SPS

venerdì 4 gennaio 2019

Carta da parati o ambiente?



Quando ti inondano di informazione, attraverso ad ogni modo, ti succede una cosa curiosa:
ti auto convinci”.
E bada bene che succede mediamente (secondo il rapporto 80/20) e nel “tempo (esposizione)” può succedere anche “poi”. 
In tale modo, non te ne avvedi, ovvero, dimentichi continuamente ciò che (ti) succede, dal momento in cui “è già success3” e deve continuare a succedere, poiché, serve in quanto funzione nel funzionamento (o “natura”). 
Agganciare il funzionamento a ragioni secondarie, svuotat3 (dimenticat3), comporta la creazione di leggi che, poi, regolano il comportamento/atteggiamento non-localmente, dando luogo a status quo che, alla pari del concetto deviat3 di “natura”, è del tutt3 artificiale o di parte, proprietà privata, marchio registrato, etc.
  
Ora, rileggiti ciò che segue e… accorgiti, auto decodificando secondo atteggiamento “formulare” (che cos’è e come si fa? Ti devi svegliare e, dunque, ti serve la sveglia: ecco cos’è. Come si fa a svegliarti? Apri gli occhi. No?):
l'altro pilastro su cui si basa il tipico modo di dis-fare il teatro di Bene è quello dell'impossibilità di una qualunque azione di realizzare appieno uno scopo, se non si smarrisce nell'atto.
L'atto è ciò che tenta di negare, di ostacolare, ovvero sgambetta l'azione, restando orfana del suo artefice
Anche in questo caso abbiamo a che fare con significanti e non con significati…
Link 
Senza entrare nel merito del dettaglio (che è “capire”, o, essere/non essere all’altezza):
accorgiti della sostanza, del significato (anche se attraverso significant3, di riflesso), come nel prendere atto di un panorama, osservando dall’alto abbracciando tutt3 d’assieme, contemporaneamente.
Sfumando ciò che in quell’attimo non aggiunge nulla a tale consapevolezza.
Se (se) “Fai…” in tal modo, ecco che l’espressione “
l'impossibilità di una qualunque azione di realizzare appieno uno scopo, se non si smarrisce nell'atto. L'atto è ciò che tenta di negare, di ostacolare, ovvero sgambetta l'azione, restando orfana del suo artefice” va a significare:
il funzionamento dell’ambiente, che non è l’ambiente bensì (ma) ciò (cosa/chi) ne decreta la “forma” attraverso il funzionamento.
Ossia, la personalizzazione dell’ambiente (imprinting) “resta... orfan3 del suo artefice...” apparentemente e materialmente, seppure cost3i esiste/c'è ancora, nell’assurdo sensat3 della forma non esiste; c’è.
Desumere l’ambiente, ricollegandol3 al concetto di “natura”, serve per farti atrofizzare quella parte di te che contempla il funzionamento, non riconoscendone più alcuna fattezza, ossia, sovrapponendo alla funzione “natura” il funzionamento della Terra (che è potenziale contemporaneo). 
Il “restando orfana del suo artefice...” significa = automazione, continua a succedere, status quo, programmazione, etc. Attributi che sono “finiti” nell’immaginario collettivo “Dio”:
non località, ubiquità, leva, wireless, contemporaneità, etc.
come il non esistere ma esserci, della compresenza eco-dominante, ad esempio ma non casualmente.


L’eco-dominante “è”, infatti, col3i che può anche essersi estint3 – essendo uman3 come te/“te”, ma non per ciò aver comportato ambientalmente la fine della propria giurisdizione, controllo, amministrazione ambientale che, “grazie” al funzionamento “in cerca di autore”… può continuare a succedere, sino al momento in cui qualcosa/qualcun3 ne assume la valenza attraverso l’auto divenire punto di sospensione
Dove, a/in quel “momento” l’eco-dominante diventa intelligibile (conoscibile) e non più… ciò che non reputi nemmeno esistere; essendosi auto res3 inimmaginabile attraverso strategia, che implica la “necessità” dell’interesse particolare, da/in cui lo sfruttamento ambientale che, dunque, assume la forma che supponi di conoscere proprio a tal pro…

