SPS

mercoledì 3 febbraio 2016

La grande telenovela.

 
 
Novela (dal portoghese) = romanzo (il termine romanzo, inteso sia come genere letterario sia come aggettivo attribuito alle lingue neolatine, i cosiddetti volgari, trae le sue origini dal francese antico e in particolare dall'aggettivo romanz, derivazione dell'avverbio latino volgare romanice ed assimilabile all'espressione "alla romana". Dopo la caduta dell'Impero, tutti i cittadini di origine romana parlavano il "romanice" e il suo adattamento "romanz" diventò così un termine per indicare senza distinzione il volgareLink).
Volgare = Proprio del volgo, cioè lo strato sociale culturalmente ed economicamente più svantaggiato; non scientifico; rozzo; lingua che deriva dal latino e vi si contrappone...

Dal latino: vulgus popolo, plebe, massa.
Questa parola nasce in tempi remoti per discriminare alta e bassa società. Il (vulgus) era la massa povera e illetterata, che portava con sé tutta una serie di connotati ulteriori, come i modi rozzi, lo scarso discernimento, l'assenza di attività e gusto intellettuale, la lingua scarna e storpia…
La Massa “vale”, tuttavia.
Tanto che, lo puoi capire osservando il meccanismo delle telenovelas, ad esempio.
In Brasile non c’è la televisione pubblica ed il mercato, enorme, è suddiviso tra almeno 4 reti con segnale presente in tutto il paese:
Globo, Record, Band, Sbt.
La rete Globo è leader indiscussa dell’audience.
   

È un’impresa efficiente ed organizzata che cavalca il Brasile da decenni e che aiuta a creare opinione soprattutto negli strati meno istruiti e più poveri della popolazione.
Un’impresa che è sopravvissuta al Regime Militare e che appoggia indifferentemente questo o quel politico in funzione di interessi generali legati al suo mondo, ai suoi partners commerciali o appena alle idee del board che dirige l’azienda.
Costantemente elogiata e criticata, ma comunque sempre citata, Rete Globo è un elemento portante della cultura e dell’informazione brasiliana e le sue posizioni hanno un peso rilevante nella formazione delle idee degli strati più poveri della popolazione.
E come alimenta questa posizione di leadership dell’informazione la Globo? Con le “novelas”, appunto.
Da metà pomeriggio fino a notte inoltrata la programmazione prevede una novela dopo l’altra appena interrotte dai telegiornali locali, 15 minuti, e dal telegiornale principale alle 20.30 che dura 45 minuti circa.
Certo Globo produce anche altre trasmissioni di un certo interesse, ma le colloca abbondantemente dopo le 23.
E così dalle 16 in poi è un susseguirsi di novelas ed a volte si usano persino vecchie novelas di successo per riempire il palinsesto “vale a pena ver de novo”.


La logica sociale è molto semplice.
Le classi meno fortunate lavorano tutto il giorno, anche con lavori pesanti ed arrivando a casa gli si propone lo svago di una cosa semplice, ben fatta e che colpisce i sentimenti più naturali. Un po’ d’informazione locale e nazionale e poi la novela star, quella che affronta temi più attuali, come per esempio droga e omosessualità, ma sempre con impatto blando.
Poi questo popolo deve andare a dormire perché chi lavora si alza presto.
L’altra parte della popolazione, culturalmente ed economicamente superiore, ha a disposizione altri prodotti televisivi, sempre ben fatti perché non è sulla qualità che si può criticare la Globo, ed al posto della novela appare la fiction in poche puntate secondo i canoni dei telefilm americani.
Negli anni la novela ha assunto un ruolo fondamentale nella vita dei brasiliani ed oggi la novela trasmessa dopo il telegiornale delle 20.30 detta i tempi della serata che si divide in prima e dopo di essa. Persino gli incontri di calcio, trasmessi generalmente dalla Globo, cominciano dopo la novela serale.
Ovviamente i grandi inserzionisti pubblicitari, quelli dei prodotti di largo consumo, pagano cifre altissime per avere la propria pubblicità all’interno delle interruzioni durante la programmazione della novela e la Globo del tutto lecitamente incassa.
Negli anni ho sempre ritenuto assurdo questo stato di cose; tutti sappiamo che la televisione è un mezzo che può influenzare e manipolare le idee, i pensieri e persino le convinzioni di chi ascolta, ma quello che accade qui in Brasile non ha eguali nel mondo europeo che io conosco
Ma il problema più grande è che gli stessi brasiliani, per lo meno una grande parte, difendono questo stato di cose e se criticano la Globo non lo fanno certo perché trasmette di fatto solo novelas.



