"C'è qualcosa di strano" di Patrizia Pianini
Saccomanni sembra venire da Marte. Non si rende conto delle condizioni di crisi del nostro Paese…
Da quale pulpito, verrebbe da ammettere; quando ci si sofferma con l’attenzione su “qualcosa”, questo viene rilevato dai sensi ed improvvisamente quel “dettaglio” sembra caratterizzare le proprie giornate, per un lasso di Tempo pari all’intensità dell’attenzione e a quel mix energetico (interesse proprio ed “ambientale”), che è detenuto/emanato (caricato) dall’individuo o dagli individui (nel caso di una moda, di un trend, di una tendenza, etc.).
Ora, se focalizzare la propria attenzione consciamente su un “numero”, ad esempio, equivale al manifestarlo nella propria Vita, allora perché non provarci seriamente?
Oppure, è più divertente e più “figo”, credersi magici senza approfondire il discorso? Sembra che la Massa si accontenti di essere/avere (sentire) il “potenziale”, senza mai portarlo all’emersione (manifestazione) nelle 3d.
Che razza di comportamento è mai questo?
Forse è un “qualcosa” che deriva da una polarizzazione interiore secolare, respirata insieme all’aria? Un “qualcosa” che trae la propria forza, anche, da annunciazioni di questo tipo?
Papa: abbassamento umiltà e umiliazione sono la strada di Gesù.
Lo ha detto papa Francesco nella messa mattutina celebrata a Santa Marta, la prima dopo le festività natalizie.
''Se un pensiero, se un desiderio ti porta su quella strada di umiltà, di abbassamento, di servizio agli altri, - ha aggiunto il papa - è di Gesù.
Ma se ti porta sulla strada della sufficienza, della vanità, dell'orgoglio, sulla strada di un pensiero astratto, non è di Gesù.
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Lo svuotamento interiore della Massa è un’opera che necessita di Tempo, al fine di iniziare a dare risultati pratici (manifestazione 3d); questo vettore è l’unico al quale si possa rivolgere il termine derivante (effetto) di “cambiamento”.
Ossia, il cambiamento paventato dalla speranza o dalle profezie (o, meglio, da ciò che ne rimane) è “nullo”, in confronto a quello derivante dall’opera concreta di “drenaggio interiore”, che avviene ormai da millenni e sempre sotto alla medesima “Regia” (Nucleo Primo).
È frattalmente che si riesce ad osservare la presenza silente ed impersonale del Controllo.
Un “qualcosa” che è pienamente attivo, persino alla luce del Sole, ma che non si “vede”, perché la Massa è abituata a “non andare al di là delle abitudini sensoriali in vigore” (filtro, legge).
Ecco un esempio eclatante, nel quale persino chi scrive “saggi” (esperto) è succube del medesimo principio incantesimale, che “ha” l’intera società (testa pensante compresa), tanto ammorbata da non poter più vedere l’alternativa… (l'altro).
Siamo tutti debitori? Forse, ma non è solo colpa della crisi.
Errori di valutazione ma anche limiti culturali: lo spiega l'esperto Gianpaolo Luzzi…
- ”Siamo tutti debitori” è il titolo del suo saggio: una consapevolezza quasi antropologica. Ma il debito è davvero una realtà inestirpabile dalla vita del cittadino comune?
Direi proprio di si, se pensa che già nelle XII Tavole del diritto romano, qualche secolo prima di Cristo, si regolamentava il debito e veniva previsto, per chi non riusciva ad adempiere, che diventasse di proprietà del creditore. In realtà il debito in se stesso non è negativo. Anzi, spesso è con il debito che si possono realizzare progetti e migliorare la qualità della propria vita. Le aziende, ad esempio, difficilmente crescono senza indebitarsi. Del resto vediamo in questi anni come il credit crunch abbia contribuito, e contribuisca tutt'ora, ad aggravare la crisi economica. Il debito diventa un problema se e quando se ne abusa o lo si utilizza senza una strategia.
- Perché è labile il confine che separa una situazione di benessere economico da una di indebitamento?
Indebitamento e benessere economico non sono antitetici. È il sovraindebitamento il nemico, e vi si cade tutte le volte in cui non si è più in grado di far fronte ai propri impegni, vuoi per un'errata valutazione iniziale degli stessi, vuoi per il sorgere di un imprevisto più o meno drammatico. Ma alla base, quasi sempre, c'è una mancata o errata programmazione delle proprie capacità economiche.
