SPS

giovedì 10 dicembre 2009

Proiettare "S.Tommaso" fuori dal corpo.






Pensare all’Universo multidimensionale, secondo le immagini riportate da coloro che lo hanno “visto” tramite le proiezioni astrali della propria consapevolezza, è qualcosa che fa venire in mente la forma di una enorme cellula vivente. La membrana esterna sembra essere lo “strato” relativo all’Universo fisico manifesto (quello che “conosciamo” tutti quanti attraverso i sensi) che, in questo caso, rappresenterebbe anche la parte più “sensibile” in termini di densità. Come per la cellula umana c’è stata evoluzione, dovuta al fatto di interagire con quello che attraversava dall’esterno verso l’interno la membrana cellulare esterna, anche per la cellula Universo dovrebbe avvenire, specularmente, la stessa cosa; come se la “linea” più esterna materiale avesse il compito di proteggere l’interno ma anche di analizzare, separare, approfondire, assaggiare, etc. ciò che deriva dall’interazione con “l’esterno”; insomma di evolvere. Mi si presentano due linee interpretative differenti dovute alla domanda “Cosa è l’esterno per una cellula simile? Cosa si intende per “esterno”?”. Se per esterno definiamo un qualcosa che va oltre alla “dimensione” della cellula Universo, significa che esiste un ordine di grandezza ancora superiore e che la cellula Universo è solo una delle tante cellule ed il problema di afferrare i limiti della creazione si sposta al frattale superiore. Se per esterno definiamo la dimensione nella quale siamo immersi tutti noi, nella densità della manifestazione fisica, allora significa che il primo strato della cellula Universo è quello immediatamente sottostante al piano dimensionale nel quale noi siamo inseriti e che “noi” siamo delle proiezioni derivanti dal primo livello della cellula Universo. Leggendo “Avventure fuori dal corpo” di W.Buhlman, nelle prime 30 pagine, mi hanno colpito diverse sue “scoperte”, però prima vorrei descrivere schematicamente il processo tipico a cui, un "predestinato" va incontro:
  • condizione iniziale di estrema materialità della concezione della vita
  • tuttavia apertura naturale perlomeno all’ascolto anche dell’inspiegabile
  • osservazione interna dei processi “nuovi” messi in moto dall’ascolto di “cose” inspiegabili
  • comprensione del fatto che è plausibile almeno “provare” a simulare l’inspiegabile
  • primi tentativi di applicazione di ciò che si “sente” di dover fare
  • resistenza del proprio "corpo delle credenze/inconscio" al cambiamento
  • possibilità di fallimento “pilotato” dell’avventura esperimentale in linea con il “consenso” del pensiero comune
  • persistenza nell’andare avanti attraverso l’utilizzo della volontà ed all’interpretazione dei “segni” percepiti
  • primi risultati che abbattono le prime difese del sistema di credenze
  • slancio emotivo rafforzato dall’entusiasmo
  • cambiamento pieno
Le scoperte relative al viaggiare fuori dal corpo portano a queste osservazioni:
  • noi non siamo il corpo fisico perché, fuori dal corpo, ci accorgiamo ancora di essere noi e di pensare, inoltre vediamo il nostro corpo fisico adagiato sul letto
  • comprendiamo la natura illusoria del piano dimensionale dal punto di vista del corpo fisico, ossia dalla prospettiva che ci danno i “sensi”
  • osserviamo che il primo livello non fisico rispecchia quello fisico ma non fedelmente, infatti ci possono essere particolari che cambiano, come il colore delle pareti di un locale o l’immagine di oggetti, etc.
  • si evidenzia come la paura sia ancora viva e presente anche fuori dal corpo, e che il livello delle emozioni è ancora intatto. Infatti agganciando una forte emozione si torna subito indietro nella “casa” del corpo fisico
  • diventa chiaro come il pensiero determini ciò che ci accingiamo a “vivere”, infatti la rappresentazione fuori dal corpo è guidata proprio da quello che pensiamo
  • comprendiamo che esistono differenti livelli di corpi annidati l’uno nell’altro, infatti l’autore dice di essere in grado di lasciare anche il primo corpo non fisico per entrare in un ulteriore livello ancora più sottile
  • si evince la natura di un cosiddetto ectoplasma e che può benissimo “esistere” in un piano dimensionale a maggiore vibrazione o frequenza esistenziale
  • si comprende come il “viaggio” di corpo in corpo sembra procedere verso il nostro “interno” e non verso l’esterno; infatti pensando all’uscita dal corpo ed al concetto di ascensione e di cielo o di firmamento che abbiamo sviluppato in questa dimensione, ci si aspetterebbe di “salire” e invece sembra che si “scenda” dentro se stessi
  • comprendiamo come l'inconscio sia potente, dal momento in cui le immagini che sono programmate nell'inconscio, prendono "vita" nella nostra avventura fuori dal corpo; genitori, parenti, amici, noi stessi abbiamo la sembianza tipica legata alla nostra memoria storica impressa nell'inconscio (io mi vedrei come Elvis sicuramente)
  • la Vita fisica, dopo una esperienza di questo tipo, non sarà più la stessa di prima
Comprendiamo insomma di essere veramente qualcosa di molto diverso da quello che le illusioni tridimensionali ci hanno fatto credere, annichilendo la nostra origine multidimensionale.
Colgo dalla lettura di questo avvincente libro, tuttora in corso, che “ho sicuramente avuto anche io manifestazioni di questo tipo, perché ciò che queste parole fanno affiorare in me è un lontano ma certo ricordo di avere provato quelle stesse sensazioni”. Come una percezione difficilmente spiegabile, addirittura un “sapore” di qualcosa che “fu”. Un retrogusto difficile da cancellare. Un “segno” impresso divinamente dentro di noi, nella nostra cellula “madre” nel cuore. Non mi stancherò mai di scriverlo che la natura frattale del “tutto” ci permette di comprendere le diverse grandezze della creazione, osservando il "livello" a noi più prossimo e direttamente usufruibile. Nella Natura ad esempio o nella struttura molecolare dei nostri tessuti organici o, più in generale, dallo studio delle cellule e dei fenomeni naturali che ci avvolgono come matrici della matrice. La natura frattale della creazione si riveste e si rispecchia in tutte le dimensioni ed  in tutte le varianti possibili; ad esempio negli strati della “verità” che ci ammantano. Da tempo sostengo che siamo immersi nella verità e che essa dipenda dal nostro punto di osservazione. È tutto vero da questo punto di vista. Provate a mettervi nei panni di chi asserisce ritenute “astrusità” e comprenderete che, dal suo punto di vista, sta esprimendo una verità perché è mosso da un intento, da uno scopo il quale può appoggiarsi su un substrato di differenti “colorazioni” dell’essere, persino immorali e non etiche per il comune senso della loro valenza. Nella capacità di non giudizio si innesta proprio il “consiglio” dei Maestri illuminati, sostenendo appunto la regola che in un mondo illusorio non ha senso emettere nessun tipo di giudizio sugli “altri”, perchè gli "altri" rispcecchiano noi e perché il vero significato dell’essere “qua” è sfuggevole perchè ignorato e dimenticato tramite l'azione dell'abitudine nel tempo; "vero significato" che dovrebbe essere la luce che illumina ogni istante del cammino. Ma se lo si ignora… diventa complicato muoversi nell’oscurità…

