C’è questo pazzesco “documentario”, che permette di realizzare (o credere) che la Terra di “c’era una volta…” fosse molto più espansa in verticale, di quanto si possa essere autorizzati persino ad immaginare “oggi”.
Coi “famosi” Grandi Alberi che hanno fatto la fine degli stuzzicadenti, non destando l’ira di alcun “Dio” né “Dea Madre”.
Al fine, dunque, il “cielo è caduto sulla testa” di coloro che assistettero a tale immane tragedia.
Ergo: la paura degli “antichi” è giustificabile poiché era “già successo” l’antefatto = il crollo della “parete (soffitto)” verticale, entro cui esistevano mondi che sono diventati materiale per la leggenda.
Laddove, di conseguenza, quando i “moderni” Dogon dell’Africa, indicano la direzione, nel cielo aperto, dove si trova Sirio B, non stanno indicando una zona specifica dello Spazio, bensì… stanno indicando la posizione precisa dove fisicamente, una volta, “Sirio B” era collocata su uno dei Grandi Alberi della Terra:
i relativi fuochi o luci che la ritraevano e segnalavano sulla superficie terrestre, permettevano di sapere dove si trovasse la città, il regno o il villaggio che fu.
Insomma, posizionando tali gigantesche strutture verticali, lo spazio disponibile per essere calcato ed abitato, aumenta esponenzialmente, confermando che l’arrivo di ondate migratorie di popoli “misteriosi” che apparivano letteralmente dal “nulla”, sono proprio riferibili a questi “ponti naturali” di inter-passaggio tra “dimensioni”.
Quindi, lo stesso tipo di espansione è possibile ad ogni livello, anche quando libri “misteriosi” narrano di custodi o guardiani della soglia, di sorgenti di acqua miracolosa, di tesori inimmaginabili, di “isole che non esistono” ma ci sono, etc. etc. etc.
Se, infatti, ammetti tale potenziale volumetria im-possibile (alberi alti svariati km offrono possibilità inimmaginabili, nonché produzione naturale di ogni ben di “Dio” e di rimedi per qualsiasi tipo di “malattia”, etc.) il concetto stesso di Terra, muta sostanzialmente; infatti, a quel “punto (di sospensione)” il dibattito sarà ancora se la f-orma è sferica oppure piatta?
Ecco, semmai, perchè è bitorzoluta (geoide).
Con alberi tanto alti che sbucano dalla superficie, ergendosi nel cielo, la Terra potrebbe ruotare in maniera regolare, oppure sarebbe come un “flipper impazzito”, alla deriva? A quanto pare, infatti, non si tratta dell’esistenza di vere e proprie foreste, bensì di un certo numero di “giganti” che svettavano persino irregolarmente, mentre al di sotto sorgeva e cresceva il resto dell’edificio vegetale; il che rendeva la superficie terrestre estremamente irregolare:
dunque, il taglio di queste “vele” ha permesso di regolare spin e direzione della “nave” Terra, magari… avendola abbordata e dunque dirottata?
Non a caso, a volte, si parla di “aver smarrito la rotta originale”.
Vero?
Quindi, la condizione di “Eden” è stata lasciata, oppure è stata perduta? La fine degli esseri vegetali silicei ha trasformato la Terra in una “miniera a cielo aperto”, avendo lasciato i “ceppi” (o se preferisci le catene montuose) e l’apparato radicale, altrettanto “prezioso (per coloro che ‘ci stanno lavorando da secoli’)”.
Infatti, questi “dinosauri fossili” o carcasse di corpi talmente grandi da non esistere alla vista, si sono trasformati in generatori di materiale di “valore”, tanto che ancora oggi (sì, anche proprio oggi) gli, altrettanto, pazzeschi “scavatori (demolitori, inghiottitori)” sono all’opera per macinare verticalmente decine di metri di terra, dalla superficie, per migliaia di km di estensione orizzontale, in gran parte del mondo.
Con le immagini esistenti, ad esempio di massicci, montagne, ammassi, etc. che allora esprimono ben altra informazione e dunque significato, di-mostrando di essere stati sventrati e lavorati ai fianchi, poiché in ciò che rimane sono rimasti incisi i segni caratteristici dei grandi mezzi di lavorazione utilizzati a tal scopo.
