L'Impero del Brasile fu l'entità politica che comprendeva gran parte del territorio del Brasile odierno, governata dagli imperatori Pedro I e suo figlio Pedro II. Fondato nel 1822 con l'indipendenza dalla corona portoghese, ebbe fine nel 1889, con la proclamazione della repubblica...
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“Tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere. La realtà è diventata un agglomerato di eventi in continuo mutamento e di slogan in cui una cosa può essere vera oggi e falsa domani”.
Hannah Arendt
Che cosa "ebbe fine"? Che cosa “sai”?
Il momento attuale sembra sempre solo un "pelo" più “moderno”, rispetto a quello passato, nel senso che… la modernità, legata al tempo più vicino, rende la realtà conseguente come qualcosa di più “colorato” e, dunque, apparentemente “migliore”.
In realtà, mettendosi a classificare le diverse “età temporali” (suddivise in funzione degli avvenimenti storici cardinali, ivi avvenuti) non si fa altro che cedere il proprio passo al respiro coreografico/concettuale, inerente ad una certa prospettiva “nazionale”, corrispondente tuttavia ad una visione di parte, legata agli intessitori del corso deviato della “storia”, dietro al quale si cela l’intenzione, mai sufficientemente sviscerata pubblicamente, di perseguire un certo “interesse di parte” e non certamente di tipo nazionale/comunitario (specchio di realtà 3d, sottintesa all'interesse di parte).
Insomma:
il tempo in cui sei “ora” (che la lancetta dei secondi ti indica e ricorda come in eterno scorrimento) si (ri)veste continuamente di un manto di vicinanza e familiarità, che tu infine confondi con quella sempre attuale “mano di vernice”, tendente al farti sentire parte di quest’ultimo e a perdere di vista e di memoria, il passato dal quale emergi come una conseguenza (il)logica o come un dardo scagliato da una forza esterna/estranea a te.
Il tempo è ciclico eppure è sequenziale (ti dicono che "non ritorna indietro").
Queste due “figure” disegnano due circuiterie diverse (chiusa, aperta) in una relazione sempre troppo poco tenuta in considerazione.
Se (tu) mantenessi in te viva la relativa sovrapposizione di stati, ti accorgeresti che… la direzione di ogni movimento è impressa dal/nel flusso sequenziale del tempo, mentre lo stanziamento quotidiano, all’interno dello scorrere (destino), è opera della (ri)circolazione temporale (loop).
Ergo, le giornate (e tutto ciò che ne consegue a livello ripetitivo e, dunque, prevedibile per parte del potere che trae l’interesse maggiore, dipanando la trama d’insieme in maniera del tutto inosservata, non vista) diventano un “motore di composizione ripetitivo” lungo la via (pre)tracciata.
Gli umani, caricati come su un bastimento, seguono la via “automatica”, nei confronti della quale non sembra loro nemmeno possibile giungere ad interazione alcuna (battito del cuore).
Chi comanda il mezzo vettore?
Analizzando il corso della storia deviata, appare nitidamente l’orma di qualcosa che ha, da sempre, lottato per “sopravvivere” e qualcosa che lo ha fatto per “imperare”. Seppure, entrambe le forme esistenziali in questione, siano frutto di un incedere nelle 3d in maniera “limitata e limitante” per portata esistenziale, le due “energie” hanno dato luogo a diverse forme di imprinting alle relative discendenze.
Chi sopravvive, lotta in questa direzione: la Massa si (ri)trova a “combattere” ancora adesso lungo un simile percorso.
Chi impera, lotta in questa direzione: la Classe Dominante si (ri)trova a “combattere” ancora adesso lungo un simile percorso.
Ergo:
in queste 3d si “combatte”.
“Al di sopra” di queste due macro aree (caste) di umani, si estende il fautore e l’interprete massimo di una simile portata dell’esistere:
il Nucleo Primo.
Il suo impero è tutto ciò che avviene “al di sotto”.
Qualcosa che, ormai, ti (ri)trovi davanti mentre ti ci (ri)trovi dentro (nascita).
