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mercoledì 13 dicembre 2023

Uè: atomico.


Il mare dei marescialli delle isole maresciallo.

Parlavamo prima del trasporto, chiaramente sul trasporto ci sarà probabilmente una coesistenza fra elettrico e idrogeno, perché ricordiamo che il trasporto a idrogeno è un trasporto elettrico”.
Piero Ercoli
Il trasporto a idrogeno è un trasporto elettrico… (ma pensa; e chi lo dice: il Wef?). E allora la “coesistenza fra elettrico e idrogeno”? La solita confusione organizzata ed il parassitaggio di ciò che può sostanzialmente liberare e, invece, ti attacchi al tram, non importa quale tram, e tiri: perché la vera fonte di alimentazione sei sempre “tu”. Questo “caos” o il “caos” è, guarda non caso, sempre perfettamente funzionale a qualcuno che non esiste; c’è. 

Vediamo un po’ questo discorso ovunque nel “tempo”. 

Bass Reeves (Contea di Crawford (Arkansas), luglio 1838 – Muskogee (Oklahoma), 12 gennaio 1910) è stato un funzionario e pistolero statunitense, il primo Deputy Marshal nero a ovest del fiume Mississippi.
Questo è un uomo nero nella storia leggendaria del West americano, che è stato completamente dimenticato”.
Morgan Freeman

Un funzionario e pistolero statunitense…, come per Henry Morgan:

è stato un pirata, corsaro e ammiraglio gallese. All'apice della carriera fu nominato governatore della Giamaica

La “storia” è comunque sorprendente. I neri sono stati tutti schiavi: quelli deportati? Bah. E nell’ultimo “Tarzan”… il dottor George Washington Williams, emissario degli Stati Uniti d'America a Londra? Fantasia?

George Washington Williams (Bedford, 16 ottobre 1849 – Blackpool, 2 agosto 1891) è stato un politico, giornalista e avvocato statunitense…

La “schiavitù” era stata già abolita. Tutto qua?

Con l'approvazione del tredicesimo emendamento della Costituzione, in tutti gli Stati Uniti viene abolita la schiavitù. L'acquisizione delle libertà civili, da parte degli schiavi neri, coincide formalmente con la “Dichiarazione di emancipazione” pronunciata dal presidente Abramo Lincoln il 1° gennaio 1863
Sia Reeves che Williams erano già in vita e persino “grandicelli”. In men che non si dica la società si era così talmente aperta ai neri da…? Per favore. Il razzismo è andato avanti sino ai giorni nostri. Però, negli “Usa” effettivamente i neri sono passati alla riscossa. Ma, ancora a tutto il secolo scorso non era affatto così. Insomma, la “storia” non la racconta tutta, come al solito, nell’AntiSistema. Non può esserci confusione, vista tutta la “scienza” che ci mettono nel rendere seria probabilmente una barzelletta. Gli “Usa” e gli anglosassoni sono sempre stati al centro di tutto questo che, quindi, è tutto fuorché un caso. Ovvio: oltre a chi si nasconde dietro, dentro alla “storia”, ad esempio, gli “ebrei” che tali non sono ma come cuculi se ne approfittano e così appaiono, per il loro completo interesse.

Gli “Usa” ne hanno combinate di ogni, sulla Terra. Senza di loro la Terra sarebbe un luogo molto migliore.

Terra... senza terra.