E la rappresentazione continua mostrando un Brasile che non esiste, eliminando la povertà con un colpo di spugna, dove tutti studiano, tutti lavorano, le fogne funzionano e coprono l’intero territorio, la corruzione è un male comune a tutti i Paesi del mondo, ed i problemi reali sono legati ai tradimenti amorosi.
Nella Novela appunto...
Link
Dipendenza. Apparenza. L’intrattenimento della Massa, genera interesse sotto ad ogni aspetto. È come inondarla di “tranquillanti”, nel senso di “orientamento y disinnesco”.
E tutto ciò corrisponde ad un “piano, progetto, intenzione… dominante la Massa (non solo quella “volgare”, bensì, tuttaparte per parte).


Gli stranieri sono accolti straordinariamente bene dai brasiliani.
Ed in particolare gli italiani:
senza dubbio influisce l´emigrazione di massa avvenuta tra la fine dell´800 e l´inizio del 900 che ha portato milioni di italiani in Brasile contaminandone la cultura, la storia e l´intera società
I dialoghi sono infarciti di parole ed espressioni italiane, spesso anche colorite (“schifoso”) o addirittura molto volgari (“troia”) di cui molto spesso i brasiliani non conoscono il significato. E infatti non sono mancate le lamentele alla produzione per l´uso massiccio di termini di difficile comprensione.
Si pensi all´impiego della parola “prego” (“de nada” in portoghese) che ha generato molta confusione tra gli spettatori portando ad un ridimensionamento del suo uso
Tutti i giorni, alle 20, orario d´eccellenza per questo tipo di trasmissioni, decine di milioni di brasiliani seguono le…
Link
Per frattalità espansa = “i dialoghi sono infarciti di parole ed espressioni… di cui molto spesso i brasiliani non conoscono il significato”. La stessa cosa che succede a tutti coloro che non conoscono l’inglese (lingua alla "moda") e che canticchiano testi “che non capiscono”, perché la sonorità rende tutto “orecchiabile, ritmato, coinvolgente”. Un po’ come il profumo di un buon piatto di… all’interno del quale “ci può essere di tutto”. Come l’avvolgere ogni pietanza nel ketchup o nello zuccherare o salare “quanto basta”, ovverosia, “in abbondanza”.
Apparenza.



Ignorando il “potere della pronunciazione (evocazione, incisione)”, cosa generi e/o rigeneri?
  • emettere con la voce i suoni di una lingua, articolare
  • dire, proferire
  • dire pubblicamente o solennemente
  • esprimere, manifestare
  • nel linguaggio giuridico, emettere ufficialmente, promulgare
  • pronunciare i voti, assumere solennemente gli obblighi entrando in un ordine religioso
  • annunciare
  • manifestare la propria opinione su qualcosa; dichiararsi
  • nel linguaggio giuridico, emettere una sentenza.
Dal latino pronuntiare "proclamare, annunciare pubblicamente"...
Link
C’è un po’ di tutto, ma sempre evidenziando un significato sottile e sostanziale, alla base:
  • dire pubblicamente o solennemente
  • assumere solennemente gli obblighi entrando in un ordine
  • annunciare
  • manifestare la propria opinione su qualcosa
  • dichiararsi
  • nel linguaggio giuridico, emettere una sentenza
 
È, dunque, qualcosa di “portante”. No?
SPS intende sempre essere estremamente “chiaro (comprensibile)”, non tanto per come si esprime (cosa che si affina nel tempo e che dipende, anche, dalla tua “prospettiva/presenza/lente frattale espansa”), quanto percosa intuisce a livello frattale espanso (un termine che già di per sé, tende a sfuggirti. Vero?)”.
Non è così, se (se) “poni te stesso/a al tuo centro d’attenzione consapevole”. A quel punto ti puoi “accorgere”. È un “punto di sblocco”. Tlack… e scatta qualcosa.
Qualcosa che ti rende diverso/a rispetto a qualche istante prima.
Succede e poi, ti accorgi.
A quel punto, non serve più nemmeno che SPS continui a scrivere sempre ed in continuazione di Dominio, perché (a quel punto e da quel punto, in poi) ti sarà tutto estremamente chiaro e continuerai tu “a continuare”.