- Per ovviare, scrive che bisognerebbe “munirsi di cultura creditizia e finanziaria”. Quali sono i “fondamentali” di questa cultura?
Nelle scuole e in famiglia non insegnano nulla riguardo l'atteggiamento verso il denaro se non che "il denaro è sporco", che è "lo sterco del diavolo", che non è politicamente corretto educare i figli a fare soldi - onestamente - nella loro vita, in quanto l’idea di lavorare per il denaro è un valore negativo. Il risultato finale è che quando ci troviamo del denaro tra le mani, poco o molto che sia, facciamo di tutto per "gettarlo". E chi ne produce poco, spesso si indebita per essere in grado di buttarne via di più. Eppure basterebbe veramente poco. I nostri nonni lo facevano, ed infatti sono riusciti ad uscire fuori da due guerre. Tenere il conto delle spese correnti, non fare il passo più lungo della gamba e decidere di indebitarsi solo quando questo diventa funzionale a una propria strategia.
- Argomenta che in Italia chi è debitore lo resta sempre; non essendo previste nell'ordinamento misure idonee all'esdebitazione dell'indebitato. Quali misure potrebbero allora essere prese per cambiare corso a questa realtà?
È stata varata una legge recentemente (n. 221 del 17/12/2012) che prevede l'esdebitazione, ma riduce la casistica a così pochi casi, che praticamente in circa un anno di vita non è stata mai applicata. Nel mondo anglosassone, ma anche nell'ordinamento francese, è invece previsto anche per il cittadino comune ciò che accade per le aziende, ossia che si possa fallire e chiudere, una volta e per tutte, le proprie pendenze. Per poi, eventualmente, ripartire da zero. Da noi no. Un debito si prescrive in 10 anni, ma basta una raccomandata 1 giorno prima della scadenza della prescrizione per ripartire per altri 10 e così via. Nel frattempo, grazie a una giustizia lenta e farraginosa, il creditore non viene soddisfatto. In sostanza l’ordinamento incoraggia il debitore a diventare un "furbetto" ed attrezzarsi per non essere più aggredito dai creditori. Ma a quel punto si è creato un essere pericoloso che spesso va in giro a fare danni seri. Risultato finale? Creditori insoddisfatti e debitori cronici che restano ai margini della società produttiva…
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Luzzi si è adattato al "debito" e ha sviluppato una capacità di sopravvivere insieme e "grazie" al debito (strategia). La cultura creditizia e finanziaria, di cui ognuno dovrebbe essere dotato. È un "qualcosa" che renderebbe tutti ancora più "furbi e sotto ad incantesimo". Infatti, quando ad essere ultra indebitato è uno Stato, una banca o una multinazionale, allora è perchè manca questo genere di cultura anche a quel livello?
Direi proprio di si, se pensa che già nelle XII Tavole del diritto romano, qualche secolo prima di Cristo, si regolamentava il debito e veniva previsto, per chi non riusciva ad adempiere, che diventasse di proprietà del creditore. In realtà il debito in se stesso non è negativo. Anzi, spesso è con il debito che si possono realizzare progetti e migliorare la qualità della propria vita. Le aziende, ad esempio, difficilmente crescono senza indebitarsi. Del resto vediamo in questi anni come il credit crunch abbia contribuito, e contribuisca tutt'ora, ad aggravare la crisi economica. Il debito diventa un problema se e quando se ne abusa o lo si utilizza senza una strategia.
- Perché è labile il confine che separa una situazione di benessere economico da una di indebitamento?
Indebitamento e benessere economico non sono antitetici. È il sovraindebitamento il nemico, e vi si cade tutte le volte in cui non si è più in grado di far fronte ai propri impegni, vuoi per un'errata valutazione iniziale degli stessi, vuoi per il sorgere di un imprevisto più o meno drammatico. Ma alla base, quasi sempre, c'è una mancata o errata programmazione delle proprie capacità economiche.
- Per ovviare, scrive che bisognerebbe “munirsi di cultura creditizia e finanziaria”. Quali sono i “fondamentali” di questa cultura?