È compless3? Qualcun3 può obiettare che, invece, è troppo semplice. Che... non può essere così.
Del resto, il ritornello (nel) “qua (così)” ti sospinge a credere di lasciar perdere, oppure, di non giungere mai ad alcuna conclusione “formulare”. 
Spesso, è molto meglio lasciar perdere, infatti; nel senso di… rinunciare al com-prendere:
qualcosa che libera risorse al fine di ricordare
In che modo? 
Facendo auto deduzione, nella maniera più classic3 o alla Sherlock Holmes, tanto per intenderci.
L’utilizzo della tanto decantat3 “intelligenza”, infatti, se sviluppat3 sempre all’interno del solco dell’aratro, senza avere idea di essere dentro a qualcosa (che implica l’interesse di qualcun3, che può anche non esserci più ma ugualmente e contemporaneamente sempre esistere, in termini di effetti collaterali o di progetto che continua nonostante tutt3 o ogni apparenza, legge, considerazione, etc.) comporta l’allineamento, in ogni “caso”, alla moda/tendenza che più soffia ovunque, considerando l’ovunque come se fosse casa propria e, dunque, proprietà privata.
A differenza di ciò, l’utilizzo dell’intelligenza funzionale all’accorgersi, finalmente, del giro del fumo e della di l3i provenienza fondamentale… permette di mettere a fuoco tutt3 attraverso l’auto deduzione sostanziale, ch’è nell’atteggiamento “formulare” e che permette di realizzare tutt3 ciò che concerne il rendersi conto sostanzialmente, omettendo ogni dettaglio che funge da deviazione/interferenza nei termini di auto offuscamento della “ragione (panorama)”. 
Auto dedurre e non “dedurre”, significa = colmare talun3 “vuoti (di memoria)”, che sono stat3 sostituit3 da analogie (sinonimi) utili al stravolgerne portata e significato (senso). 
Così come ogni concetto che comporta natura, norma, conv3nzione, lavoro, energia, differenza di potenziale, sopravvivenza, etc. Auto deducendo da te in te, di fatto, puoi andare a “rispondere” ad ogni “domanda” atavica che ristagna nell’AntiSistema, senza alcuna “risposta”
E… “nell’attesa della tua venuta…” c’è l’infinito “durante” che prende piede, ovvero, “tempo, spazio e velocità”, assumendo i termini ma non i connotati di una palude, di uno stagno che… come nel piccolo, così è nel grande (e viceversa). 
Ossia, puoi andare a sostituire ogni “pezzo”, essendo intercambiabile o frattale espans3, sino al punto (di sospensione) della cosiddett3 “creazione, origine” da parte di “Dio” che, quindi, se in tale forma (narrazione) non esiste; c’è, allora (allora) è proprio in tal senso significante che va assunt3, ossia, auto deducendol3 in luogo di ritrovarl3, conoscerl3, “toccarl3 con mano”, etc. 



