovo raccolto. I brevetti si estendono ai mangimi destinati agli animali da allevamento. Mais e soia Ogm, tra i loro ingredienti principali, sono un brevetto delle multinazionali biotech. E accanto ai brevetti non mancano i marchi registrati per la commercializzazione, come per le mele. Così non troviamo più le "mele di una volta", ma una serie di frutti omologati.
È così che le famose mele della valle dell'Adige diventano proprietà di veri e propri "club di filiera".
Dunque, se un agricoltore vuole coltivare una mela Pink Lady - varietà brevettata - e costretto ad acquistare piante che costano il doppio rispetto alle varietà tradizionali. I contadini non potranno né riprodurre le piante di mele né vendere i frutti in modo autonomo. I coltivatori di mele devono rispettare le indicazioni di chi detiene i brevetti e, se ciò non avviene, le piante devono essere estirpate. A raccontarlo sono le voci degli stessi coltivatori coinvolti nel business delle mele brevettate. Ma i melicoltori non guadagnano nulla, se non quanto occorre per sopravvivere, in una sorta di rinnovata mezzadria.
I brevetti e le varietà omologate minacciano la biodiversità. In passato, le varietà di frutta e ortaggi nascevano dalla sapiente selezione di piante e sementi effettuata dai contadini. Ora, con varietà uniche e brevettate, ciò non può più avvenire per la produzione su larga scala destinata alla commercializzazione. Ed ecco così i danni provocati dalla monocoltura:
piante e coltivazioni sempre più fragili ed esposte alle malattie, terreni impoveriti tanto quanto gli agricoltori.
In Canada le coltivazioni di soia e colza avvengono tramite sementi Ogm brevettate dalle multinazionali, Bayer e Monsanto in primis. E gli agricoltori sono costretti ad acquistare i prodotti indicati dall'azienda che detiene il brevetto per ogni singola varietà, altrimenti il raccolto verrebbe del tutto rovinato. Report approfondisce anche il tema delle contaminazioni Ogm.
Se sementi geneticamente modificate finiscono accidentalmente nel campo di chi non aveva intenzione di coltivarle, l'agricoltore sarà citato in giudizio da Monsanto (cha all'inizio era una azienda attiva nel campo delle armi chimiche e che ha iniziato ad occuparsi di sementi soltanto negli anni Ottanta), e probabilmente sarà costretto a pagare delle multe in base al brevetto presente sui semi.
Monsanto è ora a capo di un giro d'affari di oltre 9 miliardi di dollari ed è tra le più potenti multinazionale degli Ogm del pianeta, insieme a Syngenta, legata al mondo farmaceutico e alla svizzera Novartis. Insieme producono le sementi Ogm e gli agrofarmaci necessari per coltivarle, ad esempio, l'erbicida Roundup.
Le sementi Ogm non sono un simbolo di progresso, bensì la rovina degli agricoltori, costretti ad acquistare semi che potranno coltivare solo per un anno, a comprare nuove sementi per i successivi raccolti e gli erbicidi per tenere sotto controllo le infestanti che li rovinerebbero.
Un giro d'affari incessante e infernale, che conduce i coltivatori sull'orlo del baratro economico (con spese che a causa degli Ogm sono passate da 1 dollaro ad acro ad oltre 50 dollari ad acro in Canada) e che non incrementa né le rese dei raccolti - è la natura stessa a ribellarsi agli Ogm - né le rendite. Continuiamo dunque ad opporci agli Ogm ed a preservare l'Italia dalla loro introduzione, purtroppo, almeno i parte, già avvenuta in Friuli... Link
Ovvio, come puoi credere che tutto ciò sia così drammaticamente autentico? Non sembra, piuttosto, la trama di un film? Ricorda che dopo l'11 settembre 2001 la realtà ha superato la fantasia. Nulla è impossibile!
Per complicarti la Vita, i Media ti offrono la possibilità di leggere tutto ed il contrario di tutto, lasciando a te stesso il compito di “farti una idea”. Solitamente accade che… nel Tempo, il tuo interesse svanisce perché il tal problema è troppo lontano da te e (ri)sulta troppo sfuggevole e… in genere, non hai mai troppo Tempo da dedicargli.
L’inganno degli Ogm e i loro effetti dannosi sull’agricoltura indiana.
Ieri abbiamo parlato del cambiamento delle politiche dell’Ue sul tema Ogm.
Ci si chiede il perché di tutta questa diffidenza verso gli organismi geneticamente modificati, e se le voci denigratorie che girano intorno ad essi sono solo diffamazioni o poggiano su basi scientifiche consolidate e prove certe sui loro effetti.
Può tornare utile conoscere il pensiero di Vandana Shiva, ecologista e attivista, scienziata e filosofa, famosa per essere una delle più autorevoli voci mondiali avverse agli Ogm. Le sue tesi sono solo frutto di immotivati preconcetti o sono il risultato dell’osservazione di ciò che è accaduto nelle campagne indiane dopo l’avvento forzato delle sementi biotech?