Nelle scuole e in famiglia non insegnano nulla riguardo l'atteggiamento verso il denaro se non che "il denaro è sporco", che è "lo sterco del diavolo", che non è politicamente corretto educare i figli a fare soldi - onestamente - nella loro vita, in quanto l’idea di lavorare per il denaro è un valore negativo. Il risultato finale è che quando ci troviamo del denaro tra le mani, poco o molto che sia, facciamo di tutto per "gettarlo". E chi ne produce poco, spesso si indebita per essere in grado di buttarne via di più. Eppure basterebbe veramente poco. I nostri nonni lo facevano, ed infatti sono riusciti ad uscire fuori da due guerre. Tenere il conto delle spese correnti, non fare il passo più lungo della gamba e decidere di indebitarsi solo quando questo diventa funzionale a una propria strategia.
- Argomenta che in Italia chi è debitore lo resta sempre; non essendo previste nell'ordinamento misure idonee all'esdebitazione dell'indebitato. Quali misure potrebbero allora essere prese per cambiare corso a questa realtà?
È stata varata una legge recentemente (n. 221 del 17/12/2012) che prevede l'esdebitazione, ma riduce la casistica a così pochi casi, che praticamente in circa un anno di vita non è stata mai applicata. Nel mondo anglosassone, ma anche nell'ordinamento francese, è invece previsto anche per il cittadino comune ciò che accade per le aziende, ossia che si possa fallire e chiudere, una volta e per tutte, le proprie pendenze. Per poi, eventualmente, ripartire da zero. Da noi no. Un debito si prescrive in 10 anni, ma basta una raccomandata 1 giorno prima della scadenza della prescrizione per ripartire per altri 10 e così via. Nel frattempo, grazie a una giustizia lenta e farraginosa, il creditore non viene soddisfatto. In sostanza l’ordinamento incoraggia il debitore a diventare un "furbetto" ed attrezzarsi per non essere più aggredito dai creditori. Ma a quel punto si è creato un essere pericoloso che spesso va in giro a fare danni seri. Risultato finale? Creditori insoddisfatti e debitori cronici che restano ai margini della società produttiva…
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Luzzi si è adattato al "debito" e ha sviluppato una capacità di sopravvivere insieme e "grazie" al debito (strategia). La cultura creditizia e finanziaria, di cui ognuno dovrebbe essere dotato. È un "qualcosa" che renderebbe tutti ancora più "furbi e sotto ad incantesimo". Infatti, quando ad essere ultra indebitato è uno Stato, una banca o una multinazionale, allora è perchè manca questo genere di cultura anche a quel livello?
Oppure il debito è un vettore andato fuori giri per chiunque?
Chi ci guadagna? Chi non appare! E, di certo, non un cittadino (anche se in alcuni Paesi il cittadino può anche fallire)...
SPS potrebbe citare molte notizie di oggi a tal riguardo, ma a che servirebbe? A continuare a “passare per Cassandra”? No. È meglio lasciar perdere… (per oggi).
Per chiudere: un esperto è una persona che non vede al di là del proprio naso, ma "una parte di quello che vede" l'ha proprio capita bene, assumendola come perno centrale della propria "carriera" e, forse, anche della propria Vita (aimè).
Rimaniamo tra noi: SPS (Io) e TE.
Senza notizie, senza citazioni, senza nulla “nel mezzo”.
Domanda: “sei assolutamente certo/a che niente e nessuno abbia un significativo ascendente su di te?”. Ossia: "che sei un individuo Sovrano"?
Tieni conto che “significativo” significa:
in maniera sufficiente per ispirare in te una “idea” che, in seguito, te stesso svilupperai convinto di esserne il diretto fautore…
Attenzione però: non puoi rispondere di “no”. Perché? Perché “tutto” (Tutto) tende ad influenzarti ed, infatti, la tua dipendenza dal tutto è divenuta ormai centrale (è, infatti, una domanda retorica).
A scuola o al lavoro che cosa ti hanno ispirato? E in famiglia? E leggendo un qualsiasi libro o navigando in Internet?
Ormai non è più possibile essere certi che il pensiero sia “tuo” (proprio). O, meglio, l’elaborazione delle “idee” va da sé, ma l’idea è tutt’altro che “tua”. Essa viene ispirata dall’esterno o da quelle aree dell’interno, che fanno capo all’inconscio, ossia, a quella parte di te che è stata invasa e conquistata – da Tempo immemore. Da chi/cosa? Suvvia: sottopoteri del Nucleo Primo (mai, il Nucleo Primo direttamente).
