C’è una logica sottile, intrecciata (che intreccia, allo stesso tempo) al/nel reale manifesto. Una “caratteristica” di base (marchio, stile). Un comportamento, che deriva da un atteggiamento, da una “sostanza”…
Te ne accorgi? A prescindere dalla versione ufficiale, delle “cose”.
“Qui verrà deciso il destino della Germania…”.
Conferenza di Potsdam (storia deviata/reale)
Intrigo a Berlino (film, basato su una storia vera)
Come puoi, allora, ritenere che - la Germania - sia padrona del proprio destino, “oggi”?
Chi ha partecipato alla corsa americana, quando "serviva uccidere gli indiani (i nativi)"? Gli europei…
Chi si è diviso Berlino, nel 1945? Francia, Inghilterra, Usa e Urss (non è, dunque, solo una questione di “alleati”). Sono gli stessi poteri o, meglio, gli stessi sottopoteri dominanti.
Se nelle “americhe” non sembra esserci traccia dei russi, per la Russia è possibile che la posizione geografica l’abbia tenuta fuori dalla spartizione? No. Viene da pensare che, nel frattempo, “si occupava d’altro”, così... come "si sono divisi, anche, Berlino".
Diciamo così… con le stesse politiche di tutti e di sempre.
“Non si va mai veramente via, da Berlino…”
Intrigo a Berlino
Allo stesso modo, è dal Pianeta che non vai mai via veramente.
Tutto ritorna, agganciato/catturato/obbligato dalla grande concentrazione di massa ivi presente. La Terra stessa? No.
Lascia perdere tutti quei trasognanti discorsi relativi a “Gaia”; la natura è una tecnologia. Non è il Pianeta che ti mantiene qua. È il Dominio che ti auto intrattiene “qua, così”.
Gravità, magnetismo, attrazione, inerzia, attrito, velocità, accelerazione, etc. sono leggi, protocolli, App.
La frattalità espansa è la “madre di tutte le leggi”.
Il Genio della Lampada. Il “main program” (programma principale). L’emanazione primaria, il “braccio destro” di Dio o, meglio, del Dominio.
App...arenza. |
Oltre alla “sostanza”, c’è solo “poesia”. Spazio vuoto da riempire. Disposizione e disponibilità secondaria. Propensione all’”arredamento”.
Tempo da impiegare. Memoria da scialacquare, disperdere, come se… non te ne facessi più niente “qua, così”. È come il muscolo, che si inibisce, si atrofizza se... “non lo usi più, tanto spesso o, sempre meno di frequente”.
Non è che “non funziona più”. È, al contrario, che “non funziona più” perché lo usi sempre meno. È una gerarchia, anche per quanto riguarda ciò che il complesso desume a partire dai dettagli.
Se usi di meno (input)… significa che (output) “non serve, è di troppo, è passato di moda/utilità, etc.”. L’input di una “dimensione”, diventa l’output per un’altra. Ed alla via così.
Anche quando non te ne accorgi, non lo vedi, non ci fai caso.
Anche quando diventa sottile, troppo piccolo, altro. Anche quando la mente abitudinaria non segue più, sino in fondo, un “evento”.
Come quando segui il flusso del denaro e, ad un certo punto, ti sembra letteralmente sparire nel nulla e, ogni volta, “decidi/concludi” di lasciar perdere, al fine di “non perdere la… testa”.
Se indugi, qualcosa giunge sempre (si intromette) nel farti deviare d’attenzione. E, così, hai sempre l’impressione di dover fare qualcosa a maggiore priorità.
Lasciando perdere un certo ambito, tendi a dimenticarlo alla velocità della luce. Non solo, anche non lasciandolo perdere, ogni tanto, è come se sparisse ugualmente. Ti resetti…
A chi/cosa “appartieni, qua, così”. Chi/cosa è… “Berlino”?
“Dimenticare è una strada a doppio senso. Lei vuole dimenticare delle cose e noi, invece, delle altre…”.
Intrigo a Berlino
Dipende. Da chi/cosa/quali circostanze? E come è possibile che possa accadere, questo “dimenticare”?
Dipende ed è possibile, se e quando “sei parte di qualcosa di già esistente e molto ma molto pronto ed organizzato (con una propria progettualità, che passa anche nei tuoi confronti e ti... impiega)”.
