“Ci stanno rendendo pro-ciclici…”.
Luigi Spaventa
“L'atteggiamento pro-ciclico è quello di chi rema sempre nella direzione sbagliata…”.
Warren Mosler
La massima “il trend è tuo amico”, comporta che tu lo segua.
Ora… farlo in una sessione di trading speculativo, non è la cosa più semplice (poiché comporta l’avere trovato una “miniera d’oro”), ma (ma) detto comportamento (in ogni ambito, compreso il trading), invece, è quanto di più auspicato (previsto) dalla sotto-dominante (poiché è come organizzare una festa ed attendere un gran numero di partecipanti).
Senza invitat3 (che rispondono concretamente), la "festa" fallisce nel proprio intento:
festeggiare? Divertirsi. No (al livello che conta).
Quale, allora?
Nonostante le spese, creare un indotto e realizzare un interesse:
il proprio (il "motivo della festa").
Dunque. Il “pifferaio magico” ha sempre un gran seguito, dato che è necessario.
Perché, allora, non generare robot che assolvano allo stesso “compito”, senza per/con questo “potenzialmente” rompere le uova nel paniere? Tempo al tempo...
Perché 1) l’umanità è al tempo stesso, già, un organismo artificiale, infatti 2) si narra di una certa “creazione” e 3) qualsiasi organismo artificiale, nel tempo, viene sviluppato indirettamente ad un livello tale da iniziare a “percepire in maniera diversa, rispetto alla programmazione”.
Ossia, 4) a percepire l'esatto grado di realtà manifesta, sostanziale, nella quale "è/sei" (memoria frattale espansa, che esclude la possibilità di Dio, ma non quella della dominante, in quanto origine della "rigenerazione - generat3, non creat3").
Puoi giungere a percepire questo grado dell’interazione tra le parti?
Quando l’astrazione diventa estrazione di valore altro.
Quando scatta qualcosa, dentro, che esula da ogni giogo previsto.
Quando la specializzazione diventa un isolamento tra le parti e, nonostante questo, esiste sempre e comunque un livello d’assieme non convenzionale.
Quando la “coperta è troppo corta” anche dalla prospettiva del controllo.
Quando sfugge sempre qualcosa, che non è solo quello che ti attendevi, seguendo minuziosamente il protocollo.
La storia umana è “cosa” antichissima, della quale – “ora” – sai (ricordi) davvero poco.
Siamo nell'ordine (usuale) 80/20, meglio, 90/10, più esattamente 99/1.Ma (ma) a tuo vantaggio c’è sempre la caratteristica ambientale infrastrutturale della memoria frattale espansa, che per effetto leva, ti permette di ricostruire tutto partendo da qualsiasi situazione che, in questo momento, ti caratterizza.
Non solo:
permeando ogni ambito, anche se versante in condizioni di assoluto controllo dominante.
Evitare di prendere in considerazione tale “memoria”, equivale al rinunciare alla collaborazione del tuo più fedele alleato.
Per come stanno le cose “qua, così”, viene spontaneo ripensare tutto in chiave di “è già successo”. Ossia:
sei nel dopo qualcosa (un immane evento, nel senso che è stato globale)
e
qualsiasi sia stato l’evento
“ora (un eterno momento di tempo immemorabile)”
consegui rispetto a qualcosa che non è simile ad un “capezzale”
quanto, piuttosto
consegui rispetto a qualcosa che “non risulta come” dominante.
Ti viene ricordato, ed hai imparato a ricordare in questo modo, il Big Bang e la “Creazione”, ad un certo livello scientifico/religioso deviato.
Ma, non ti limiti solo a questo.
Infatti, credi che la storia umana sia costituita da una serie di imperi che nel tempo si sono auto susseguiti, gli uni sulle ceneri degli altri, senza fine di continuatività e, soprattutto, in maniera del tutto slegata, quasi senza senso (unico portante).
Eppure, se ti accorgi, ogni “singolo episodio” costituisce una tessera del mosaico “qua, così”.
Cioè, nulla sembra essere fuori posto e tutto sembra avere un senso unico di scorrimento.
Ovvio che per te questo sia piuttosto indigeribile, dato che eviti accuratamente di soffermarti sul luogo comune “compresenza immanifesta dominante”, non riuscendol3 nemmeno ad immaginare (figurati, quindi, se puoi tenerl3 in considerazione nei “tuoi” ragionamenti anche più “spinti”).
La storia umana ricordata è quella riportata (studiata a memoria) nei libri di testo ed in ogni “opera” realizzata - in seguito (sull'onda, nell'onda) - sempre “qua, così”.
