Oggi intendo partire da questa considerazione:
perché l’oro è sempre stato al centro delle ‘attenzioni’ dell’uomo?
Ossia, perché proprio l’oro? È, forse, per il fattore legato alla rarità? Da sempre questo prezioso metallo ha costituito un fulcro di potere.
Nel 2001, si calcola che ci fosse in circolazione una quantità totale di oro pari a 140.000 tonnellate, una quantità che può essere rappresentata, in volume, come un cubo di lato pari a circa 20 metri…
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Tutte quelle tonnellate sono una piccola o grande quantità? Non ce ne possiamo fare un’idea se non la confrontiamo con le altre ‘presenze’. Secondo me c’è n’è molto:
L'iridio è l'elemento più raro presente sulla crosta terrestre, con una abbondanza in massa inferiore a 1 parte per bilione.
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L’oro non è ‘raro’ nel senso più comune del termine, ma è stato da sempre al centro dell’interesse della ‘massa’, la quale rifletteva per inerzia l’interesse dei ceti nobili e/o dei ricchi possidenti. Che altro?
Allo stato puro l'oro è incorruttibile, cioè non arrugginisce, è eterno, inalterabile, omogeneo, facilmente trasportabile… Altre qualità chimiche dell'oro lo rendono invece simile a osmio, iridio e platino, i quali, insieme a rutenio, rodio e palladio, vengono definiti 'nobili' per la loro inerzia chimica, che li rende inossidabili. Il più importante dal punto di vista economico è il platino…
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È il ‘simbolo’, la sua quintessenza, che caratterizza l’oro e lo rende tanto attraente? Se la nobiltà ha creduto di vedere nelle ‘caratteristiche’ dell’oro quella stessa origine ‘superiore’ che essa stessa vorrebbe vantare, allora l’oro può essere divenuto il simbolo implicito della nobile appartenenza all’elite blasonata che ha, da sempre, governato sul Mondo?
Eppure, a pensarci bene, l’incorruttibilità dell’oro è, per certi versi, molto più simile alla descrizione di qualità interiori dell’uomo e non legate all’appartenenza o a caratteristiche ‘gaudenti’ facilmente esprimibili. Forse, e sempre secondo me, l’oro riesce a racchiudere in sé entrambe le facce della 'medaglia', rispecchiando in questo solo ed esclusivamente colui che vi si riflette.
La ‘superficie’ in oro è rappresentativa di colui che suppone di possederla, infatti la sua grande malleabilità fisica potrebbe equivalere anche alla sua grande capacità di riflettere e qualificare le caratteristiche del suo ‘credente possessore’. Una sorta di ‘specchio magico’ insomma.
È il metallo noto più duttile e malleabile; un grammo d'oro può essere battuto in una lamina la cui area è un metro quadrato.
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Un pugno d’oro nelle mani di una persona la sottopongono ad una pesante ‘stretta’ esistenziale. Come non pensare alla possibilità del tradimento o del doppio gioco, in funzione della promessa di un ‘pagherò’ in oro? L’amplificazione delle caratteristiche ‘native’ di una persona è dimostrata anche dalla capacità dell’oro di interagire con determinate sostanze esaltandone l’attributo maggioritario. Come a dire che l’oro è una cartina tornasole capace di rivelare lo ‘spessore’ di base, la nota di fondo, di una persona così come di una sostanza. Non solo:
l'oro, il rame ed il cesio sono gli unici elementi che allo stato metallico, in condizioni standard, sono colorati (nel senso di essere dotati di tinta).
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L’oro è un simbolo dalla determinata apparenza fisica: rappresenta un’entità ben polarizzata dentro e fuori, un insieme molecolare coeso che manifesta all’esterno la propria ‘volontà’ o colorazione, per questo:
L'oro ha assunto nel tempo il significato di simbolo di purezza, valore e lealtà.
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Inoltre:
L'oro è anche un ottimo conduttore di elettricità, inferiore solo al rame e all'argento, e non viene intaccato né dall'aria né dalla maggior parte dei reagenti chimici.
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Cosa significa? Che questo metallo è un veicolo, esaltatore, ‘libero’ da interferenze esterne.
Sono in corso studi sull'utilizzo dell'oro come catalizzatore; infatti l'oro mostra una grande attività catalitica quando si trova in forma di nanoparticelle disperse su adeguati supporti.
I catalizzatori supportati a base di oro ricoprono un ruolo fondamentale in diverse reazioni, tra cui:
• ossidazione di monossido di carbonio (CO);
• ossidazione completa di idrocarburi;
• ossidazioni selettive;
• reazioni di water-gas shift.
L'attività di questi catalizzatori dipende notevolmente dal metodo di preparazione e dal tipo di supporto utilizzato…
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È capace, dunque, di un’opera catalizzatrice ossia:
un catalizzatore è una sostanza, fonte o dispositivo che interviene in una reazione chimica aumentandone la velocità ma rimanendo inalterato al termine della stessa… Un catalizzatore, in generale, modifica il ‘meccanismo di reazione’ della reazione a cui partecipa tramite un percorso reattivo alternativo al quale compete una minore energia di attivazione…
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Allarghiamo il ‘cerchio’ adesso. Cosa cercavano gli Anunnaki sulla Terra? L’oro. Perché? Perché, a quanto sembra, l’atmosfera del loro pianeta nativo, Nibiru, stava progressivamente degradandosi. L’oro avrebbe potuto avere questa funzione ‘catalizzante’ ed insieme ‘esaltante’ delle caratteristiche native dell’atmosfera planetaria di Nibiru?