La Shiva denuncia che negli ultimi anni il numero dei contadini che si sono tolti la vita è in aumento esponenziale. Questo dramma ha la sua causa nell’ingresso di Monsanto nel mercato dei semi indiano, avvento che è stato reso possibile grazie alla politica sulle sementi del 1988 imposta dalla Banca Mondiale, che fece pressioni sul governo indiano per deregolamentare il settore.
Da qui i guai, di carattere economico ed ambientale…
Link
India, contadini rovinati dal cotone ogm: una fotoreporter nei villaggi dei suicidi.
L'introduzione della pianta prodotta dalla multinazionale Monsanto ha avuto conseguenze disastrose nella regione del Maharashtra:
200 mila persone si sono tolte la vita. Il reportage della fotografa Isabell Zipfel su Popoli.
23 aprile 2014
In India si consuma un dramma silenzioso.
In India si consuma un dramma silenzioso.
Nell'ultimo decennio migliaia di contadini si sono suicidati nello stato del Maharashtra. Si parla addirittura di 200 mila persone, il 70% nella regione del Vidarbha, un tempo conosciuta per i suoi abbondanti raccolti di cotone ed oggi diventata sinonimo di morte per i piccoli produttori. Sotto accusa la multinazionale statunitense Monsanto e l'introduzione di coltivazioni Ogm che, presentate come convenienti, hanno finito per trascinare i coltivatori nel baratro.
Ne parla un reportage fotografico di Isabell Zipfel pubblicato dal mensile dei gesuiti Popoli...
La liberalizzazione del mercato esterno ed interno del prodotto, sollecitata dalla World Trade Organization portò ad un consistente calo dei prezzi. Pochi anni dopo, nel 2002, arrivo il Cotone Bt, una pianta geneticamente modificata, prodotta dal colosso Monsanto. L'introduzione dell'Ogm doveva essere una svolta in positivo ma i risultati furono molto diversi dal previsto. I semi del cotone Bt sono molto più costosi di quelli tradizionali (22 euro contro 2,5 al chilo) e soprattutto generano semi sterili che non possono essere ripiantati. Di conseguenza le sementi devono essere ricomprate ogni anno. Richiedono inoltre un apporto maggiore di pesticidi e fertilizzanti.
A questi investimenti iniziali dovevano seguire maggiori guadagni che non sono mai arrivati, soprattutto a causa di un inadeguato sistema di irrigazione.
Il cotone Bt non è adatto a terreni non irrigati mentre il 90% dei campi in quella regione dipende solo dall'apporto delle piogge. Per i contadini del Maharashtra questo ha significato una rapida rovina.
Ma nonostante questo i campi coltivati con il cotone Bt sono passati dai 50 mila ettari nel 2002 ai 12 milioni di ettari nel 2011 e oggi la Monsanto opera in un regime di quasi assoluto monopolio ed è quasi impossibile tornare ad utilizzare i semi tradizionali. Molti contadini ormai stanno abbandonando i campi per trasferirsi nelle metropoli, oppure rinunciano a coltivare direttamente la terra e diventano braccianti.
Una voce contro.
L'articolo è integrato da un'opinione di Ignacimuthu Savarimuthu, gesuita indiano, botanico, specializzato in genetica all'Università di New Delhi che non vede alcuna correlazione tra l'introduzione del cotone Bt e l'alto numero dei suicidi nel Maharashtra.
Anzi, secondo Ignacimuthu l'introduzione della pianta ogm ha portato ad un miglioramento delle condizioni dei contadini limitando le spese per i pesticidi e quadruplicando i profitti. "I contadini che si sono suicidati - dice, - in molti casi non coltivavano cotone Bt, ma altri prodotti, per i quali hanno avuto pesanti spese per i pesticidi, effettuate con prestiti, e anche perdite nei raccolti".
A cosa credere? Se utilizzi l’Analogia Frattale non avrai dubbi. Però… come puoi credere all’Analogia Frattale? He. He. He (loop).
In qualità di "voce contro" (ri)porto per intero questo lungo articolo. Vale sempre la pena leggere il pensiero relativo ad ogni "sponda". SPS aggiungerà la propria disamina alla fine della citazione...Tu sei centrale rispetto ad ogni tua scelta. Tu ti auto suggestioni…
Cotone Ogm e suicidi in India: ci risiamo (parte I).
L’angolo della controinformazione – Vandana Shiva prosegue nella diffusione delle sue teorie circa le cause dei numerosi suicidi fra i coltivatori indiani di cotone, attribuendoli agli ogm.
Ma è davvero così, oppure le ragioni sono ben altre?
Da un lato va ammirata. Non foss’altro che per la costanza di utilizzare sempre le medesime argomentazioni, arricchendole per giunta con terminologie che denotano un livello di conoscenza del biotech per lo meno opinabile. È Vandana Shiva, pasionaria anti-ogm e accanita sostenitrice del biologico.
Questa volta il suo attacco agli ogm viene sferrato dalle pagine web de “La Stampa”, quotidiano per il quale Shiva cura un blog battezzato “Madre Terra”. Un suo contributo del 19 aprile scorso ha riaperto (come se mai fosse stato chiuso) il dibattito sugli ogm quali responsabili dei peggiori mali del Mondo.