Auto dedurre comporta spostare il pezzo mancante, non essendo un paradosso ma (ma)… ricordare ciò che hai già dimenticat3, in qualcosa dove la memoria proprio non può mai (mai) mancare, essendo tutt3 memoria, memorizzazione, informazione (esperienza). 
Quindi, se non ricordi l’origine, puoi sempre (sempre) auto dedurl3 attraverso ciò che continua a succedere. 
Ok? Non sarai mai sicur3 di avere ragione? Quest3 è ciò che credi, ora... 
Se è troppo semplice o è troppo compless3, sappi che sei sede di incanto e sotto auto possessione altrui. 
Ciò è, altresì, solare o lunare, cioè, come dovrebbe (e deve) essere, nel momento in cui l’utopia riporta a galla il Sistema in luogo dell’AntiSistema. 
Lo so, non comprendi ma (ma)… puoi ricordare attraverso tale elettroshock. Già. Manca solamente un dettaglio a tutt3 ciò. Quale? Tu. 
Non a caso, sei divenut3 “tu”, di modo che l’auto deduzione sia sempre “intelligenza” soggett3 ad essere talento, scarsità, processo mentale elitario, superiore/inferiore, etc. 
Quando, invece, l’intelligenza è solo la punta dell’iceberg nel momento in cui ti chiedi (e non domandi) “che cosa posso ‘Fare…’ attraverso l’intelligenza?”. 
Puoi auto dedurre.
Il che usualmente significa “farti un’opinione che, immediatamente dopo, butti nel cestino della carta straccia”. 
Perché? Perché ti sembra proprio una stupidata
Qualcosa che non merita il “tempo” che hai impiegat3 per… agganciare/pensare. 
Quindi, nel processo di sfumatura dei dettagli, che esula dal campo dell’intelligenza ma (ma) che utilizza tale facoltà per processare il funzionamento, auto deduci (realizzi) che esiste il panorama generale, che complessivamente riassume tutt3, ivi ricompres3 anche cosa “è” ch3 non esiste; c’è
Ecco il modus per far riemergere il ricordo di ciò ch3 “è già success3” nell’AntiSistema, ovvero, la realizzazione dell’AntiSistema stess3, che attraverso intelligenza affine a “se stess3” (ovvero ripiegandosi all’interno del campo gravitazionale eco-dominante), comporta considerazioni a loop che non lasciano nulla al “caso”, agganciando ogni impulso a ricordare auto riconvertendol3 in… pensiero, auto delimitat3 ed auto delimitante poiché agganciat3 alla facoltà elitaria dell’essere più o meno intelligenti.
È ancora la legge del minimo = controllo in prevenzione da “a monte”, laddove ogni processo intelligente che non è anche auto deduzione, non permette di realizzare (ciò/chi non è previst3 che si auto realizzi), omettendo dall’equazione proprio la parte che si è res3 fondamentale, all’interno della propria e condivis3 contemporaneamente equazione o interesse particolare per… te.
Il concetto di potenziale contemporaneo è, dunque, tutt3. E meriteresti proprio di ricordare a partire da “lì”, evitando di ometterne portata, significato e significant3:
ad esempio, quando mi rivolgo a te, attraverso SPS
che cosa si auto realizza, contemporaneamente?
Che… se ci sono cento singolarità (te), in attent3 ascolto/lettura
contemporaneamente, mi sto rivolgendo ad ognun3
utilizzando la particella singolare, te, che va a coincidere con tali cento “casi”.
Se credi che ciò esprima solamente il concetto di leva, d’insieme, di direttamente proporzionale, di moltiplicazione o divisione, di matematica, algebra e/o tutt3 ciò che “sai” e che dunque credi di “conoscere”, allora (allora) ti manca davvero “cinque per fare sei” = sei sotto all’effetto di sostanze stupefacenti che l’industria ti vende liberamente attraverso il Mercato, ch’è auto regolamentat3 da quali tipi di legge?
Da ciò che “è” chi ha ogni interesse a continuare che tutt3 ciò succeda, poiché, il proprio interesse viene sempre prima, e, di conseguenza… farà tutt3 ciò che reputa necessario al fine di continuare a goderne il frutto del proprio impegno, che è totale ossia un atteggiamento particolare che permette di decidere per sé cosa sia meglio e/o peggio, in barba ad ogni legge che altresì la Massa si deve invece sobbarcare, avendoci a che “Fare…”.
L’auto imbrigliamento di tale stampo, non risulta evidente perché non esiste; c’è
ad immagine e somiglianza. Ergo:
ecco la “risposta” che non ti viene mai (mai) fornit3 da chi è proprio l’AntiSistema e che dunque si guarda bene dall’auto denunciarsi pubblicamente
Da tale punto di sospensione, esclusiv3, è logico andare ad azzerare e rendere “impossibile” il potenziale contemporaneo. 
È logic3 poiché la forma gerarchica è la leva a piano inclinat3 che permette il controllo comodamente, dal “salotto di casa” senza colpo ferire. È come emettere un sol3 ordine e magicamente (funzionalmente) mettere in azione tutt3. 

Qualcosa che la tecnologia ti ha reso evidente. No? 
Dunque? Ecco(ti) nel momento in cui devi auto dedurre, “osando”:
“Fai…” in tal modo.
Sii “formulare”, allora.
Se non conosci, credi di non sapere. Quindi, hai già dimenticat3, poiché, “è già success3” e dovevi proprio dimenticare, trasformando ciò a livello di inconoscibile
Ti crogioli in tale auto esposizione, mentre “tutt3 scorre”, o, tutt3 si trasforma senza cambiare sostanzialmente, con buona pace di ogni filosofia che in tribunale non conta nulla, poiché, la magistratura è intelligente e non auto deduce formularmente”.
Al limite l’auto deduzione tribunale fa le veci della legge, ch’è una forma di controllo secondo “natura” (qualcosa che sai essere, però, come carta da parati e non l’ambiente, che esprime funzionamento o meglio qualcosa che non è una risorsa da sfruttare quando ognun3 è contemporaneamente in grado di auto ricordarne tale fattezza fondamentale).








