Tu nel tuo letto caldo
io per le strade al freddo
ma non è questo che mi fa triste.
Qui fuori dai tuoi sogni
l'amore sta morendo
ognuno pensa solo a se stesso.
Scende la pioggia ma che fa
crolla il mondo intorno a me
per amore sto morendo.
Amo la vita più che mai
appartiene solo a me
voglio viverla per questo.
E basta con i sogni
ora sei tu che dormi
ora il dolore io lo conosco.
Quello che mi dispiace
è quel che imparo adesso
ognuno pensa solo a se stesso...
io per le strade al freddo
ma non è questo che mi fa triste.
Qui fuori dai tuoi sogni
l'amore sta morendo
ognuno pensa solo a se stesso.
Scende la pioggia ma che fa
crolla il mondo intorno a me
per amore sto morendo.
Amo la vita più che mai
appartiene solo a me
voglio viverla per questo.
E basta con i sogni
ora sei tu che dormi
ora il dolore io lo conosco.
Quello che mi dispiace
è quel che imparo adesso
ognuno pensa solo a se stesso...
Scende La Pioggia - Gianni Morandi
In un “insieme”, strutturato per “funzionare… in automatico”, la relativa realtà manifesta deve essere caratterizzata dalla “natura”, al fine di porre apparentemente in “secondo piano (abitudine, normalità)”, tutto ciò che concorre alla regolazione delle esistenze in Vita, ivi contenute.
Ovvio, una simile prospettiva è proprio inerente e riguardante, il “carico umano senziente” e trasportato lungo la serie di rotazioni cicliche che, costituiscono quella forza primordiale che traccia “l’imprinting celeste”.
La natura è “automatica”, ossia, toglie certe preoccupazioni all’individuo, lasciandolo in preda di altre, più alla sua “portata convenzionale”; rimane, così, tutto ciò che deve sforzarsi di fare, per sopravvivere “qua, così”, ma – non – tutto quello che riguarda il funzionamento infrastrutturale del Pianeta (ad esempio, la Terra “gira” senza che tu venga chiamato/a ad agire in tal senso).
Il “clima” si disciplina attraverso auto regolamentazione “fisica”, ossia, attraverso “Applicazioni naturali”.
La società umana è, semmai, capace di diventare (influenzare) uno di questi “fattori”, allorquando diventa “troppo grande per non essere neutrale”.
Tuttavia, gli umani – in assenza di una tecnologia all’altezza (certamente di carattere dominante e, dunque, non manifesto) – entrano a far parte del “mix” e non diventano il “mix (ciò che permette il regolamento/funzionamento atmosferico, climatico del Pianeta).
Di pendenza... |
La natura non è diversa, seppure lo sembri.
È, semplicemente, appartenente ad un altro “livello ingegneristico”. Ma è identica nella sostanza frattale espansa…
L’acqua cade, per gravità/inerzia, dal cielo e segue la pendenza. Percorre porzioni di percorsi, d’ogni tipo. Si ferma dove trova la giusta situazione e lì viene assorbita o evapora, etc.
Dove c’è “attrazione”, c’è acqua e tutto ciò “funziona da sé”, ossia, in base ad una serie di “stillicidi”.
Inoltre, il terreno e le altre infrastrutture naturali sono attrezzate per gestire il ciclo dell’acqua, ed in funzione della caratteristica ambientale, si forma e struttura la fauna e la flora locali ma… sino al punto in cui la Vita non è più solo parte dell’ambientazione naturale (scenografia), bensì, diventa “parte creatrice” (è un po’ la funzione “007, di poter liberamente… uccidere”, ossia, incidere).
È, ad esempio, il concetto di “fenotipo esteso”, dove l’asse portante dell’esigenza esistenziale diventa il “gene”, contenuto all’interno dei corpi e formante i corpi, ad hoc.
In maniera tale che anche l’ambiente si trasformi in “ottimale”, per la relativa sopravvivenza del principio causale di base, al cardine di quello stesso ambiente, che “è” per natura, ma “si trasforma, secondariamente”, per esigenza locale.
Questa capacità di “adesione (impattamento) creativa” è insita a livello di “motore di composizione”. Cioè, di struttura gerarchica più o meno manifesta.
Così, infatti, come l’acqua “si forma, cade e si distribuisce” dappertutto, automaticamente, allo stesso modo… le forme di Vita conseguono da medesimi “agenti (leggi)”, che ne regolano il “flusso”.
Se ti sembra che il discorso appena sopra riportato (quello relativo ai “geni”) sia in controtendenza con quanto, ora, descritto, è solo perché non ti è chiara “la scala di valore gerarchico”, all’interno della quale sei.
Tutto si crea (ripete) "ad immagine e somiglianza" di (modello di redistribuzione per delegazione frattale espansa)...
Vale a dire che:
non sai/ricordi più chi/cosa “viene prima di”...
Cosa “viene prima (è più a monte)”? Il gene, l’umano, la natura, l’ambiente, la sopravvivenza, Dio, l’interesse di parte, il gioco delle parti, il Dominio, le leggi, il Pianeta, l’Universo, la speranza, gli Stati, il denaro, il progresso, la fisica, il tempo, etc.?