Già definiti altrove come “sterili”, cosa che non sono affatto, questa volta gli ogm vengono descritti come organismi nei quali sarebbero stati inseriti “geni tossici” per consentire alle solite multinazionali di brevettare la vita e di tenere in pugno l’Umanità.
Pure viene accusata Monsanto, la quale starebbe “cercando disperatamente di scollegare l’epidemia di suicidi degli agricoltori in India dal suo controllo crescente della fornitura di sementi di cotone”.
Al di là dell’accusa di essere “tossici”, appioppata a dei poveri geni già presenti in Natura e composti anch'essi di basi puriniche e pirimidiniche come tutti gli altri, sarà bene condividere una volta ancora i fatti e i numeri che smentirebbero le accuse in tema di suicidi in India, fornendo magari un quadro più oggettivo e meno ideologizzato di quella immane tragedia.
Il caso “cotone gm” e suicidi indiani è peraltro molto più complesso di quanto sembri e di quanto semplicisticamente lo si voglia far sembrare, quindi merita una trattazione suddivisa per argomento.
In questa prima puntata si riassumerà ciò che ha significato in termini economici e produttivi l’inserimento dei cotoni Bt nei redditi degli agricoltori che li hanno adottati, nella seconda e ultima puntata si analizzeranno le statistiche legate specificatamente ai suicidi.
Come si vedrà in entrambe le puntate, i numeri sono numeri, con buona pace di Vandana Shiva e di chi ne moltiplica le affermazioni.
Storia del cotone gm in India.
Introdotto in India agli inizi degli Anni 2000, il cotone resistente agli insetti è cresciuto lentamente e nel 2004 le sue superfici rappresentavano solo il 5% del totale. Le pesanti “fee” imposte da Monsanto lo rendevano molto caro e se da un lato massimizzavano gli utili per la multinazionale, dall’altro ne zavorravano l’espansione in termini di superfici coltivate.
Introdotto in India agli inizi degli Anni 2000, il cotone resistente agli insetti è cresciuto lentamente e nel 2004 le sue superfici rappresentavano solo il 5% del totale. Le pesanti “fee” imposte da Monsanto lo rendevano molto caro e se da un lato massimizzavano gli utili per la multinazionale, dall’altro ne zavorravano l’espansione in termini di superfici coltivate.
Dato però che i benefici agronomici e produttivi erano tangibili e importanti, il Governo indiano pressò Monsanto fino a ottenere un taglio deciso delle suddette “fee”. Divenuti in tal modo molto più convenienti, gli ibridi gm di cotone mostrarono una solenne impennata commerciale: in soli due anni, dal 2004 al 2006, la percentuale salì al 40%, arrivando a circa due terzi della superficie nel 2007 e superando l’80% nel 2008. La crescita del cotone gm ha quindi rallentato su base tendenziale, pur superando oggi il 90%.
Chi tuona quindi contro i brevetti, magari mediti anche su questo:
non appena un ogm diventa più accessibile quanto a prezzi, dilaga in modo esponenziale. Quindi, delle due l'una: o i brevetti sono cosa buona perché rallentano l'espansione degli ogm, oppure sono un male perché "strangolano gli agricoltori". L'importante è decidersi...
Benefici produttivi ed economici.
Per capire le ragioni di tale successo si devono analizzare i trend produttivi mostrati dal cotone nel tempo. Dai 120 chili per ettaro degli Anni 60 si passò ai circa 300 degli Anni 90, grazie all’uso di sementi selezionate, sebbene non ancora transgeniche, ma anche di fertilizzanti e insetticidi. L’avversità più temibile per il cotone è infatti il “Pink Bollworm”, ovvero la Pectinophora gossypiella, un lepidottero le cui larve crescono a spese delle capsule fruttigene, cioè quelle in cui si sviluppano le fibre utilizzate per scopi tessili.
Per capire le ragioni di tale successo si devono analizzare i trend produttivi mostrati dal cotone nel tempo. Dai 120 chili per ettaro degli Anni 60 si passò ai circa 300 degli Anni 90, grazie all’uso di sementi selezionate, sebbene non ancora transgeniche, ma anche di fertilizzanti e insetticidi. L’avversità più temibile per il cotone è infatti il “Pink Bollworm”, ovvero la Pectinophora gossypiella, un lepidottero le cui larve crescono a spese delle capsule fruttigene, cioè quelle in cui si sviluppano le fibre utilizzate per scopi tessili.
Infestazioni pesanti di Pectinophora obbligano quindi all’uso reiterato di insetticidi, i quali spesso sono pure di vecchia concezione e alquanto tossici. Non deve quindi stupire se dall’introduzione del cotone gm, resistente alla Pectinophora, le produzioni per ettaro siano aumentate fino a superare nel 2007 il valore record di 500 chili per ettaro.
Ovvero un incremento di quasi il 70% rispetto agli anni precedenti. Un dato che potrebbe già spiegare da solo il successo del cotone gm presso i produttori indiani, con buona pace di chi sostiene che gli Ogm non producono di più delle varietà convenzionali. Magari non è così per tutti, ma per alcuni lo è di certo.