Dunque, non ricordi
Ma (ma) puoi sempre riempire il vuoto, agganciando il significato vacante... attraverso auto deduzione che poi comporterà… la ricomposizione mnemonica, essendo la memoria informazione che dà luogo all’ambiente e che, di conseguenza, l’ambiente “è” e conserva vividamente.
Il “è già success3”, per forza di cose è memorizzat3 ambientalmente, essendo ovunque.
Te ne devi “solamente” accorgere.
Il che prevede di essere “formular3”, perché altrimenti tutt3 di/in “te” si comporterà come da guastatore, deviatore, interruttore, distorsore, etc. facendo le veci di chi non esiste; c’è.
Ogni componente industriale, ad esempio, è sottoDomin3 = sotto all’effetto dell’eco-dominante. 
Per tale motivo il comportamento è contemporaneamente “globale”, ovvero, affine al sopravvivere ed attent3 alla “necessità” lavoro/denaro.
L’eco-dominante sfrutta il funzionamento ambientale, che non è l’ambiente, di modo che… l’imprinting possa essere e rimanere globale, avendo catturat3 chiunque nella Rete della gerarchia, che è la forma migliore per controllare tutt3 in leva, senza muovere un muscolo e senza che foglia non si muova (se non c’è l’interesse che l3 fa smuovere).
Lo so. Lo so
Sono un pazzo. Uno che ci prova. Qualcuno che non ha voglia di lavorare, ma… ti chiedo, dieci anni di scrittura quotidiana non è, forse, qualcosa che puoi riconoscere anche come “lavoro”?
Chi scrive perché è pagat3 per scrivere, non lavora? Sì, che lavora. Dunque:
chi ti sta scrivendo da dieci anni, non è disoccupat3. Vero?
Perché, in assenza di stipendio, non dovrei lavorare?
A parte che mi va bene, perché non considero lavoro ciò che “Faccio…”. Però, la questione riguarda ugualmente anche tale ambito, perché significante e significativ3:
che cosa consideri “lavoro”?
Perché mi devo definire disoccupato, se “lavoro” quotidianamente impiegando ciò che viene considerat3 usualmente “tempo”
Fai attenzione perché, ciò fa la differenza nel momento in cui tu/“tu” t’informi e vieni a sapere che Davide Nebuloni “non è nessuno” per una serie di considerazioni in cui auto de/ri-cadi, a livello di titolo di studio, attività, posizione sociale, etc. 
Ossia, l’apparenza al potere. Lo sai molto bene che “qua (così)” chi emerge deve qualcosa a qualcun3. No? 
Puoi togliere una piccola percentuale alla somma, ma (ma) il significato non cambia:
tale “debito” conta (è una relazione di dipendenza) e, dunque, impedisce lo scorrimento di una cert3 informazione, a scapito di ciò che potresti auto dedurre e ricordare da te in te.
Senza il riconoscimento di chi amministra il “diritto a/di…”, non puoi emergere (al fine di incidere a livello di Massa e non per sfruttarne la compresenza). Ergo:
ecco la democrazia e la libertà a/in cui sei s-oggett3 nell’AntiSistema.
L'ambito della definizione di lavoro è portante, poichè, dal momento in cui inizierà l'erogazione del reddito di cittadinanza, chi non ha lavoro potrà riceverne l'assegno, sino al momento in cui verrà reintrodotto nel mondo del lavoro e, soprattutt3, nella mansione che non corrisponde a ciò che farebbe anche gratis
Ossia, una forma di discriminazione sociale, virale.
Ci tornerò. Non ti preoccupare. 
Se riesco, preparerò della documentazione a tal pro ed al fine di fare emergere un'intera classe di lavoranti insospettabil3, che fanno ciò che sono e che, dunque, se nell'AntiSistema occorre denaro per sopravvivere, allora (allora) costoro hanno diritto ad essere pagati per ciò che fanno.
In che modo? Attraverso il riconoscimento di reddito che è lo Stato che deve pagare, dal momento in cui è promess3 anche a livello di Costituzione.
Nei Tg ti fanno vedere, ogni volta, una foto sgranata (che manco una macchina fotografica da discount del secolo scorso…) affermando che si tratta del tal corpo celeste, etc. etc. etc. 
A livello globale quella foto passa in rassegna i ranghi, che si mettono sull’attenti facendo attenzione e provando emozion3, che in qualche modo auto espongono a/in tale auto suggestione.