Tutto “lavora” indirettamente per “qualcosa” che nemmeno sa esistere.
"Qualcosa" che non compare nemmeno nelle leggende e nel mito, ma "qualcosa" che appare, se percepito per Analogia Frattale e/o Metodo Indiretto.
Attraverso i suoi riflessi nel Mondo 3d, il Nucleo Primo è comprensibile/rilevabile. Ma non è abbastanza per te, vero? Non ci credi. O, forse, non ci crede la somma (media) delle tue parti.
Il risultato? Le 3d attuali, ossia:
un “qualcosa” che mediamente non ti soddisfa
ma che... “non ci puoi fare niente”.
Perché? Perché la “legge” (sotto ad ogni sua variante di forma) non te lo permette. Non importa se una legge è palesemente ingiusta: la devi “osservare” (ne sei succube), perché in realtà tu non influisci sulla legge ma ti limiti ormai a subirla.
Chi decide le leggi? E chi lo sa! Di sicuro né te, né gli esponenti della Politica.
Altrimenti, ad esempio, Cipro e Grecia (che sembrano “Stati Sovrani”) durante l’ultima crisi economica, avrebbero potuto (e dovuto) rifondare la legge, in maniera tale da perseguire il benessere degli individui e, dunque, della Nazione stessa. Niente di più falso, in quanto e in realtà, i due Stati dipendono da leggi superiori “internazionali” (per così “dire”), che tendono a “divorare” tutto ciò che è "diverso", anche solo nel potenziale rispetto al “programma/protocollo”.
È tutto “impersonale”, se osservi bene: non stai annuendo ad esseri umani ma ad “Istituzioni”. È un po’ come un automa comandato wireless, in maniera programmata (drone).
Qualcosa che “è stato creato” (robot) è il frattale di qualcosa che “si è creato” (eggregora).
Il comandamento di base è lo stesso (creazione).
Il modello di creazione è diverso:
diretto (robot) – viene costruito
indiretto (eggregora) – si forma.
Attraverso il comportamento massivo (costituito da comportamenti individuali) si crea il potenziale per creare (il “formarsi”) aggregati energetici “viventi”: questo tipo di creazione è indiretta (seppure è diretto il modo di comportarsi, ma non altrettanto consapevole è la "condotta").
Per “semplificazione”, in SPS è attivo un “filtro” che pone uguale al Nucleo Primo (una formazione umana, proveniente da oltre l’inizio del conteggio del Tempo di Natura “deviata” e, per questo, “non vista”) la presenza di “qualcosa”, che detiene il controllo dello scorrimento del genere umano sul Pianeta Terra 3d.
Un "qualcosa" che incarna una sorta di paradosso con una propria logica (un loop nel quale, una volta “entrati”, non ci si accorge più della “rotazione”, così come un abitante della Terra non si rende conto della rotazione del Pianeta).
Questo “qualcosa” è diverso da te, ma non in maniera quantica: sei tu sotto ad altra forma, così come la radiazione è una emissione “proprietaria” di un corpo fisico radioattivo...
Per cui, questo gioco/giogo… è un insieme di prospettive diverse e di livelli intersecati ed ordinati in maniera gerarchica; una gerarchia che sfugge ad ogni “senso” 3d umano incarnato.
La piramide è solo la forma emersa nelle 3d (ordinamento) di un aspetto di tale intersecarsi:
il senso più esteso di tutto ciò è “qualcosa” che è funzionale all’esistenza di ogni ambito ed in ogni ambito della stessa, che ogni individuo umano “è” nella sua integrità (multidimensionalità).
Il frattale è, ad esempio, l’osservatore che assiste all’onda, che si infrange sugli scogli, sospinta dai forti venti e dalle violente correnti marine e dall’insieme di tutti gli agenti meteorologici.
L’osservatore può trarre persino un significato “poetico” (caratteristica) da quello che vede, riassumendo in un unico aspetto l’insieme di tutto quello che accade, “è”.
Ognuno è in un vortice, essendone il vertice attorno al quale “tutto ruota”.
Anche per questo, riparto da me stesso (dal mio "vo(e)rtice").
Dipende da me.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com
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