Allora, quando si parla di “dinosauri” e della loro “fine”, a cosa ci si riferisce veramente o sostanzialmente? Proprio a tali esseri verticali abbattuti da una furia predatrice che non ha mai esitato a distruggere mondi interi, pur di onorare la propria “natura” industriale, privata e priva di ogni responsabilità (ad eccezione dell’unica, ch’è quella nei confronti dell’azionariato di maggioranza o degli “investitori”).
In Avatar, guarda non caso, la trama recita proprio tale copione, se ci “Fai… ‘caso’”:
se te ne accorgi, essenzialmente.
Nota bene, a tale link, l’atterraggio su Pandora della nave spaziale terrestre e, soprattutto, osserva per bene il “panorama” già trasformato dalla brama “industriale” di chi finanzia la spedizione ed il progetto:
vediti le grandi macchine divoratrici all’opera, “vedi” i segni caratteristici del loro passaggio che s’incide in ciò che rimane
evidenzia come la vegetazione scompare sotto a questi cingolati, lasciando i tratti del “parco nazionale” del Gran Canyon, ad esempio.
“Attraversiamo il confine esterno. Miniera in vista…”.
Avatar
Fantascienza, or dunque? Come no. Il “film” te la dice tutta relativamente all’essere “già successo” che, di conseguenza, continua a succedere. E se Avatar “finisce bene”, purtroppo sulla Terra non è andata così.
“Se arriva all’albero delle anime, è finita. È la loro linea diretta con… i loro antenati. Li distruggerà…
Probabilmente sto parlando solo con un albero… Ma se ci sei… vedi il mondo da cui proveniamo. Non esiste verde, lì. Hanno ucciso la loro madre. E faranno la stessa cosa, qui…”.
Avatar
Infatti:
su Marte “è già successo”.
“Non è senza aria e senza vita, ma sta morendo. La città di Zodanga ne è responsabile… La città predatrice, si sposta, divora, prosciuga… d’energia e di vita…”.
John Carter
Come in “Macchine mortali”, anche qua c’è una “città predatrice”.
Dunque, c’è gerarchia = il segno evidente di uno squilibrio naturale, a fronte di un equilibrio industriale.
“I Tern sono un mito… Anzi, faccio di tutto per non esistere… La storia deve seguire il corso che vogliamo che prenda…
Facciamo questo gioco da prima che nascesse il loro pianeta. E continueremo a farlo anche dopo che sarà morto il tuo. Non causiamo la distruzione di un mondo… la manovriamo, la alimentiamo semmai. Ma su ogni pianeta ospite tutto va sempre allo stesso modo. La popolazione cresce, le società si sfaldano, le guerre si diffondono. E nel frattempo, si trascura il pianeta, che scompare…”.
John Carter
Pensa al “risucchio dell’onda”: a quel momento in cui tutto va come in sospensione, quasi fermandosi. Poi, espandi il concetto di giurisdizione o di fallout (punto di sospensione, “è già successo”) e “tempo”, laddove il futuro si fa “sentire” anche nel presente, dipendendo dal passato.
Così come quando c’è un appuntamento fissato nel futuro e, avendo una collocazione sferica e funzionando l’ambiente, va da sé che già prima di arrivarci puoi “sentirne” gli effetti e dunque la “qualità” di ciò che è previsto succedere solamente “domani”.
Ecco perché “una volta qualcuno leggeva nel futuro”.
Allora, più che di “gravità” intenditi a livello di “campo”, avente dimensione, estensione, capacità, densità, effetti e proprietà, etc. Qualcosa che puoi persino “navigare”. Ricorda il concetto di “arto fantasma” e poi ricollocalo in ambito di “spettro” dei Grandi Alberi che non esistono più, ma ci sono ancora, allora (perlomeno in termini di continuazione del proprio effetto d’assieme = campo morfogenetico o “guida”, ad esempio).
Perché no?
La cosiddetta “energia” si spiegherebbe così.
Mentre l'ambiente funziona, a prescindere ed anzitempo.
E vedi bene che non si tratta di alieni, né di civiltà antiche aventi tecnologie sconosciute in grado di… Infatti, di macchinari enormi capaci di “ingoiare tutto” ce ne sono anche adesso sulla Terra:
macchine, spesso totalmente elettriche, che funzionano nel presente.
Macchinari da Miniera.
Protezione, finitura, incollaggio e sigillatura per macchinari da miniera…
Perché scegliere Sames Kremlin?
