Detto questo che significa? Torniamo all’espressione iniziale:
Quando pensate alla realtà in termini di cose, rendete la realtà più concreta di quanto sia. Ecco perché ci blocchiamo. Ci blocchiamo nell’uniformità della realtà. Se la realtà è concreta, io sono insignificante, non la posso cambiare, ma se la realtà è una mia possibilità, una possibilità della coscienza, allora mi chiedo: come posso cambiarla?
Amit Goswami
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La mente tende al ‘risparmio’ entrando in loop in cui può utilizzare con sagacia l'energia. Mentre noi non se siamo pienamente consapevoli e viviamo in 'differita', non nel nostro centro, le leggi 3d tendono a questo tipo di comportamento abitudinario, alla figura del cerchio.
È un fatto naturale, allora, questa routine, questa permanenza nell’isola di Circe, nel torpore dei sensi?
Non solo, o almeno è possibile dire che è una compartecipazione d’eventi. Il ‘controllo’ giunge dal livello superiore che ci osserva, dalla ‘stanza accanto’, quella coi vetri scuri da cui non possiamo vedere attraverso, l'altra parte. Perché tutto ha un senso…
L’alternativa può rivelarsi una efficace contromisura all’oblio.
Se l’alternativa è difficile da scorgere e ci sembra non sussistere, cerchiamo di osservare meglio e più a lungo. La biodiversità è una ricchezza Universale, per cui è ‘malsano’ quel luogo che non dona la certezza di poter scegliere in maniera efficace, proprio come in questo scenario 3d, che tutti quanti concepiamo come ‘realtà unica’.
Esiste sempre un’altra via, un altro modo.
Occorre però essere ‘svegli’, attenti, consapevoli, lungimiranti, vigilanti.
Attenzione: l’alternativa a cui alludo è una variante significativa del paradigma in corso e non una sua ri edificazione, seppur parziale. Un qualcosa che trasmuta la base, le colonne che sorreggono le grandi impalcature pericolanti del passato, la cui ombra non sembra smettere mai di riguardarci.
Un modo è proprio quello suggerito da Goswami, ossia concepire la realtà una nostra possibilità per, infine, poterla cambiare: questa è una alternativa proattiva.
Israele: 400.000 indignados in piazza.
Al grido di 'il popolo richiede giustizia sociale’, oltre 400 mila dimostranti israeliani hanno dato vita la scorsa notte in diverse città del Paese a quella che viene definita dalla stampa ‘la protesta sociale più massiccia nella storia’ dello stato ebraico.
Grandi folle di dimostranti sono state registrate a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa.
Da Yahoo
Da Yahoo
La realtà è e sarà sempre meno ‘solida’ rispetto a quello che è stato nell’ultima lunga fase temporale. Il movimento viene dal ‘basso’ ed è come un’onda di marea, viaggia come il fenomeno del ‘gatto sotto al tappeto’ o della ‘funzione d’onda quantica o di probabilità’.
Questo avviene perché le nuove generazioni, tanto incolpate di essere ‘vuote ed inconcludenti’, hanno ricevuto il dono dello stacco dal magnetismo del paradigma. Parlare di bambini indaco, arcobaleno, cristallo, etc. ha senso solo se, effettivamente, nel Mondo appare, in conseguenza del loro ‘arrivo’, uno specifico cambiamento; e mi sembra proprio che ‘ci siamo’.
L’attività di questi giovani ‘ribelli’ è coadiuvata dagli individui risvegliati delle generazioni precedenti. È un lavoro di squadra difficile da scorgere ma certamente vivo e presente.
Le critiche vengono mosse da coloro che hanno molto o tutto da perdere e da coloro che sono arroccati sulle proprie posizioni di chiusura globale. L’Antisistema ovviamente si avvale di queste schiere di individui/agenti Smith, motivandoli attraverso la paura di ‘perdere tutto’.
Non esiste più nessuna differenza tra i giovani di nazioni ‘diverse’, perché in realtà non c’è nessuna differenza da palesare, che vada oltre ad un certo modo di ‘vestire e di colorare la Vita’. È un retaggio assorbito dal ‘prima’ in funzione di minare anche il ‘dopo’.
Ma il collo di bottiglia deve passare dall’adesso, nel momento eterno in cui, se presenti e consapevoli, si può re dirigere l’intenzione parassita, l’ordine imposto, verso una mutazione della polarità subita in maniera inconscia e subliminale.
Se la realtà è 'troppo concreta', io sono insignificante, non la posso cambiare, ma se la realtà è una mia possibilità, una possibilità della coscienza, allora mi chiedo: come posso cambiarla?
Per chiederci ‘come cambiare’, dobbiamo prima accorgerci che c’è qualcosa da cambiare.
In questo si evidenzia il circolo polare dell’incantesimo: offuscando e cancellando gli impulsi diversi dal pre impostato.
Ci sono come dei filtri sociali e sottili che si occupano di livellare la percezione e la reazione della gente. Un regalo inaspettato può lenire ogni moto reazionario, un lavoro nuovo, un incontro speciale, una collaborazione tanto attesa, la propria squadra del cuore che vince, etc. Ma anche eventi negativi inerenti allo scorrere della Vita possono allontanare da ogni proposito ‘diverso’ di intenderla.
Sembra che una grande regia non smetta mai di influire sulle nostre esistenze. È vero che 'dipende da noi', infine, però siamo innestati in un tessuto temporale in cui gli ‘osservatori privilegiati’ hanno un grande anticipo e potere previsionale e decisionale’. Ricordiamo sempre che il tutto è una questione delicata legata all’attimo di un breve impulso decisionale, che si ripete e che si rinnova nella propria singola continuità programmata.
Occorre osservare da un piano più elevato della prospettiva ed inquadrare il panorama utilizzando i propri strumenti esperienziali, sensoriali e sottili, uniti alla consapevole e lucida presenza in se stessi, evitando stati di giudizio e di egoismi storici acquisiti per default.
Pensiamo che, oltre ad ogni bandiera, siamo tutti figli del medesimo atto creativo. Una prova profana è, ad esempio, la visione di un programma televisivo in cui i doppiatori traducono le battute di spirito ‘straniere’ in termini comprensibili da noi, in maniera tale da riuscire a farci ridere allo stesso modo di qualsiasi altra persona di altra nazionalità.
Che cosa significa?
Che una risata è internazionale, ossia che lo spirito trascende i confini immaginari tracciati sul Pianeta e che un moto di ilarità, dovuto ad un evento legato ad un’altra cultura, in realtà, è comprensibile anche ‘dagli altri’, che di quella cultura ignorano pressoché tutto.
La realtà è una mia possibilità… che posso cambiare.
Sforzarsi per capire gli altri è sforzarsi di capire se stessi proiettati negli altri, se le dimensioni del fenomeno rimangono centrate sull’individuo, viceversa si corre il rischio di immedesimazione ed imitazione di altri, perdendosi ulteriormente in se stessi ma fuori da se stessi: vacanti come singole particelle di polvere illuminate dalla luce del Sole che cerca, inutilmente, di poter fare qualcosa per noi, illuminando una possibilità che solo noi possiamo decidere di vedere e seguire.
Tutto quello che stiamo dicendo è 'date una possibilità alla pace'.
John Lennon
John Lennon
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com