L'aura dell'universo e il principio Trinitario
Prima di affrontare l'argomento sarebbe importante osservarne le reali dimensioni. Per facilità ci affideremo come di consueto al linguaggio pittorico. Cominciando dall'antica metafora della creazione basata su tre aspetti energetici. Un principio trinitario che l'antica casta braminica chiamò trimurti e gli occidentali trinità .
Primo Aspetto (aspetto Madre)
Immaginiamo l'universo come una enorme sfera di energia che contiene ogni forma e fenomeno in manifestazione. Questa sfera è l'aura dell'universo e garantisce l'equilibrio di ogni particolarità del creato. La sua periferia è un anello di energia attrattiva che contiene, trattenendola, la forza espansiva dello spazio interiore, che altrimenti esploderebbe dissolvendo tutto quanto contiene.
Secondo Aspetto (aspetto Padre)
È l'energia espansiva che tende a svilupparsi dilatando e distorcendo il perimetro esterno dell'universo. A questo proposito, occorre precisare che sia quantomeno azzardato pensare che il “nostro” sia l'unico universo possibile. Perchè, se l'universo si espande dilatando i propri confini, significa che al di fuori c'è altro spazio che gli permette di ingrandirsi.
Terzo Aspetto (aspetto Figlio)
La continua azione di espansione e contrazione, genera entro lo spazio un moto, che gli orientali chiamano “respiro di Brahma”. Nella metafora che Dio, respirando, emani e ritiri l'universo, così da farlo ciclicamente scomparire e ricomparire.
L'universo è la più grande aura a cui possiamo pensare. Un serbatoio energetico che contiene una molteplicità di grandi emanazioni (galassie) che, a loro volta, contengono emanazioni minori come stelle e sistemi solari. A questo punto possiamo arrivare al nostro sistema solare.
"Come in alto così in basso".
Cerchiamo di trarre una prima conclusione. L'universo è una grande aura che, al pari della piccola aura umana, contiene tante emanazioni minori quando sono i piani-frequenza della sua energia. Ciò significa che la densità dell'energia è determinata dalla velocità del suo moto. E che più lento è il suo movimento più l'energia si addenserà sino a diventare materia.
Fonte: www.esonet.it


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