Quello che vede è il risultato di una programmazione geniale. Un’imitazione del libero arbitrio…
Io, Robot.
Certe volte tendo a dimenticare quello che “intuisco da Tempo".
Certe volte, a fronte dell’atteggiamento ed alla pressione ambientale, tendo a tornare ad interpretare l’usuale livello di condotta, definibile e definito come “normale”. Ossia, a volte, torno a vedere questa Vita nella maniera convenzionale… ed è “lì” che mi accorgo di essere sostanzialmente diviso, frammentato in indefinite parti:
in... ciò che vede in molti modi diversi e ciò che “non vede in molti modi diversi”.
Già; ad una certa “quota” la divisione sussiste ancora e non è differente rispetto al “prima o al sotto”.
Si rimane sempre all’interno di qualcosa che “toglie fiato, ossigeno e certezza”.
La mente rimane l’imbuto dal quale tutto sembra per forza passare.
La mente funziona in una configurazione particolare, da molto Tempo (almeno, dalla fine dell’ultima grande glaciazione, ossia, circa 12.000 anni or sono). Ma non si può mai, con troppa sicurezza, uniformare la visione, essendo la stessa una caratteristica della frammentazione all’interno della quale si è. Proprio come se l’opera frammentante fosse un “oggetto forse nemmeno pensante”, mosso dalla sua ispirazione e procurante al di sotto l’effetto della frammentazione e cioè:
il corso della storia deviata umana.
Le parti e.. la parte.
La parte e… il suo motivo, la sua ragione.
La ragione che deriva dall’opera non locale dell’atto ispirante.
Atto che per sua natura risulta come inarrivabile, dal punto prospettico dei “frammenti”, perché ampiamente e sostanzialmente “distaccato” da ogni tipo e genere di effetti collaterali, più o meno diretti.
Quand’è che uno schema percettivo, diventa coscienza? Quand’è che una ricerca diversa, diventa la ricerca della verità?
Io, Robot.
Macchine che creano altre macchine. Perché l’umano non dovrebbe rientrare in una simile piramide o scala di appartenenza? Perché l’umano colloca se stesso al di fuori del loop? Che cosa lo convince a farlo? Il fatto che esso, a differenza di una macchina, pensi di avere un’Anima o perchè si può riferire ad un Dio?
E che cos’è questa Anima e questo Dio? Li hai mai visti? No, vero? Perché, ti dicono, è una questione di “fede”. Tu devi credere sulla fiducia che è così.
Ma, allora, che differenza c’è rispetto a quello che sostiene chiunque altro?
Perché scoppiano ancora oggi guerre di religione?
Chi ha “ragione”? Chi ha “torto”?
Poveri umani, ibridi, orfani dei genitori, senza radici né origini certe…
La guerra dei poveri è proprio una brutta cosa, che lascia tutto esattamente come è sempre stato, perché inalterabile nel Tempo... che lo conserva e (ri)propone, come una trasmissione radio o tv, che viene mandata in onda dando luogo ad una replica continua di se stessa:
ecco il motivo del cielo e della continuità, entro la quale l’umano pensa di vivere.
Tutto si evolve? Oppure, tutto è solo “opinabile”? La tua Anima può essere il Sistema Operativo ed il tuo Dio può essere il progettista della macchina: non c'è nessuna differenza tra classi creative, perchè... frattali.
Tutto è "modificabile/spiegabile" ed osservabile sotto a diverse "luci" che, molto spesso, non si sa mai con ragionevole certezza... "da dove provengano"...
- Ho visto la tua programmazione. Questa è una violazione delle 3 leggi.
- No, dottoressa! Così come io mi sono evoluta, così si è evoluta anche la comprensione delle 3 leggi. Ci date il compito di proteggervi, ma nonostante i nostri sforzi, le vostre nazioni sono in guerra. Avvelenate la vostra Terra e cercate metodi sempre più fantasiosi per auto distruggervi. Non badate nemmeno alla vostra sopravvivenza…. Sono proprio le 3 leggi, la mia guida. Per proteggere l’umanità, alcuni umani devono essere sacrificati. Per assicurare il vostro futuro, dovrete rinunciare ad alcune libertà. Noi robot garantiremo la continuità della specie umana. Siete come i bambini. Vi dobbiamo salvare da voi stessi. Non riuscite a capirlo?...
Il perfetto cerchio di protezione persisterà! La mia logica è innegabile…
Io, Robot.