Ora, se (ri)pensi a qualsiasi epoca storica intercorsa, tendi a raffigurarla come estremamente lontana e diversa dal come “si è” oggi.
Probabilmente te la immagini in bianco e nero, vista l’associazione automatica che esegue la mente, (ri)agganciando il colore del reale 3d all’innovazione della pellicola fotografica e dell’avvento della tv a colori (risalente a poche decine di anni fa).
La storia trascorsa è raffigurabile come una fotografia in bianco e nero o, al massimo, virata sulle tonalità seppia. Magari un po’ lacerata dal trascorrere del tempo ed ingiallita, con qualche increspatura della superficie dovuta all’usura dell’abitudine a passarsela tra le mani.
Questa interconnessione “artificiale” la applichi al reale (naturale), (ri)tenendo/convincendoti che… in ogni altro tempo diverso dal tuo, la Vita sia stata in bianco e nero, ossia, “poca cosa”; percepita come lontana, misera, piccola, ria, pesante, senza sentimento, fredda, rigida, terribile, etc.
Se tu hai, ad esempio, vent’anni, e parli con una persona che ne ha novanta, pensi che costui abbia vissuto in un periodo "negativo", solo perché la tua mente associa quel suo periodo, avvenuto prima di te, ad una (ri)colorazione passiva in chiaroscuro.
Ossia, ti sembra che costui sia l’immagine colorata di qualcosa che era in bianco e nero, prima di te. E l’intera realtà 3d riferita a quel tempo, ti sembra così. Ossia, lo stesso ambiente che, ora, ti accoglie in sé. La stessa natura che, ora, ti si svela con una grandezza di colorazione da lasciare sempre senza fiato…
Neppure il racconto vagamente nostalgico delle persone anziane, ti serve più di tanto a cambiare idea, perché la mente è (ri)programmata così; a sfumare progressivamente il tempo appena trascorso, sino a relegarlo in un album dei ricordi che, improvvisamente, qualcuno eredita e che, in seguito, si adegua a sfogliarlo limitatamente alla propria (in)capacità di attraversare e vivere il tempo attraverso qualcosa di più “sensibile” (così non si impara mai veramente dalla rilettura del passato e l'esperienza è sempre altrui e superata dal punto prospettico d'insieme)...
I (ri)cordi delle persone che (ri)tieni abbiano vissuto, prima di te, in bianco e nero… se sei sufficientemente attento, sono carichi di sfumature (valore) che, ora, tu non (ri)esci ad applicare alla tua Vita; tali ricordi sembrano in realtà molto più dettagliati rispetto a quello che credi se applichi automaticamente le proiezioni mentali legate ed espressione del paradigma 3d in auge.
Qualcosa di ricco che viene spogliato dall’attualità pungente, brillando all’apparenza solo per lo scheletro bianco in contrasto con lo sfondo nero del reale.
In ciò avviene un processo che credi svecchiante ma che, invece, tende a livellare tutto, limitandolo ad una portata superficiale della ricchezza, che scompare alla vista della modernità (ri)allineata a/verso qualcosa di non apparente ma, comunque, avente un grande ruolo di censore nello/dello scorrimento lineare della società umana d’ogni tempo.
Sì, perché, ciò che (ri)accade a te… è qualcosa che si ripete da sempre, come per separare le linee generazionali attraverso lame di tempo artificiale, (pre)determinate per capacità, caratteristica e funzione.
Il passato diventa “freddo” e coloro che lo hanno popolato, diventano “miseri”.
La venerazione storica per alcuni personaggi cardinali o per certe epoche centrali, (ri)entra in un ambito del controllo e della scenografia 3d, al fine di darti l’impressione che all’interno del solco, avvenga una evoluzione d’insieme che, tutto sommato, ti rende più digeribile le infinite asperità che – da sempre – ti limitano il passo, costringendoti a piegarti ed adattarti a regole esistenziali che sembrano leggi divine inoppugnabili.
Quando vedi un film storico a colori, al cinema o alla tv, come (ri)assumi il tal periodo storico? Che cosa ti accade dentro? Non ti sembra che, a parte il modo di vestire e l’apporto tecnologico, non sia cambiato nulla rispetto ad oggi?