Anche secondo il “World development report”, redatto dalla Banca Mondiale nel 2008, il cotone Bt ha influito positivamente sui redditi dei Paesi che lo hanno adottato:
le rese in chilogrammi sarebbero aumentate del 19% in Cina, del 26% in India, dell’11% in Messico e di ben il 65% in Sudafrica. I profitti economici sarebbero schizzati invece del 340% in Cina, del 47% in India, del 12% in Messico e del 198% in Sudafrica.
Il calo degli insetticidi.
Nel medesimo report vennero raccolti dati molto positivi anche sul fronte degli agrofarmaci utilizzati. Per lo meno, positivi per l’ambiente e per le tasche degli agricoltori, un po’ meno per le società che li vendono. Il loro uso, sempre secondo World Bank, sarebbe infatti diminuito del 67% in Cina, del 73% in India, del 77% in Messico e del 58% in Sudafrica. Questo ovviamente in chilogrammi, non in valore economico del mercato. Perché un brutto vizio dei detrattori degli Ogm è proprio quello di giocare con le unità di misura. Per dimostrare che non è vero che gli Ogm resistenti agli insetti fanno usare meno insetticidi, adottano gli andamenti delle vendite espressi in valuta. Il recente business mondiale degli insetticidi è infatti salito in valore monetario, sebbene sia diminuito in “peso”. In altre parole, vi è una profonda differenza fra volume di denaro speso e quantità utilizzate:
Nel medesimo report vennero raccolti dati molto positivi anche sul fronte degli agrofarmaci utilizzati. Per lo meno, positivi per l’ambiente e per le tasche degli agricoltori, un po’ meno per le società che li vendono. Il loro uso, sempre secondo World Bank, sarebbe infatti diminuito del 67% in Cina, del 73% in India, del 77% in Messico e del 58% in Sudafrica. Questo ovviamente in chilogrammi, non in valore economico del mercato. Perché un brutto vizio dei detrattori degli Ogm è proprio quello di giocare con le unità di misura. Per dimostrare che non è vero che gli Ogm resistenti agli insetti fanno usare meno insetticidi, adottano gli andamenti delle vendite espressi in valuta. Il recente business mondiale degli insetticidi è infatti salito in valore monetario, sebbene sia diminuito in “peso”. In altre parole, vi è una profonda differenza fra volume di denaro speso e quantità utilizzate:
il primo è in continua ascesa, le seconde sono in continuo calo. Anche grazie agli Ogm, come volevasi dimostrare.
La progressione del fenomeno, ovviamente, si è mostrata variabile a seconda dell’annata, perché l’adozione di varietà di cotone resistenti al “Pink Bollworm” non risolve altre problematiche di campo come per esempio gli afidi, come pure non sono state costanti le infestazioni di lepidotteri. Ciò non di meno, nel 2002 l’uso di agrofarmaci sarebbe stato di oltre 10,5 kg/ha nel convenzionale, contro soli 5 kg/ha su cotone Bt. Annata sfortunata invece il 2004, quando i consumi di prodotti per la difesa si differenziarono solo di 1,5 kg/ha fra campi gm e non. Notevole invece la differenza nel 2008, quando nel convenzionale furono usati piu` di 6 kg/ha contro i soli 1,75 kg/ha dei campi gm. Una riduzione di oltre il 70% che lascia poco spazio a eventuali polemiche.
Salute degli agricoltori.
Oltre agli effetti benefici su portafoglio e ambiente, il calo nell’uso degli insetticidi ha portato note positive anche sulla salute degli agricoltori:
su cotone convenzionale, data la tossicità dei prodotti comunemente utilizzati in India, si registrano infatti fino a cinque ricoveri all’anno per intossicazioni acute verificatesi durante i trattamenti. I casi limite di cinque ricoveri sono ovviamente rari, ma evidenziano quanto l’approccio alla difesa delle colture sia ben lungi dall’essere “moderno”. Secondo alcuni studi su campioni ristretti di agricoltori, a quattro intossicazioni ci arrivano oltre 50 contadini convenzionali, contro lo zero fatto registrare fra i produttori di cotone Bt. A tre intossicazioni ci arriva quasi una settantina di agricoltori non Bt, contro una decina fra i Bt. Proporzioni analoghe si contano anche nelle categorie con due e una sola intossicazione. Per inverso, nel campione analizzato sono quasi 400 gli agricoltori Bt che non hanno riportato alcuna intossicazione, contro circa 140 fra i convenzionali. Oltre a risparmiare denaro i produttori di cotone gm si sono cioè evitati reiterati ricorsi alle cure mediche. Altro dato che non ammette repliche.
Conclusioni.
Conclusioni.
- il cotone gm si è espanso solo dopo che il Governo indiano ha ottenuto l’abbassamento delle “fee” imposte da Monsanto
- ha innalzato le produttività per ettaro in modo sensibile
- ha abbattuto in modo altrettanto sensibile l’uso di insetticidi
- ha preservato la salute di ambiente e agricoltori.
Ma allora perché mai, se ha portato così tanti benefici, il cotone gm avrebbe causato migliaia di suicidi fra chi ha deciso di coltivarlo?