Ossia, avrebbe potuto accelerare, in maniera trasparente, la ‘cura’ messa in atto dagli abitanti del Pianeta per ‘guarirlo’? O avrebbe potuto accelerare l’esaltazione delle armoniche naturali di quella atmosfera divenuta ‘corrotta’ per qualche misterioso motivo? Può essere, avendo presente le caratteristiche del metallo aurifero riscontrate sulla Terra.
Se così fosse, l’estrazione dell’oro dovrebbe essere databile a tempi molto remoti e, per quello che la storia deviata ci ‘narra’ è proprio così:
l'uomo iniziò a estrarre l'oro circa 6000 anni fa, nelle regioni in cui sorsero le prime civiltà antagonistiche, cioè nell'Africa settentrionale, in Mesopotamia, nella valle dell'Indo e nel Mediterraneo orientale.
È talmente remoto il periodo in cui s'iniziò questa pratica che le sue tracce, conservate nei racconti mitologici, sono quanto mai oscure. Non ci riferiamo ovviamente alla favola del Re Mida, quanto alla non meno famosa leggenda del Vello d'oro, di cui forse pochi sanno che quella pelle di montone, una volta immersa nelle rapide acque dei torrenti montani, era in grado di svolgere una funzione di filtro e quindi di trattenere piccolissime particelle d'oro.
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E ancora:
l'oro è noto e molto apprezzato dagli umani fin dalla preistoria. Molto probabilmente è stato il primo metallo mai usato dalla specie umana (anche prima del rame), per la manifattura di ornamenti, gioielli e rituali…
Il re assiro Ashur-uballit I e il re Tushratta di Mitanni sostenevano che in Egitto l'oro fosse ‘comune come la polvere’… L’oro, specialmente nel periodo di formazione dello stato egizio, ebbe sia un ruolo politico che economico: fu infatti uno degli elementi all’origine della divinizzazione del faraone e della nascita delle città…
Secondo il ‘Vangelo secondo Matteo’, l'oro fu uno dei doni portati dai Re Magi al Bambino Gesù… Nella tradizione cristiana l'oro simboleggia la regalità di Cristo… Nel Buddhismo è uno dei sette tesori e viene equiparato alla fede o la retta convinzione.
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Sitchin ci rivela che gli Anunnaki scavarono e trovarono l’oro in Africa, da principio. Infatti:
Storicamente, sin dal 1880 lo Stato del Sudafrica è stato la fonte di circa due terzi dell'oro estratto nel mondo. La città di Johannesburg è stata costruita alla sommità di uno dei più grandi giacimenti del mondo. I giacimenti negli stati sudafricani dell'Orange e del Transvaal sono invece tra le miniere più profonde del mondo. La guerra Boera del 1899-1901 tra i boeri e i britannici fu in parte dovuta ai diritti di sfruttamento ed ai contenziosi aperti sulle proprietà delle miniere sudafricane...
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Ma, ‘non tutto quello che riluce è oro’, no? Infatti, possiamo immediatamente accorgerci come l’oro abbia giocato un brutto effetto sugli umani, ossia abbia amplificato le ‘reazioni disarmoniche presenti in loro’… cioè, ha avuto proprio una funzione catalizzante, nel senso di accelerante, dell’espansione della caratteristica di fondo più evidente, in questo piano tridimensionale, legata allo ‘spicchio’ di tempo artificiale in cui siamo stati veicolati.
I ‘depositi naturali’ d’oro non ancora sfruttati dimostrano come l’umanità abbia ancora delle ‘carte nascoste’ da mostrare o da evidenziare, segno che l’evoluzione umana è ancora lontana dal definirsi completa e dall’avere trovato la ‘via’ più risonante con le proprie potenzialità complessive o native. Un esempio? Eccolo:
nelle viscere del Monte Rosa si trova un giacimento di 20 chilometri, superiore a quelli attualmente più produttivi (presenti in Sud Africa). Tuttavia, a causa di problemi ambientali e di sicurezza, tale oro non è sfruttato né sfruttabile…
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Il potenziale legato alle risorse naturali è assai più grande di quello che ‘gli esperti di turno’ possono dirci e calcolare. Il frattale risiede proprio nella grande capacità inespressa dal genere umano di poter essere molto più ‘ricco’ di quanto dimostrato sino ad ora.
Siamo ancora agli albori di quello che, molto probabilmente, diverrà la specie umana, una volta liberatasi dal baco di queste prime evoluzioni del sistema di corpi energetici che l’hanno veicolata nel piano tridimensionale al fine di sviluppare e completare ciò che poteva ‘manifestarsi e fiorire’ solo in determinate circostanze.
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com