“La Repubblica delle Isole Marshall non è venuta qui per firmare la nostra condanna a morte. Siamo venuti qui per lottare per l’1,5 e per l’unico modo per realizzarlo: l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Ciò che abbiamo visto oggi è inaccettabile…”…

Cos’hanno codesti delle Isole Marshall? Protestano perché al Cop28 i Paesi arabi non hanno sostenuto il teatrino de' “al lupo, al lupo” climatico. Si sono fatti gli affari propri, in pratica. Un business di lunga data che promette di durare oltremodo: quando doveva essere il “picco del petrolio”? Le risate. A parte l’Arabia Saudita che qualche anno fa ha “diversificato”, anzi annunciato di smettere con i finanziamenti verso nuove ricerche di pozzi petroliferi, il resto dei Paesi esportatori è rimasto allineato al proprio core business. E proprio ora che i Brics hanno levato le ancore e gli “Usa sono con le pezze a cul, questi Paesi vanno a nozze. A pensarci bene, la decisione dell’Arabia era stata annunciata prima del 2020. Ergo, potrebbe essere stata una “scelta”, non una decisione: questo Paese era un fermo alleato “Usa”, motivo per cui era allineato anche con la farsa globale. Mentre ora, bah… con l’ingresso nei Brics di Argentina, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Iran, il blocco si arricchisce di una bella fetta di produttori ed esportatoti netti di petrolio ed affini. 

Disastro per lo “stato profondo”.

A parte l’Argentina, la cui via crucis a quanto pare è infinita, gli altri promettono bene. L’Arabia in quanto Brics, fa la pace con l’Iran e rivede le proprie alleanze, infatti s’è visto ampiamente. Come è stato ricevuto Putin e, viceversa, Scholtz? Risate. Dunque, si ritorni immantinente all’incipit del Bollettino: le Isole Marshall che si alterano con il verdetto del Cop28. Cosa temono, sostanzialmente? Che le acque oceaniche li sommergano, oppure che la loro discarica nucleare “Usa-ta” si annacqui in maniera definitiva? La seconda. Il “riscaldamento climatico” li vedrebbe a mollo, in acqua radioattiva. Wow. Per questo sono così imbizzarriti. A tal pro, si veda come, sempre loro, i dannati “Usa” li abbiano lasciati con ‘sto “karma” del minga.

Tra il 1946 e il 1958 gli Stati Uniti effettuarono 67 test nucleari nel Pacifico, distruggendo isolotti e atolli per sperimentare la potenza e l’affidabilità delle loro bombe atomiche

Che signori.

Nella seconda metà degli anni Settanta gli Stati Uniti avviarono programmi di bonifica delle zone delle Isole Marshall che erano state sottoposte ai test atomici… Il materiale fu… trasportato a Runit e depositato in un cratere largo un centinaio di metri, che si era formato in seguito a un test atomico nel 1958
Nel 1980 si decise di coprire il cratere con una grande cupola di cemento spessa poco meno di mezzo metro. Era una soluzione temporanea in attesa di trovare un luogo più adeguato, ma non furono mai organizzati piani successivi. Pochi anni dopo gli Stati Uniti autorizzarono le Isole Marshall a governarsi da sole, a patto che venisse concordata la cessazione di qualsiasi richiesta “passata, presente e futura” legata ai test nucleari statunitensi, e agli effetti che avevano causato. La gestione stessa della cupola di cemento fu passata alla nazione insulare. Le ispezioni condotte negli ultimi anni hanno evidenziato la formazione di crepe nella struttura di cemento, con il rischio che il materiale radioattivo contenuto al suo interno possa disperdersi, causando nuovi danni ambientali. Tra gli isotopi presenti sotto la cupola c’è il plutonio-239, che ha lunghissimi tempi di decadimento ed è ancora radioattivo. Un’ulteriore complicazione è dovuta al fatto che il cratere non fu mai adeguatamente rivestito e isolato, prima di depositarvi il materiale radioattivo. Il fondo per esempio è permeabile e quindi viene probabilmente già raggiunto dall’acqua, durante i picchi di marea. È probabile che le acque intorno all’isolotto siano già contaminate

Bingo!
Dunque; c’è questa strana “malattia”:

verso gli “Usa” non ci si può mai lamentare.

Il “paziente” principale è il Giappone o, meglio, “Giappone” (fra virgolette perché non è più lo stesso). Il Giappone fu bombardato dagli “Usa” con due bombe atomiche. Quelle famose. Le uniche mai sganciate sulla popolazione. E cosa fa oggi il “Giappone”? Rimane un alleato degli “Usa”. Pardon: rimane un allegato degli “Usa”. Le Isole Marshall si comportano allo stesso modo. 