Il mistero s'infittisce…
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A seguito di alcuni anni di siccità, dal 2007 si è assistito in India a un calo medio produttivo di alcune decine di chili per ettaro. In alcune aree, le carenze idriche hanno addirittura portato alla perdita pressoché totale dei raccolti. E da qui i suicidi, perché molti produttori sono stati letteralmente rovinati da questi rovesci climatici e sono arrivati alla tragica scelta di togliersi la vita perché incapaci di coprire i debiti contratti con le banche per acquistare i mezzi tecnici per coltivare il cotone.
Cosa dicono i numeri.
Tornando al caso specifico, leggendo il report 2010 dell’”International Food Policy Research Institute” (Ifpri) non vi sarebbero prove di un legame diretto di concausalità fra suicidi dei contadini in India e cotone gm.
Anzi, la tecnologia Bt sulla quale si basa il cotone incriminato sarebbe giudicata complessivamente molto efficace in un’ottica produttiva, nonostante in alcune aree e stagioni particolari abbia generato risultati deludenti. Sempre secondo l’Ifpri, molti fattori si sarebbero quindi sommati nella genesi della tragedia, come appunto l’approccio scellerato della monocoltura spinta che ha reso vulnerabili interi comprensori agricoli.
Non da meno avrebbe pesato la stretta creditizia operata dalle banche, le quali meritano senz’altro di vedersi attribuire una fetta sostanziosa della responsabilità finale.
Nonostante ciò, verso il cotone gm sono state avanzate accuse devastanti, sia da Vandana Shiva, sia da chi ne ha amplificato la voce su giornali, siti e social network vari. Peccato che il numero dei suicidi fra gli agricoltori indiani mostri un trend inversamente proporzionale a quello della diffusione del cotone gm. Anzi, analizzando i numeri parrebbe quasi che l’avvento dei Bt abbia avuto un ruolo positivo.
A dispetto delle cifre fornite da Vandana Shiva, la quale cita a più riprese numeri fra i 150 e i 200 mila suicidi, gli scenari appaiono infatti molto diversi quando analizzati in chiave temporale.
A dispetto delle cifre fornite da Vandana Shiva, la quale cita a più riprese numeri fra i 150 e i 200 mila suicidi, gli scenari appaiono infatti molto diversi quando analizzati in chiave temporale.
Nel 1995 i suicidi fra gli agricoltori (tutti) non arrivarono a 11 mila. Sono poi cresciuti nel tempo fino a raggiungere i 18 mila nel 2002, anno in cui hanno cominciato a diffondersi gli ibridi di cotone gm. Dopo qualche anno in cui i valori hanno oscillato fra i 17 e i 18 mila suicidi, è iniziata una discesa tendenziale che ha portato i suicidi a diminuire fino al valore di 14 mila nel 2011, anno in cui i cotoni Bt erano ormai a ridosso del 90% delle superfici totali. Le due curve mostrano cioè andamenti completamente opposti, quasi che l’incremento dei cotoni Bt abbia fatto diminuire i suicidi. Tutto sommato, se i cotoni Bt fanno guadagnare di più e i contadini si suicidano per motivi economici, non appare poi tanto strano che l’espansione di questi ibridi abbia avuto per lo meno qualche ruolo mitigante sul fenomeno dei suicidi stessi. Questo almeno sulla categoria "agricoltori" su scala nazionale. Vedremo di seguito il dettaglio sulla specifica categoria dei coltivatori di cotone.
Le statistiche indiane sui suicidi.
Secondo il report “Accidental deaths and suicides in india - 2010”, emesso nel 2012 dal National Crime Records Bureau (Ministero degli Affari Interni), in India si sarebbero complessivamente suicidate 135 mila persone. Molte, ma comunque meno delle 200 mila attribuite da Vandana Shiva ai soli agricoltori.
Di queste 135 mila vittime oltre 25 mila sarebbero casalinghe, pari cioè al 18,6% del totale dei suicidi. Una percentuale decisamente importante se comparata con l’11,9% degli agricoltori. In altre parole, in India parrebbe molto peggio fare le casalinghe che gli agricoltori. Ogm o meno che questi coltivino.
Scendendo nel dettaglio della singola categoria “agricoltori”, gli Stati a più alta vocazione colturale per il cotone sono Maharashtra, Andhra Pradesh e Nord Karnataka. Le percentuali di suicidi fra gli agricoltori in queste regioni sono in effetti più alte della media nazionale, superando addirittura il 20% nell’anno 2010 nel Maharashtra. Sarà però bene vedere se ciò ha a che fare con la diffusione degli Ogm oppure no.