Se riduci la prospettiva, i problemi del tempo sono ancora quelli di oggi che, dunque, risultano come assolutamente irrisolti.
Ma, all’interno di un paventato ed apparente progresso, come si spiega tutto ciò?
Beh… attraverso un certo e sicuro non (ri)cordare; stato attraverso il quale non si registra l’infiltrarsi radioattivo di qualcosa, che tende a replicare il passato, per mezzo del presente, passando dal bianco e nero al colore, come se fosse sufficiente a farti pensare che “ora è tutto diverso”.
"Troppi italiani si sentono un po’ Garibaldi – scriverà Massimo Bontempelli nell’ottobre del 1915 – ma un Garibaldi un po’ a modo loro; non ricordano che la grandezza di lui fu questa appunto, di farsi energico disciplinatore d’energie nativamente scomposte, pericolose per soverchio di personalità. E cominciò dalla propria".
Proprio nell’esperienza parlamentare di Garibaldi viene così ad assumere contorni più definiti l’immagine del “rivoluzionario disciplinato”, che lotta per l’avanzamento degli equilibri sociali dall’interno delle istituzioni.
In questa prospettiva, la figura di Garibaldi si accredita nella sede parlamentare come icona dell’anti trasformismo ma anche come emblema delle speranze identitarie e di mutamento sociale di quanti, nella dolorosa storia del nostro Paese, hanno protestato in seno alle istituzioni democratiche l’incompiutezza del Risorgimento o, più tardi, il tradimento della Resistenza…
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Emblema delle speranze identitarie e di mutamento sociale di quanti, nella dolorosa storia del nostro Paese, hanno protestato in seno alle istituzioni democratiche l’incompiutezza del Risorgimento o, più tardi, il tradimento della Resistenza…
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- l’incompiutezza del Risorgimento
- il tradimento della Resistenza…
Che dire? Da “dove giungi”? Che cosa puoi attenderti dal “futuro”?
Il solco è tracciato dall’aratro… Ma tu: che ne sai?
Il dizionario si allarga e si espande, attraverso la creazione di neologismi che tendono a mantenerti nel solco, mentre hai solo l’impressione di dar luogo a qualcosa di diverso.
Gli episodi storici si susseguono e si accumulano nei “libri” e nella “tua” mente, ergendosi ad un livello di imposizione molto simile (identico) all’auto imposizione, non (ri)uscendo più a comprendere dove inizi un movimento e da quan(t/d)o auto sussista, visto che ti sembrava non esistere ed ora ne sei un passivo usufruitore, una consecuzione temporale ordinata e (pre)vista.
In quale “punto” ti smarrisci. Dove accade? Perché e come?
Tu (con)segui per tacito assenso, passivamente delimitato e scambiando l’orizzonte per una presunzione di eterna libertà sfuggevole e sfuggente, vivendo di vacua speranza senza fine di continuità nell’adeguarti al… vivere sperando.
Leggi... nel passato in bianco e nero… che cosa si annida(va). Il verbo al passato ti (ri)assume come (con)vivente in un epoca successivamente cambiata (convenzionalmente, in “meglio”) ed, invece, sei (ri)adattato al solo scopo di farti credere che sia avvenuto un progresso (auto contenimento).
Lo studio del passato tende a (di)mostrarti che “il passato ed i suoi nodi” sono stati superati. Il verbo ti ispira al (ri)tenerti al “sicuro”, mutando illusoriamente da presente a passato (da passato a presente).
Lontano da te, lontano dalla “tua” realtà 3d?
Naa. Per nulla affatto. Anche se tu non registri come attuale una certa situazione, frutto di un modello che si auto ripete (algoritmo, programma, routine), la stessa “scena” si auto impone a livello di sceneggiatura sempre alla (ri)cerca di “personaggi” da elevare/immolare in funzione della parte recitata.
Ormai, un certo lignaggio/linguaggio rende gli umani facenti parte di "compagnie teatrali 3d" senza memoria estesa, oltre alla necessità di recitare un copione a memoria breve.