Non lo sai. Semplicemente… “credi di/che…”, ma – nella sostanza – non lo sai, perché non riesci a seguire, a vedere, il ciclo per intero.
Così come un fiume “nasce”. Così come il denaro “decide”.
Così come il debito pubblico riguarda tutti, senza sapere il perché (adeguandoti per causa di forza maggiore o “destino… qua, così”) e senza sapere a chi devi del denaro, né perché (le informazioni finanziarie e legislative non mancano ma, sono sempre e solo “fumo negli occhi”).
Se decidi di seguire l’iter del denaro (il “giro del fumo”), ad un certo punto ti devi arrendere perché, letteralmente, “svanisce nel nulla”, per mezzo dell’intera gamma di “giochi di prestigio” che, così come lo hanno creato dal nulla, allo stesso modo... lo fanno finire nuovamente nel nulla, ossia, nella “faretra dominante”, che lo usa e riusa (essendo invenzione e, dunque, illimitato) a proprio piacimento.
“Un colpo al cerchio ed uno alla botte” e, così… quasi per Magia, ti ritrovi con la necessità di un lavoro, per poter “vivere (in una simile forma di reale manifesto)”.
Ossia, ti ritrovi “dipendente”. E se dipendi, sei e discendi in/da un piano inclinato... “verso quale parte”?
Quale “parte” sarà mai? L'unica.
Quella che domina, perché si trova al vertice distaccato dall’intera struttura. La parte che agisce non localmente, predeterminando quella pressione (peso specifico) frattale espansa (per “delegazione”, come lo stesso meccanismo che distribuisce la pioggia in automatico), in grado di “far dipendere tutto il resto” (a valle) verso un certo senso di scorrimento, “ad immagine e somiglianza” dell’interesse/intenzione dominante.
Senza consapevolezza di questo “giro del fumo”, consegui in cerchio, e basta… essendo dentro ad un vortice depressionario, apparentemente senza ragione o, al limite, avente solo una sotto causa metereologica (spiegazione “del giorno dopo”, come avviene per la spiegazione differita dei “fenomeni di Borsa”).
Senza “la consapevolezza (frattale espansa)”… resti “qua, così”.
Il Papa nella benedizione Urbi et Orbi parla dei mali del mondo.I conflitti in Medio Oriente, le atrocità dell’Isil, il dramma dei bambini soldato e tante altre fonti di sofferenza e ingiustizia nel mondo sono state al centro della tradizionale benedizione Urbi et Orbi del Papa nel giorno di Natale.
Accolto dal calore della folla in una giornata di sole, Francesco, ha parlato di chi è costretto a fuggire dal proprio paese.
“Siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti – singoli e Stati – si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati”.
Non è mancato un forte richiamo del Papa al dramma sociale della disoccupazione.
“In questo giorno di festa il Signore ridoni la speranza a quanti non hanno lavoro, e sono tanti”.
Celebrando la messa di mezzanotte il Pontefice aveva condannato la società, ubriaca di consumismo.Link
I “mali del mondo”:
- siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti – singoli e Stati – si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati (le “benedizioni”, colpiscono nel mucchio, anche quegli attori - “singoli e Stati” – che sono proprio concausa del motivo per il quale “i numerosi migranti e rifugiati” scappano e si rifugiano
- non è mancato un forte richiamo del Papa al dramma sociale della disoccupazione (pensa che, allora, c’è stato un tempo caratterizzato da disoccupazione generale, all’alba di ogni “commercio”. Quando le persone, secondo ciò che descrive la “tradizionale storia deviata” erano tutte intente a procurarsi il cibo per sopravvivere e, forse, qualcuno/qualcosa si è accorto che poteva sfruttare per sé, proprio quell’unica grande esigenza primaria fondamentale, come grande “bene rifugio” nonché… “di scambio”. Così come le risorse naturali di uno Stato, fanno la “fortuna” dello Stato stesso o, più sottilmente, di coloro che – a distanza legislativa internazionale - ne hanno acquisito i diritti di estrazione e commercio)
- “in questo giorno di festa il Signore ridoni la speranza a quanti non hanno lavoro, e sono tanti”. Celebrando la messa di mezzanotte il Pontefice aveva condannato la società, ubriaca di consumismo (ma… se hai speranza di far trovare lavoro a tutti, il consumismo è – qua, così – alla base di un simile meccanismo, che ti riassume solo se c’è “ripresa” e, dunque, se “c’è consumo”).
Renditi conto di dove ti ritrovi, di come sei messo/a, del “giro del fumo”.
Ognuno recita… la parte che gli è stata assegnata. Da chi/cosa?
Proprio questo è il “bello”.
Non lo immagini più, nemmeno. “Preferendogli” storie arcane.
Vicende non locali... come “destino, fato, Dio, volontà, etc.”, in luogo di osservare l’autore del Dominio:
la Causa del “qua, così”.
Il Dominio lascia e ha lasciato “le sue impronte dappertutto”. Quali sono?
Sono tutto ciò (il suo interesse) che è diventato, nel tempo, “il tuo problema”:
sopravvivere.
È a livello frattale espanso, che devi osservare.
Accorgiti…
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com
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