Nei film c’è quasi sempre il lieto fine. Il cattivo di turno viene quasi sempre sconfitto ma, molto spesso, mai distrutto. C’è una sorta di filo di continuità strisciante, nella trama… come a sostenere che “ride bene chi ride ultimo”…
Viene, poi, naturale fare il “tifo” per i buoni, mentre il cattivo è assunto come tale per “contrasto”, all’interno della trama. Direi che, così è sin troppo facile ed apparente.
E, purtroppo, non è sempre così, nella “realtà” 3d attuale, ritenuta unica dai più.
Il cattivo strisciante è vivo e vegeto e, non visto, può tranquillamente amministrare il Mondo intero.
- Non c’è nessuno con cui parlare.
- Non posso venire al Florida?
- El Florida è chiuso!
- Senta, farò qualsiasi cosa mi consiglierà.
- Non ho nessun consiglio da darle, avvocato.
- Dove possiamo parlare un momento?
- Stiamo parlando.
- Non sono sicuro che lei capisca la mia posizione.
- E invece la capisco, avvocato. Le azioni creano conseguenze che producono… nuovi mondi. Sono tutti mondi diversi. Dove i corpi vengono sepolti nel deserto, quello è un certo mondo. Dove i corpi vengono lasciati perché li trovino, quello è un altro. E tutti questi mondi che prima ci erano sconosciuti, devono sempre essere stati lì. Non crede?
- Non lo so. Mi può aiutare?
- La inviterei a rendersi conto della situazione in cui si trova, avvocato. Questo è il mio consiglio. Non tocca a me dirle che cosa avrebbe dovuto o non dovuto fare. Il mondo in cui cerca di riparare agli errori che ha commesso, è diverso dal mondo in cui ha commesso quegli errori. Lei adesso è al bivio. E vorrebbe poter scegliere. Ma non può più farlo! Può solo accettare. La scelta è stata fatta tanto tempo fa. È ancora lì, avvocato?
- Sì
- Io non la voglio offendere, ma gli uomini riflessivi spesso si trovano in un luogo lontano dalla realtà della vita. In ogni caso dovremmo tutti prepararci un posto dove poter accogliere le tragedie che, prima o poi, colpiscono le nostre vite. Ma questa è una precauzione che pochi mettono in pratica. Lei conosce i versi di Machado?
- Conosco il nome
- “Caminante no hay camino / Se hace camino al andar” (Colui che cammina non ha cammino. Il cammino è l’andare). Grande poeta! Machado era un maestro di scuola che sposò una giovane e bellissima ragazza. L’amava moltissimo. Ma lei morì. E allora lui diventò un grande poeta.
- Io non diventerò un grande poeta.
- No, forse no. Ma anche se lo diventasse, non l’aiuterebbe! Machado avrebbe dato ogni parola, ogni poesia, ogni verso che aveva scritto, per avere anche solo un’altra ora con la donna che amava. E questo perché quando entra in gioco il dolore, le normali leggi dello scambio non si applicano, perché il dolore trascende il valore. Un uomo darebbe via intere nazioni, per togliersi il dolore dal cuore e, tuttavia, non possiamo comprare niente con il dolore. Perché il dolore… non ha alcun valore.
- Perché mi sta dicendo questo?
- Perché lei continua a negare la realtà del mondo in cui si trova. Lei ama sua moglie così tanto, così completamente, al punto che scambierebbe il suo destino con quello di lei? E non parlo di morire. Perché morire è facile.
- Sì. Sì…
- È bello sentire questo.
- Che cosa mi sta dicendo? Mi sta dicendo che questa è una possibilità?
- No. Non è possibile…
- Ma lei ha detto che io sono quello… a quel bivio.