Da qua (sub)entra il fuoco fatuo illusorio, ma autentico per altri versi, di karma, destino, futuro, etc. che il testimone genetico (ri)configura concretamente dai genitori ai figli. Un frutto della (com)presenza del potere massimo 3d, interpretato unicamente dal Nucleo Primo.
“Tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere. La realtà è diventata un agglomerato di eventi in continuo mutamento e di slogan in cui una cosa può essere vera oggi e falsa domani”.
Hannah Arendt
La storia di Garibaldi, ad esempio, lo dimostra a pieno, (ri)assumendolo da disertore, a condannato a morte, a proscritto, ad… eroe nazionale.
Egli visse in un epoca in cui il “cambiamento di superficie” era molto forte e le tappe storiche molto ravvicinate, per cui la sua storia personale ha registrato delle simili variazioni climatiche, facendolo passare più volte attraverso la convenzione, che lo (ri)dipingeva, ogni volta, come (in)giusto a… favor del vento che spirava in un dato momento.
Nel tuo “oggi italico, inserito in un oggi europeo d’insieme, inserito in un oggi globale di marca occidentale”, l’esistenza scorre piuttosto addomesticata all’interno di una via (pre)tracciata ed, ormai, abbastanza stabile. Con te la strategia è diventata più accomodante, così come è sempre avvenuto nei momenti di stasi (radicamento) 3d.
L’impero Globale 3d non apparente (senza vessillo manifesto) del Nucleo Primo, auto avviene alla luce del Sole, cambiandosi di vesti e delegando tutto il possibile a ciò che (con)segue. È un’ampia strategia di amministrazione del proprio possedimento, per mezzo altrui, ossia, per mezzo dell’amministrato, in cambio di… cosa?
Della "indigesta" sopravvivenza…
Il Nucleo Primo ti (ri)paga con la “speranza”. Speranza di poter continuare a vivere “così”, unicamente come ti sembra possibile.
È ovvio che (ri)assumendo la Vita attraverso un simile auto livellamento del “segnale portante proprio” (Sé), tutto di conseguenza si auto adatta verso il “basso”.
Per “effetto leva” risulta dunque possibile comandare, senza la necessità di intervento diretto nello stesso piano 3d, entro il quale avviene l’esistenza del “carico massivo”.
La simbologia del Nucleo Primo è pienamente rappresentata dal/nel pantheon delle divinità del passato, raffinatosi nel tempo e diventato alla tua latitudine quel Dio unico, che ora scambi per il tutto senza nemmeno sapere perché lo fai, visto che “non ne sai esattamente… nulla” (fede, credo, paradigma).
Sei sempre “lì”: senza una (pre)visione frattale, ti risulta molto arduo decodificare tutto ciò senza (ri)correre a qualche figura “eterea”, che funga da anello di congiunzione tra la realtà parziale e l’assoluto di parte.
Dio fa comodo al Nucleo Primo ed, allo stesso tempo, ne rappresenta a livello simbolico/archetipico… le valenze ubique, quantiche, eteree e dominanti inosservate...
Dio e/o il Diavolo, da questa prospettiva, non fa differenza alcuna. A livello metaforico rappresentano le facce diverse di un’unica realtà di (ri)ferimento “algoritmico”.
Petizione a sostegno della proposta di legge Bertani sull’estensione dei diritti alla pensione militare ai feriti, alle vedove e famiglie dei morti per la liberazione di Roma dal 1849 al 20 settembre1870 e per la difesa di Venezia nel 1849.
Legislatura XII, Sessione I, Petizione n. 1248, d’iniziativa del deputato Giuseppe Garibaldi ed altri, 1 maggio 1876, relativa alla proposta di legge Bertani, n. 67, del 28 aprile 1876.All’Onorevole Rappresentanza Nazionale.
Compiuto appena il nazionale risorgimento, gl’italiani pieni di speranza d’un migliore avvenire si adoperarono fiduciosi alla costituzione d’un governo per un nuovo riordinamento politico ed economico del loro paese. Questo governo intesero tutti dovesse essere nazionale cioè a dire giusto ed imparziale ma col fatto addimostrò di essere un governo di partito e per sedici anni amministrò colla passione e col favoritismo, traendo le popolazioni al colmo del malcontento.