È fuori da ogni questione che 1) ciò che studi, relativamente all'umanità, sembra provenire da una forma di primitività, che prosegue verso una forma di civiltà sempre più organizzata, che 2) sia intercorsa, e sia tuttora in corso, un certo grado di evoluzione e che 3) nonostante tutto, non mancano dei ritrovamenti che risultano come “al di fuori del tempo scandito dalla regolarità del passo storico convenzionale”.
Che cosa significa.
Che non tutto è dichiarato sul “tavolo”, dal Banco.
Stai giocando a qualcosa e in qualcosa, le cui regole sono piuttosto dubbie, dato che ne conosci solo una parziale rappresentazione. E quelle che “ti mancano” sono quelle sulle quali si è edificato il “castello di carte” reale manifesto “qua, così”:
l’AntiSistema.
Ti manca qualcosa. Qualcosa che “pesa”, eccome.
Ergo:
questa dimenticanza è causale (ossia, causata).
Da cosa (chi)?
Ogni volta che “stringi il cerchio”, la mente ti “spara” altrove. Come se, così, è previsto. Come per un comportamento hackerato, che esegui comunque... seppure accorgendoti, per contrasto, che c’è qualcosa che non va.
Come se tu fossi una macchina dotata della capacità di astrazione, ossia, in grado di accorgerti e registrare anche quell'ambito, ufficialmente, non riconosciuto poiché “inconoscibile”.
Trattare la forma reale manifesta “qua, così”, dimensionandola in funzione della dominante, equivale al più potente livello di astrazione possibile:
Oltre Ogni Orizzonte = riconoscere (ricordare) l’irriconoscibile (l’inconoscibile), il “è già successo” momento dominante “a monte” del “qua, così”.
Significa l’andare avanti, fermandoti.
Il segnare il passo, poiché la situazione lo richiede. Ma “quale situazione”? Quella che elabori facendo la differenza tra quello che “senti” ed “ascolti/vedi”:
uno “spessore” che ti identifica ed identifica
aggiungendo valore universale “formulare”
giustizia ad angolo giro.
L’estinzione dei dinosauri narra della fine di un’epoca. Le grandi glaciazioni ti vengono riferite come lunghi periodi di tempo, nei quali non è successo assolutamente nulla, dal punto prospettico dell’umanità (se non inquadrata nella filologia sequenziale convenzionale).
Quello che sembra essere stato il “Diluvio”, che cosa è stato? Gli sconvolgimenti che hanno portato gli oceani laddove non c’erano e viceversa, che cosa significano?
Che “è già successo”. E che quel “momento” ha, poi, caratterizzato tutto ciò che è seguito (non essendo per nulla affatto "solo" passato). Quindi:
che cosa sai? Quello che ricordi.
Ma, in quale percentuale ricordi “ora”?
Lo ricavi indirettamente, utilizzando – anche in questo ambito – quella sorta di strana “costante ambientale” 80/20:
un rapporto di concatenamento degli eventi
che ti ricorda molto di più, rispetto all'apparenza.
L’80 per cento delle “cose”, dipendono dal 20 per cento degli eventi.
Il 20 per cento del potere, determina l’80 per cento dei “fatti”.
Non a caso, il concetto di “vertice” è un luogo privato:
infatti, lo immagini come l’estremità di una forma piramidale (il simbolo del potere)
un luogo “piccolo”, ricavato per poche persone... se non solo per una.
Qualcosa che “fa a botte”, all'inverso, con la sede fisica di un imperatore:
con la propria reggia, palazzo imperiale, dimora simbolica celebrativa, etc.
un luogo” grande”, ricavato per poche persone... se non solo per una.
Ergo:
piccolo e/o grande
sono concetti esatti
sullo sfondo di qualcosa che sfugge
ossia
l’orientamento (determinato dal fatto che “è” la dominante che sfugge alla “tua” attenzione/ricordo/esperienza).
8 italiani su 10 stanchi della routine, vie di fuga fuori da mode…
In questa rappresentazione, gli italiani si dicono disinteressati alle mode del momento, nel 60% dei casi, per essere più trasparenti (97%) e non uniformati agli altri (97%)…
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Non hai la minima consapevolezza di quello che ti succede se sempre “qua, così”.
In un luogo comune sempre “alla moda”, anche quando meno lo sembra.
Del resto, quante generazioni di “giovani rivoluzionari” si sono auto succedute, nel tempo, senza che – nella sostanza – sia cambiato qualcosa? Infinite, ossia, tutte.
Qualcosa che continua a succedere, perché nulla s’interpone – in alternativa sostanziale – a fermarne un simile incedere ed incidere.
Ogni persona, prima o poi, “si allinea e si copre”.
E non importa quanti tatuaggi hai sul corpo. Perché ogni tuo crederti divers3, ribelle, migliore, unic3, etc. non coincide con quello che diventi “qua, così”, nel tempo.
Sì, perché alla “fine”, non importa nemmeno come hai vissuto, dato che sei solamente sopravissut3…
Certamente è così. Perché sei in un “unico grande ciclo (dominante)”.