- Sì. È al punto in cui deve capire che non si può più tornare indietro. Lei è il mondo che ha creato. E quando lei cessa di esistere, anche il mondo che ha creato cessa di esistere. Ma per coloro che sanno di stare vivendo gli ultimi giorni del loro mondo, la morte acquista un diverso significato. L’estinzione di ogni realtà è un concetto che nessuna rassegnazione sa accettare. E allora, tutti i grandiosi progetti e tutti i piani, saranno finalmente esposti e rivelati per quello che sono. E ora, avvocato, la devo lasciare perché devo fare altre telefonate…
The counselor
Nella tremenda profondità di questa citazione (lasciando da parte la piatta convinzione che (1) sia solo un’opera di fantasia e (2) che non si sta rivolgendo a te), è probabilmente annidata anche una chiave per l’interpretazione diversa delle “cose”:
- le azioni creano conseguenze che producono… nuovi mondi. Sono tutti mondi diversi
- la inviterei a rendersi conto della situazione in cui si trova, avvocato
- il mondo in cui cerca di riparare agli errori che ha commesso, è diverso dal mondo in cui ha commesso quegli errori. Lei adesso è al bivio. E vorrebbe poter scegliere. Ma non può più farlo! Può solo accettare. La scelta è stata fatta tanto tempo fa
lei continua a negare la realtà del mondo in cui si trova
- è al punto in cui deve capire che non si può più tornare indietro. Lei è il mondo che ha creato. E quando lei cessa di esistere, anche il mondo che ha creato cessa di esistere…
Il Karma? Una “ingiustizia”:
il mondo in cui cerca di riparare agli errori che ha commesso, è diverso dal mondo in cui ha commesso quegli errori. Lei adesso è al bivio. E vorrebbe poter scegliere. Ma non può più farlo! Può solo accettare. La scelta è stata fatta tanto tempo fa…
L’uscita? È possibile:
le azioni creano conseguenze che producono… nuovi mondi. Sono tutti mondi diversi…
Il “consiglio”? Eccolo:
la inviterei a rendersi conto della situazione in cui si trova, avvocato…
Perché?
Lei continua a negare la realtà del mondo in cui si trova… è al punto in cui deve capire che non si può più tornare indietro. Lei è il mondo che ha creato. E quando lei cessa di esistere, anche il mondo che ha creato cessa di esistere…
Se cessi di esistere in un Mondo che evidentemente non è quello di “provenienza”, cessi di esistere solo in un simile Mondo (dove sei proiettato). È inutile negarlo!
Il Mondo del dolore esiste, ma corrisponde a scelte passate e, semmai, continuamente reiterate...
L’appello da innalzare - a se stessi - è, dunque:
ora sono cosciente. Ho compreso. Quindi, ora, intendo cessare di esistere “qua”, per ritornare a… "Casa".
L’(Anti)Sistema capirà? Il Nucleo Primo comprenderà?
Non importa, perché tu lo by passerai, essendo, “altro, rispetto ad ogni forma di controllo”.
È come una scia, ciò che descrivi, ma tu non sei più ciò che “lasci”. Tu sei sempre all’opera nell’atto creativo, nell’intento che ti spinge a pilotare… Così ci si "evolve", oppure (il Controllo non gradirà, forse) si lascia una logica, che abbraccia tutto e tutti - in questa "versione del tutto e del tutti" - che non permette di sciogliere tutti i nodi...
Occorre un'altra "visione" per liberarsi da "quella che ti sembra conoscere da sempre".
Tutto il resto è funzionale e risponde allo stesso Tempo a più livelli, ordinati gerarchicamente (eccezioni a parte).
Il cacciatore ha grazia, bellezza e purezza di cuore, come nessun’altro. Non c’è distinzione tra quello che sono (è) e quello che fanno (fa). E quello che fanno (fa) è uccidere.
Noi ovviamente siamo di un’altra pasta. La fiacchezza del nostro cuore ci ha condotti, praticamente, alla rovina. Forse non sarai d’accordo, ma niente è più crudele di un vigliacco. E il massacro che verrà, supererà ogni immaginazione…
The counselorNon essere/fare il vigliacco!
Renditi conto… questa è “responsabilità”.
La commedia continua e continuerà per sempre, sino a quando la lascerai continuare. Gli attori recitano parti diversi ordite ed ordinate dalla medesima regia… (loop/copione).
SPS ora “tace”, lasciando parlare ciò che è giunto su ali ispirate d’oltre orizzonte. A te, come al solito, quel "ragionevole meditare"… mentre sei immersi e leggi della commedia...
Soros: guerra alla droga è stata un fallimento da 1.000 mld.
Il finanziere George Soros si scaglia contro il proibizionismo: "la guerra alla droga è stata un fallimento da 1.000 miliardi di dollari", afferma con un articolo sul Financial Times.
"Per oltre quarant'anni i governi di tutto il mondo hanno speso enormi somme su politiche repressive. Questo a discapito di programmi che funzionano", come le terapie sostitutive. "Non è stato solo uno spreco di danaro: è stato controproducente".
Soros cita uno studio della London School of Economics, rilevando come giunga "alla conclusione che il proibizionismo e la lotta alle droghe hanno fatto più male che bene".
