Apri la tua mente...
Le persone sono rin-chiuse in “se stesse”, ovvero, sono auto prigioniere.
Così, “sfida pure chiunque a dimostrarlo”, dato che ognuno dovrebbe colpevolizzarsi. Un po’ quello che il concetto di debito pubblico in-segna, a livello frattale espanso (verità, informazione ambientale):
appunto, ognuno è auto debitore di se stesso, in teoria, e contemporaneamente ognuno è il creditore, essendo p-arte dello Stato.
Come se tutto il discorso si auto definisse nell’ambito pubblico della questione. Come se non ci fosse la p-arte privata e, quindi, anche quella de-privata.
Ora torna tutto. Vero?
Perché sono proprio queste due facce che formano la stessa medaglia, ma in termini di auto suddivisione e quindi di... continuare a succedere, come un motore a free energy. Intanto, sino a quando sei in vita, sopravvivendo, contribuisci a “pedalare”, visto che ti ritrovi o manifesti in una versione del mondo “tale e quale” = che ti sfrutta ed alfine ti accompagna sino alla morte, ogni volta.
Ecco la “free energy” messa a punto da lor signor3.
Cioè, un potere morente, perché chi continua a sopravvivere (e lo fanno anche “loro”, attraverso la schiavitù “umana”) è destinato a soccombere:
questo è il loro “destino”, che hanno imparato a tenere a debita distanza rendendo “te”, Te.
Sino ad ora, dal momento e nella misura in cui “hanno perso definitivamente”. Tanto che “è già successo”: ricordi quando asserivo che la compresenza eco-dominante poteva anche essere estinta, essendo come un’eco? Bene.
È vero, or dunque.
Ciò che rimane, oltre al condizionamento planetario, sono le componenti sottodomino, alias: i due potentati che sono in lotta proprio ora. Le forze ad immagine e somiglianza che si sono sfidate, dando luogo all’essere “già successo” = vincendo l’una a discapito dell’altra.
Che cosa aspetta, quindi, l’individuo planetario?
Si è come il gatto di Schrodinger, in questo momento:
Tu che ne dici? Cosa ti aspetti? Che decidi?
Tutto è im-possibile, poiché potenziale contemporaneo. Dunque, ci sei anche Tu nel calcolo ambientale che terra forma la realtà, rendendola manifesta. È il momento:
auto decidi(ti).
Oppure, lascerai “Fare…” al potentato che ha vinto e basta? Ti accontenterai ancora una volta? Ne dipenderai?
Si è tutti quanti protagonisti, qua. Nessuno escluso.
Per questo oltre il novanta per cento “dorme”. Perché il precedente “è già successo” ha con-vinto la pressoché totalità ch’è diventata come un’ombra. O relatività alle dipendenze di qualcosa o qualcuno che non esiste quantunque c’è.
È utile che anche Tu ti esprima, però.
Però, devi divenire più “sensibile”, che è come assumere maggiore coraggio. Infatti, c’è tutta questa marea di dipendenze o servitù ereditarie che spingono a rimanere assolutamente “fermi”, qua. Come al solito. Come da noia o spleen. Da copione.
Come divenire un fumatore seriale di crack, ma non rendersene più conto, avendo il cervello propenso a c®edere che sia “normale”: anzi, non stando facendo alcunché, oltre a tirare sera lavorando o “cercando lavoro”.
Oppure, a sognare di averlo, rapinando tabaccherie sempre più digitalizzate ed allora hai voglia.
L’incubo è sempre tale se… non ci sei; ecco le dimensioni parallele o l’Inferno e la condizione di “Eden”. Una questione di equilibrio ma non solo, perché anche l’Inferno è in equilibrio:
il proprio.
E se “tu” hai la stessa frequenza, allora ci vai a finire “dentro”, diventandone un clone. Un emule. Ovvio:
a livello inconscio. Non sia mai.
Così, qualsiasi “demone” è sempre ben rivelato, in “te”… che assomigli sempre a Te, anche se non lo sei più, sino a quando rimani tale.
Di Agenti Smith è pieno il mondo, per questo motivo.
Allora, chi ha vinto? Il “Gatto” è vivo e morto contemporaneamente, a livello di potenziale contemporaneo. Come fa, però, ad assumere una valenza, manifestandosi? In base a cosa assume f-orma? Bè… in p-arte decide ma per il resto consegue se (se) risulta assente in Sé.
Ossia, dipende dall’osservatore che guarda nella “scatola”, avendo prima deciso la versione del contenuto. Ecco perché sei qua, contenuto o, meglio, auto contenuto.
Sino a quando sarai assente in Te, sarai una succursale altrui. Il potentato che vince, allora, deciderà ancora anche per “te” e dunque Te.
Eppur si muove? Eppure si vince.
Sì, ma come il 25 aprile 1945, oppure… no? A Te la linea, la “palla”, il pallino (meglio): tiralo dove meglio credi e poi il resto conseguirà… come già per l’essere diapason.
Le persone sono come case, isolate, che formano isolati. Penisole, isole, solitari panorami. Tizi. Tizie. Così si scambia l’individuo per una città, che si nutre di individui auto isolanti… per paura o, chissà, avendo dimenticato pressoché tutto:
ecco l’altro “è già successo” che fa capolino.