Qualcosa che non trovi scritto da nessuna parte, se non in questo spazio (potenziale).
Qualcosa che i libri di storia deviata non possono nemmeno riuscire a concepire e riportare.
Qualcosa che abbraccia tutt3 e che è ben lungi dall'essere già finit3, terminat3, conclus3.
Qualcosa che mette in fila (ordina) ogni singolo episodio convenzionalmente descritto e, quindi, depotenziato, disinnescato e delimitato.
Quando pensi al teatro ed al cinema, riesci ad immaginare il livello della Regia? Probabilmente, sì.
Ma... mentre assisti allo spettacolo... della compresenza immanifesta della Regia non hai il più pallido pensiero (ricordo, attenzione, consapevolezza).
Eppure, è da “lì” che il tempo viene scandito.
E quando la Regia è applicata all'ambito televisivo?
Quale prospettiva viene mandata in onda?
Quella che esista tra diretta e differita:
la possibilità di intervenire, nella pianificazione e trasmissione, qualora qualsiasi imprevisto lo richiedesse.
La frattalità espansa (questa sorta di “colla universale”, che tiene traccia di ogni evento) ti permette sempre di “riuscire”.
Laddove non ti accorgi che/di… è, quindi, sempre possibile accorgerti, osservando ed applicandoti in un altro ambito (contesto), che in un certo senso ti riporta, ancora, lo stesso tipo di informazione “relativ3 a…” ma, più libero di potersi manifestare ed incidere al livello della tua attenzione.
Perché questa maggiore “libertà contestuale”?
Perché la ragione fondamentale dominante è alle prese con la memoria frattale espansa (che utilizza in leva qualsiasi situazione, al fine di portare ad emersione l’informazione relativa all’assoluto “è già successo”).
Qualcosa che è più di/che un imprevisto:
qualcosa che “è” un pericolo costante
per l’interesse della dominante.
Qualcosa che l’ha spinta ad intervenire su di te, in maniera tale da creare un “collo di bottiglia”, tale da permettere un condizionamento dell’essere, in maniera tale da decodificare parzialmente l’informazione ambientale frattale espansa.
In macroeconomia il ciclo economico è l'alternanza di fasi caratterizzate da una diversa intensità dell'attività economica di un Paese o di un gruppo di Paesi economicamente collegati…
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Prociclica:
una politica monetaria o una regola contabile o finanziaria sono procicliche quando esse accentuano l'andamento normale di un ciclo economico, spingendolo ancora più in alto durante la fase ascendente e accentuando il suo andamento verso il basso durante quella discendente…
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Sono procicliche quando esse accentuano l'andamento normale di un ciclo economico (quando lo seguono e lo “incrementano”).
Sempre “alla moda”, dunque.
L'idea della fuga di capitali è anch'essa un'idea arcaica e sorpassata, legata al gold standard, ma è un problema inesistente oggi.
Le banche agiscono da intermediari nei confronti della Banca centrale, ma i soldi restano nella Banca centrale:
cambia soltanto il nome sul conto corrente.
Un esempio:
Joe negli Usa compra denaro da José in Messico.
Tutto quello che succede è che sul conto il nome, da Joe, diventa José…
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I soldi restano nella Banca centrale:
cambia soltanto il nome sul conto corrente…
Lo Stato sovrano è l'unico a poter emettere moneta, non c'è nessun altro che possa finanziarlo. Quindi, lo Stato prende a prestito la sua stessa moneta dopo averla distribuita…
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Lo “Stato (sovrano)”? Fai attenzione sino a quale profondità l'arcano "è già" arrivato.
La realtà manifesta “qua, così” è come un foglio digitale, quando risponde ad una sua programmazione che, dunque, è stata “già” implementata.
Osserva un foglio Excel, ad esempio.
Quando ne apri uno nuovo, hai di fronte a te tutto il potenziale del programma ma, in una maniera neutra ed in attesa della tua necessità.
Così, inizi a programmare le singole celle, di modo che il tuo problema venga riflesso, analizzato ed elaborato.
Ma, quando compri una applicazione sviluppata per Excel, allora il potenziale del software è come distaccato da te e da quello che puoi “fare”.
Infatti, a quel punto, dipendi dal programma che lo ha polarizzato, usandolo in maniera delimitata ed utile ad una sola prospettiva d’uso…
La realtà manifesta “qua, così” è identica nella sostanza.
È già stata lottizzata. Per cui, non ne scorgi più il potenziale, il carico da novanta, la versatilità, la funzionalità più espansa.
Questo spazio (potenziale) ti aiuta, allora, a tornare a…ricordarl3.
“Il problema non è come arrivare al vertice. Il problema è il vertice…”.