SPS è “nell’aria”, ma insieme a tutto il resto.
Spetta a te “renderti conto”. Di SPS? No. Della “significanza sostanziale del messaggio portante”. Qualcosa che “non è SPS”.
Qualcosa che “è verità, da una prospettiva diversa dal solito”.
Qualcosa che riguarda tutti, nel “qua, così”, volenti o nolenti.
 La procedura di inferenza per risoluzione si basa sul principio della dimostrazione per assurdo... Link
SPS è, allora, un “movimento”? SPS è, dunque, una “ideologia”? Una nuova “religione”? Un “credo”? Una branca “scientifica”, non ancora riconosciuta? Che cosa è, SPS?
È una “voce”. Una “frequenza”. Qualcosa di “naturale”.
Una “capacità” al di là dell’interesse di parte.
SPS non ti vende nulla. SPS è “presente, ogni giorno”…
Che cosa “viene in tasca” a SPS? In Comunione, che cosa ti può mai venire in tasca? Sì, perché… anche se tu non sei ancora/più in Comunione, SPS lo è. E “lo è” a prescindere da te, da quello che tendi a pensare, da quello che incarni “qua, così”.
Non è nemmeno una “offerta”. Perché l’offrire rientra sempre in una strategia della comunicazione volta a
SPS “è”.
L’esercizio quotidiano rende, prima ancora di tutto, “SPS più ricco”.
Per cui, che tu ci sei o non ci sei, SPS ne trae nativamente un “beneficio proprio”. Prima di Internet, questo esercizio non sarebbe stato condivisibile, nella stessa maniera potenziale. Su “carta” il libero accesso avrebbe avuto un “costo troppo alto”.
Per cui, “lode persino alla Rete”, ossia:
  • impara a disinnescare anche ciò che ti, potenzialmente, disinnesca (usa)
  • qualcosa che avviene solo se “te ne accorgi”.
“Porta o, altrimenti, sarai portato/a”.
Per oggi va così. L’articolo è più... una “comunicazione di servizio”. E lo è, perché il materiale che seguirà, sarà molto profondo.
Tanto profondo quanto la “tradizione europea”, basata sul collo di bottiglia “dei vincitori” e di ciò "che è già successo".



Coloro che “hanno vinto” e che non sono il Dominio, dominano con il permesso del Dominio. E lo fanno senza essene consci. Per cui, in quale esatta situazione “ti ritrovi, qua, così”? In una sorta di centrifuga (loop), azionata da tanto di quel tempo da essere scambiata per “agente naturale (abitudine)”.
Tutti i libri che puoi leggere e studiare, non ti serviranno a nulla (ossia, serviranno allo status quo) se… non ti sei accorto/a del Dominio. È, infatti, da “lì” che la prospettiva riassume la valenza originale, pre deviazione.
Non c’è “esperto/a che tenga” se “sei tu a mancare, in tal senso centrale”.
La conseguenza è… il conseguire, senza saperlo. Essendo senza esserlo
La recita è totale, in ogni sua parte.
L’apparenza orientale è… recitazione.
L’avere occidentale è… recitazione.
L’Oscar per il “miglior attore/attrice non protagonista” lo vinci sempre tu. Tu che lasci il ruolo di protagonista centrale (di fatto), al Dominio.