Eppure, quando foto analoghe – sgranate – che ritraggono forme particolari ed “impossibili”, ti vengono date in pasto attraverso canali secondari, tutt3 ciò viene auto definito (ed ecco il risultato dell’azione precedente) come complottismo, pazzia, paranoia, malattia, etc.
Ma come? La stessa foto sgranata, ottiene risultati tanto diametralmente opposti?
Chiediti, allora, “che cosa significa”.
Quando devi crederci va bene tutt3. Quando non devi crederci non va bene niente. Ma tale processo descrive “te” e non te. Per ciò esiste l’espressione “conosci te stess3”:
ricordati da te, di te (auto deduci-ti, ri-conosciti).
“Fai… in tal senso, anche se non ti sembra averne alcun3”.
Si tratta di insistere, ossia, di continuare ad essere coerentemente con ciò che senti di essere e che attraverso l’atteggiamento “formulare” puoi, allora, auto esprimere, senza avere alcuna “necessità” che esista qualche funzione di Stato o privat3 che faccia tutt3 ciò al posto tuo, trasformandoti/mantenendoti nella versione edulcorata “te”.
Carmelo Bene dice che:
"...osceno vuol dire appunto, fuori dalla scena, cioè visibilmente invisibile di sé..."…
Così come non si è nati per propria volontà… similmente si è succubi del linguaggio che dispone di noi, e di cui non ne disponiamo attivamente;
infatti Carmelo Bene dice, facendo proprio quanto già ribadito da Lacan…:
"quando crediamo di essere noi a dire, siamo detti…".
Contrariamente alla grammatica della lingua, nel linguaggio il soggetto è colui che subisce, che è assoggettato
Link
Bene avverte nella coscienza dell'essere e dell'esserci una forma di strabismo che ci identifica in ciò che in effetti non siamo e non possiamo mai essere.
Essere cosa? Se tutto è in divenire? Carmelo Bene ripropone i tre assiomi di Gorgia:
- nulla esiste
- e ammesso che qualcosa esista, non potremo mai conoscerlo
- e pur ammettendo che fossimo in grado di conoscerlo, non avremmo alcuna possibilità di poterlo comunicare.
In questi tre paradossi gorgiani è facile rintracciare i concetti di assenza, irrappresentabile, incomunicabilità, che caratterizzano il teatro e la pragmatica filosofia di Bene…
Link
Ecco il “limite”:
l’adesione all’AntiSistema (anche se non sembra, è).
Nulla esiste.
E ammesso che qualcosa esista, non potremo mai conoscerlo.
E pur ammettendo che fossimo in grado di conoscerlo, non avremmo alcuna possibilità di poterlo comunicare…
Tutt3 ciò è condivisibile ma (ma) quando sei “formulare”. In ogni altr3 “salsa”, tutt3 ciò è distruttiv3 per te, lasciando in piedi solo ciò che è (in) “te”.
Nulla esiste = puoi essere in una neuro simulazione, che non esiste; c’è.
Non potremo mai conoscerl3 = auto delimitazione, ovvero, controllo da parte della compresenza che ad immagine e somiglianza non esiste; c’è.
Non avremmo alcuna possibilità di poterl3 comunicare = auto disinnesco, che prevede l’essere AntiSistemici in luogo di “formular3”.
Aggiungi, allora, ciò:
non sai perché non ricordi
ma
l’ambiente “è” memoria
dunque
non puoi dimenticare per sempre
ergo
ricordi l’origine (il “è già success3” e continua a…) anche attraverso la memoria ambientale
che, dunque, devi auto decodificare “formularmente
al fine di… spostare il significato all’origine che, dunque, ritorni a ricomporre anche in termini di ricordare
a prescindere da… se ti consideri più o meno intelligente.
Così come sei dotat3 di “gambe”, ad esempio, utilizzi le gambe per… Ok?
Ci sono gambe più forti di altre?
Non importa, perché comunque riesci a muoverti ed a stare in piedi, in equilibrio.
Ci sei?
   
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2463
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