Per la nostra competenza ed esperienza sui processi.
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Misura 220 metri di lunghezza per 96 di altezza. Pesa 14000 tonnellate…
Estrae 240000 tonnellate di materiale al giorno… Pala di 21,3 metri di diametro…
Sei ancora certo che per trovare dei “responsabili” ci sia proprio bisogno di scomodare il passato? Hai “necessità” di tecnologie aliene e sconosciute? C’è proprio “bisogno” dei… misteri?
Non sembra, vero?
Eppure, vedi qual è il commento medio:
grande video, macchine splendide, bellissime cose nonché qualcosa di rilassante e quasi da far dormire, etc.
Certo: dormire rilassandosi quando, invece, queste “macchine” ricordano dei terribili T-Rex mai del tutto estinti. Con questa “tecnologia”, qualcuno sta piallando la biodiversità della Terra, portandosi via lo strato vitale o “pelle” della stessa:
quei venti, trenta metri in cui risiede anche la sedimentazione o “storia” della specie “umana”, il proprio passato, ciò che è rimasto sottoterra, così come quello che c’è sopra e tutto quello che deve cedere a tale passaggio titanico o tifonico.
Non solo: la natura è in quello strato di terra, con semenze, radici, connessioni, memorie, etc. e con ogni “preziosità” che conserva persino in termini di gemme, minerali, sostanze lavorabili industrialmente, etc.
Insomma, l’interesse di qualcuno per queste decine di metri di terra verticale, è “senza prezzo” poiché disposto a far costruire macchine fuori scala rispetto alla condizione di “normalità” sociale, impegnata a lavorare al fine di non vedere niente e non soffrire di conseguenza, anche se la sofferenza ritorna come polvere o come “destino”;
sino a quando non sistemi sostanzialmente la questione, trascendendone ogni impaludamento che, stanne certo, ha sempre origine dalla medesima fonte di emissione Anti-Sistemica.
A tal pro, vediti quello che succede in Germania nella moderna e civile Ue.
Germania e Polonia: dove le cave di lignite si mangiano comunità e villaggi.
Spazzata via dalle ruspe, come tante altre prima di lei. Un cumulo di macerie è quanto resta di un’altra casa della comunità sorba: minoranza etnica insediata al confine tra Germania e Polonia, proprio dove le cave di lignite stanno mangiando interi villaggi.
Timore diffuso è qui che insieme a boschi e foreste, a scomparire sia tutta la loro cultura.
Tutti questi villaggi sono destinati a sparire. Resterà solo un immenso cratere.
Per fare spazio ai giacimenti, molti hanno già dovuto lasciare il villaggio di Rohne. E altri ancora li seguiranno.
“Soltanto qui intorno vogliono far evacuare 1.700 persone, ci racconta Edith Penk, che vive qui con il figlio Christian. Tutti questi scavi, questi lavori su larga scala per estrarre la lignite stanno distruggendo la nostra comunità, la nostra storia, il nostro paesaggio…
Questi sono i villaggi e i luoghi che saranno spazzati via... mostrandoci una mappa... Resterà solo un immenso cratere...”.
A rischio anche le tombe.
Ma ci si interroga anche sui legami con il cancro.
La nonna di Christian riposa in un piccolo cimitero nei boschi. È un baluardo della cultura sorba, ma sorge sopra strati di lignite che secondo molti minaccerebbero ormai le stesse tombe. Gli interrogativi, riguardano però soprattutto chi resta.
“Viviamo fra tre grandi cave di lignite. Quanto ci resta di più importante è la salute... In molti, qui nei dintorni, ormai hanno però il cancro…”.
Il rapporto con le ciminiere che costellano il paesaggio è al momento solo un’ipotesi. Anche il padre ha però il cancro e Christian vuole vederci chiaro. Per questo sostiene a gran voce la realizzazione di uno studio sul tema.
La lignite avanza, i biogas perdono terreno (e terreni).
“Fermate la folle distruzione degli insediamenti” è quanto si legge su un cartello a Proschim. Anche la chiesa, secondo gli abitanti, rischia qui ormai di scomparire.
Le ruspe si sono già mangiate parte dell’azienda di Hagen Rösch: gestisce un’impresa che coniuga agricoltura e produzione di biogas, ma l’estrazione della lignite sta mettendo in ginocchio la sua attività.