Billions
“Il suo staff non sa di loro. Ma ci sono…”.
Billions
Che cosa è un “ritrovato”, appartenente ad un’altra epoca, se non sai a cosa serve e quindi non sai cosa è?
Se sei distante da ess3, attraverso la barriera del tempo, che cancella tutto, se è previsto… non sai nulla del “ritrovato”.
Per cui, chiediti che cosa sono tutte quelle cose che popolano i musei al giorno d’oggi, senza la particolare "energia" che è ancora in grado di farle funzionare originalmente.
Ad esempio, una chiavetta Usb, senza il ricordo dell'energia elettrica e senza un computer, del tempo, che cosa sembrerà, fra qualche secolo? Un "ritrovamento" senz'anima e, quindi, con il senso che verrà attribuito poi. Una sorta di feticcio, come oggi sembrano tutti gli oggetti, gli orientamenti, le tipologie di costruzione, i riti, l'arte, etc.
Un auto disinnesco "bello e buono", sulla scorta della trasformazione della lingua ufficiale, che corrisponde alla censura più efficace:
quella che divide come una lama e getta via tutto ciò che sembra superat3 (da dimenticare).Internet è come lo Stato:
una invenzione, che delinea uno spazio pubblico apparentemente libero.
Comprendendo cosa è Internet, allora, puoi avvicinare anche il concetto di Stato. Non solo...
Cosa sono i conti correnti?
È uno spazio, un foglio elettronico, un database, etc.
Come Excel.
Quando sposti un conto corrente, non lo fai fisicamente.
Rimane esattamente dove è. Cambia solo l’intestazione.
Non si muove nulla, poiché il tutto è fisso e c'è l'idea del movimento...
La mente è come Internet. Lo schema è sempre quello:
server – client (nodi). Controllo.
Chi è l’amministratore?...
Come l’Europa, gli Usa, il globo intero.
Se la "Rete" è libera e non scorgi nessun proprietario, che cosa ne deduci?
Che non esiste nessuna proprietà privata.
Eppure, lo sai molto bene che – all’opposto (come al solito “qua, così”) – sei spiat3 usualmente.
Allora, tutto questo ritorna a sfuggirti, proprio come nel caso – guarda non caso – dello Stato, che sei tu… anche se tu non sei lo Stato.
Le banche condividono i debiti e privatizzano i guadagni, appoggiandosi al concetto di Stato, la cui Costituzione recita che “è il popolo”.
Una diabolica invenzione di comodo. Non c’è che dire.
Le radici iniziali di Internet furono create al Defense Advanced Research Projects Agency con il supporto di ufficiali del governo come una rete di ricerca finanziata dagli Stati Uniti (dunque finanziata con soldi pubblici) e governata da una Acceptable Use Policy (Aup) che proibiva attività commerciali.
Nei primi '90, essa fu privatizzata e la Aup venne cambiata per ammettere utenti commerciali.Il principio end-to-end di Internet, coniato già nel 1983, sostiene che l'intelligenza della rete non esclude la necessità di intelligenza nei nodi terminali (end systems)...
il che permette alla rete di essere "stupida" (dumb) e funzionale per molti scopi diversi…
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La Defense Advanced Research Projects Agency (nome inglese che tradotto letteralmente in italiano significa "agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa"), più conosciuto con la sigla "Darpa", è un'agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare…
Link
All'origine c’è (non, c’è stato), e rimane, l’interesse militare.
nei primi '90, essa fu privatizzata e la Aup venne cambiata per ammettere utenti commerciali
il che permette alla rete di essere "stupida" (dumb) e funzionale per molti scopi diversi.
Quali sono i “molti scopi diversi”?
Sono certamente stratificati nella gerarchia. Ergo:
il “è già successo”
ha plasmato la “forma”
e l’”uso militare” non è mai venuto meno (l'intelligenza della rete non esclude la necessità di intelligenza nei nodi terminali… il che permette alla rete di essere "stupida" (dumb) e funzionale per molti scopi diversi…).
È… sempre… lo… stesso… schema (che si auto ripete).
Inizia perlomeno a scorgerlo, tra i flutti e i marosi, nel bello e nel brutto tempo, nella bonaccia e nell'assolata giornata, quando tutto ti sembra… meno quello che esattamente “è”.
Smetti di remare sempre nella direzione sbagliata, alias, a favore di corrente (costantemente in ritardo) in quella differita che è la “tua” vita “qua, così”.
Una forma di sopravvivenza a fondo perduto.
“Fai…”.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2071
Tutto bene Davide? Hai smesso di pubblicare i Bollettini? Spero ogni bene per te. Ciao.
RispondiEliminaCaro Spartan, sì... bene, grazie. Problemi di "linea" :)
RispondiEliminaAvanti coi Bollettini...
Un caro abbraccio. Serenità