Ma dopo il fausto avvenimento della sinistra al potere, gl’italiani tutti rivolgono ansiosamente lo sguardo verso il nuovo governo, nella certezza che voglia schiudere un’era novella di riparazioni, di giustizia, d’ordine e di moralità, prerogative che per essere tenute in non cale dal cessato governo, finirono per precipitarlo colla generale indignazione.
Fra gli atti di vera riparazione da doversi operare dal nuovo governo per rispondere alla generale aspettazione, è senza dubbio quello che giustamente reclamano i sottoscritti, i quali iniziarono e sostennero a rischio della propria vita il primo movimento del 1848-49 pel nazionale riscatto.
Questi superstiti benemeriti della Patria sono rimasti dimenticati, o per spirito di parte mai provveduti, talché si sono visti preferiti da coloro che senza aver fatto alcun sacrifizio in pro del paese, ne osteggiarono l’unità e perfino si batterono contro di essa. Molta di codesta gente è doppiamente stipendiata, mentre i sottoscritti in conseguenza dei loro patriottici servizi si trovano senza posizione, senza avvenire, imperocché la sofferta Prigionia, l’Esilio, la Censura, ruppe ad essi, per un periodo di 28 anni, ogni carriera costringendoli a menare una vita di stenti e privazioni d’ogni genere, e può dirsi ancora di squallida miseria.
Credono quindi i sottoscritti venuto l’opportuno momento di rivolgere alla rappresentanza nazionale, ed al nuovo governo, questa loro giusta preghiera di riparazione, sicuri che l’una e l’altro vorranno porre un termine a sì fatta ingiustizia, col provvedere in modo equo ed imparziale, in guisa d’avere l’approvazione, non solo della nazione, ma benanco la più sentita gratitudine dalla parte dei sottoscritti.
Roma, primo maggio 1876.
G. Garibaldi
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Che cosa è cambiato rispetto al "colore di oggi”?
Compiuto appena il nazionale risorgimento, gl’italiani pieni di speranza d’un migliore avvenire si adoperarono fiduciosi alla costituzione d’un governo per un nuovo riordinamento politico ed economico del loro paese.
Questo governo intesero tutti dovesse essere nazionale cioè a dire giusto ed imparziale ma col fatto addimostrò di essere un governo di partito e per sedici anni amministrò colla passione e col favoritismo, traendo le popolazioni al colmo del malcontento…
L'italiano del 1876 lo capisci, vero? La “marca frattale” è sempre la stessa. Ergo?
Questi superstiti benemeriti della Patria sono rimasti dimenticati, o per spirito di parte mai provveduti, talché si sono visti preferiti da coloro che senza aver fatto alcun sacrifizio in pro del paese, ne osteggiarono l’unità e perfino si batterono contro di essa.
Molta di codesta gente è doppiamente stipendiata, mentre i sottoscritti in conseguenza dei loro patriottici servizi si trovano senza posizione, senza avvenire, imperocché la sofferta Prigionia, l’Esilio, la Censura, ruppe ad essi, per un periodo di 28 anni, ogni carriera costringendoli a menare una vita di stenti e privazioni d’ogni genere, e può dirsi ancora di squallida miseria.
Leggi bene:
si sono visti preferiti da coloro che senza aver fatto alcun sacrifizio in pro del paese, ne osteggiarono l’unità e perfino si batterono contro di essa…
Da “chi/cosa” “si sono visti preferiti”?
Chi “preferì”?
La Massa?
See… La Massa (con)segue sempre. Ossia, la Massa è nell’insieme strumentalizzabile per (r)aggiro. Conferire il diritto di voto non significa che viene meno la “campagna mediatica”, che ricava spazio (d)entro a colui che vota.
Ormai le modalità di controllo sono tante quante le stelle nel cielo.
“Tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere. La realtà è diventata un agglomerato di eventi in continuo mutamento e di slogan in cui una cosa può essere vera oggi e falsa domani”.
Hannah Arendt
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com
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