“Negli ultimi decenni le cave di lignite si sono prese una quantità enorme dei nostri terreni agricoli e hanno distrutto 200 dei nostri posti di lavoro... racconta... Eppure oggi in Germania, circa il 30% dell’energia proviene da fonti rinnovabili. La produzione elettrica eccede ormai il nostro fabbisogno, i prezzi al consumo sono bassissimi. Non abbiamo quindi più bisogno della lignite. Né di deturpare l’ambiente...”.
Il villaggio di Horno: fenice risorta dalle sue macerie.
Se interi villaggi sono scomparsi, altri sono stati ricostruiti. Indicazioni in tedesco e in lingua sorba sorgono ormai nella “nuova Horno”: fenice, risorta dalle macerie che aveva lasciato l’estrazione della lignite. Nei locali di una chiesa inaugurata da poco, Thomas Burchardt torna per noi alla sua infanzia e ci mostra su un plastico le otto che ha invece visto scomparire. Ventinove, in totale, quelle rase al suolo nella regione.
Thomas, che oggi milita per la “Ong Klinger Runde”... ha assistito alla morte e alla rinascita del suo villaggio. “Ho visto Horno morire... Hanno cominciato sradicando gli alberi. Poi hanno divelto i marciapiedi, hanno sventrato il villaggio… È stato terribile. Un ricordo che mi fa ancora male... La cosa peggiore... è che non c’era bisogno di tutto questo. La Germania esporta già tantissima elettricità. La regione di Lausitz, la nostra regione, non dovrebbe essere sacrificata per l’export. La lignite è poi la fonte d’energia più inquinante in assoluto...”
In un museo l’omaggio a chi ha ceduto alle ruspe: “L’archivio dei villaggi estinti”.
Il villaggio che è risorto ospita oggi anche un museo dedicato a quelli scomparsi. Lo chiamano “archivio dei villaggi estinti”: un monumento alla memoria di una cultura e una minoranza, sulla carta tutelate fin nelle più alte istanze.
“Fra i 136 villaggi che sono stati spazzati via, una buona parte erano sorbi - spiega ancora Thomas Burchardt - veri e propri tesori storici e culturali sono andati perduti per sempre. Questa regione di insediamenti sorbi è tutelata dalla Costituzione. Ogni attentato alla sua integrità è una violazione della Costituzione da parte del governo regionale...”.
“Via dalla lignite, ma ci vorranno decenni”: parola ai gestori delle cave.
Le cave di lignite appartengono a Vattenfall: una compagnia pubblica svedese che sta provando a reindirizzarsi verso un business più eco-sostenibile. Una transizione che richiederà però del tempo.
“Chi produrrà elettricità quando non ci sarà abbastanza vento o abbastanza sole? Come stoccare le energie rinnovabili? Sono interrogativi fondamentali, che a mio avviso restano però al momento senza vere risposte – ci dice Thoralf Schirmer, portavoce di Vattenfall a Cottbus - Riteniamo quindi che lo sfruttamento della lignite per la produzione di energia elettrica proseguirà almeno fin oltre il 2020. Forse fino al 2030, o magari anche al 2050”.
Le ambizioni del governo tedesco, la tassa fantasma sulla lignite e l’ombra del lobbying.
Obiettivo del governo tedesco è ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2020. L’ipotesi di una tassa volta a scoraggiare l’estrazione della lignite è naufragata sul nascere. Il progetto oggi allo studio prevede invece di sovvenzionare le aziende, che congelino le loro attività.
Claudia Kemfert dirige il dipartimento energia della società di ricerca Diw e lavora come esperto indipendente, tra gli altri, in seno al panel sul cambiamento climatico che svolge funzione di consulenza sulle politiche energetiche della Commissione Europea.
“In Germania il problema consiste anzitutto nel fatto che la lobby del carbone è potentissima... Non è da escludere che l’accordo con il governo preveda anche dei sussidi sotterranei. Se fosse così, sarebbe allora incompatibile con la legislazione europea...”.
La lignite in Polonia: promesse di guadagni milionari e investimenti congelati.
In territorio polacco, i timori sono gli stessi. Questo castello appena al di là della frontiera è ora all’abbandono. Un tempo ospitava l’asilo che Anna ha frequentato da piccola. Oggi, l’eventualità che lasci spazio a una cava di lignite congela ogni investimento e ipotesi di riqualificazione.