Perché? Non dovrebbero essere neri, di rabbia?

Perché... la gerarchia che comanda, è in grado di bypassare ogni forma di apparente governo e costituzione (appositamente riportati con la lettera minuscola). Questi due Paesi sono come marionette. Come mezzo mondo, per la verità. Anche tre quarti, per la precisione. Tra “Usa” ed inglesi, va in onda questo teatrino sottodomino che francamente ha sfracanato i cosiddetti. E anche se la Terra è un unico impero, il copione vede alternarsi i vari f-attori, in maniera anche sconvolgente, tipo… il “nuovo ordine mondiale” che non ti aspettavi. 

I Brics e relativo “cambiamento geopolitico internazionale”.

Quando si sentirà il “Giappone” fare dichiarazioni finalmente “attive”, quello sarà il segnale: perché quella terra è stata sventrata ed inseminata da zero, per cui se riesce a levarsi di dosso queste scorie, significa che lo scenario è veramente mutato. Di nuovo: sono sottodomino. Però, bisogna pur accontentarsi, in luogo di rimanere sepolti sotto numerosissimi strati di stelle e strisce che manco il Mulino Bianco. Ok? Per ora il “Giappone” rimane, però, tale. E ci vuole pazienza, si sa. Queste cose si s-muovono con la velocità della “tettonica a zolle”. Anche se dal 2020 c’è stato un profondo scossone. Comunque, hai capito sti zozzoni “Usa”? Ne hanno combinate di ogni colore, per l’intero pianeta. Si sono presi tutta la carta bianca possibile. Anzi, se la sono persino inventata d’insana pianta.

Isole Marshall: sparito il fondo di risarcimento per i test nucleari.
Tra il ‘46 e il ‘58, gli Usa effettuarono 67 esplosioni atomiche negli atolli del Pacifico: gravissime le conseguenze umane e ambientali. Ma il denaro destinato ad aiutare le popolazioni locali è quasi esaurito…

Un improponibile disastro ambientale di cui si parla poco e che è rimasto tra le righe nascoste di quella parte della Storia che forse abbiamo preferito dimenticare…

La cupola dell’inferno nucleare è in paradiso
Nella remota Runit Island, nelle Isole Marshall… l’innalzamento del livello del mare… sta facendo filtrare l’acqua dell’oceano in quella che gli ultimi abitanti dell’atollo di Enewetak chiamano semplicemente “The Dome” (la Cupola), una discarica delle scorie radioattive dei test nucleari statunitensi degli anni ’40 e ’50, quando le Marshall erano sotto mandato fiduciario Onu degli Usa… Vicenda praticamente ignota nel resto del mondo…
44 di quelle bombe furono fatte detonare nell’atollo di Enewetak. In nessun altro luogo del mondo gli Usa hanno stoccato così tante scorie nucleari. Il deposito delle scorie, chiamato anche Tomba, contiene oltre 3,1 milioni di piedi cubici – o 35 piscine olimpioniche – di scorie e detriti radioattivi prodotti dagli Usa, comprese quantità letali di plutonio. Tutto materiale radioattivo che venne raccolto, spostato, sotterrato e ricoperto dai soldati statunitensi alla fine degli anni ’70. Molti di quei veterani affermano di non essere stati a conoscenza della pericolosità di quei materiali e di aver lavorato senza indossare dispositivi di protezione
Rapporto Usa: la cupola che ricopre le scorie dei test nucleari nelle Isole Marshall si sgretola ma è sicura

E se lo dicono loro. Tuttapost!

Mentre il “virus” era tremebondo ed il “vaccino” è una panacea. Fidati. Af-fidati. Stanne certo. Vuoi vivere per sempre, del resto?

  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2023
Bollettino numero 3542
prospettivavita@gmail.com


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