Negli anni 30, in risposta alla grande depressione e all’ascesa del fascismo, migliaia di americani si unirono al Partito Comunista degli Stati Uniti.
Durante la seconda guerra mondiale, in seguito all’alleanza degli Stati Uniti con l’Unione Sovietica, molti altri si iscrissero al Partito Comunista…
Ma la guerra fredda gettò una nuova luce di sospetto sui comunisti americani…
Trumbo
SPS si è accorto che, “se hai una tua lente e la usi sempre – in coerenza – allora tutto si dispone in maniera tale da risultare sempre allineato con te”
Per cui, non ti serve essere esperto in nulla. Non ti serve disporre di documenti ufficiali tenuti segregati da chissà quale parte. Non ti serve nulla che non sia già, ora, disponibile seppure “qua, così”.
Tutto serve, se tu non “sei in te, al tuo centro (lente frattale espansa)”.
Nulla serve, se “sei in te, centralmente lato tuo”, perché – ad un simile “punto” – sei anche la grande concentrazione di massa, giurisdizionalmente orientata verso te stesso, “il tuo territorio sovrano”.
Sino a quando rimani in un simile “stato”, nulla può al tuo interno venire a reclamare nulla.
Ergo, “la tua radiazione di fondo, emanata tutta attorno a te, a partire da te”, rende e mantiene coerente il tuo campo ed il tuo raggio… d’azione.
E, ciò, succede per via frattale espansa (legge, strumento e memoria)…
Il Dominio è “così” ma ad un livello assoluto, visto che è rimasto l’unico a ricordarsi di una simile compresenza e modalità del comportamento a partire dall’atteggiamento configurato ad hoc (lente frattale espansa).
È un modo di condurre se stessi, nel piano di reale manifesto, “arredandolo a propria immagine e somiglianza”.
Cosa scegli di fare? Cosa puoi fare “qua, così”? Che cosa sei, allora, se non quello che “diventi, qua, così”, rimanendo pur sempre te stesso, ma auto relegandoti al di là della capacità apparente del ricordo.
Allora, diventi “questo”:
La mamma fa il tuo cibo preferito… e a scuola vedi qualcuno che non ha nulla da mangiare. Che cosa fai?... Condividerlo? Aspetta, non gli dici di trovarsi un lavoro? Gli offri un prestito al sei per cento?”…
Trumbo
Gli “aiuti… qua, così… sono al servizio di un interesse, che è diventato superiore”. E guardando fiction, alla Tv, interesse di parte genera interesse di parte, mentre hai sempre e solo l’impressione di “non fare mai nulla di male”.
Il mondo è un paradosso in cammino.
O, almeno, così sembra.
In realtà, il paradosso ha sempre una motivazione di fondo, originale e fondamentale.
Per cui, il paradosso sembra quello che “è”, nella sua ragione più profonda, che la frattalità espansa mette sempre in risalto, a modo suo, codificando le informazioni nelle informazioni. Per questo motivo ti occorre una tua lente frattale espansa. Così, da riuscire nella decodifica di qualcosa che è ovunque ma, “solo se te ne accorgi”.
La memoria frattale espansa si ritraduce, ovunque, come la polvere che è dappertutto. Qualcosa che non succede mai per caso. La sua capacità d’informazione, nonostante l’apparenza, è sempre (sempre) alla tua “altezza/coordinata/capacità attuale di comprensione”. Allora, come mai non te ne fai nulla, usualmente?
Perché 1) te ne devi accorgere, poi 2) assumere il focus sul reale manifesto, dalla tua lente frattale espansa, in coerenza e 3) ricordarti sempre di “usarla, essendola”.
Un esempio di “lente frattale espansa, lato 'centro SPS'”? Eccolo:
Banca del Giappone pronta a fare di più per spingere inflazione – Kuroda.
Banca del Giappone ha ampi spazi di manovra per espandere ulteriormente lo stimolo monetario ed è pronta a tagliare i tassi d'interesse in territorio ancora più negativo.
Lo ha detto il governatore Haruiko Kuroda, che ha così segnalato la possibilità dell'istituto centrale di agire ancora per centrare l'ambizioso target d'inflazione.
"Se giudicheremo i mezzi di cui disponiamo non sufficienti a raggiungere l'obiettivo, quello che dovremo fare è ideare nuovi strumenti", ha affermato il banchiere centrale nel corso di un seminario.
"Sono convinto che non ci siano limiti alle misure di stimolo monetario", ha aggiunto.
Link
  • la possibilità dell'istituto centrale di agire ancora per centrare l'ambizioso target d'inflazione
  • se giudicheremo i mezzi di cui disponiamo non sufficienti a raggiungere l'obiettivo, quello che dovremo fare è ideare nuovi strumenti
  • sono convinto che non ci siano limiti alle misure di stimolo monetario
Ok?
Un esempio “ben fatto, comprovabile e comprovato”, risulta più efficace di mille articoli di SPS.
Kuroda è nella “tua” realtà manifesta “qua, così”.
Non è Cappuccetto Rosso. È un essere umano come te e come i Draghi.
Sull’esempio appena citato, dunque:
  • quale possibilità sostanziale ed alternativa sei/incarni?
  • quale “nuovo strumento puoi ideare (per ricordare quello che è già successo)”?
  • sei convinto/a che “non ci siano limiti” alla tua più autentica portata?
Accorgiti che… “è, così”.
L’esempio è “tutto attorno a te”.
L’informazione by memoria frattale espansa è in Comunione, con te (l’originale neutrale sostanziale forma di “democrazia”: una forma di sovranità ubiqua, che rispetta ed è rispettata, perché al di là dell’interesse di parte). In maniera tale da non dare luogo ad una nuova forma di Dominio, perché possibile a livello di potenziale.
Un po’ come conoscere la propria “forza”…
Dopo “milioni di anni” sei ancora a questo punto:
Questo perché in realtà, tutte le politiche sono state contraddittorieVorrei partire da un grande piano straordinario di occupazione dei giovani… Decidiamo quali sono le cose fondamentali che in questo Paese bisogna fare"...
Susanna Camusso
In realtà, la “cosa fondamentale” è 1) il Dominio, per cui all’apparenza 2) “tutte le politiche sono… contraddittorie, così 3) riparti sempre “dal capo”, con “nuove” persone in lotta apparente (guerra tra poveri, perché impoveriti dentro) tra loro e 4) sei ancora alle prese con il capire “quali sono le cose fondamentali che in questo Paese bisogna fare”.
Ossia:
  • mentre il Dominio domina (“è” condizione artificiale, per te)
  • “tu” (la versione attualizzata/dominata di te)
  • gira in loop, sul posto (ciclicità apparente e non naturale).
Ca va bien? No…
    
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2016/Prospettivavita@gmail.com
"Ogni giorno, da tutti i punti di vista, io vado di bene in meglio". Emile Couè 

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