Sempre secondo i report pluriennali del National Crime Records Bureau, in questa Regione i suicidi fra gli agricoltori sarebbero passati dalle 1.917 unità del 1997 alle 3.695 del 2002, anno di introduzione dei cotoni Bt. Un incremento pari a quasi il 93%. Praticamente un raddoppio dei casi di suicidio in cinque anni. Un incremento che però non può certo essere certo attribuito agli Ogm. Poi, dal 2002 al 2006, vi sarebbe stato un ulteriore incremento del 20,5%, facendo salire le vittime a 4.453. Nel 2010, con il cotone Ogm ormai giunto a circa il 90% del coltivato, i suicidi sarebbero stati infine pari a 3.141, ovvero sarebbero diminuiti del 41,7% rispetto all’anno 2006, quando ancora gli Ogm erano scarsamente diffusi. Al salire degli Ogm sono quindi scesi i suicidi, non viceversa...
Nell’Andhra Pradesh si sarebbe passati dalle 1.097 vittime del 1997 alle 1.896 del 2002, con un incremento del 72,8%, per poi giungere al picco del 2004 pari a 2.666 vittime. E all’epoca gli Ogm erano meno del 5% del totale. Nel 2006 i dati si erano stabilizzati sulle 2.607 unità per scendere poi a 2.525 nel 2010. Anche in questo Stato l’incremento delle superfici a Ogm pare quindi non aver influito sulla serie storica dei suicidi.
Infine il Nord Karnataka, ove il picco dei suicidi si toccò nel 2003 con 2.678 vittime, contro le 1.832 del 1997. Quindi, un incremento del 46% avvenuto in un periodo in cui gli Ogm rappresentavano ancora una minutaglia sul totale del cotone coltivato. Nel 2010 erano 2.585, cifra comunque inferiore al picco toccato nel 2003. Ovvero, fra un anno ove il cotone Ogm non era quasi per nulla diffuso e un anno come il 2010, con gli Ogm che rappresentavano ormai la quasi totalità del cotone, non sembrano esservi differenze significative. Anzi, la cifra sarebbe leggermente inferiore nel 2010.
A quanto pare, il dramma dei suicidi in India ha radici storiche e sociali profonde, così articolate e complesse da non permettere alcuna attribuzione a specifiche cause. Men che meno all’uso di una varietà gm di cotone anziché una convenzionale. Del resto, si provi ora a osservare la situazione da un altro punto di vista: se le banche rivogliono i propri soldi è perché li hanno prestati.
Quel denaro non è servito solo a comprare le sementi gm, come invece si vuole maliziosamente far credere. È servito bensì a comprare tutti i fattori di produzione: insetticidi, diserbanti, fertilizzanti e magari, perché no, per pagare le rate del nuovo trattore.
A questo punto, se l’agricoltore si vede portare via il trattore dalle banche e quindi si suicida, la colpa a chi deve essere addossata, al costruttore di trattori perché gliene ha venduto uno? Va da sé che la stupidità di questa ipotesi si commenta da sola.
Quindi, se la motivazione appare inconsistente se si parla di macchine agricole, non si vedono ragioni per cui debba valere per una tipologia di semi.
Forse, indipendentemente dalla coltura e dagli Ogm, si deve semplicemente concludere che quando la siccità arriva fa male a tutti. Specialmente a chi non ha saputo differenziare intelligentemente le proprie produzioni. Con buona pace di Vandana Shiva e dei suoi millantati 200 mila suicidi "ogm-mizzati".
P.S. In fondo al pezzo riportato nel blog de “La Stampa”, campeggia la seguente scritta: “[Vandana Shiva, nda] È una delle più autorevoli voci mondiali in difesa della natura e della sua biodiversità, ecologista e attivista, scienziata e filosofa”. Probabilmente, stando così le cose, a un giornalista specializzato come il sottoscritto un blog su un quotidiano di importanza nazionale non verrà mai offerto. Essere laureati in Scienze Agrarie, avere un dottorato in ecotossicologia e avere lavorato per quasi vent’anni specificatamente in agricoltura, non pare faccia abbastanza curriculum. Oppure, si deve magari ipotizzare che l’analisi dei numeri per quello che sono non attiri abbastanza audience? Che ognuno tragga le conclusioni che più ritiene corrette...
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SPS ha dato piena voce a questa “contro parte” che, in definitiva, che cosa fa? Difende il proprio “terreno” (e inconsciamente quello del Nucleo Primo, al quale non interessa il "come" ma interessa "che continui ad imperare"). Ossia, non accetta altra realtà rispetto a quella che si augura (e che "conta, dati alla mano"), perché utile alla propria sopravvivenza e continuità. Prova ne è, ad esempio, il “chi sono i loro partner”:
- Bayer
- Sumitomo Chemical
- Syngenta
- Du Pont
- Kuhn
- Makhteshim Agan…
Ossia? Non proprio delle azienducole qualunque, vero? E, domanda, come possono questi partner continuare a (ri)manerlo se… AgroNotizie dovesse sputare nel piatto dove mangia?
In Canada le coltivazioni di soia e colza avvengono tramite sementi Ogm brevettate dalle multinazionali, Bayer e Monsanto in primis…
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Domanda: se Bayer e Monsanto sono perlomeno accomunate dal medesimo tipo di comportamento/business, come può AgroNotizie sputare nel piatto dove mangia, visto che Bayer è un proprio partner?
E, ancora - sempre a proposito di partner...
Monsanto è ora a capo di un giro d'affari di oltre 9 miliardi di dollari ed è tra le più potenti multinazionale degli Ogm del pianeta, insieme a Syngenta...