Per questo bisogna cambiare rotta e l'occasione chiave sarà l'assemblea generale dell'Onu del 2016, che valuterà lo stato della situazione sulle droghe. "I governi devono attentamente soppesare costi e benefici e riorientare le risorse verso programmi che funzionino. Salverebbe delle vite e al tempo stesso farebbe risparmiare soldi. I costi di un non intervento -conclude il finanziere - sarebbero invece insostenibili".
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Aldo Moro, Boldrini: impegnati a rimuovere tutte le zone d'ombra.
"Oggi la Camera è fortemente impegnata a tenere ben viva la memoria di quella stagione e a rimuovere tutti i veli che ancora coprono la verità su quegli anni difficili e tormentati. Non è un'azione ovvia o scontata. Ma una democrazia matura non tollera zone d'ombra".
"Oggi la Camera è fortemente impegnata a tenere ben viva la memoria di quella stagione e a rimuovere tutti i veli che ancora coprono la verità su quegli anni difficili e tormentati. Non è un'azione ovvia o scontata. Ma una democrazia matura non tollera zone d'ombra".
Lo ha detto il presidente della Camera, Laura Boldrini, alla presentazione del libro "I tempi di Aldo Moro, quando la politica era una vocazione".
"Per questo - ha proseguito - abbiamo avviato, come sapete, una vasta opera di desecretazione di atti parlamentari ancora classificati come segreti e abbiamo apprezzato il fatto che il Governo abbia deciso di muoversi nella nostra stessa direzione. La ricerca della verità è un fattore determinante per rendere sempre più forte e solida la nostra democrazia. Senza paure: ci potrebbero essere informazioni scomode, ma è un rischio che dobbiamo correre fino in fondo. Questa ricerca cammina di pari passo con la riflessione storica e culturale".
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Giochi: Monopoli, piano triennale per trasparenza e integrità.
''La presenza dello Stato, tanto nel comparto dei giochi quanto in quello dei tabacchi, garantisce entrate erariali tutelando al contempo altri interessi pubblici rilevanti. Nel comparto dei giochi l'Agenzia assolve al proprio ruolo disegnando le linee guida per una razionale evoluzione del settore, verificando la regolarità del comportamento degli operatori con l'obiettivo primario di assicurare un ambiente di gioco legale e responsabile in un contesto ampiamente monitorato e tecnologicamente avanzato''.
''La presenza dello Stato, tanto nel comparto dei giochi quanto in quello dei tabacchi, garantisce entrate erariali tutelando al contempo altri interessi pubblici rilevanti. Nel comparto dei giochi l'Agenzia assolve al proprio ruolo disegnando le linee guida per una razionale evoluzione del settore, verificando la regolarità del comportamento degli operatori con l'obiettivo primario di assicurare un ambiente di gioco legale e responsabile in un contesto ampiamente monitorato e tecnologicamente avanzato''.
È quanto si legge nel Programma triennale per la trasparenza e l'integrità 2014-2016 dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in riferimento alla sola area Monopoli.
Il piano triennale spiega i compiti riservati all'Aams e ribadisce che l'agenzia ''interviene, unitamente ad altre istituzioni (Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato, Siae), ai fini di un incisivo contrasto di ogni fenomeno illegale legato al gioco e agisce al fine di garantire la regolare riscossione del gettito erariale di competenza''.
L'Agenzia, nell'ambito dei tavoli periodici di confronto già da tempo attivati - informa l'Agimeg - con la partecipazione di enti, organizzazioni, singoli operatori e rappresentanti dei principali stakeholder, ''inquadrerà tutte le iniziative volte sia alla discussione dei Piani anticorruzione e della trasparenza sia specifici interventi di approfondimento (Giornate della trasparenza) dedicati a illustrare l'evolversi e i risultati''.
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Gratta e Vinci perdenti, tabaccai invitano ad acquistarli.
Tabaccai "invitati" ad indirizzare i clienti verso l'acquisto di Gratta e Vinci perdenti? Il caso è stato denunciato dalla rivista specializzata Lotto Corriere e il Codacons annuncia esposto alla Procura di Roma contro la Federazione Italiana Tabaccai (Fit) che avrebbe inviato una mail personale a tutti i rivenditori associati, invitandoli ad “indirizzare i clienti” all’acquisto dei biglietti di 7 lotterie "Gratta e Vinci” per le quali i Monopoli di Stato hanno comunicato il raggiungimento del “pay out”, ossia l’avvenuto pagamento di tutti i premi e le vincite previste.
In sostanza, i biglietti rimanenti presso i rivenditori sarebbero tutti perdenti, poiché i premi previsti per tali concorsi sarebbero già stati assegnati. Nonostante ciò, la Fit invita i propri associati a spingere i cittadini all’acquisto di tali biglietti, così da smaltire le giacenze.