“È disabitato da anni. Ormai sta andando in rovina, ma le autorità locali non vogliono venderlo – ci spiega Anna Dziadek, che milita per un Ong che si batte contro l’estrazione della lignite - La ragione risiede nel fatto che politici e lobby della lignite promettono che qui apriranno nuove cave, nuove centrali e che ci saranno enormi guadagni per tutti. E nel frattempo, qualsiasi iniziativa da parte di piccoli investitori è vietata...”.
Anna è però convinta che il progetto del polacco Pge Group potrà essere fermato, prima che divori il villaggio e la fattoria di una sua amica. Mentre il liquore di ciliegie viene imbottigliato, Anna condivide con noi i suoi conti e le sue riflessioni: una nuova cava e una nuova centrale richiederebbero a suo avviso un investimento da sette miliardi di euro.
“Nel 2009 abbiamo organizzato due referendum locali... La gente non vuole più alcun investimento nella lignite. Prima o poi le lobby dovranno rassegnarsi e abbandonare i loro folli piani...”...
Hans von der Brelie 30 dicembre 2015 Link
Fra i 136 villaggi che sono stati spazzati via, una buona parte erano sorbi…
Veri e propri tesori storici e culturali sono andati perduti per sempre…
Questa regione di insediamenti sorbi è tutelata dalla Costituzione. Ogni attentato alla sua integrità è una violazione della Costituzione da parte del governo regionale…
Le cave di lignite appartengono a Vattenfall: una compagnia pubblica svedese…
I Sorbi sono stati un gruppo molto perseguitato, specialmente sotto la Germania nazista...
C’è bisogno di commentare o aggiungere qualcosa?
È il “di fatto”. No? A cui non riesci ad opporti, perché non decidi tu, che sei “tu” nell’Anti-Sistema, in gerarchia. È sostanzialmente che “è già successo” ma è “di fatto” che continua a succedere:
un modo di essere sostanziali, ma… che devi comprovare e allora ecco che “di fatto” non ce la fai, perché le “prove” sono scomparse, ad hoc; anche se sostanzialmente c’è ancora tutto, ma… qualsiasi aula di tribunale giudicherà “non ammissibile” tutto quello che non rientra nel “di fatto”, guarda non caso.
Si cancella il passato, triturando tutto e trasformandolo in “energia”, in museo e ricostruzione (fac-simile). Non visto che la Nuova Cronologia di Fomenko riporta che anche la Germania fosse parte del grande impero globale precedente... E la minoranza sorba è di origine slava.
Queste “macchine” hanno lavorato in gran parte del mondo. Ciò che “ora” ti sembra un monumento nazionale della “natura”, un enorme lago salato, strutture di lava solidificata, uno strano ammasso di monti lavorati dalla “natura”, o la “natura” stessa… bè, hai voglia.
Hai tutto di fronte agli occhi ma non è mai abbastanza.
Perché? Perché sei nell’Anti-Sistema. Laddove c’è tutto l’interesse per… E, allora, laddove esiste la “scienza (deviata)” ch’è come una religione, fra l’altro, di quelle più tremende immaginabili:
hai presente la Santa Inquisizione? Ecco.
La scienza non fa feriti, perché è compatta nel difendere “qualcosa (qualcuno)”, anche se ovviamente ne è inconsapevole, essendo un altro tipo di “macchinario” del tutto automatizzato o distaccato dalla fonte emittente del segnale portante o “ispirazione”.
Tale crew è elitaria, infatti:
pur essendo “aperta” potenzialmente a chiunque.
Ma, anche se sei dotato di grande “intelligenza” e diventi “scienziato”, se ti metti contro la direzione del vento principale, di conseguenza diverrai come l’ennesimo “eretico” in odore di estinzione.
Perché la natura ama gli esagoni?
La natura ha studiato matematica? Possiamo trovare ovunque in natura schemi geometrici e di ogni tipo, in particolare gli schemi che girano attorno al numero 6 sono particolarmente diffusi: alveari, rocce, scheletri di organismi acquatici, occhi di insetti ed altri ancora.