Sì perché, “è già successo”…
“Il futuro dell’umanità dipende da noi. È il nostro destino…”.
Intrigo a Berlino
Da “noi” ma, “da noi… chi?”. Ed è “il nostro destino... di chi?”.
Capisci che, espressioni di questo stampo (molto comuni, tra l’altro), definiscono, senza esserne consce, due diversi attori, due diversi tempi, due diverse prospettive. Non è, insomma, lo stesso “autore” che viene “tirato in ballo”, nella sostanza.
A strati, conseguono gli Stati. Nella gerarchia, tutto è gerarchico. Frattalità espansa…
Che cosa (chi) ti stai perdendo? Quali dettagli non ti sembrano mai “contare veramente”?
Se il futuro di Berlino è stato deciso da altri e, visto che la cosa non finisce certamente a quel livello, chi/cosa “decide per te” e, anche, per coloro che hanno deciso per Berlino?
Vai a fondo. Nel senso di… vai oltre, senza decadere.
Accorgiti. Manca sempre la “testa”, ad ogni discorso usualmente congegnato “qua, così”. Seppure questa “testa”, sia sempre compresente proprio in ogni dettaglio, perlomeno. Ciò accade per questioni di memoria frattale espansa (la “testimone silenziosa” ed ubiqua, neutra perché neutrale di base).
Il “tuo” destino:
- tuo, e… di chi/cosa?
C’è perlomeno una sorta di “comproprietà”, parlando di te (qualsiasi “cosa” tu sia. Chiunque tu sia).
Anche ammettendo il discorso religioso/spirituale, l’ambito non cambia. Le divinità ti reclamano. Ti vogliono ma, in un modo, particolarmente “servizievole”. Ossia, il carattere dominante del Dominio, è trasmesso ovunque ed a chiunque/ogni cosa.
È questo il “marchio della situazione, nella quale ‘sei’”.
“Ho fatto tutto solo per sopravvivere. Tutto…”.
Intrigo a Berlino
A cosa sei disposto/a arrivare, pur di…?
A “tutto”, ne è certo SPS. In questa maniera, il Dominio ha forgiato indirettamente, miliardi di possibili spie, adepti, meccanismi, ingranaggi, dipendenti, servi, automi, robot, golem, inibiti, attori, schiavi, mendicanti, bisognosi, etc.
Ognuno pronto a recitare la “propria” parte, pre assegnata dal “copione” e mai veramente propria.
Ognuno pronto a rincorrere “fama e gloria”, vissute da una prospettiva risultante, monca di quell’aspetto organizzativo, centrale, sostanziale.
Prima e dopo... le differenze si percepiscono. |
Pensa. Se devi costruire un complesso commerciale, lungo un via pubblica, devi anche prevedere gli opportuni parcheggi. Ossia, sei costretto/a “a norma di legge”, a dedicare dello spazio all’area di “accoglienza clienti, nel senso logistico del termine”.
Parte dello spazio, nella tua proprietà, servirà – dunque- per la costruzione dell’area parcheggi.
Ok? È una forma di responsabilità sociale, corretta. Pena il riempire di macchine, dei propri clienti, tutto l’ambiente privato e pubblico circostante, inquinandolo di vetture parcheggiate selvaggiamente…
Allo stesso modo, allora, perché “chi produce beni confezionati in plastica, metallo, carta, metalli, etc. (packaging e non solo), non è ritenuto responsabile per ciò che rilascia a livello ambientale”?
Cioè. È ritenuto responsabile solo sino ad un certo punto (per quanto riguarda, ad esempio, la “tossicità” dei propri “involucri”), lasciando le altre responsabilità ambientali a coloro che diventano... i “consumatori”.
Ossia, se tu compri un flacone di detersivo, è compito tuo assicurarti di smaltirlo secondo i dettami coordinati della legge. Ed è anche un costo che ti viene riversato addosso, attraverso le relative tasse per lo smaltimento dei rifiuti.
Pensa solo al miliardo di lattine di bevande gassate che, ogni giorno, vengono bevute e rilasciate ambientalmente. Pensa ai miliardi di lattine che vengono prodotte per un simil scopo (interesse fine a se stesso).