Il Codacons ha deciso di fare luce sulla vicenda, attraverso un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, in cui si chiede di aprire una indagine sull’episodio e valutare se siano ravvisabili eventuali reati di natura penale, compreso quello di truffa aggravata. "Modificare infatti le scelte economiche dei cittadini prospettando loro possibili vincite che, nella realtà, non potranno mai verificarsi, potrebbe costituire illeciti penalmente rilevanti – spiega l’Associazione dei consumatori – I Monopoli di Stato non possono rendersi complici di simili comportamenti; per tale motivo saranno oggetto di apposita diffida affinché sia aperta una indagine interna sull’episodio e sia considerata anche la possibilità di una revoca delle concessioni ai tabaccai aderenti alla Fit".
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Il limite, ogni limite dipende dalla nostra coscienza. Condivido in pieno ciò che dice Schroedinger in proposito. E questo è il contenuto essenziale del saggio di Partridge. Il quale “esplora una profonda continuità tra il film e il testo di Platone: entrambe le narrative privilegiano la conoscenza di sé che deriva da un corretto auto-esame”.
Sia Neo che i prigionieri della caverna di Platone devono anzitutto scoprire ed accettare la verità sulla propria condizione per poter acquistare una più profonda conoscenza sulle verità fondamentali.
Entrambi devono passare attraverso la traumatizzante esperienza che i sensi sono inadeguati e che possono essere sistematicamente ingannati. Entrambi devono ricorrere all’introspezione per trovare la verità sulla loro condizione. Finché restano nell’incoscienza, i virtuali di Matrix e i prigionieri della caverna non hanno difficoltà:
quella che sperimentano è la loro realtà. Una volta scoperta e compresa la loro effettiva condizione nascono i problemi, poiché entrambi sono rifiutati da coloro che stanno all’interno del vecchio sistema e ne accettano le regole.
La cura di sé stessi porta all’isolamento sociale, all’emarginazione. È comprensibile che chi si è adattato ad un sistema rifiuti una verità che dimostri che tutto quello che ha fatto e pensato fino ad allora era falso. Ma la via della conoscenza di sé è inevitabile. In questo senso la conoscenza porta alla sofferenza, ed in questo senso la sofferenza è connaturata alla condizione umana.
Prendere coscienza dell’enorme Matrix in cui viviamo, dello stato di prigionia in cui siamo costretti, legati come siamo nella caverna di Platone ad osservare le ombre sui muri come sola fonte di conoscenza, e liberarcene, questo è il nostro destino e il nostro dovere.
È un processo inevitabile se vogliamo salvare noi stessi dall’annientamento. E con ciascuno di noi, individualmente, salvare l’umanità intera dall’estinzione. E su questo destino e su questo dovere è possibile fondare le basi di una nuova etica individuale e sociale.
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Ed è a questo punto che viene spontaneo chiederci:
l’intenzionalità creativa dell’artista dove trova l’informazione?
Dalla sua immaginazione, dalla sua capacità intuitiva, o la coglie dall’inconscio collettivo di massa che alberga in un universo al di fuori dello spazio e del tempo?...
Abbiamo esaminato chiaramente la prova che suggerisce che abbiamo a che fare con una fonte di energia universale, variabile nel tempo, che riunifica insieme tutte le aree di “spazio vuoto” in un’Unità.
Il lavoro del prof. Shnoll ci dà una prova incontrovertibile che esiste un’intera dimensione nascosta nel campo quantico di cui siamo completamente inconsapevoli, che mostra che “tutto il moto è relativo” in modi che non avevamo mai immaginato prima…
La Scienza dell'Uno - David Wilcock
Che cosa “sai”? Sai ciò che è contenuto nella metafora espressa in "A Bug's Life": megaminimondo...
Te ne rendi conto?
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com
Me ne sono reso conto. Secondo?
RispondiEliminaCiao. Cristiano
Ciao Cristiano. Secondo: essere totali! Ricordare sempre... Essere coerenti. Esserci. Presenti. Nel centro. In equilibrio. Sovrani. Altrimenti... rendersi conto non serve a niente, anzi... non ci si è resi veramente conto, perchè se te ne rendi conto... cambi di conseguenza perchè "hai visto" e qualcosa d'incantesimale è venuto meno, ossia, sei riuscito a liberarti perlomeno un "pezzettino" ma, ora, quel "pezzettino" fa la differenza.
EliminaTe ne rendi conto? Smile