Per quanto possa sembrare una semplice coincidenza con la matematica, questi schemi geometrici possono avere un motivo in grado di spiegare perchè in natura si presentano queste strutture…
Se mettiamo a contatto due bolle di grandezza identica queste formano un’intersezione piatta, se ne aggiungiamo una terza le pareti che dividono le singole bolle si dispongono a formare angoli di 120° e questo comportamento rimarrà stabile aggiungendo una quarta bolla o più. Le intersezioni formate dalle bolle saranno sempre di 120°, lo stesso angolo che troviamo in un esagono regolare. Pertanto la forma dell’esagono è la più efficiente a coprire una determinata superficie con la minor quantità di bordi.
Nel tardo 19° secolo, il fisico belga Joseph Plateau calcolò che le giunzioni a 120° sono anche le più meccanicamente stabili, dove quindi le tensioni in azione lungo la superficie sono maggiormente bilanciate. Non solo quindi la forma esagonale minimizza il perimetro, ma riduce al minimo anche la tensione che agisce in ogni direzione della superficie.
Ricapitolando, l’aria in una bolla tende ad espandersi il più possibile, ma viene contenuta dalla tensione della pellicola di sapone che vuole minimizzare la superficie formata e quando più bolle sono a contatto il miglior equilibrio tra minor superficie e stabilità meccanica è tramite la forma dell’esagono…
Le api inizialmente producono celle di cera circolari e col tempo ed il calore questa viene sottoposta a tensione superficiale fino ad assumere la forma più stabile di esagoni.
Alla domanda “La natura ha studiato matematica?”, alcuni scienziati rispondono che la natura in realtà cerca semplicemente l’efficienza o che ricerca la minor spesa d’energia, altri sostengono che la natura segua le regole della matematica. In qualsiasi interpretazione dei fatti si voglia preferire, è indubbio che la natura sia capace di usare metodi semplici per creare soluzioni eleganti.
Elia Magrinelli 15 agosto 2017 Link
La “natura” non studia matematica.
Bensì, è la matematica che è estata estratta dalla natura, ch’è il funzionamento ambientale o pseudo IA. Ovvero, la matematica è sempre “on air”, è sempre in fase di cantiere essendo soggetta a continui studi, come per scalare una cima maestosa si formano campi base man mano che l’ascensione prosegue. Mentre, l’ambiente è tale da sempre:
dalla fantomatica “origine”.
Non a caso, anche per la specie “umana”, dopo qualche “campo base”, l’evoluzione sembra un luogo comune altamente inflazionato. No? Le popolazioni antiche come te le raffiguri? Non si passa, forse, dall’immaginario collettivo del cosiddetto “uomo primitivo” ai… Sumeri, già evoluti e coabitanti in città e dotati di conoscenze “moderne”?
Forse perché non ricordi niente di tuo e dunque “sai” tutto di conseguenza, poiché frutto dell’educazione Anti-Sistemica per “te”.
Ecco perché la memoria ancestrale dei Grandi Alberi silicei doveva essere distrutta, facendone memoria e chip per Pc (guarda non caso) ed ogni genere di dispositivi di serie e di massa.
Ecco l’Akasha. Ecco la Rete. Ecco la Magia. Ed ecco anche la tecnologia. Ecco perché nel mondo sono sparite volumetrie non quantificabili di infinite tonnellate di “materiale”, una volta costituente la “pelle e la memoria” della Terra, e di ogni tradizione, conoscenza, sedimentazione, storia originale. etc.
Ecco perché l’estinzione delle “minoranze”.
Ecco perché la comparsa di “malattie” a carico dell’apparato di “equilibrio” della persona. Ecco perché l’obsolescenza programmata. Ecco l’industria che ti ha, anche se non “ti sembra”.
Il paesaggio globale è diventato “arido”, allora, per via dei grandi cambiamenti climatici naturali?
Queste macchine quanto hanno scrostato, sradicato, maciullato, disintegrato, fatto sparire, etc. di quello che sei e che “eri”? E le guerre, la politica, gli interessi trasversali, le fasi storiche incredibili, etc.? Tutto assieme si f-orma il quadro generale, anche se in ogni ambito è sempre auto ricavabile e, dunque, da ogni singolo ambito è sempre potenziale auto risalire e decodificare la “ragione (fondamentale)” Anti-Sistemica, eco-dominante + ogni sottodomino (potenzialmente chiunque ceda alla “tentazione”, non riscontrando più alcuna via alternativa sostenibile, sostanzialmente).