Che cosa ti sfugge? Perché gli “industriali” sono liberi di rilasciare qualsiasi “forma” di plastica, tetra pak, metallo (soprattutto), decidendo in base a canoni di economia propria e di marketing relativo al vendere sempre di più, passando a te la “palla” relativa alla responsabilità sociale del “buon agire”?
Non trovi che, a livello legislativo, certe decisioni prendano vie di comodo e di certo non nella tua "giustizia"? Certo che lo sai. Come, infatti, puoi non saperlo? Non sei mica nato ieri? Vero? Sei conscio/a, perché “sei già sceso/a dal pero”.
Bene. Allora, paga la tassa e taci. Che dirti d’altro? Se ti va bene così.
E no, che non ti va bene così. Perché paghi tu per le furbizie altrui. Lo sai. Ma… non ci puoi fare nulla.
Il politico è “là”. Tu sei “qua”. Se il politico viene “qua”, tu sei “là”. Perché siete entrambi nel “qua, così”.
Là o qua, non fa differenza. Anche se la differenza, di mezzo, esiste. Perché il politico vive una esistenza "diversa" dalla tua, nonostante tutto e non certamente a caso.
Gerarchia. Dipendenza. Interesse. “Fame”… Consumo.
SPS trova profondamente ingiusto che, le industrie scarichino su di te anche questo onere. Decidendo in libertà, secondo la legge (che è scritta proprio per lasciare certe “libertà di parte”).
Ormai, sei abituato/a a tutto. Infatti, sai anche che… “a fianco” del politico c’è il lobbysta. Come una sorta di compresenza ombra, che non dovrebbe essere così, ma invece è così.
Lo sai. Sai tutto ma, non c’è da vantarsi di una simile “conoscenza”.
Lo sai e, dunque, lo accetti anche se non lo vorresti proprio fare.
Ed alla fine, ti adegui. In che modo?
Assumendo, anche tu, un simile atteggiamento.
“Se non li puoi proprio battere, allora fatteli amici”.
“Qua, nessuno è fesso”…
Il “virus” si espande, perché trova sempre la strada libera.
Pensa. Tu, imprenditore, fabbrichi “bombe a mano”. Le vendi. E lasci la responsabilità di “usarle nel migliore dei modi” al cliente (maggiorenne).
Tu, gestore di un’azienda di scommesse (legali), eroghi un simile servizio e lo pubblicizzi, recitando velocemente la formuletta (“gioca con moderazione. Può comportare…”).
Tu, fabbricante di rimedi per il mal di testa (farmaci), li metti in commercio, gestendo gli effetti collaterali in quale modo?
Pubblicizzandoli e, così, “lavandoti le mani”.
La legge permette questo e… di più.
E, così, come lo Stato (ti dicono e pensi) di essere anche tu, allo stesso modo, tu sei anche la legge, perché (ti dicono e pensi) che la legge l’hai scritta anche tu. Ma, pensaci bene, tu non sei nulla di tutto questo sostanzialmente. Te lo fanno solo credere.
I “tuoi” diritti, per l’ottenimento dei quali, sono morte milioni di persone, sono “una cambiale scaduta da tempo”. Il potere dominante si è solo “fatto furbo”, disinnescando ogni tipo di “passato”.
Ciò che studi sui libri, relativamente anche alla storia sociale umana, è una conclusione di parte e parziale o… “relativa a…”.
Lo status quo impera da sempre.
Lo status quo è un termine generico? Sì. Ma “qua, così”… è sempre riferito allo stesso autore: il Dominio.
Possono anche essere cambiati i Domini, ma evidentemente… per “ora (da sempre “qua, così”) non è cambiata la “musica”.
Che cosa ricordi, personalmente/originalmente, di te e della realtà nella quale sei immerso/a?
Nulla.
Non ricordi i “tuoi primi tempi, da neonato”, per cui “non ricordi nulla di originale ed a livello originale”.
Questo è linguaggio frattale espanso. Infatti, non sei immerso/a e caratterizzato/a solo dall’aria, che respiri.
Che altro respiri? Di cosa ti alimenti?
Come, forse, puoi dedurre:
- respirare ed alimentarti, non è la stessa cosa “qua, così”.
Sono due tempi diversi. E delimitano anche… realtà diverse.
Un “prima e dopo”… di.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com
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