Ad esempio, hai mai letto di un report sulla pericolosità delle onde dei cellulari, commissionato da una delle azienda produttrici di cellulari?
Suvvia, è la vecchia storia di come va il Mondo e SPS non scopre nulla di nuovo. La cosa pazzesca è che va avanti ancora tutto alla stessa maniera, nonostante tutta questa… “evoluzione” intercorsa, nel frattempo, e registrata dalla storia deviata, vero?
È davvero così “strano”? Naa… non essendoci di fatto alternative alcune al percorrere strade diverse, in questa “pagina del libro”.
Basta osservare, allo stesso modo, cosa è accaduto al referendum che intendeva tagliare lo stipendio dei politici. Il consueto nulla di fatto che, da sempre, è avvenuto ed avverrà se non cambia la frequenza del segnale portante nelle intere 3d.
Il referendum per ridurre gli stipendi dei parlamentari? Una buffonata. Leggete perché.
Ma come, esiste una raccolta firme per un referendum nazionale finalizzato a tagliare gli stipendi dei parlamentari e i media non ne parlano?
La “casta” potente censura tutto? L’informazione non è libera? C’è un complotto dei poteri forti?
A leggere i link virali che vengono diffusi in questi giorni su facebook sembrerebbe proprio così.
Bufala o non bufala? La domanda sorge spontanea, considerando che nei link diffusi sulla rete esistono precise direttive che istruiscono su come recarsi presso il proprio Comune di residenza e mettere una firma, peccato che chi provi a farlo spesso si senta rispondere dagli impiegati degli uffici comunali “Noi non ne sappiamo proprio nulla”.
Se anche fosse vero che i media “complici della casta” censurano la notizia, l’estenuante tam tam su internet a questo punto dovrebbe aver agevolmente eliminato il problema della “censura”. Quasi tutti gli italiani hanno un pc, molti navigano su Facebook, ormai la copertura della notizia dovrebbe aver raggiunto un numero sufficiente di persone per varcare la fatidica quota delle 500.000 firme.
Eppure, questa raccolta firme sembra non esistere.
Ma non sui giornali o in tv, proprio nei Comuni di residenza dove i volenterosi cittadini che vogliono abbassare gli stipendi dei parlamentari si recano per chiedere informazioni.
Una bufala quindi. Anzi, no. La proposta di un referendum esiste davvero, ma i promotori sono alquanto disorganizzati, diciamo pure un po’ improvvisati, e non stanno garantendo una copertura sufficiente.
Un complotto dei media? Giornali sotto ricatto? I tentacoli della casta?
Ma neanche per sogno. Semplicemente gli organizzatori si sono raccolti intorno ad un fantomatico partito dal nome “Unione popolare”. E fanno quello che possono, con un impegno assai discutibile. Forse desiderano solo un po’ di pubblicità.
Il quesito da loro proposto, però, chiede soltanto l’abolizione dell’articolo 2 della legge 1261 del 1965, il quale stabilisce una diaria per i giorni trascorsi a Roma dai parlamentari durante i lavori di Camera e Senato.
In tutto sono circa 3.500 euro al mese per ogni deputato e senatore: abolendo questa diaria, il risparmio annuo sarebbe di circa 50 milioni di euro. Molto meno di un costo del referendum stesso. Il referendum, quindi, non riguarda il taglio delle indennità o degli stipendi netti. Sarebbe incostituzionale.
Ma sarà in ogni caso inammissibile, per un grossolano errore dei promotori:
l’articolo 31 della legge n. 352 del 25 maggio 1970 stabilisce che “Non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”.
Si voterà nel 2013, ergo nel 2012 non possono essere depositate richieste di referendum. Le firme raccolte, quindi, non serviranno a nulla.
Gli organizzatori hanno comunicato che per ora ne sono state raccolte solo 200.000, ne servirebbero almeno altre 300.000 entro il 26 luglio. Non arriveranno mai, per i problemi organizzativi, non certo per la censura dei “media sotto ricatto”.
Ma anche se dovessero arrivare, sarà tutto inutile.
Agli utenti di Facebook che vedranno nella loro home i link che parlano di questo referendum, suggeriamo di non prendersi il disturbo di recarsi in Comune:
difficilmente troveranno qualcosa da firmare, quel qualcosa da firmare non riguarda il taglio degli stipendi ma solo una inutile diaria, ed inoltre questo referendum non ci sarà mai.
Se si vuole dare la colpa ai “poteri forti” o ai media, si faccia pure.
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Altra "voce contro"? Non importa, visto che accade quello che deve accadere...
Beh… non è andata proprio così, però l’effetto è stato lo stesso (nulla di fatto)
8 agosto 2012.
1,3 milioni di firme per tagliare gli stipendi ai politici.
Unione Popolare annuncia di aver raccolto 1.305.639 firme per il referendum che dovrebbe tagliare le retribuzioni dei parlamentari. "Le firme sono valide, certificate dal notaio, le consegneremo a gennaio", spiega il segretario Maria Di Prato. La procedura è valida? Secondo undici costituzionalisti interpellati dagli organizzatori è tutto regolare.