Quanti danni avrà contribuito a formare, a dare luogo ad auto… isolare (a differenza del “virus”, mai stato isolato perché esiste ma non c’è: proprio come il modello particella onda). Il principio di autodeterminazione non è quantico, bensì la quantistica ne riflette la sostanza ma come da “morta”, da eco… da cui puoi attingere comunque tutto, essendo sempre verità, anche se parziale sembra l’informativa che ti raggiunge diventando deviazione standard “grazie” a:
“te”, che fungi da codificatore piuttosto che il contrario.
Ecco perché il “dato” ambientale è sempre in codice: sei “tu” l’essere storto o sconvolto, non il cucchiaio che credi piegarsi. Dunque, ti ap-pare tutto strano, misterioso, straniero, alieno, difficile, mancante, etc. ovvero, appunto, in codice. E giudichi allora che manchi sempre il tassello principale, motivo per cui non ne verrai mai a capo. E, infatti, continua a succedere proprio così.
Sino a quando è scoppiata la guerra fra sottodomino e allora ne hai beneficiato, motivo per cui sei chiamato a cor-rispondere comunque, essendo giunto al bivio:
si tratta di scegliere?
No: questa volta devi decidere, auto decidendoti. Di “Salvatori” non ce n’è bisogno, perché se sei “tu” allora sarai sempre predisposto a metterlo nuovamente “in croce”, se posto dinnanzi alla facoltà di scegliere fra lui e “te”. Chissà mai chi sceglieresti. Vero?
Tre indizi fanno una prova:
figurati tutti quelli lasciati, qua.
Ti ci stanno portando al “bivio”: ma dovrai decidere da Te, oppure da “te”. Non sarà per tutti? Cosa? E chi lo sa. Non è dato sapere, perché occorre “sentire”, decidere e “Fare…” in coerenza.
È sempre la stessa musica. No?
Atteggiamento; proprio come se fossi una sorta di macchina o comunque un essere che funziona, proprio come l’ambiente. Laddove la “creazione” ti definisce capace a tua volta di farl3. Oppure, non te la senti o sei troppo “umile” per…? Probabile che hai paura. Sì… paura di essere finalmente Te, da Te in Te per Te.
Creatore.
Ti sembra che sia meglio essere la prole del Creatore, al solito. Certo, con la pappapronta sempre servita in tavola. Vuoi mettere? Chi se ne frega di tutto, “tanto… a me che m’ammazza”. Bah: la “noia” forse? Sei nasci dalla paura, sopravvivi nella paura:
e ci muori “dentro”.
Sarai sempre paura e come tale farai paura, ma nella modalità infame. Senza coraggio né epica. Figuriamoci il resto. Solidale con un’ombra, piuttosto che con il “campione”.
In Prospettiva Vita, il finale sembra proprio descrivere quello che sta andando in onda, qua, proprio ora (anche se “è già successo”). Lo trovo valore aggiunto, poiché quel “romanzo” l’ho ricevuto nel 1987 (convergenza armonica), scaricandolo e non scrivendolo. Non sapendo nulla e per questo “limitandomi” a seguirne l’onda, la scia, sino a governare il “tempo”. Come avendo diramato un ordine, un dispaccio globale.
E con il 02022020 ho dato il colpo di grazia:
manifestandomi unicamente all’universo (ambiente)
in quanto a colonna di luce che buca le nubi
alias, la copertura artificiale del “cielo”.
In quel giorno, infatti, si è palesato il campo sferico sostanziale = la purezza. Il “range” o angolo giro a tuttotondo, senza ombra né paura, come da codice cavalleresco.
Dall’inizio della “pandemia”?
Di più, avendola evocata, procurata, attratta, manifestata. Perché? Perché era “ora”, così come l’orologio indica sempre la medesima “cifra” o appuntamento col “destino”.
E aspetta di vedere il 02022022.
Il “Fare…” comporta la responsabilità coerente del “continua a succedere” ad immagine e somiglianza. Qualcosa che va da sé e che non può più s-travolgere il relativo punto di sospensione (IO). Immagina che di questi punti ce ne possono essere contemporaneamente una infinità:
ecco quella luce che ti dicono essere al centro della galassia o formante o emanante la stella.
Perché tale illuminazione? Il bianco è la somma di ogni “colore”. E… in quello stato sei tutto assieme, potenziale e non… particella. Il Tao, lì, si fonde completamente. La dualità non può sopravvivere, perché tutto è verità e sei sede di tale auto emanazione.
Stop. Augh. Amen. E così sia.
Le persone sono o non sono pronte, ma se sono qua, ora, allora significa che in un certo qual senso e modo, sono f-attori aventi un senso compiuto: o “servono” allo status quo, oppure sono in Sé.
Ma dal momento in cui lo status quo è diverso, ora, allora “tutti sono compiuti”. No? Non come “il bello della diretta”. Piuttosto, come qualcosa che si lancia avanti nel “futuro” e poi attrae come se fosse differita, perché “è già successo”.