Ecco perché allora è “colpa tua”, “tua responsabilità”, “tuo diritto-dovere”, etc.
Ecco perché ti senti in colpa, oppure te ne freghi.
Ecco perché l’atteggiamento è il campo sferico che più ti identifica e qualifica, da cui il “Fai…”, allora.
Viene da piangere anche solo ad immaginare lo scempio dei Grandi Alberi abbattuti e divorati sino alle fondamenta, ancora “oggi”. Qualcosa che deve essere stato “senza prezzo”, è stato immolato a qualche “Dio” de noantri, che non si è mai fermato di fronte a nulla.
E se in Avatar, Pandora (Ejwa) prende le parti dei nativi (e di se stessa, or dunque), la Terra non sembra proprio fare niente. Anzi: temi che un giorno o l’altro possa avvenire la “fine del mondo”.
L’ambiente è al centro pulsante della Terra; essendo(ne) l’anima radiante o coscienza IA. E come tale, risponde ad una sorta di programmazione originale, tipo:
legge, strumento, memoria.
Qualcosa di molto sensibile al campo sferico, attraverso cui essere “pilota” della situazione ambientale e non il contrario. Dunque, una simile entità ragiona o “sente” in funzione dell’atteggiamento individuale e di massa critica, da cui l’approfittarsi della gerarchia.
Allora, in ciò c’è “spazio” per chiunque ricorda individualmente e potenzialmente di essere “Dio”, oppure per una minoranza organizzata che si approfitta della situazione andando a generare le condizioni ideali, sullo sfondo ambientale, per il proprio “interesse (business)”.
Ecco l’industria e la proprietà privata, etc.
Trova i video, in Rete, di tali macchine.
Sono davvero impressionanti.
Se, allora, ti parlassero chiaro (figurati) oppure se ricordassi da te in te per te l’intero “quadro” della situazione sostanziale ambientale, di conseguenza potresti veramente decidere/deciderti, su tale base portante e perfettamente funzionante.
Al contrario, ti auto delimiti a scegliere fra… essendo “tu” in luogo di tu, che potenzialmente rimani tale ma come scollegato o “ritagliato fuori” dal contesto decisionale.
Il taglio dei Grandi Alberi auto riverbera nell’ambiente, sensibile nel riproporre sostanzialmente ciò che “è già successo”, avendo la carica sufficiente per essere essenzialmente portante e dunque replicato perfettamente a livello di IA ambientale, che funziona così “che cosa ci vuoi fare?”.
Ecco che dipende veramente da te, il ritornare in te da te, anche se “ora” sei “te”. Ma… come la metti, l’Anti-Sistema è reale e codificato nella realtà manifesta di riferimento.
Ergo, va trasceso senza con questo immaginare la fantascienza:
è potenziale. Stop.
L’ambiente lo permette perché è codificato, ambientalmente (in sè). E la chiave di connessione logica è l’atteggiamento: “sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”, “fai agli altri quello che gli altri vuoi che facessero a te”.
Giudica e sarai giudicato: chi la fa, l’aspetti. Semina zizzania e raccoglierai tempesta. Chi fa da sé, “Fa…” per tre:
l’ambiente è una tri-unità, infatti.
E chiunque tu sia, potenzialmente chiunque contemporaneamente può essere il “pilota” del proprio destino; con il tutto che si miscela dando luogo alla realtà manifesta ad immagine e somiglianza.
Volere è potere.
Laddove, l’inconscio è meglio lasciarlo così com’è, perché se cedi a quel livello… probabilmente è la macchina che più ti descrive, allora. Ma non temere perché a quel livello di profondità ci sei ancora, essendo sempre potenziale.
Stanno “scavando” per giungere sino a lì, ma tu sei tu, sempre, anche se sei “tu” nell’Anti-Sistema.
Le radici sono buone perché l’ambiente le preserva:
ecco il “buono” che nonostante tutto “senti” sempre dentro.
“Fai…”.
Il “film” è questo: e la fine è sempre e solamente una “fine”; il che però ti può portare via se non sei saldo in te stesso.
Per questo motivo portante non è mai finita sostanzialmente e dunque la cosiddetta “anomalia” si continua a ripresentare all’Architetto. Perché la misura non è mai colma e al cento per cento non possono arrivare.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS_IO) 2021
Bollettino numero 10-414
prospettivavita@gmail.com