Nessun giornalista presente alla conferenza stampa.
Infatti… anche questo tentativo, che segue, si è smarrito nel nulla.
No a taglio stipendi parlamentari.
Non passa il vaglio dell'ammissibilità l'emendamento al decreto sviluppo destinato a ridurre gli stipendi di deputati e senatori. In tempo di taglio dei costi della politica, la proposta avanzata dalla senatrice Pd Leana Pignedoli non è comunque riuscita a passare ed è stata cassata dalla Commissione Industria del Senato che sta valutando l'ammissibilità o meno dei circa 1.800 emendamenti presentati.
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Attenzione a come la pensano i diretti interessati, (ri)coperti e protetti dai vari strati derivanti dall’accumulo di diritti e privilegi di stampo storico deviato, mai veramente “fuori corso” oppure mai percepiti dagli stessi come “anacronistici”.
“Ove si condivida… l’esigenza di selezionare un personale politico di qualità, occorre essere consapevoli che il talento ha un prezzo di mercato e che anche l’onere per gli emolumenti dei parlamentari non può scendere sotto una certa soglia…
Occorre dunque stabilire se si vuole, o meno, garantire la qualità nel Parlamento, considerando che ogni prestazione, anche quella parlamentare, ha un valore che non può essere svilito, altrimenti proprio nel momento in cui si intende restituire valore all’Istituzione parlamentare attraverso una riduzione dei suoi costi, la si condanna a uno svuotamento di senso…
Io qui senza indennità di carica non ci sto. Mica ho scelto io di prendere questa carica, e deve essere remunerata”.
Ferdinando Adornato
Senato: la casta vota NO al taglio dei suoi privilegi.
La casta dei partiti boccia la maggior parte delle proposte del Movimento 5 Stelle Senato per ridurre i costi della politica all'interno di Palazzo Madama.
In occasione della discussione del bilancio 2013, sono stati approvati solo quattro ordini del giorno a 5 stelle...
I partiti hanno:
- bocciato la riduzione delle indennità dei senatori a 5.000 euro lordi e diaria a 3.500 euro...
- bocciato l'abolizione assegno di fine mandato...
- bocciato la riduzione del 50 % spese di rappresentanza, studi e ricerche, manutenzione ordinaria
- bocciato la proposta di introdurre un contributo di solidarietà per i vitalizi parlamentari in essere....
- bocciato il dimezzamento delle spese generali forfettarie per i senatori
- bocciato la proposta che prevedeva che i collaboratori parlamentari fossero retribuiti direttamente dal Senato
- bocciato la riduzione del 50 % delle spese per iniziative istituzionali, culturali e sociali finanziate dal Senato
- bocciato la riduzione 50 % spese per contribuiti alle fondazioni, alla beneficenza ed al "Circolo di Palazzo Madama"
- bocciato la proposta di sopprimere l'incremento biennale del 2.5% dello stipendio del Segretario Generale
- bocciato la proposta di prevedere la figura di un unico Vice Segretario Generale per razionalizzare le spese
- bocciato la proposta di sopprimere la possibilità, per i Consiglieri Parlamentari, di essere distaccati fuori ruolo
- gran finale... hanno bocciato la riduzione degli stipendi dei dipendenti del Senato.
Che dire? Tutti i macro settori cardinali della politica, della finanza e del business d’avanguardia hanno segnalato il medesimo nulla di fatto, relativamente ad un cambio prospettico di marcia, (ri)producendo alla perfezione il segnale frattale derivante dalla proiezione continua dell’intenzione superiore (com)presente del Nucleo Primo.
In questa “salsa” tu (ri)sulti sempre come troppo “annacquato ed in (ri)tardo”.
Le logiche trasversali utilizzano tutto, anche alla luce del Sole, al fine di convincerti che sia giusto così, anche se non sei mai convinto del tutto ma, comunque, ti trascini ugualmente nel solco pretracciato per te da qualcuno che ti precede sempre e che organizza il tuo futuro senza possibilità alcuna di “sbagliare”, visto che la realtà risponde prima a “chi ha le idee chiare”.
Che tipo di idea di frulla nella testa, adesso? Quella di chiudere questa pagina di SPS, perché troppo “scomoda”?
Il tuo interesse ti guida e ti veicola nelle tue decisioni, che però… "non ti (ri)guardano più".
Sono certo che hai capito cosa intendo dire... fra le righe.
Sei troppo intelligente per non arrivarci.
Del resto, anche Wikipedia glissa sulle definizioni relative a Monsanto, dimostrando grande intelligenza nell’intento di poter meglio… sopravvivere.
Inizia a (ri)cavare spazio attraverso la tua immaginazione. Crea un esterno a tutto ciò. Da quel momento sarà evidente che sei contenuto all'interno di qualcosa... "Casa Tua" è in un'altra "pagina del libro", frequenzialmente diversa.
Lì devi iniziare ad agire... Dai luogo alla manifestazione fisica di un "esterno/alternativa". Immaginala ed essa seguirà, fluendo nelle 3d alla tua frequenza.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com
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