Come raggio traente, insomma.
Laddove il “tempo” è vibrazione e dunque esiste ma non c’è, perché dipende da Te o da “te”:
passando da zero a cento all’istante.
Ecco il classico vuoto di memoria. Di cosa stavamo parlando? Già.
Hai presente Dark City?
Tutto quel “cambiare (di notte)”, mentre dormivano… bah, è sempre lo stesso ritmo. Sostanza. Istruzioni, anche senza libretto. Wireless. Dato.
“Sentire”.
“Credo ciò che dico, faccio ciò che credo…”.
Victor Hugo
Le persone sono coerenti? E cosa significa essere coerente? Se cerchi frasi sulla coerenza, bè… finisci in un guazzabuglio, se non hai deciso Te cosa significa.
Gli altri rischieranno di portarti via, perché le esperienze altrui sono diverse e se ne dipendi, cercando il significato di qualcosa del quale non hai a quanto pare alcuna idea, scenderai sino a valle con tale corrente, auto trasportato. Quanta materia finisce nel fiume, come avendo un appuntamento. Avendo subito le leggi fisiche e chissà cos’altro. Come il “caso”, che esiste ma non c’è.
Ossia, un fenomeno unico come l’ambiente che si presta a…, pur mantenendo la propria intimità o senso unico portante: qualcosa che però ricorda la modestia od il fare un favore, come aiutare a traslocare una famiglia amica o semplicemente che lo chiede per favore.
È la “natura” ad essere ria.
Mentre la natura non lo può mai essere, per… natura. L’ambiente è la natura? No. La natura sembra l’ambiente. E può sembrare anche “natura”. Ma l’ambiente è ben altro, comprendendo sia la natura che la “natura”.
L’ambiente funziona.
È il funzionamento stesso, diffuso in infinite p-arti, ovunque, anche se non sei d’accordo. Tiè. Con l’ambiente non scendi mai a patti, perché non ti “sente” se vuoi scendere a patti. Con l’ambiente devi essere il relativo punto di sospensione o “pilota”. Ecco che allora con l’ambiente hai l’intesa e cavalchi sempre l’onda piuttosto che misurarla ogni volta.
Se fai “surf” non stai a galla:
governi l’onda, anzi…
la matrice o motore di composizione delle onde.
Ecco che tutto si “assomiglia”, allora, proprio per questo: chi viene riflesso? Chi si riflette. Anche se chiunque è, allora si trova riflesso, anche se secondariamente se non è punto di sospensione e allora non pilota proprio nulla.
L’ambiente permette tutto: anche il potenziale contemporaneo. Senza ambiente non è che non c’è niente:
semplicemente, c’è altro.
L’ambiente non è l’alfa ma può essere l’omega, se sei “te” e ti sei fuso nell’ambiente. L’ambiente ha un inizio ma non è dato nemmeno chiederselo, poiché prima viene molto altro. È come se volessi vincere la maratona, avendo il gusto di correrla, senza correrla ma volendo essere premiato dalle miss. L’ambiente è una macchina scambiata per Dio: è “Dio”, or dunque.
E per fortuna non è dotato di Ego, ma di Coscienza.
È talmente tanto al tuo servizio da non esitare a prenderti a schiaffoni, sin tanto che ti occorrono per…
L’ambiente ospita qualsiasi tipologia di habitat, di personalità, di scenario, etc. essendo macchina per la terra formazione in funzione di chi si “Fa…” sentire.
Ergo: di chiunque e persino tutti contemporaneamente.
È l’energia libera ma anche quella a pagamento: chi si riflette in ess3, viene riflesso ovvero propagato ovunque ambientalmente. Ancora una volta ecco “Dio”, allora.
Le persone sono ingranaggi?
Lo possono diventare: dipende dalla trama che va in onda, ma non è l’ambiente a desiderarlo. L’ambiente è neutro, neutrale ma anche neutralizzante. Corrispondendo, essendo legge, strumento memoria; oltre che verità, significato, memoria (esperienza e funzionamento). Le persone, allora, sono libere oppure “libere”: dipende.
Come tutto, del resto.
Eppure, c’è sempre chi sta sopra e chi sotto. Perché? Gerarchia. Sì; gerarchia e sostanza. L’onore però non si vende né tantomeno si svende, perché o c’è o non c’è, anche se esiste o fa p-arte di un qualsiasi gonfalone o stendardo di famiglia.
Le persone sono sole in questo e ne devono rispondere principalmente a se stesse, nonostante sono in gerarchia, qua. Se non si capisce è perché non c’è niente da capire. E allora abbiamo “solo” perso del tempo, eventualmente molto prezioso, non visto che secondo dopo secondo siamo sempre più vicini alla dipartita.
Qualcosa che nel lungo termine fa la differenza, a meno che non linearmente la partita finisca in poche mosse e tutto vada “a monte”.
Se sei una persona, sarai pieno zeppo di diritti e doveri.
Sulla carta, o… “A La Carte”. Insomma, sei cotto e mangiato.
Anzi, predigerito, qua. Stai ancora dormendo?
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2021
Bollettino numero 10-561
prospettivavita@gmail.com